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Adolf Galland
GUERRA DI GRECIA: LA MARCIA VERSO IL CONFLITTO - 1
DOCUMENTI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
COMPOSIZIONE DELLO STATO GRECO. - Nel 1910 il Regno di Grecia era un piccolo stato di 64 657 kmq. con 2 632 000 ab., che occupava l'estremità della penisola balcanica fino ai limiti settentrionali della Tessaglia, le isole Ione, le Cicladi e le Sporadi settentrionali; l'isola di Creta (8 618 kmq. con 344 000 ab.), nominalmente sottoposta alla sovranità della Turchia, aveva un'amministrazione autonoma in nome del re di Grecia. Con l'intervento nelle guerre balcaniche la Grecia ottenne alla pace di Bucarest (10 agosto 1913) Creta, l'Epiro, la Macedonia meridionale con la penisola Calcidica, una parte della Tracia, e tutte le isole dell'Egeo all'infuori d'Imbro, di Tenedo e del Dodecaneso, occupato dall'Italia: in complesso 55 400 kmq. con 2 030 000 abitanti.
Al termine della prima guerra mondiale i trattati di pace di Neuilly con la Bulgaria (27 novembre 1919) e di Sèvres con la Turchia (10 agosto 1920) assegnarono alla Grecia: la zona costiera della Tracia occidentale bulgara; tutta la Tracia orientale fino al Mar Nero, esclusa soltanto la penisola di Costantinopoli; le isole d'Imbro e Tenedo; Smirne col suo territorio. Il trattato dì Sèvres, in seguito alla riscossa kemalista e alla sconfitta delle truppe greche, fu annullato e sostituito dal trattato di Losanna (24 luglio 1923), per il quale la Tracia orientale, Imbro, Tenedo e Smirne vennero restituite alla Turchia, e la Grecia conservò, oltre alla Tracia occidentale tolta alla Bulgaria, soltanto un piccolo territorio già turco sulla destra della Mariza di fronte ad Adrianopoli. La Grecia risultò così con un territorio di 129 976 kmq. e 6 205 000 ab., saliti presumibilmente a 7 300 000 nel 1940.
18 giugno 1940
IL CAPO DI GABINETTO FILIPPO ANFUSO
AL MINISTRO AD ATENE EMANUELE GRAZZI
T. 17092/137 P. R.
Roma, 18 giugno 1940, ore 12,33.
Risulta presenza porti Isola Creta numerose unità flotta inglese, fra cui nave portaerei, vari incrociatori e cacciatorpediniere.
Richiamate immediatamente attenzione codesto Governo. Secondo norme diritto internazionale navi belligeranti non possono soggiornare acque neutrali oltre 24 ore. Ci attendiamo che codesto Governo faccia rispettare sua sovranità e neutralità, e si conformi promessa fattaci che porti greci non diverranno basi flotta inglese.
Agite d'urgenza e telegrafate.
Ho interessato anche questo Ministero Grecia.
18 giugno 1940
IL MINISTRO AD ATENE EMANUELE GRAZZI
AL MINISTRO DEGLI ESTERI GALEAZZO CIANO
T. URGENTISSIMO
Atene, 18 giugno 1940, ore 20
(per. ore 23,30)
Governo ellenico smentisce nel modo più categorico vi siano unità navali britanniche nei porti di Creta o anche nelle acque intorno all'isola che sono strettamente sorvegliate.
Nel comunicarmi quanto precede Mavroudis mi ha esplicitamente assicurato che qualora unità da guerra belligeranti dovessero presentarsi in porti greci loro permanenza oltre 24 ore non (ripeto non) sarebbe tollerata.
Anche autorità navali elleniche hanno escluso nettamente al Regio Addetto Navale che unità britanniche si trovino nelle acque e tanto meno nei porti di Creta. Comunque ho telegrafato a R. Console in Canea e mi riservo comunicare quanto egli riferirà.29 giugno 1940
29 giugno 1940
IL MINISTRO AD ATENE EMANUELE GRAZZI
AL MINISTRO DEGLI ESTERI GALEAZZO CIANO
T. 195.
Atene, 29 giugno 1940, ore 2,10 (per. giorno 30, ore 3,30).
Questo Stato Maggiore della Marina ha informato confidenzialmente Regio Addetto Navale che oggi ore 15 tre cacciatorpediniere britannici si sono rifugiati in una baia del Peloponneso.
Governo ellenico li ha subito invitati lasciare acque territoriali greche entro 24 ore; cacciatorpediniere hanno assicurato loro partenza per stasera stessa.
Regio Addetto Navale ha direttamente telegrafato urgenza Regio Ministro Marina italiana notizia e dettagli.
1° luglio 1940
IL MINISTRO DEGLI ESTERI GALEAZZO CIANO
AL MINISTRO AD ATENE EMANUELE GRAZZI
T. 18578/151 u. R.
Roma 1° luglio 1940, ore 24.
Governo Isole Italiane Egeo telegrafa in data 30 giugno quanto segue:
« Inglesi continuano servirsi di tutte le isole greche come di cosa loro. Da due giorni isole greche Nord Creta ospitano più del solito navi da guerra inglesi. Nella baia isola di Milos ieri in varie ore ne sono state vedute fino otto. Già questa mattina ore 6 ne abbiamo vedute tre. Non presto fede alle negazioni abituali menzogne come sono in grado di documentare ».
Telegrafate.
4 luglio 1940
IL MINISTRO AD ATENE, EMANUELE GRAZZI
AL MINISTRO DEGLI ESTERI GALEAZZO CIANO
Telegramma di V. E. n. 151
Atene 4 luglio 1940, ore 0,30.
Provvedo d'accordo con R. Addetto Navale inviare nelle Cicladi fiduciario che potrà accertare se e in quanto debbano considerarsi menzognere dichiarazioni di questo Stato Maggiore Navale. Osservo però che medesimo Stato Maggiore ci ha spontaneamente segnalato presenza in porti greci delle unità di cui al mio telegramma n. 195, ciò che sembra difficilmente conciliarsi con « abituale atteggiamento menzognero » circa altri porti o isole greche. Per quanto riguarda Milos confermo che vi sono dislocati in permanenza cacciatorpediniere ellenici segnalati con mio telegramma n. 132 cui numero è stato portato a 4. Altre isole immediatamente a nord di Creta non si (ripeto non) prestano secondo Regio Addetto Navale utilizzazione per scopi guerra navale. Per Cicladi settentrionali e per le isole vicine costa attica e Peloponneso posso assicurare anche che in esse dal settembre scorso non sono mai apparse unità britanniche. Per Creta confermando quanto segnalato da Barbarisi (mio telegramma n. 177) aggiungo che Suda trovandosi nell'immediata vicinanza di Canea è ad ogni momento osservabile personalmente dal R. Console.
IL MINISTRO DEGLI ESTERI CIANO
AL MINISTRO AD ATENE E. GRAZZI
T. 18813/156 P. R.
Roma, 4 luglio1940, ore 15,30.
Da dettagliate segnalazioni della Regia Marina risulta che ripetutamente nostre navi sono state attaccate da unità navali ed aeree britanniche in prossimità Isole Jonie, ciò che fa fortemente sospettare che unità navali britanniche abbiano base in qualche parte del territorio greco.
Inoltre da informazione della R. Marina nonché da nuove segnalazioni del Governatore di Rodi risulta che unità inglesi sono state di recente avvistate in ancoraggi greci dell'Egeo.
In relazione a ciò ho parlato ieri con questo Ministro di Grecia in modo tale da non lasciare dubbi sulle nostre intenzioni qualora Grecia continui a farsi manutengola degli inglesi.
Quanto precede per Vostra norma.
IL MINISTRO AD ATENE GRAZZI AL MINISTRO DEGLI ESTERI CIANO
T. 204-205.
Atene, 4 luglio 1940, ore 21,55
(per. giorno 5, ore 11,30).
Stamane sono stato convocato da Metaxas che ho trovato preoccupato straordinariamente. Mi ha chiesto se mi consti che Italia abbia deciso cambiare sua politica verso la Grecia. Avendogli io risposto che nulla constavami in tal senso, mi ha letto telegramma di Politis relativo conversazione da lui avuta ieri con V. E.
Con grande vivacità mi ha detto potermi assicurare sul suo onore che nessuna violazione della neutralità greca da parte inglese era avvenuta e che egli non avrebbe permesso che venisse nemmeno tentata. Mi ha detto che se noi dubitiamo della sua parola e vogliamo verificare direttamente infondatezza delle informazioni relative uso isole o porti greci da parte britannica, egli è disposto autorizzare RR. Consoli ovvero R. Addetto Militare a recarsi inqualsiasi località ritenuta opportuna.
Fatti contestati a Politis non possono essere imputati alla Grecia, come i bombardamenti di sottomarini al largo delle isole Jonie che nulla prova siano stati effettuati da forze provenienti dalla Grecia oppure non sussistono, come nel caso dei caccia nella baia di Milo sino ad ora segnalatagli è imputabile non agli inglesi ma a noi. Si tratta del sorvolo di frontiera greca da parte nostri aerei per il quale ha protestato questo Ministro d'Inghilterra. Egli però non ha creduto dare seguito alla protesta trattandosi di un caso isolato dovuto certamente ad errore del pilota. Governo greco ha informatori e osservatori in tutti i punti strategici montanari del territorio cosicché egli può escludere assolutamente che unità britanniche navali od aeree possono servirsi territori greci all'insaputa autorità poiché violazioni dovrebbero quindi avere luogo connivenza Governo, cosa della quale non si scorgerebbe scopo. Ha concluso tornando a dirmi che egli è deciso a difendere neutralità greca contro chiunque e che non può non nutrire timore che Governo italiano abbia improvvisamente deciso cambiare sua politica verso la Grecia.
Ho risposto al Presidente che se era stato necessario muovere rilievo al Ministro di Grecia a Roma ciò poteva eesere avvenuto senza seri fondamenti. Comunque gli ho promesso che avrei immediatamente telegrafato conversazione e assicurazione da lui in questa. occasione rinnovatami. Per parte mia ho il dovere di rendere conto che confermo in ogni sua parte quanto riferito con mio telegramma n. 201 in data di ieri. In modo speciale confermo che stazionano a Milo quattro caccia i quali sono greci senza ombra di dubbio.
IL CAPO GABINETTO ANFUSO
AL MINISTRO AD ATENE E. GRAZZI
T. 184/162 R.
Roma, 6 luglio1940, ore 22,15.
Personale per Grazzi.
Vostri nn. 204-205.
Analoga comunicazione a quella a voi fatta a Metaxas è stata qui compiuta da Politis all’Eccellenza il Ministro il quale ha accolto con ogni riserva le assicurazioni del Ministro di Grecia. Comunque la questione non verte sull’atteggiamento dell'Italia verso la Grecia ma sulla necessità che il Governo ellenico non si renda complice degli inglesi nel Mediterraneo.
IL MINISTRO AD ATENE E. GRAZZI
AL MINISTRO DEGLI ESTERI CIANO
T. PER CORRIERE 99.
Atene, 12 luglio 1940 (per giorno 17).
Mio telegramma n. 231.
Trascrivo qui appresso testo Nota Verbale di questo Ministero degli Affari Esteri n. 20156 in data odierna:
« Le Ministère Royal des Affaires Etrangères a l'honneur de porter à la connaissance de la Légation Royal d'Italie, qu'aujourd'hui à 06,30 heures trois avions de bombardement italiens ont bombardé et mitraillé le navire auxiliaire de la Marine Royale ‘Orion’ affecté au servite des Phares au moment où il était en train de ravitailler le Phare de Grambouza dans la baie de Kissamos (Crète). En méme temps le contretorpilleur ‘Hydra’ qui avait revu l’ordre de se porter au secours de 1’ ‘Orion’ a été également attaqué par les dits avions.
« Le Gouvernement Royal Hellénique se voit obligé de protester contre ces attaques opérées contre des unités de la Marine Royale dans les eaux territoriales grecques, et prie la Légation Royal d'Italie de vouloir bien procéder d’urgente aux démarches nécessaires en vue d'empécher le retour de pareils incidents, qui constituent une violation de la souveraineté de la Grèce.
« Le Ministère Royal des Affaires Etrangères sasit cette occasion pour réitérer à la Légation Royale d'Italie les assurances de sa haute considération ».
IL MINISTRO AD ATENE E. GRAZZI
AL MINISTRO DEGLI ESTERI CIANO
TELESPR. 6630/1011.
Atene, 23 luglio 1940 (per. giorno 26).
Riferimento: Mio telegramma n. 224.
Mentre continuano, ma finora apparentemente con scarso successo, gli intrighi inglesi contro Metaxas ed il suo Governo, si va d'altra parte sempre accrescendo il numero di coloro i quali ritengono essere ormai giunto per la Grecia il momento di svincolarsi interamente dall'Inghilterra e di schierarsi apertamente dal lato delle Potenze dell’Asse. Questa tendenza si va facendo strada anche nelle file dell'esercito, dove sono numerosi gli ufficiali che per ragioni di educazione professionale e per il prestigio acquistato dalle recenti vittorie delle armi germaniche sono attratti verso la Germania. Naturalmente i fautori di un deciso avvicinamento della Grecia alle Potenze dell’Asse pensano che la condotta del Governo, mentre vuol essere rigidamente neutrale ed equidistante dall’una e dall'altra delle parti in conflitto, si risolverà in realtà in un danno futuro per la Grecia la quale alla fine della guerra si troverà egualmente invisa a vinti e vincitori.
Ai primi del mese di luglio, il Gen. Platis (uno dei tre sottocapi di S.M.) ha verbalmente esposto al Capo di S.M.G., Gen. Papagos, critiche sull’amministrazione e sulla preparazione dell’esercito e sulla politica estera della Grecia. Il Gen. Papagos ha accolto assai male l’esposizione del suo sottordine, l’ha considerata atto di indisciplina ed ha ordinato gli arresti al Gen. Platis.
Questi, il giorno 8 corr., ha fatto pervenire al Presidente del Consiglio, tramite il Sottosegretario di Stato alla Guerra, Gen. Papadimas, un memorandum, nel quale venivano sviluppati i seguenti tre argomenti:
1) Le somme stanziate per le forze armate sono state male impiegate. In massima parte sono state spese per le fortificazioni, col risultato di costruire opere di un certo valore, soltanto in un tratto della frontiera, sbarrando una sola delle possibili linee d'invasione del Paese (a parte il valore dubbio delle fortificazioni permanenti). Non si è fatto nulla per la motorizzazione e meccanizzazione dell'esercito ellenico; si è trascurato l'acquisto di potenti armi anticarro, dimenticando che il. probabile nemico, la Bulgaria, possiede forti quantitativi di carri armati. Non si è provveduto ad accantonare adeguati quantitativi di munizioni ed oggi non si sa come far fronte a tale deficienza, data l'assoluta mancanza di materie prime.
Inoltre, lamenta la lentezza con la quale sono stati trascinati in lungo tutti gli affari relativi a forniture belliche, col risultato di riuscire a concluderne ben pochi e di aver scontentato i fornitori.
2) Necessità di radicale cambiamento di politica estera, accostandosi decisamente alle Potenze dell’Asse, abbandonando la linea di equilibrio finora seguita e che a furia di essere troppo abile, finirà col condurre la Grecia a trovarsi senza amici, da alcuna parte.
3) Necessità di cambiare alcuni uomini di governo, che per interessi o per mentalità sono troppo legati alla politica filo-inglese, per tanto tempo seguita dalla Grecia. Fra quelli che debbono uscire dal Gabinetto ha indicati il Ministro delle Finanze Apostolides, quello dell’Economia Nazionale Arvantitis, il Sottosegretario alla Marina Papavassiliou, quello alla Pubblica Sicurezza Maniadakis e quello per la Stampa e Turismo Nicoludis.
Il memorandum è stato esaminato nel settimanale Consiglio dei Ministri del 12 corr.
Subito dopo si è voluto procedere all’arresto del Gen. Platis nei locali dello Stato Maggiore, pare con l'intervento prima di un alto funzionario e poi dello stesso Sottosegretario alla P.S. Maniadakis. Ma di fronte alla minaccia di resistere con la violenza del Platis, si è consentito che si ritirasse in casa sua dove è stato sorvegliato.
Successivamente parecchi e parecchi ufficiali di ogni grado sono passati dall'abitazione del Gen. Platis, compiendo tacito, ma eloquente atto di solidarietà con lui. Molti sono stati arrestati ed inviati al confino nelle isole.
Nel frattempo, forse per tema della reazione che le misure di rigore contro il Gen. Platis potevano provocare nel corpo degli ufficiali dove egli gode di molte simpatie ed aderenze, quest'ultimo è stato rimesso in libertà pur essendo allontanato dall’ufficio.
Sulla figura del Gen. Platis aggiungo i seguenti dettagli. Egli fu fino al 1923 fervente monarchico e partecipò al tentato colpo di Stato di Corinto, inscenato da Metaxas. Venne allora radiato dai quadri dell'Esercito. Nel 1927 fece adesione al regime repubblicano e venne riammesso nell'Esercito, dove ebbe anche incarichi di fiducia. Nel 1932 ridivenne monarchico ed è stato uno dei più attivi istrumenti dell’epurazione dell’Esercito degli elementi venizelisti seguita alla restaurazione. Nel campo tecnico è considerato uno dei migliori ufficiali generali di questo Esercito. Le misure disciplinari che il Governo ha adottato contro il Platis e contro gli ufficiali che si sono dimostrati solidali con lui provano che il Governo non intende per ora almeno modificare il proprio atteggiamento in politica estera. È certo che fra i Ministri menzionati nel memoriale di Platis alcuni sono per tradizione, interesse ed abito mentale legati alla tradizionale anglofilia ellenica: fra questi specialmente: i signori Arvanitis e Apostolidis. Sorpresa ha recato vedere incluso in tale elenco il nome del Capo della Polizia Maniadakis, che veniva generalmente ritenuto alieno dalle questioni di politica estera e devotissimo a Metaxas. Ma, a parte che nel Regime attuale chi veramente decide è soltanto Metaxas, è certo che quest'ultimo, pur essendo personalmente tutt'altro che anglofilo, non osa ancora decidersi per un decisivo mutamento di rotta nella politica greca. Gli interessi della marina mercantile, il timore dell’affamamento, la tema di mettere il Paese in contrasto colla Turchia, ciò che lascerebbe la Grecia sola di fronte alle rivendicazioni bulgare, sono i principali fattori che trattengono il Presidente Metaxas dal « rompere i ponti » e dall'indirizzare nettamente ed apertamente il suo Paese verso le Potenze dell’Asse della cui finale vittoria né egli né alcun altro più dubita in questo paese. Se questa politica di eccessiva cautela sia in definitiva la migliore per l'avvenire della Grecia rimane da vedere.