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TRATTATO TURCO - TEDESCO GIUGNO 1941

TRATTATO DI AMICIZIA TRA TURCHIA E GERMANIA

 

Lo Stato tedesco e la Repubblica di Turchia, spinti dal desiderio di porre le loro relazioni su di una base di mutua fiducia e di sincera amicizia hanno deciso di stipulare un trattato tenendo conto degli attuali impegni dei due paesi.

A tale scopo hanno nominato quali plenipotenziari:

Il cancelliere del Reich, signor Franz von Papen, ambasciatore straor­dinario e plenipotenziario dell'Impero tedesco,

Il presidente della Repubblica di Turchia, sua eccellenza il signor Sücrü Saracoglu, deputato di Smirne, ministro degli affari esteri. I quali, dopo aver presentato le loro credenziali che sono state riscontrate in valida e legale forma, hanno stabilito quanto segue:

 

Art. 1 - L'Impero tedesco e la Repubblica di Turchia si impegnano a rispettare mutuamente l'integrità e l'intangibilità dei loro territori nazionali e di non prendere nessuna misura che possa essere diretta, direttamente od indirettamente contro l'altro contraente.

 

Art. 2 - L'Impero tedesco e la Repubblica di Turchia si impegnano per il futuro a consultarsi per tutte le questioni interessanti i loro comuni interessi e a raggiungere un accordo per la trattazione di tali questioni.

 

Art. 3 - Questo trattato entra in vigore il giorno della sua firma ed è valido per una durata di dieci anni; le due parti contraenti si ac­corderanno ad una data opportuna circa la questione del prolunga­mento dell'accordo.

 

Il trattato dovrà essere ratificato e gli strumenti di ratifica dovranno essere al più presto scambiati a Berlino.

Redatto in due originali in tedesco ed in turco, i quali due originali hanno ambedue la stessa validità.

 

Ankara, 18 giugno 1941

 

Franz von Papen        S. Saracoglu

 

 

 

 

 

 

LA TURCHIA FRA I DUE FRONTI

 

Nella primavera 1941 Hitler fece elaborare dall'Alto comando dell'esercito uno studio per l'occupazione della Turchia.

 

... omissis ...

L'OKH invia qui allegato uno studio per un attacco contro la Turchia europea, come documentazione per la relativa decisione politica ed il giudizio dei rapporti di tempo. In esso si è te­nuto conto soltanto delle riflessioni inerenti l'esercito; le esi­genze relative alla Luftwaffe richedono una valutazione a parte. Dalle decisioni politiche si dovrà far dipendere il fatto che l'at­tacco contro la Turchia avvenga soltanto una volta che siano terminate le operazioni contro la Grecia e che si sia completato una redistribuzione delle forze, oppure se debba essere svolto contemporaneamente a quello — in tal caso con forze ed obiet­tivi limitati — contro la Macedonia greca.

La decisione della direzione politica — presupposta l'entrata in Bulgaria a partire dal 2.3 — deve avvenire:

Nel caso A (attacco contemporaneo contro la Turchia e la Grecia, previa limitazione degli obiettivi rispetto questa) al più tardi il 7 marzo. (Due giorni prima del termine previsto per la conversione della 5 Divisione da montagna).

Nel caso B, (attacco contro la Turchia dopo di aver raggiunto tutti gli obiettivi nella Macedonia Greca ed a riuscita redistri­buzione) al più tardi il 10 aprile (4 giorni dopo la presupposta conclusione delle operazioni contro la Grecia).

L'OKH propone la soluzione B, perché è la sola che consenta un'efficace esclusione degli Inglesi dall'area macedonica e che prenda saldamente in pugno Salonicco. In entrambi i casi l'Operazione « Barbarossa » non è svolgibile nei termini di tempo previsti.

 

 

TURCHIA

 

 

LA TURCHIA KEMALISTA. - La dissoluzione dell'Impero ottomano in seguito alla prima guerra mondiale segnò l'inizio della rinascita della nazione turca con una fisonomia politica interamente nuova. I vincitori credettero di sistemare la questione turca col trattato di Sèvres (10 agosto 1920): per esso la Turchia rinunciava a ogni pretesa di sovranità sull'Egitto, Cipro e le isole del Dodeca­neso compresa Castelrosso; riconosceva l'indipendenza dei paesi arabi; perdeva ogni territorio eu­ropeo all'infuori di Costantinopoli con la sua penisoletta; cedeva alla Grecia, oltre alla Tracia e alle isole di Imbro e Tenedo, l'amministrazione d'una parte dell'Anatolia occidentale fra il golfo di Adramit i e quello di Scalanova con la città di Smirne; riconosceva l'indipendenza dell'Armenia nei vilayet di Erzurum, Trebisonda, Bitlis e Vam, e concedeva l'autonomia al Curdistan. Inoltre l'Anatolia sudoccidentale era riservata come zona d'influenza all'Italia, quella sudorientale alla Fran­cia, che estendeva l'occupazione della Siria fino alla catena del Tauro, comprendendo tutta la Cili­cia. Tutte le sponde e le isole del Mar di Marmara e degli Stretti, comprese Samotracia, Imbro, Lem­no, Tenedo e Metelino nell'Egeo, erano smilitarizzate e sottoposte a una Commissione internazionale di controllo.

Mentre il Governo sultaniale firmava il trattato di Sèvres, nel cuore dell'Asia Minore il generale Mu­stafà Kemal andava raccogliendo le forze superstiti della nazione turca e le preparava alla lotta per l'indipendenza, che non mirava alla restaurazione del decrepito Impero, ma alla formazione d'un nuovo Stato. Fu mantenuto il riconoscimento dell'indipendenza dei paesi arabi; con una spedizione armata fu abbattuto l'effimero regime autonomo dell'Armenia, mentre l'Armenia russa cedeva i distretti di Kars, Ardahan e Artvin (cessione riconosciuta dalla Russia sovietica nella pace di Mo­sca 16 marzo 1921). La Francia rinunciò all'occupazione della Cilicia e dei vilayet di Maras, Urfa e Mar­din, e il confine tra la Turchia e la Siria fu fissato di comune accordo lungo la ferrovia Aleppo-Nusaybin (20 ottobre 1921). Contro i Greci, penetrati in Asia Minore per far applicare il trattato di Sèvres, si ini­ziò una campagna che condusse all'occupazione di Smirne (10 settembre 1922). Finalmente si giunse alla sistemazione generale del trattato di Losanna (24 luglio 1923), che annullava quello di Sèvres. La Turchia ricuperava tutta la zona di Smirne, la Tracia fino alla Mariza e le isole d'Imbro e Tenedo; la smilitarizzazione veniva ristretta alle sponde degli Stretti e alle isole più vicine, e affidata al Go­verno turco. Gli accordi di Ankara (5 giugno 1926) fissarono il confine tra la Turchia e l'Iraq sottopo­sto a mandato inglese, lasciando all'Iraq il territorio contestato di Mosul. La nuova Turchia rappre­sentava così un territorio compatto di 762 736 kmq. (di cui 23 975 in Europa) con una popolazione di 13 650 000 secondo il censimento del 1927 e di 16 201 000 secondo quello del1935 (di cui 1 268 000 in Europa).

Dichiarato decaduto il Sultano (2 novembre 1922), Costantinopoli perdette il rango di capitale; la nuova Repubblica, proclamata il 31 ottobre 1923, ebbe per capitale Ankara, già sede dell'Assem­blea Nazionale. Con la convenzione di Montreux (20 luglio 1936) la Turchia riacquistò la piena sovra­nità sulla zona degli Stretti, col diritto di fortificarli. Il 28 giugno 1939 la Francia cedette alla Turchia il territorio dell'ex-sangiaccato di Alessandretta, facente parte del mandato Siriano (circa 4800 kmq. con 275 000 abitanti).

 

“L’Europa e il mondo attraverso le due guerre”
Consociazione Turistica Italiana

Supplemento al n.1 Gennaio 1943 della Rivista “Le Vie d’Italia”

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