Volare è passione e vocazione, che riempie di sè una vita.
Adolf Galland
GUERRA DI GRECIA - 1
DOCUMENTI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
27 ottobre 1940
Mussolini nella riunione del 15 ottobre parla di una “giustificazione di carattere metafisico” all’ingresso dei reparti italiani in Grecia. Ecco come la giustificazione si concretizza e come viene resa pubblica tramite una nota dell’Agenzia Stefani pubblicata sulla prima pagina dei giornali a poche ore dell’inizio delle operazioni.(g)
UNA BANDA ARMATA GRECA ATTACCA DEI POSTI ALBANESI
BOMBE ESPOSE A PORTO EDDA
Tirana, 26 ottobre
Una banda armata greca ha stamane attaccato con tiri di fucileria e bombe a mano posti di vigilanza albanesi nei pressi di Coritza e precisamente nella zona compresa fra i cippi 30 e 31, immediatamente a sud del varco di Kapestiza.
La pronta reazione della pattuglia albanese e il successivo intervento di altri reparti hanno valso a respingere immediatamente il nucleo avversario che era penetrato in territorio albanese. Sei degli attaccanti greci sono stati catturati. Le perdite albanesi sono due soldati morti e tre feriti.
Ieri sera tre bombe sono esplose nei pressi della sede del R. Ufficio Luogotenenziale italiano di Porto Edda. Si lamentano due feriti leggeri. Gli agenti greci o inglesi ai quali si deve l’attentato vengono attivamente ricercati.
Sono in corso attive indagini sui due episodi, mentre nelle due zone è subito tornata la calma.
NOTA DEL GOVERNO ITALIANO AL GOVERNO GRECO
T. 33759-60-61-62/319-320-321-322 P. R.
Roma, 26 ottobre 1940
0re 13,05
319. – Unisco una comunicazione diretta dal Governo italiano al Governo greco.
Comunicazione che dovrà essere da Voi rimessa personalmente a codesto Ministero degli Esteri il giorno lunedì 28 ottobre alle ore 3 del mattino, senza preavviso.
Aggiungerete a voce che le truppe italiane entreranno in Grecia tre ore dopo, e quindi alle ore 6 del mattino del giorno 28 ottobre.
Confermerete a voce che ci auguriamo vivamente che nel frattempo il Governo greco abbia dato ordine alle proprie truppe di lasciare liberamente passare le truppe italiane, non lasciando però dubbi che esse entreranno in Grecia, in ogni caso, all’ora anzidetta.
320. - Il Governo italiano ha dovuto ripetutamente constatare come nel corso dell'attuale conflitto il Governo greco abbia assunto e mantenuto un atteggiamento che è in contrasto non solamente con quelle che sono le normali relazioni di pace e di buon vicinato tra due Nazioni, ma con i precisi doveri che al Governo greco derivano dalla sua condizione di Stato neutrale. A più riprese il Governo italiano si è trovato nella necessità di richiamare il Governo greco all'osservanza di questi doveri, e di protestare contro la loro sistematica violazione, violazione particolarmente grave per avere il Governo greco tollerato che le sue acque territoriali, le sue coste e i suoi porti fossero utilizzati dalla flotta britannica nel corso delle sue operazioni di guerra, favorito i rifornimenti delle forze aeree britanniche, permesso l'organizzazione di un servizio di informazioni militari nell'Arcipelago greco ai danni dell'Italia. Il Governo greco è perfettamente al corrente di questi fatti che hanno formato più volte oggetto di passi diplomatici da parte dell'Italia, ai quali il Governo greco — che pure avrebbe dovuto rendersi conto delle gravi conseguenze del suo atteggiamento — non ha risposto con alcuna misura di protezione della propria neutralità, ma anzi intensificando la sua azione di favoreggiamento delle Forze armate britanniche e la sua collaborazione con i nemici dell'Italia.
321. - Il Governo italiano ha le prove che tale collaborazione era stata dal Governo greco prevista e regolata con intese di carattere militare, navale ed aeronautico. Il Governo italiano non si riferisce solamente alla garanzia britannica, accettata dalla Grecia come parte di un programma di azione diretta contro la sicurezza dell'Italia, ma agli espliciti e precisi impegni assunti dal Governo greco per mettere a disposizione delle Potenze in guerra con l'Italia importanti posizioni strategiche su territorio greco, comprese tra queste le basi aeree della Tessaglia e della Macedonia, destinate ad un attacco contro il territorio albanese.
Il Governo italiano — a questo proposito — deve ricordare al Governo greco l'azione provocatrice svolta verso la Nazione albanese con la politica terroristica da esso adottata nei riguardi delle popolazioni della Ciamuria e con i persistenti tentativi di creare disordini oltre le sue frontiere. Anche per questi fatti il Governo italiano è stato — ma inutilmente — nella necessità di richiamare il Governo greco sulle inevitabili conseguenze che tale politica avrebbe avuto nei riguardi dell'Italia.
322. - Tutto questo non può essere dall'Italia ulteriormente tollerato. La neutralità della Grecia è andata diventando sempre più una mera parvenza. La responsabilità di questa situazione risale in primo luogo alla Gran Bretagna e al suo proposito di coinvolgere sempre altri paesi nella guerra. Ma è ormai manifesto che la politica del Governo greco è stata ed è diretta a trasformare il territorio greco, o almeno a permettere che il territorio greco sia trasformato in una base di azioni belliche contro l'Italia. Questo non potrebbe portare che ad un conflitto armato tra l'Italia e la Grecia, conflitto che il Governo italiano ha tutta l'intenzione di evitare.
Il Governo italiano è venuto pertanto nella determinazione di chiedere al Governo greco — come garanzia della neutralità della Grecia e come garanzia della sicurezza dell'Italia — la facoltà di occupare con le proprie forze armate, per la durata del presente conflitto con la Gran Bretagna, alcuni punti strategici in territorio greco. Il Governo italiano chiede al Governo greco che esso non si opponga a tale occupazione e non ostacoli il libero passeggio delle truppe destinate a compierla. Queste truppe non si presentano come nemiche del popolo greco, e in nessun modo il Governo italiano intende che l'occupazione temporanea di alcuni punti strategici dettata da necessità contingenti e di carattere puramente difensivo, porti pregiudizio alla sovranità e alla indipendenza della Grecia.
Il Governo italiano chiede ai Governo greco che esso dia immediatamente alle autorità militari gli ordini necessari perché tale occupazione possa avvenire in maniera pacifica. Ove le truppe italiane dovessero incontrare resistenze, tali resistenze saranno piegate con le armi e il Governo greco si assumerebbe la responsabilità delle conseguenze che ne deriverebbero.
PROCLAMA LETTO DAL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO ALBANESE VERLACI
28 ottobre 1940.
Popolo d’Albania! Il vostro Governo nominato dal grande Re Imperatore Vittorio Emanuele di Savoia vi grida il suo entusiasmo e la sua fede in questo giorno meraviglioso per la patria. Il sogno dei nostri avi, la speranza più angosciosa dei nostri anni della gioventù e della maturità sta per realizzarsi, e cioè il ritono delle popolazioni albanesi della Ciamuria nel seno della patria albanese.
Le truppe del glorioso esercito italiano, che raccoglie nelle sue file anche reparti di soldati albanesi, stanno rovesciando nel loro impeto le insegne greche ai confini imposti dalla violenza e dalla ingiustizia, e avanzano nelle care terre di Ciamuria ove tanta storia e tante tradizioni albanesi hanno regnato in ogni tempo.
Salutiamo con gioia virile, o albanesi, questo giorno di liberazione e innalziamo al Re Imperatore e al Duce, artefice della più grande Albania, il ringraziamento commosso. La felice unione con l’Italia, che tanti benefici ha dato di ordine politico, spirituale ed economico alla nostra cara patria, si concreta in modo indistruttibile con la realtà di oggi.
Albanesi! Siate anche voi un esercito di disciplina e di patriottismo. Abbiate la stessa certezza che il vostro Governo possiede; un più grande avvenire attende la nostra patria unita all'Italia, e ogni sacrificio è leggero per raggiungere questo avvenire. Dietro i soldati che combattono per una causa giusta vi deve essere una compatta volontà e un alto entusiasmo. Il vostro Governo vi affida questa consegna sicuro della vostra fedeltà alla patria e al Re.
Saluto al Re! Saluto al Duce!
PROCLAMA DI METAXAS AL POPOLO GRECO
28 ottobre 1940
È giunta l’ora di combattere per la libertà della Grecia, la sua integrità e il suo onore. Benché noi abbiamo mantenuto la più rigorosa neutralità, eguale per tutti, l’Italia, che non ci riconosce il diritto di vivere come greci liberi, mi ha chiesto alle tre di stamane la consegna di zone del territorio nazionale, scelte secondo la volontà dell’Italia stessa, e mi ha annunciato che alle 6 del mattino sarebbe cominciato il movimento delle sue truppe per l’occupazione di queste zone. Ho risposto all’ambasciatore italiano che ritenevo questa richiesta in se stessa, e il modo in cui veniva attuata, una dichiarazione di guerra dell’Italia contro la Grecia.
Ora mostreremo se davvero siamo degni dei nostri antichi e della libertà che ci hanno assicurata i nostri avi. Il paese insorga unanime. Lottate per la patria, per le vostre donne e i vostri bimbi, per le vostre sacre istituzioni.
Ora al disopra di tutto, la lotta.
MESSAGGIO DI CHURCHILL A METAXAS
28 ottobre 1940.
L’Italia ha capito che le minacce ed i tentativi di intimidazione contro il vostro tranquillo coraggio sono rimasti senza effetto. Essa ha perciò intrapreso un attacco non provocato contro il vostro Paese, e cerca una giustificazione in motivi privi di qualsiasi fondamento. Il modo con cui il popolo greco — sotto il vostro Governo, in cui ha la più assoluta fiducia — ha fatto fronte ai pericoli ed alle provocazioni ha suscitato l'ammirazione del popolo britannico. Le sue stesse qualità lo sosterranno in questa ora di prova. Noi vi daremo tutto l'aiuto che potremo dare. Noi combattiamo contro un comune nemico e condivideremo una comune vittoria.
IL CAPO DI GABINETTO ANFUSO
T. URGENTE 34021.
Roma, 28 ottobre 1940, ore 11,15.
Confermo che sino alle ore 11,15 nessuna notizia è pervenuta da Atene, né da Tirana, e neppure allo Stato Maggiore Generale circa l’esito della comunicazione al Governo greco e l'inizio delle operazioni militari.
Ho fatto note comunicazioni ed ho consegnato a titolo confidenziale copia della nota.
Ministro di Romania si è dimostrato assolutamente comprensivo promettendo completo appoggio opinione pubblica e stampa romene.
Parimenti comprensivo si è dimostrato il Ministro di Bulgaria.
Il Ministro di Jugoslavia si è dichiarato soddisfatto per assicurazioni dategli ed ha aggiunto che Governo Belgrado altro non desidera che conservare buone relazioni con l'Italia.
Ambasciatori dell'U.R.S.S. e di Turchia hanno preso atto della comunicazione senza fare particolari commenti. Il Sovietico con spirito amichevole, il Turco al quale ho dato note assicurazioni, molto correttamente.
IL SEGRETARIO DI GABINETTO DE FERRARIS
AL CAPO DI GABINETTO ANFUSO
APP. S. N.
Roma, 28 ottobre 1940.
Ho telefonato a Firenze le seguenti notizie ottenute alle 17,30 dal Gabinetto del Ministero della Guerra e dallo Stato Maggiore Generale:
1) Le avverse condizioni atmosferiche hanno indubbiamente ostacolato le comunicazioni telegrafiche e telefoniche dalla zona di operazione; solo alle 17,30 è pervenuto il seguente telegramma di Visconti, Prasca:
« Nostre truppe procedono con molto entusiasmo oltre frontiera con artiglierie spinte in testa. Causa intemperie aviazione non est intervenuta. Visconti Prasca ».
2) L'aviazione non ha potuto svolgere interamente l’attività prefissa a causa delle avverse condizioni atmosferiche. Ha tuttavia effettuato ripetute incursioni su Tatoi, Corinto, Patrasso e Prevesa. Non vengono segnalate perdite; un solo apparecchio ha dovuto atterrare a Rodi. Non si conoscono ancora i risultati di queste azioni.
Successivamente, dallo Stato Maggiore Generale mi è stato letto un telegramma di Visconti Prasca (precedente quello recante l'annuncio dell'inizio delle operazioni). Con questo telegramma Visconti Prasca faceva conoscere che le condizioni atmosferiche erano pessime e i corsi d'acqua ingrossati ma che ciò nonostante le truppe erano pronte a scattare alle ore 7,30 come poi è avvenuto.
16 novembre 1940
STATO DI GUERRA CON LA GRECIA
La Gazzetta Ufficiale n. 268 del 16 novembre 1940-XIX contiene il seguente comunicato della Presidenza del Consiglio, dei Ministri:
Agli effetti dell'applicazione delle leggi vigenti, la Grecia è da considerarsi Stato nemico a decorrere dal 28 ottobre 1940, Anno XVIII.