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Teheran 1

Churchill, Roosevelt e Stalin Teheran (28 novembre - 1° dicembre 1943)



Verbale del colloquio Stalin Roosevelt

28 novembre 1943 ore 16

 

 

Roosevelt domanda quale è la situazione sul fronte sovie­tico tedesco.

 

 

Stalin risponde che le nostre truppe hanno recentemente abbandonato Zhitomir, importante nodo ferroviario.

 

 

Roosevelt domanda che tempo fa sul fronte.

 

 

Stalin risponde che il tempo è favorevole solo in Ucraina; negli altri settori del fronte vi è molto fango e il terreno non è ancora gelato.

 

 

Roosevelt dichiara che vorrebbe far allontanare dal fronte sovietico-tedesco da 30 a 40 divisioni tedesche.

 

 

Stalin risponde che sarebbe una buona cosa se ciò potesse essere fatto.

 

 

Roosevelt fa osservare che si tratta di una delle questioni sulle quali fornirà chiarimenti nei giorni successivi. Per gli americani si pone il compito di mantenere un contingente di due milioni di uomini a tremila miglia dal continente ame­ricano.

 

 

Stalin dice che sono necessari mezzi di trasporto e che lo capisce perfettamente.

 

 

Roosevelt dichiara che gli Stati Uniti costruiscono navi on un ritmo soddisfacente. Dice che vorrebbe parlare più tardi con il maresciallo Stalin sul periodo del dopoguerra e sulla ripartizione della marina mercantile della Gran Bretagna e degli Stati Uniti, in modo che l'Unione Sovietica possa comin­ciare a sviluppare la navigazione mercantile. Quando la guerra sarà finita, l'Inghilterra e gli USA avranno una marina mer­cantile troppo importante, e lui, Roosevelt, si propone di cedere una parte di questi bastimenti alle altre nazioni unite.

 

 

Stalin risponde che sarebbe bene. Se lo vogliono, gli Stati Uniti potranno farlo. Deve dire che dopo la guerra la Russia offrirà un grande mercato di sbocco agli Stati Uniti.

 

 

Roosevelt dice che dopo la guerra gli americani avranno bisogno di grandi quantità di materie prime; perciò egli pensa che strette relazioni commerciali esisteranno fra i nostri paesi.

 

 

Stalin annuisce e dice che se gli americani ci forniranno at­trezzature, potremo fornire ad essi materie prime.

 

 

Roosevelt dichiara che ha avuto colloqui interessantissimi con Ciang Kai-scek. Egli, Roosevelt, è stato molto prudente e ha voluto evitare la presenza dei cinesi nel suo incontro con Churchill e con il maresciallo Stalin. Egli pensa che i cinesi siano soddisfatti delle decisioni prese.

 

 

Stalin fa osservare ché le truppe di Ciang Kai-scek si bat­tono male.

 

 

Roosevelt si dice d'accordo e dichiara che gli americani forniscono l'equipaggiamento a 30 divisioni cinesi nella Cina meridionale. Quando queste divisioni saranno pronte, gli ame­ricani equipaggeranno altre 30 divisioni cinesi.

 

 

Stalin domanda che cosa stia avvenendo nel Libano, e chi sia responsabile di quegli avvenimenti.

 

 

Roosevelt risponde che il Comitato nazionale francese ne è responsabile. Gli inglesi e i francesi hanno garantito l'indi­pendenza militare. I libanesi hanno ricevuto la loro costitu­zione e un presidente. Ma hanno voluto modificare leggermente la costituzione. I francesi hanno rifiutato ed hanno arrestato il presidente e il Consiglio dei ministri del Libano. Adesso nel Libano tutto è in ordine.

 

 

Stalin domanda se la calma sia stata ristabilita nel Libano dopo l'ultimatum inglese.

 

 

Roosevelt risponde affermativamente e dice che se il ma­resciallo Stalin avesse incontrato De Gaulle, quest'ultimo non gli sarebbe piaciuto.

 

 

Stalin dice che non conosce personalmente De Gaulle.

 

 

Roosevelt risponde che, a suo parere, i francesi sono un buon popolo, ma che hanno bisogno di dirigenti completamente nuovi, di 40 anni al massimo, che non abbiano avuto funzioni nell'ex governo francese.

 

 

Stalin risponde che ciò richiederà molto tempo.

 

 

Roosevelt si dichiara d'accordo. Dice che in questo mo­mento gli americani armano 11 divisioni francesi. Giraud è un buon generale, molto simpatico, ma ignora l'amministra­zione civile e la politica in generale.

 

 

Stalin dice che alcuni elementi dirigenti della Francia vo­gliono essere più astuti degli alleati e si propongono di raggi­rarli. Essi pensano, a quanto pare, che gli alleati offriranno ad essi la Francia tutta pronta e non vogliono combattere a fianco degli alleati, preferendo collaborare con i tedeschi e orientan­dosi verso una cooperazione con loro. In quanto al popolo fran­cese, non gli domandano il suo parere.

 

 

Roosevelt risponde che Churchill pensa che la Francia ri­sorgerà completamente e diverrà rapidamente una grande po­tenza. Egli, Roosevelt, non condivide questa opinione. Egli pensa che ci vorranno degli anni perché ciò si verifichi. Se i francesi credono che gli alleati offriranno ad essi la Francia tutta pronta su un vassoio, si ingannano. I francesi dovranno lavorare molto perché la Francia ridivenga realmente una grande potenza.

 

 

Stalin risponde che non vede gli alleati versare il loro san­gue per liberare l'Indocina e perché la Francia la riceva poi, in modo da ristabilirvi il regime coloniale. Egli pensa che, dopo l'uso che hanno fatto i giapponesi dell'idea dell'indipen­denza in Birmania e in Thailandia, bisogna pensare al modo di sostituire il vecchio regime coloniale con un regime più li­bero. Egli pensa che l'azione condotta nel Libano costituisce un primo passo verso la sostituzione del vecchio regime colo­niale con un nuovo regime più libero nel Libano. Egli, Stalin, suppone che si debba agire nello stesso modo nei riguardi dell'Indocina.

 

 

Roosevelt dice che è d'accordo al cento per cento. È sta­to molto felice di apprendere che Ciang Kai-scek non voleva l'Indocina. I francesi hanno dettato legge in Indocina durante 100 anni e oggi il livello di quel popolo è inferiore a quello di un secolo fa. Ciang Kai-scek ha detto che il popolo indocinese non è pronto ad amministrarsi da sé. Roosevelt cita invece l'esempio delle Filippine che, qualche anno fa, non erano an­cora pronte per l'auto-amministrazione. Attualmente, grazie all’aiuto degli americani, i filippini si sono preparati ad ammi­nistrare essi stessi il loro paese, e gli americani lo hanno pro­messo. Roosevelt ritiene che ciò sia egualmente giusto per ciò che riguarda le altre colonie. Churchill non vuole agire con decisione per applicare la proposta della « tutela », poiché te­me che questo principio venga applicato alle sue colonie. Quan­do Hull era a Mosca, egli era latore di un documento redatto da lui, Roosevelt, che proponeva la costituzione di una com­missione internazionale per le colonie. Questa commissione ver­rebbe incaricata di ispezionare i paesi coloniali per studiarne la situazione e le possibilità di migliorarla. Tutta l'attività di que­sta commissione verrebbe largamente resa pubblica.

 

 

Stalin risponde che sarebbe una buona cosa. Questa com­missione potrebbe ricevere le lamentele, le rivendicazioni, ecc.

 

 

Roosevelt dichiara che è meglio non parlare dell'India con Churchill perché lui, Roosevelt, sa che Churchill non ha idee per quel che riguarda l'India. Churchill vuol rinviare a più tardi, a dopo la guerra, la soluzione di questa questione.

 

 

Stalin dice che l'India costituisce per Churchill un punto nevralgico.

 

 

Roosevelt è d'accordo. Ma, dice, la Gran Bretagna dovrà fare qualcosa in India. Roosevelt si propone di parlarne un giorno con il maresciallo Stalin. Egli riteneva che il sistema par­lamentare non convenisse a questo paese. Le persone che non sono interessate al problema dell'India possono risolverlo me­glio di coloro che sono direttamente toccati da questa questione.

 

 

Stalin dice che, naturalmente, le persone che non sono in­teressate alla questione indiana possono vedere le cose con mag­giore obiettività.

 

 

Teheran (28 novembre - 1° dicembre 1943) la delegazione sovietica

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