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Sie Kommen! (L'Operazione Overlord vista dai tedeschi) II

Vallo Atlantico

 

ORDINE N. 40 DEL FÜHRER
con aggiunte del Comandante della Zona Occidentale

 

Al Comandante della Zona Occidentale

Al Gruppo d’Armate D.

Ai Capi Uffici 614/42 dei Comandi Generali

 

Dal Quartier Generale

31-3-1942

 

Riferimenti:

1) Il Führer e Comandante Supremo delle Forze Armate OKW/ Ovest. Rep. op. N. 001031/42 Com. Gen. 23-3-42 (ordine n.40).

2) Comand. Zona Occidentale Com. Gruppo d'Armate D. Capo Uff. op. N° 587/42 Com. Gen. 28-3-42.

 

Argomento: Competenza di Comando sulle Coste

 

In conformità rif. 1) e tramite rif. 2) vengono trasmesse le se­guenti precisazioni sulle competenze di comando sulle coste, già co­municate in compendio, e da applicarsi con la massima sollecitudine.

 

 

I) Situazione.

 

Le coste europee saranno nel prossimo futuro sommamente esposte alla minaccia di uno sbarco nemico.

Il luogo e il punto dello sbarco non dipenderanno, per l'avversario, unicamente da punti di vista operativi. Un insuccesso su un altro teatro di guerra, preoccupazioni per le sue conseguenze e anche pre­occupazioni politiche potrebbero condurlo a delle decisioni, che appa­rirebbero inverosimili secondo un giudizio puramente militare.

 

Anche le operazioni di sbarco nemiche con obiettivi limitati di­sturbano notevolmente i nostri piani se solo esse conducono ad un effettivo assestarsi del nemico sulla costa. Esse interrompono il nostro traffico marittimo lungo la costa, ed impegnano grandi contingenti dell’Esercito e dell’Aviazione che vengono così sottratti dall'impiego in settori decisivi. Il pericolo insorge in modo particolare se il nemico riesce ad occupare le nostre basi aeree o a crearsene delle nuove sul territorio da lui conquistato.

 

Le molteplici installazioni militari o di importanza bellica disposte sulla costa o in prossimità della medesima, in parte fornite di apparecchiature di un valore eccezionale, soffrono d'altronde incentivo a colpi di mano locali.

 

Occorre tenere particolarmente d’occhio i preparativi inglesi per sbarchi sulla costa libera, per i quali sono pronti numerosi mezzi da sbarco corazzati adatti anche al trasporto di carri armati ed armi pe­santi. Bisogna anche prevedere sbarchi di paracadutisti e operazioni miste aria-terra in proporzioni di ordine maggiore.

 

 

II) Direttive generali per le operazioni belliche per la difesa delle coste.

1 - La difesa delle coste è compito della Wehrmacht e richiede una collaborazione particolarmente stretta e continua tra i vari reparti della Wehrmacht.

 

2 - Per individuare in tempo i preparativi, le basi d'operazione e l'avanzata del nemico, occorre il massimo impegno da parte del Ser­vizio Informazioni, come pure della esplorazione continua della Marina e dell'Aviazione.

Occorre unire tutte le forze disponibili per mare e per aria al fine di annientare le navi da sbarco e i convogli nemici attaccanti quando ancora si trovano quanto più possibile lontano dalla costa.

Siccome però le aumentate capacità dei mezzi di mimetizzarsi e lo sfruttamento di condizioni di visibilità atmosferiche sfavorevoli danno la possibilità al nemico di attaccare in modo del tutto improvviso, tutte le forze che possono essere contrapposte a simili azioni nemiche devono tenersi continuamente in pieno assetto di guerra.

Uno dei compiti più importanti delle autorità di comando è quello di prevenire il rilassamento, sempre crescente coll'andare del tempo della prontezza combattiva delle nostre forze.

 

3 - Nel combattimento sulla costa - e qui viene compresa anche la spiaggia a portata delle medie artiglierie costiere - la responsabilità e la realizzazione della difesa, con lo sfruttamento delle

esperienze e dei ritrovati più recenti, deve essere riunita in modo univoco e senza limitazioni, m mano a una sola persona.

Il Comandante responsabile ha facoltà di comando anche su tutti i mezzi di combattimento che dipendono dalle Forze Armate o da direzioni e da organizzazioni ai di fuori di queste, come pure sugli uffici tedeschi civili interessati, per l’annientamento dei mezzi da trasporto e della truppa da sbarco del nemico, se possibile prima che questi raggiungano le coste o, al più tardi, a sbarco appena avvenuto.

Il nemico sbarcato deve essere annientato o ributtato a mare con un contrattacco immediato da parte nostra. A questo scopo devono essere impiegati unitariamente tutti gli uomini atti a combattere, a qualsiasi reparto della Wehrmacht o Organizzazione al di fuori di questa essi appartengano. Tutta la capacità di lavoro delle organizzazioni di sussistenza delle forze militari marittime come pure quella della organizzazione a terra dell'Aviazione e della contraerea delle basi aeree deve essere conservata nella massima efficienza, per lo meno fino a quando esse non vengano direttamente coinvolte nelle azioni belliche sulla, terraferma.

Nessun posto di comando e nessuna unità deve iniziare la ritirata in una simile situazione. Laddove vi siano degli uomini tedeschi sulla costa o in prossimità della costa, essi devono essere armati e addestrati per il combattimento.

Dato che le isole potrebbero rappresentare in mano del nemico una minaccia per il continente o per il nostro traffico marittimo co­stiero, bisogna impedire che esse cadano in mano al nemico.

 

4 - È necessario che il Comando operativo e la direzione dei la­vori di difesa siano orientati in modo tale che il punto focale della difesa si trovi nei settori costieri, che verranno coinvolti per primi nelle operazioni come punti di sbarco nemico (zone fortificate).

I rimanenti settori costieri, fin quando essi siano minacciati da colpi di mano, anche da parte di piccoli reparti, devono essere protetti da punti di difesa possibilmente appoggiati da artiglierie costiere. Oc­corre che la protezione di tali punti di difesa si estenda per tutte le installazioni militari o di interesse militare.

Le stesse disposizioni valgono anche per le isole occupate.

Anche i settori meno minacciati della costa devono essere sorve­gliati.

 

5 - Sta ai reparti della Wehrmacht di coordinare le cooperazioni dei settori costieri, eventualmente su decisione impegnativa per essi del Comandante responsabile secondo il par. III, 1.

 

6 - Le zone fortificate e i punti di resistenza devono essere in condizioni tali da trattenere a lungo anche un nemico superiore in for­ze, grazie a un’opportuna economia delle nostre forze, a un sistema circolare di difese fisse e al servizio di avvistamento.

Le zone fortificate e i punti di resistenza devono essere difesi fino all'ultimo. Non devono mai essere costretti alla resa per mancanza di munizioni, vettovagliamento o acqua.

 

7 - Il Comandante responsabile designato al par. III, 1 emana le disposizioni per la sorveglianza delle coste e cura che i dati comunicati dalle ricognizioni vengano immediatamente utilizzati da tutti i reparti della Wehrmacht e trasmessi agli organi di comando e agli uffici civili.

Non appena vi siano segni di una imminente operazione nemica, il medesimo Comandante designato nel par. III, 1 ha facoltà di dare le direttive opportune per una ricognizione unitaria e completa per mare e per aria.

 

8 - Per i comandi e le unità della Wehrmacht dislocati in vici­nanza delle coste, come per tutte le formazioni e organizzazioni al di fuori della Wehrmacht, non sono valide le prerogative del tempo di pace. I loro quartieri, le loro misure di sicurezza, il loro armamento, la loro vigilanza agli allarmi e lo sfruttamento del terreno da parte loro sono tutti regolati dalle necessità di poter stroncare un attacco di sorpresa nemico nel modo più rapido e più vigoroso possibile. Là dove la situazione militare lo richieda, la popolazione civile deve essere evacuata fin da adesso.

 

 

III) Competenze di Comando:

 

1 - Per l'apprestamento e la realizzazione della difesa delle coste che si trovano sotto all'autorità germanica sono responsabili:

a) nella Zona d’Operazioni Orientale (esclusa la Finlandia): i Co­mandanti dell'Esercito designati dal Comando Supremo dell'Esercito,

b) nella Zona delle Coste Polari: il Comando d’Armata della Lapponia,

e) in Norvegia: il Comandante Supremo della Wehrmacht in Nor­vegia,    

d) in Danimarca: il Comandante delle Truppe Tedesche in Da­nimarca,

e) nei Territori Occupati dell'Occidente (inclusi i Paesi Bassi): il Comandante in Capo della zona Occidentale.

I Comandanti responsabili di cui al par. d) e al par. c) sono sot­toposti direttamente al Comando Supremo della Wehrmacht per le que­stioni riguardanti la difesa delle coste,

f) nei Balcani (comprese le isole occupate): il Comandante in Capo della Zona Sud-Orientale,

g) nei territori dell'Est e in Ucraina: i Comandanti responsabili per il Fronte Orientale e per l'Ucraina,

h) nelle zone di guerra in patria: gli Ammiragli in Comando.

 

2 - I Comandanti designati nel par. III, 1 hanno, nel quadro del­le loro competenze, il diritto di dare ordini alle autorità di comando dei reparti della Wehrmacht, agli uffici civili tedeschi militarizzati co­me pure alle unità e organizzazioni al di fuori di quelle della Wehr­macht che si trovano nella loro zona di comando.

Nell’espletare tali incarichi essi danno per la difesa delle coste le disposizioni tattiche e organizzative nonché quelle per la sussistenza e controllano che esse siano eseguite. Intervengono in questioni di addestramento solamente per quanto riguarda il loro impiego nella guerra terrestre. Verranno loro impartite le istruzioni opportune a que­sto riguardo.

 

3 - Nel quadro delle direttive e delle misure da prendere biso­gna assicurare in prima linea:

a) l'inclusione nelle zone fortificate e nei punti di difesa di tutte le installazioni militari o d'interesse bellico, soprattutto quelle della Ma­rina (Basi Sommergibili) e quelle dell'Aviazione,

b) la direzione unitaria della sorveglianza delle coste,

c) la difesa con Fanteria delle zone fortificate e dei centri di difesa,

d) la difesa con Fanteria di tutti i posti militari isolati al di fuo­ri delle zone fortificate e dei centri di difesa, come per esempio posti di osservazione aerea, guardiacoste,

e) la difesa con artiglieria contro obiettivi a terra, (nella installa­zione di nuove batterle costiere e per l'impiego di quelle di recente costituzione le necessità della guerra sul mare hanno la precedenza),

f) l'approntamento alla difesa, la costruzione e la miglioria dei posti militari isolati che si trovano fuori dalle installazioni di cui sopra (ivi compreso il rifornimento delle armi occorrenti per la difesa come: mine, bombe a mano, lanciafiamme, materiale da ostruzioni, ecc.),

g) il coordinamento dei servizi comunicazioni,

h) la verifica della prontezza a reagire in caso d'allarme e dell'addestramento di fanti e artiglieri in relazione ai previsti compiti di­fensivi.

 

4 - Le stesse disposizioni vengono impartite ai capi dei comandi locali, fino a livello dei comandanti di settore, in caso che questi siano in posizione di responsabilità per la difesa delle coste.

Come tali devono essere annoverati, fra i capi designati generi­camente al par. III, 1, i Comandanti delle Divisioni impegnate nella difesa costiera, nonché, a Creta, il « Comandante della piazzaforte di Creta ».

La difesa generale deve essere affidata ai Comandanti locali dell’Esercito o a quelli della Marina e dell’Aviazione, ogniqualvolta i loro compiti specifici lo permettano, sin che si tratti di comandi di settore o di frazioni di settore e in particolare di basi aeree o ma­rittime.

 

5 - Le forze di combattimento di mare e dell'aria dipendono ri­spettivamente dalla Marina e dall’Aviazione; sono però tenute, in caso di attacchi nemici sulla costa, ad attenersi alle direttive dei Coman­danti responsabili della difesa nel quadro delle proprie possibilità tatti­che. Devono considerare lo scambio di notizie come loro compito ba­silare, e devono tenersi in stretto contatto con le proprie autorità di comando.

 

 

IV) Compiti straordinari dei reparti della Wehrmacht nel quadro della difesa della costa.

 

1 - Marina Militare:

a) Organizzazione e protezione del traffico costiero.

b) Formazione e impiego di tutte le artiglierie costiere contro obiettivi in mare.

c) Impiego dei mezzi navali da combattimento.

 

2 - Aviazione:

a) Difesa aerea delle regioni costiere. Non viene modificato, con questo, l’obbligo di ubbidire al Comandante locale responsabile se questi ordina di spostare verso le prime linee l'artiglieria contraerea destinata alla difesa contro sbarchi nemici o comun­que utilizzabile per questo scopo.

b) Organizzazione delle unità fisse dell’Aviazione a terra e della loro difesa contro attacchi dall’aria e contrattacchi di sorpresa a terra, quest'ultima solo in caso che le basi aeree non siano incluse, nella difesa costiera e siano quindi insufficientemente protette.

c) Impiego delle forze mobili operative dell'aria.

Per questi compiti straordinari bisogna anche considerare l'even­tualità di una doppia dipendenza.

 

 

V) Gli ordinamenti e le disposizioni che siano in contrasto con il pre­sente ordine perdono validità dal 10 aprile 1942.

 

Nuove direttive che abbiano ad essere impartite da parte dei Comandanti responsabili in base al mio ordine devono essere sottoposte a me tramite 1’OKW.

 

Firmato: Adolf Hitler

 

 

 

Aggiunte del Comandante della Zona Occidentale:

 

1 – Nell’esposizione degli ordini generali noto sostanzialmente che la concezione « difesa della costa » non è legata unicamente alle zone costiere, ma che io devo espletare la mia autorità anche su tutte le autorità di comando delle organizzazioni estranee alla Wehrmacht e sui servizi civili che possono essere in qualsiasi modo coinvolti in caso di « minaccia di pericolo » nell’opera di difesa delle regioni occu­pate in Occidente.

È compito delle Armate, del Comandante in Capo nei Paesi Bassi e dell'autorità di comando degli altri reparti della Wehrmacht, come pure dei Comandi Militari di occupazione, provvedere in seguito agli ordini appena ricevuti o ancora in via di trasmissione, a fare tutto il possibile perché in caso di combattimento sulla costa la difesa delle regioni occupate sia effettuata con l'impiego di tutte le forze, fino all’ultimo.

 

2 – Al paragrafo II, comma 3:

Il Comandante in capo nei Paesi Bassi deve regolare immediata­mente, in cooperazione con i servizi competenti della Marina Militare, i preparativi e l'esecuzione della difesa con artiglieria della costa avan­zata anche nel campo delle artiglierie medie costiere.

La responsabilità di quanto sopra grava sul Comandante terrestre che difende la costa.

 

3 – Al paragrafo II, comma 3, penultimo capoverso:

Bisogna escludere dal divieto di massima di ritirare dal fronte per, i lavori in cantiere il personale tecnico dell’Aviazione quei casi in cui è necessario uno spostamento verso le retrovie per mantenere le ca­pacità di servizio e di combattimento.

 

4 – Al paragrafo II, comma 3, ultimo capoverso:

Occorre, se ciò non è stato fatto ancora, assicurarsi che la situazio­ne delle isole occupate corrisponda a quanto menzionato nella disposi­zione II, 3. Se vi sono basi aeree utilizzabili dal nemico o se questi ha la possibilità di costituirvele in breve tempo, anche lì occorre distrug­gere subito e per prima cosa simili possibilità di atterraggio.

 

5 – Al paragrafo II, comma 5:

Occorre subito rivedere la divisione in settori della costa fatta dal Comandante in capo dei Paesi Bassi e dai Comandi di Armata inte­ressati; soprattutto per controllare se vi è una perfetta corrispondenza tra la divisione in settori fatta dalla Marina (a terra) e dall'Aviazione (contraerea) con quella fatta dall'Esercito, per poter adeguare le riparti­zioni ad un apprestamento difensivo opportuno.

In caso che non si raggiunga localmente un accordo, la richiesta deve essere trasmessa a me, tramite il Comandante in Capo dei Paesi Bassi o i Comandanti delle Armate interessate.

 

6 – Al paragrafo II, comma 8:

La questione della evacuazione della popolazione dalle zone costie­re deve essere riconsiderata con particolare attenzione. Là dove la ne­cessità della difesa in particolari punti lo esiga, come per esempio nelle vicinanze immediate di installazioni di importanza militare, come can­tieri, porti, importanti apparecchiature speciali e installazioni belliche di natura straordinaria, occorre che il Comandante in Capo per i Paesi Bassi prenda accordi speciali per lo sfollamento con le Armate interes­sate. Occorre ricontrollare in questo senso tutta la linea principale di difesa.

 

7 – Al paragrafo III, comma 3g:

I collegamenti per le informazioni devono essere previsti in ogni caso, si tratti anche di avarie di qualche mezzo di comunicazione. Oc­corre assicurare in ogni modo e in modo duraturo il completamento del servizio informazioni per mezzo di corrieri motociclisti. Il servizio rapporti deve essere organizzato con precisione e in modo unitario.

Tutti i dati della ricognizione, le informazioni sull'andamento bel­lico, le direttive belliche e tutte le questioni pertinenti a quanto sopra devono convergere presso il Comandante in Capo della Zona Occidenta­le. Con ciò non viene impedita la comunicazione diretta di informazioni, dai Comandanti in capo degli altri reparti della Wehrmacht, agli organi superiori; io chiedo solamente che vengano portate a conoscenza del Comandante in Capo della Zona Occidentale tutte le informazioni della ricognizione e della situazione bellica nell'interesse di una valutazione regolare della situazione, prima ancora che tali notizie vengano tra­smesse direttamente o per lo meno nello stesso tempo in cui sono tra­smesse agli organi supremi. Da parte sua il Comandante in capo della Zona Occidentale porterà a conoscenza degli organi interessati le pro­prie valutazioni e gli elementi della ricognizione a lui direttamente giunti.

 

8 – Al par. III, comma 5:

L’impiego delle unità di volo viene di regola ordinato dalle auto­rità dell'Aviazione, su direttiva del Comandante in Capo responsabile.

 

9 – Per una direzione unitaria della sorveglianza della costa come pure per l'approntamento unitario della condotta della guerra sulla costa e sulla costa avanzata, nonché per il coordinamento della difesa di arti­glieria di tutti i reparti della Wehrmacht contro obiettivi a terra, occorre in ogni caso di necessità e in continuazione insediare degli uffi­ciali di collegamento dei vari reparti della Wehrmacht presso i Coman­danti di Divisione responsabili per i singoli settori di difesa costiera (tali ufficiali di collegamento devono essere inviati anche dalla OT [Organizzazione Todt] e dalla Amministrazione Militare). Il Comandan­te in Capo dei Paesi Bassi e le Armate interessate regoleranno questa questione in accordo con gli uffici locali autonomi degli altri reparti della Wehrmacht nonché con quelli della OT e della Amministrazione Militare.

 

10 – Data l'importanza che il Führer e Comandante Supremo at­tribuisce d’ora in avanti alla difesa della costa occidentale, e in conse­guenza dello sviluppo prevedibile degli eventi bellici, chiedo partico­larmente che questo ordine sia eseguito con la massima sollecitudine e urgenza e che venga potenziata la costituzione di una linea di difesa principale con tutti i mezzi e tutte le forze disponibili. Le difficoltà che potranno insorgere nel corso dell'esecuzione delle disposizioni su­esposte dovranno essermi comunicate a mano a mano che si incon­treranno.

 

Il Comandante in capo della Zona Occidentale

firmato: v. Rundstedt

Feldmaresciallo Generale

 

 

 

 

 Vallo Atlantico

 

 

 

 

ORDINE DEL FÜHRER N. 51

 

IL FÜHRER

Comando Supremo della Wehrmacht - Quartier Generale Operativo della Wehrmacht.

N.° 662656/43

 

Riservato al Comando

Solo per Ufficiali

Quartier Gen. del Fuhrer

3 novembre 1943

Segreto

 

La lotta dura e grave in perdite che abbiamo condotto negli ultimi due anni e mezzo contro il bolscevismo ha richiesto il massimo sforzo da parte di tutte le nostre Forze Militari. Tale sforzo ha corrisposto alla imminenza del pericolo e alla situazione generale. Nel frattempo quest’ultima ha subito una evoluzione: mentre permane il pericolo ad Est, ne sta sorgendo un altro maggiore ad Ovest, rappresentato dallo sbarco degli Anglo-Sassoni.

 

In Oriente la gravità della nostra ritirata rappresenta tutt’al più una perdita di terreno, sia pure d’ordine maggiore, ma in nessun caso essa può colpire mortalmente l’essenza vitale dei Tedeschi.

 

In Occidente le cose sono diverse: se al nemico riuscirà di pene­trare nella nostra difesa su un largo fronte, non si può neppure pre­vedere quali ne saranno le conseguenze entro brevissimo tempo. Tutte le indicazioni portano a credere che in primavera, o forse anche prima, il nemico inizierà l'attacco contro il Fronte Occidentale dell'Europa.

 

Io non posso perciò più consentire a un ulteriore indebolimento del Fronte Occidentale a favore di altri teatri di guerra, e mi sono deciso in conseguenza ad aumentare il potenziale difensivo del fronte suddetto soprattutto in quei punti dai quali noi inizieremo l'offensiva a distanza contro l'Inghilterra. Soprattutto in quei punti, difatti, il ne­mico deve attaccare e attaccherà, e in quei punti noi dovremo — a meno che tutto non venga a mutare nel frattempo — combattere e vincere la battaglia decisiva contro lo sbarco.

 

Occorre tenere conto di attacchi diversivi e impegnativi su altri fronti. Anche un attacco in grande stile contro la Danimarca non è da escludere. Ma è un'impresa più difficile dal punto di vista mari­naresco e meno agevole da appoggiare con azioni aeree. Però i risultati politici e operativi sarebbero di massima importanza se l'impresa dovesse avere esito favorevole.

 

Nella fase iniziale della lotta tutta la forza d'urto del nemico verrà indubbiamente impegnata per la occupazione della costa. Soltanto gli apprestamenti più efficaci che impegneranno al massimo le forze in personale e in materiale della Patria nonché quelle delle Regioni Occu­pate, potranno rinforzare in breve tempo la nostra difesa sulle coste.

 

I mezzi di difesa fissi che affluiranno fra breve in Danimarca e nelle Regioni Occupate dell’Occidente (come anticarro, Panzer immo­bili interrati, artiglieria costiera, cannoni di difesa terrestre, mine, ecc.) devono essere impiegati nei centri di resistenza con concentramento maggiormente efficace in quei settori costieri che sono più minacciati.

 

Se malgrado ciò il nemico riuscisse a sbarcare tutte le proprie forze, noi dovremo opporgli un contrattacco condotto con la massima forza d’urto di cui siamo capaci. Occorre a questo scopo poter radu­nare rapidamente forze e materiale sufficienti e potenziare al massimo con una formazione e un addestramento intensivo le nostre grandi unità e creare delle riserve mobilissime che possano, con il loro contrattacco, impedire il dilagare di un eventuale sbarco e ributtare il nemico a mare.

 

Occorre, con misure precise e assai dettagliate, preparate in anti­cipo, buttare contro il nemico con la massima rapidità tutte le forze reperibili per l’impiego dai fronti costieri non attaccati e dalla patria.

 

L’Aviazione e la Marina devono impegnarsi al massimo con tutte le forze di cui dispongono nell'opporsi ai forti attacchi che sono da prevedere per aria e per mare.

 

Perciò ordino:

 

A) ESERCITO:

 

1 - Il Capo dello Stato Maggiore Generale dell'Esercito e l’Ispet­tore Generale delle Truppe Corazzate mi sottoporranno al più presto un piano per la dislocazione, in rapporto alla nuova situazione, di armi, carri armati, cannoni d'assalto, autoveicoli e munizioni nel corso dei prossimi tre mesi sul Fronte Occidentale e in Danimarca.

a) Entro la fine del dicembre 1943 occorre ottenere una mobilità sufficiente di tutte le Divisioni Corazzate e di Panzer-grenadiere sul Fronte Occidentale e munirle con 93 Panzer tipo IV ognuna, con can­noni d'assalto e forte difesa anticarro.

Entro la fine del 1943 occorre trasformare la 208 Divisione da campo dell'Aviazione in una unità d'attacco potente e mobile e munita di cannoni d'assalto.

La Divisione « H.J. » di SS Panzer-grenadiere e la 21 Divisione Corazzata, nonché le Divisioni di Fanteria e di Riserva dislocate nello Jutland devono essere completate e rifornite di armi al più presto.

b) Le Divisioni Corazzate di Riserva in Occidente e in Danimarca come pure il Reparto d'Addestramento di cannoni d'assalto in Dani­marca devono essere riforniti di Panzer tipo IV e di cannoni d'assalto e' anticarro.

c) Devono essere assegnati ogni mese 100 cannoni anticarro da 40 e 43 (di cui la metà mobili) in novembre e in dicembre in aggiunta ai cannoni già disponibili per il nuovo schieramento in Occidente e in Danimarca.

d) Devono essere assegnate numerose armi (tra cui circa 1000 mi­tragliatrici) per migliorare l'armamento della difesa costiera delle Divi­sioni stazionanti in Occidente e in Danimarca e per completare la for­mazione di unità con le truppe che saranno trasferite al fronte dai settori non attaccati.

e) Deve essere completato l'armamento delle unità dislocate nei settori più minacciati con mezzi da combattimento ravvicinato anti-carro.

f) Occorre migliorare le forze di artiglieria e di difesa anticarro delle unità impiegate nelle Zone Occupate e in Danimarca e rinforzare l'artiglieria dell'Esercito.

 

2 - Senza mia autorizzazione non devono essere sottratti per l'im­piego su altri fronti i reparti e le unità che si trovano in Danimarca e nella Zona Occidentale come pure tutte le unità di carri armati, assa­litori e anticarro di nuova formazione in Zona Occidentale.

Il Capo di Stato Maggiore Generale dell'Esercito e l'Ispettore Ge­nerale delle Truppe Corazzate mi comunicheranno quando sarà termi­nato l'addestramento dei reparti di carristi, assaltatori e anti-carro tra­mite 1'OKW/WFST (Stato Maggiore Operativo del Comando Supremo della Wehrmacht).

 

3 - Il Comandante in Capo della Zona Occidentale stabilisce che vengano portati al fronte regolarmente e sotto l'apparenza di esercita­zioni e manovre militari reparti dai settori di fronte meno minacciati; questi devono essere quanto meglio possibile addestrati all'attacco. Chiedo anche che nei settori non minacciati il presidio venga ridotto al minimo prudenziale di sicurezza. Nelle zone dalle quali le riserve sono state ritirate occorre dislocare unità di sicurezza e di pronto im­piego e tenere sgombre le strade continuamente danneggiate dalla avia­zione nemica, ricorrendo largamente all'opera della popolazione locale.

 

4 - Il Comandante in Capo delle Truppe Tedesche in Danimarca prenda nella sua zona di comando misure corrispondenti a quelle espo­ste nel comma 3.

 

5 - Il Comandante in Capo della Riserva deve formare Gruppi di Combattimento della forza di Reggimenti, Battaglioni di sicurezza e Battaglioni del Genio con le truppe che si trovano in addestramento, ai corsi, nelle unità di addestramento e di convalescenza; tali gruppi dovranno essere pronti ad essere trasferiti altrove, tempo 48 ore, in caso di ordine speciale.

 

 

B) AVIAZIONE

 

Bisogna tenere conto, nella situazione nuova in cui ci troviamo, della necessità di potenziare le forze offensive e difensive delle unità dell'Aviazione che si trovano nella Zona Occidentale e in Danimarca. Occorre fare in modo che tutte le unità di volo e di artiglieria con­traerea mobile capaci di combattere per la difesa e per l'offesa siano pronte ad essere ritirate dalla difesa contraerea in Germania, dalla scuo­la e dalle unità di addestramento in patria per l'impiego in Occidente e eventualmente in Danimarca.

 

La intensificazione delle infrastrutture nella Norvegia Meridionale, in Danimarca, e nella Germania Nord-Occidentale e in Occidente deve essere fatta in modo tale che le nostre forze possano essere rese quan­to più possibili indipendenti per sottrarle all'attacco di bombardieri nemici fin dall'inizio di una grande battaglia per disperdere l'effetto dell'attacco nemico. Ciò vale soprattutto per la nostra caccia, il cui im­piego deve essere potenziato dalla creazione di numerosi campi d'avia­zione. Occorre curare in modo particolare la mimetizzazione. Anche qui voglio che tutte le forze siano pronte ad essere ritirate dalle re­gioni meno minacciate.

 

 

C) MARINA DA GUERRA

 

La Marina Militare deve preparare per l'impiego forze navali quan­to più possibile forti e adatte per fronteggiare le flotte da sbarco ne­miche. Le installazioni della difesa costiera che sono in via di costruzio­ne devono essere terminate al più presto, e occorre controllare se non sia il caso di creare nuove batterie costiere e nuovi sbarramenti di affian­camento.

L'impiego di tutti i militari atti al combattimento terrestre, prove­nienti da scuole, corsi o altri Comandi a terra deve essere approntato in modo tale che essi possano servire almeno come unità di sicurezza nel più breve tempo possibile, nelle zone di combattimento durante le operazioni di sbarco nemiche.

Contemporaneamente agli approntamenti a opera della Marina per il rafforzamento della difesa nella Zona Occidentale, occorre prendere misure particolari per la difesa contro sbarchi nemici nei territori nor­vegesi e danesi. A questo riguardo do particolare importanza all'appron­tamento di numerosi sommergibili per i Mari Nordici. Occorre tener conto del temporaneo indebolimento della nostra forza di sommergibili in Atlantico.

 

 

D) SS

 

Il Reichsführer delle forze SS deve controllare la prontezza all'im­piego delle forze suddette e della Polizia per compiti di combattimento, sorveglianza e sicurezza. Occorre preparare unità impiegabili nel com­battimento e per la sicurezza con i contingenti delle unità in adde­stramento, scuole, riserve, convalescenza, ecc. nel territorio metropo­litano.

 

E) Entro il 15 novembre p.v. le misure prese e previste mi verran­no comunicate dai Comandanti in Capo dei Reparti della Wehrmacht, dal Reichsführer SS, dal Capo di Stato Maggiore Gen. dell'Esercito, dal Com.te in Capo della Zona Occidentale, dal Capo degli Armamenti dell'Esercito e Comandante delle Riserve e dall'Ispettore Generale del­le. Truppe Corazzate nonché dal Comandante in Capo delle Truppe Tedesche in Danimarca.

Io mi attendo che tutto il tempo che ancora abbiamo venga im­piegato con il massimo impegno da tutti gli enti e comandanti per approntare l’attesa battaglia decisiva in Occidente.

Tutti i responsabili devono provvedere perché tempo e lavoro non siano sprecati in questioni di competenza ma perché siano poten­ziate al massimo le forze di difesa e di attacco.

 

 

 

 

 Vallo Atlantico

 

 

 

 

ANNOTAZIONI DI ROMMEL
RIGUARDO AI SUOI VIAGGI D'ISPEZIONE

 

Il Comandante in Capo

del Gruppo d'Armate B

 

Quartier Generale
15-3-1944

 

I miei viaggi d'ispezione nell'ambito delle Armate nel corso delle ultime settimane mi inducono alle seguenti osservazioni:

 

1 - Nei settori della difesa costiera sono stati fatti negli ultimi mesi straordinari progressi nell’opera di rafforzamento della difesa. Quasi ovunque il lavoro viene fatto bene e secondo i piani. La capacità di difesa dei singoli settori è notevolmente aumentata grazie alle ostru­zioni lungo le spiagge avanzate, il minamento massiccio, soprattutto nei tratti costieri, la protezione con corazze messe in opera per moltissimi cannoni, anche anti-carro, la costruzione di opere difensive e gli alla­gamenti. In molti posti sono state costruite delle barriere quasi inin­terrotte di ostruzioni e sbarramenti sulla prima linea lungo la costa; tali barriere, trovandosi sott’acqua durante l’alta marea, saranno di intralcio notevole per un eventuale sbarco nemico. Anche per quel che riguarda i campi di mine nella zona di combattimento, nella maggio­ranza dei settori di Divisione sono stati fatti notevoli progressi. Sarà quindi difficilissimo per il nemico farsi strada nel retroterra dal mare e formare una testa di ponte oppure sfondare con truppe paracadutate il nostro fronte costiero. Esprimo ai Comandanti e ai loro collaboratori, come pure ai soldati, e soprattutto ai pionieri, il mio più alto ricono­scimento per quanto hanno raggiunto, che sarà di un'importanza deci­siva per il futuro.

 

2 - Le ostruzioni costiere avanzate (ostruzioni K) hanno lo scopo non solo di trattenere sull'acqua il nemico che giungerà con centinaia di navi e mezzi vari, e impedirgli lo sbarco, ma anche di annientare parzialmente i mezzi e le navi del nemico e farli arenare in parte.

Se il nemico tenterà di sbarcare di notte o al riparo di nebbia artificiale, il fuoco di difesa dei cannoni anti-carro e quello di sbarra­mento delle artiglierie non basteranno da soli ad impedire lo sbarco, giacché non si potranno osservare gli effetti del tiro né valutare la situazione. Ma proprio in condizioni di nebbia artificiale e di notte, gli sbarramenti sulla spiaggia avanzata avranno una particolare efficacia. Se saranno muniti di mine, essi saranno contemporaneamente un eccel­lente strumento d'allarme.

Non basta, in un largo settore di Divisione, iniziare l’erezione di sbarramenti di ostruzioni costiere soltanto in uno o due punti. Dovun­que ciò non sia ancora avvenuto, ordino che ogni Battaglione appresti immediatamente nel proprio settore tali ostruzioni. Ogni soldato e ogni ausiliario deve compiere questo lavoro, e non solo i pionieri. I Bat­taglioni devono competere tra di loro per « riempire » i loro settori.

 

Naturalmente al nemico non sfuggono tali ostacoli e ostruzioni. Esso farà presto a scoprire che questi sono destinati solo ad agire con la ma­rea più alta. Esso potrebbe quindi sbarcare quando la marea cala o quando sale, e non essere così bloccato dalle ostruzioni. Occorre perciò nelle prossime settimane portare la zona delle ostruzioni fino alla linea della bassa marea, là dove l'acqua non si ritira addirittura per chilometri di distanza.

 

Le ostruzioni sulla costa avanzata devono ora essere in maggior parte munite di mine a piattello che scoppiano sotto la chiglia dei mezzi nemici. Altri pali devono essere muniti di punte d'acciaio o di denti d'acciaio a forma di sega.

 

È opportuno fare sbarramenti di ostruzioni dei più vari tipi. Alla luce delle esperienze precedenti i tipi più efficaci sembrano essere i seguenti:

 

a) cavalli di Frisia di tipo belga che devono essere montati su pali là dove il fondo è sabbioso o mobile. Durante una esercitazione un mezzo inglese da sbarco da 120 tonnellate sottratto al nemico è stato bloccato da un cavallo di Frisia di questo tipo.

 

b) Uncini di ferro opportunamente fissati su pali possono produrre risultati simili a quelli ottenuti con cavalli di Frisia.

 

c) Pali inclinati in direzione del mare del diametro di almeno 30 cm. sulle cui punte sono fissate mine a piattello. Due terzi del palo devono essere affondati con idranti o battipali sul fondo.

 

d) Pali inclinati verso terra robusti e di una lunghezza di circa 8 metri, con vari sostegni, hanno un effetto simile a quello degli un­cini, con il vantaggio che inoltre vi si possono fissare punte acumi­nate d'acciaio o mine che abbiano effetti con varie maree, col risul­tato che essi possono danneggiare e bloccare anche mezzi da sbarco grandi.

 

e) « Ricci céchi » su pali di legno oppure « ricci céchi » fissati su sostegni di cemento. Soprattutto utili su spiagge sassose e nell'acqua a bassa marea.

 

f) Rotaie ferroviarie fissate su blocchi di cemento. Anche queste sono particolarmente utili su spiagge sassose, rocce e coste a picco.

 

g) Travi galleggianti, ancorati, muniti di mine. Gli esperimenti hanno avuto esito positivo. Essi sono stati ideati come sbarramenti fissi di mine dal punto della bassa marea fino a circa 200 m. più a mare. Tali ostruzioni sono particolarmente utili con coste a picco, dove gli altri tipi di ostruzioni sono difficili da collocare.

 

h) Blocchi a piramide in cemento per coste a picco e come ostru­zioni, al momento del riflusso di marea.

 

 

3 - I minamenti estensivi.

A proposito di questi, occorre rammentare che vanno, minate stri­sce costiere, da 800 a 1000 m. di profondità dentro terra, in modo tale che il nemico non vi si possa inoltrare affatto o almeno con le massi­me perdite. Di tali strisce minate sono costituiti gran parte degli apprestamenti fissi del nostro fronte avanzato di battaglia. Siccome le mine usate sono per lo più anti-carro e anti-assalto, il nemico che tentasse di avanzare con truppe d'assalto e Panzer verrebbe fermato con gravi perdite da parte sua. È errato intramezzare tali strisce minate con altre senza mine, giacché proprio in queste ultime il nemico po­trebbe attestarsi. Anche le zone a dune possono essere minate, e qui sono particolarmente adatte le mine verticali.

 

Io consiglio insistentemente che vengano minati anche i terreni tra una postazione di carri armati e l'altra e tra opere fisse di fortifi­cazione, in modo tale che in caso di invasione notturna o con nebbia artificiale, il nemico possa avanzare anche qui soltanto a costo di per­dite gravissime.

 

A parte il minamento in profondità delle linee da combattimento tra postazioni, riserve, batterie, ecc., è di primaria importanza il mi­namento del fronte terra nei settori di difesa costiera (vedi pianta all’1:25.000 dell'Appendice all'Ordine di massima per l'impiego di una Divisione di Fanteria nella difesa costiera. C.do Supr. Gr. Arm. B, Ia N° 716/44. C.do Gen. in data 10-2). Non basta però formare il fronte a terra solamente con campi minati, tali campi minati devono anche essere difesi verso terra, con nidi di mitragliatrici e mitraglieri.

 

Campi minati posticci devono essere costituiti in gran quantità secondo la stessa « pianta » per  « Impiego di una Divisione di Fan­teria per la difesa costiera ». Entro il 15-4 tutti i settori di difesa co­stiera devono esserne muniti. Tali campi minati posticci devono essere contrassegnati con teste di morto esattamente come gli altri campi minati, sia in direzione del nemico che in direzione delle nostre truppe. In caso che la distesa del campo sia particolarmente grande, occorre dividere l'area con ostruzioni di filo spinato e segnali con teste di morto. Ciò faciliterà il minamento che si farà in un secondo tempo. Non è necessaria l’opera dei pionieri per tale lavoro. Ci vuole un grandissimo numero di mine per il minamento massiccio. Ce ne vo­gliono parecchie centinaia di migliaia per ogni settore di difesa costiera. In conseguenza la produzione è molto aumentata. In nessun posto mi è stato riferito ultimamente che vi sia insufficienza di mine. Manca, al contrario, solamente la mano d'opera per collocare le mine fornite. Se­condo ogni probabilità, nelle prossime settimane le nostre Forze Ar­mate riceveranno un contingente ancora più grande di mine. Tra queste vi saranno molti proiettili di artiglieria, trasformati in mine, e altre mine di fortuna. Dobbiamo sfruttare tutti i mezzi utili a rinforzare il Vallo Atlantico, e non dobbiamo fare i difficili nella scelta. Mine par­ticolarmente utili contro carri armati pesanti e pesantissimi, se conve­nientemente impiegate, saranno costituite da granate pesanti d'artiglie­ria navale, da 270 mm. Di queste vi è una partita di 87.000 pezzi.

 

4 - Impiego delle truppe nella zona. di combattimento. Il docu­mento su « L'impiego di una Divisione di Fanteria nella difesa co­stiera » non è ancora stato capito a sufficienza da vari Comandi. La linea principale di difesa è rappresentata dalla spiaggia, la zona prin­cipale di combattimento si trova quindi immediatamente in prossimità della costa. Qui le truppe devono essere disposte in modo tale da poter azionare il massimo numero di armi in direzione della prima linea di difesa. Il nemico deve essere preso, quando attacca, sotto il fuoco concentrico di tutte le armi, proprio dinanzi alla prima linea di difesa, vale a dire ancora in mare, dove egli deve inoltre superare ostruzioni avanzate. Qui egli deve essere messo fuori combattimento. Nei settori dove vi sono tratti di costa presidiati solo da avamposti e forti reparti di Compagnia o di Battaglione sono tenuti indietro per un contrattacco, la difesa non potrà avere alcun successo. Sotto il fuoco fortissimo dei gruppi di affrancamento alle truppe che stanno sbarcando sono quasi del tutto preclusi i movimenti, eccetto che sotto la coper­tura di tratti di costa. Ciò risulta dal rapporto sullo sbarco di Salerno.

 

Le riserve di Reggimento e di Divisione devono essere disposte opportunamente là dove il settore è massimamente minacciato. Bisogna cercare di ottenere che esse possano con il loro fuoco coprire, fino alla parte più avanzata, la zona principale di combattimento. Se il ne­mico attacca il settore nel punto previsto, le riserve si trovano in que­sto caso già a posto e possono fare fuoco immediatamente. Se invece il nemico attacca in un altro punto, non vi saranno difficoltà per spostarle e avvicinarle al fronte minacciato. Anche una parte delle ri­serve maggiori deve essere schierata dietro i settori della difesa costiera in modo tale da poter attaccare con le armi a lunga portata, fin dal primo momento, il nemico intento a sbarcare sulla prima linea di di­fesa. Ciò dà ai settori in questione una forza grandissima.

 

Inoltre forti contingenti di Unità Corazzate devono essere dislocati in modo che in caso di un grande sbarco possano intervenire entro poche ore nella battaglia sulla costa.

 

Un rapido concentramento del fuoco di artiglieria deve essere particolarmente curato soprattutto contro unità nemiche che vengano paracadutate nella zona più arretrata dei settori di difesa costiera. Bi­sogna fare in modo che il nemico in questo caso venga preso sotto il fuoco delle nostre artiglierie e annientato pochi minuti dopo l'atter­raggio.

 

5 - Tutte le postazioni posticce devono avere un'apparenza di vita. Il nemico spara in genere contro le batterie che egli può indivi­duare dal mare su alture o su montagne. Appare utile mostrare molto movimento nelle batterie posticce soprattutto nel momento in cui esse sono sorvolate dall'aviazione nemica. Nella fase di difesa con­tro un nemico che sbarca sarà consigliabile far partire colpi dalle bat­terie posticce mediante finti tiri. In tal modo il fuoco dei cannoni navali pesanti sarà deviato verso punti dove esso non può produrre danni.

 

6 - Fino all'inizio dell'attacco nemico ci restano con ogni proba­bilità poche settimane. La situazione ci permette di ottenere dalle no­stre Forze Armate e dalla popolazione il massimo rendimento lavorativo per completare i preparativi per la difesa. Dobbiamo rinforzare con mezzi tecnici le nostre linee che sono in più punti deboli (impiegando ostruzioni sulla costa avanzata, corazze, mine, installazioni posticce di tutti i generi) perché difficilmente potremo contare su rinforzi. Sono però fermamente convinto che se riusciremo a portare il nostro grado di difesa all'altissimo livello previsto, il grande sbarco sarà respinto e al nemico saranno inflitte gravi perdite in uomini e in materiale, il che sarà, per il decorso ulteriore della guerra, di un'importanza decisiva.

 

Firmato: Rommel
Feldmaresciallo Generale

 

 

 

Vallo Atlantico 

 

 

 

 

LETTERA DI ROMMEL A HITLER

 

 

Comando in Capo del Gruppo d'Armate B

Il Comandante in Capo

 

16-3-1944

Al Führer e Comandante Supremo

della Wehrmacht

 

Quando io mi recai nella seconda metà di dicembre a controllare per Vostro incarico gli apprestamenti per la difesa nella Zona Occi­dentale, appurai che in molti Stati Maggiori e in molti punti del fronte vi era la convinzione che la costa era quasi ovunque così de­bolmente presidiata da non poter essere conservata in nostra mano in caso di un forte attacco nemico. Il nemico sarebbe penetrato nella terraferma, specie lontano dalle zone fortificate, e avrebbe dovuto poi essere ributtato a mare con un contrattacco delle nostre riserve che sarebbero rapidamente affluite. Presso le Unità motorizzate e co­razzate si era dell'opinione che sarebbe stato possibile sconfiggere con opportune operazioni un nemico che avesse già invaso la terraferma e ributtarlo alla fine in mare. Vi erano, è vero, truppe con le quali si sarebbe potuto difendere la costa, ma esse si trovavano, a quell'epoca, come riserve d'urto, in gran parte all'interno della terraferma, mentre la costa era guarnita solo da esigui presidi.

 

Il minamento della cintura costiera era stato effettuato solo in misura relativamente modesta; i campi minati avevano una larghezza di 25-50 m. e si potevano riconoscere facilmente perché circondati da filo spinato. Non erano le mine che mancavano, giacché nei depositi si trovava più di mezzo milione di mine, ma il regolamento per la posa di mine era così restrittivo che i pionieri preferivano astenersi dal collocarle. Io vi ho informato su tale situazione tramite...

 

Dinanzi alla costa, a parte le ostruzioni su cavo che ogni tanto venivano danneggiate o portate via dall'alta marea, non vi era alcun tipo di ostruzioni che potesse rendere difficile al nemico lo sbarco. Più tardi, in Normandia, trovai un campo sperimentale di ostruzioni sub­acquee che era stato costituito fin dal 1941. Le ostruzioni avevano retto bene, ma nessuno aveva sfruttato su larghe basi il risultato di tale felice tentativo facendo erigere davanti al proprio fronte una linea di ostruzioni subacquee.

 

Con il nuovo raggruppamento di parecchie Divisioni in Francia nel gennaio, la linea costiera divenne più fortemente presidiata, so­prattutto nella zona tra Calais e la parte meridionale dell'estuario della Somma. Sulla costa si cominciò a costituire una zona principale di combattimento dalla quale fosse possibile respingere l'attacco del nemico davanti alla prima linea di difesa (la spiaggia). Grandi campi minati sorsero tra le opere di difesa e i nidi di resistenza lungo la costa, fino a una profondità di un chilometro. Oltre alla protezione con corazze a copertura di molte postazioni di artiglieria, come da voi comandato, viene provveduto a collocare ostruzioni e sbarramenti lungo la costa avanzata, con l'impiego di pionieri e truppa; tali opere renderanno notevolmente difficile per il nemico lo sbarco con navi e mezzi navali, specialmente se saranno ancora rinforzate con numerose mine. Tali sbarramenti stanno crescendo a vista d'occhio su tutta la costa atlan­tica e in Mediterraneo. Sarà possibile, grazie all'aiuto della O.T., che ha creato numerose fabbriche per ostruzioni subacquee, di costituire entro il 1° maggio una linea ininterrotta di ostruzioni dall'Olanda fino alla Bretagna e parte del golfo di Biscaglia, e sulla costa mediterranea, in modo non solo da creare straordinarie difficoltà per il grande sbar­co nemico, ma anche da produrgli forti perdite in mezzi da sbarco per l'effetto distruttivo delle mine contenute nelle ostruzioni.

 

Per una visione del lavoro fatto con il minamento e con le ostru­zioni nei settori di difesa costieri vedi le accluse fotografie. Entro il 1° maggio potrà probabilmente essere ottenuto che un totale di due o tre milioni di mine venga collocato nella zona principale di combat­timento dei settori di difesa costiera e lungo il fronte a terra. Sono anche previsti per il 10 maggio piani di nuove difese per alcuni dei più importanti settori di difesa costiera. Quando tutti questi lavori saranno ultimati, al nemico non riuscirà più, in tali settori, di assestar­si con grandi forze sulla terraferma né di costituirvi teste di ponte. Vi sono però ancora interi settori che sono presidiati con forze relati­vamente scarse, come per esempio i lunghi tratti di costa a picco tra la Somma e la Senna, il lato occidentale della Normandia nella baia di Saint Michel, nonché lunghi tratti di costa in Bretagna, che d'altra parte sono poco indicati per sbarchi. Nelle stesse condizioni sono lunghi tratti del golfo di Biscaglia e parte della costa mediterranea. Per poter costituire una difesa efficiente anche in questi punti deboli, che senza dubbio sono già ben noti al nemico, è necessario che le Unità motorizzate e corazzate che si trovano dietro il fronte vengano avvicinate ad esso in modo da poter fin dalle prime ore di uno sbarco nemico intervenire nel combattimento sulla costa stessa e da poter contemporaneamente essere in condizioni di attaccare e annientare senza indugio sul fronte costiero le forze paracadutate che atterreranno immediatamente dietro ai settori costieri più deboli. Questo schieramen­to di emergenza delle Unità corazzate non è ancora stato raggiunto in quel grado che io ebbi a suggerire. Con poche eccezioni, le dette Unità sono ancora dislocate in lontananza dalla costa e non potranno essere impiegate sulla medesima nel primo giorno della battaglia. Finora que­ste forze non sono a me sottoposte. È possibile che il nemico attacchi in forza da tutt'un'altra parte che non sulla linea che va dall'Olanda alla Bretagna. In questo caso, le Unità corazzate dovranno essere tra­sportate per mezzo della ferrovia o per strada al fronte minacciato nel più breve tempo. Non fa dunque alcuna differenza che queste unità siano sottratte da una località a 50 o a 100 Km. dalla costa, e la minaccia aerea è ugualmente forte in ambedue i casi.

 

Se il nemico dovesse impiegare all'inizio del suo attacco contro la terraferma, oppure in un secondo tempo all'interno della Francia, forti contingenti di truppe paracadutate, queste non rappresenterebbero un pericolo eccessivamente grande, giacché andrebbero incontro alla di­struzione per mezzo delle riserve tedesche che convergerebbero rapida­mente contro di esse da tutti i lati. Anche la battaglia sulla costa sa­rebbe scarsamente influenzata da tali forze nemiche.

 

Nel golfo di Biscaglia e sul fronte mediterraneo molte cose sono state fatte in questi due ultimi mesi per potenziare al massimo livello la nostra difesa. In molti posti sono state costruite ostruzioni costiere. La zona principale di combattimento lungo la cintura costiera potreb­be essere maggiormente presidiata mercé lo spostamento di varie Di­visioni; anche al minamento non è stato dato finora sufficiente impor­tanza. Più in là Unità celeri sono state spostate relativamente vicino al fronte costiero ed è quindi assicurato il loro attacco fin dalle prime ore.

 

Quando voi mi deste, nel novembre dell'anno scorso il mio attuale incarico in Occidente, mi rivelaste la vostra intenzione di affidare a me il comando nel punto dove il nemico avrebbe più probabilmente lanciato il suo attacco decisivo contro il Continente. Io avrei dovuto condurre la battaglia difensiva con le forze in loco, con le Unità coraz­zate in Francia, nonché con le riserve che affluirebbero dal territorio metropolitano, in modo che il nemico appena sbarcato venisse ribut­tato a mare. Io ho rilevato, dalla metà di gennaio, il comando della costa olandese, con la 15a e la 7a Armata. Però, malgrado le mie insistenti preghiere, le forze motorizzate non sono ancora a me sotto­poste. Senza queste forze non può essere combattuta vittoriosamente la grande battaglia in Occidente. Vi prego di decidere se io devo di­rigere o meno la difesa sulla costa Atlantica contro il grande attacco nemico, e, in caso che tale compito mi venga affidato, di sottopormi fin da ora le Unità corazzate necessarie a tal fine, giacché occorre che i preparativi di difesa contro l'attacco siano fatti da chi sarà poi re­sponsabile della realizzazione di tale difesa.

 

 

 

 

 Vallo Atlantico

 

 

 

 

RELAZIONE SUL RAPPORTO FATTO DA HITLER
SULLA SITUAZIONE IL 20 MARZO 1944

 

Il Führer ha tenuto ai Comandanti delle tre Armi della Wehr­macht nonché ai Comandanti delle Armate e delle piazzeforti, un rap­porto di un'ora, esponendo, con straordinaria chiarezza e con una se­renità proveniente da una completa convinzione, la situazione sul fronte Occidentale dove dovrà decidersi la sorte della guerra.

 

Il Führer disse, tra le altre cose: « È pacifico che ci sarà e che ci deve essere uno sbarco degli Anglo-Americani in Occidente. Nessuno sa però come e dove esso avverrà, né si possono fare supposizioni a questo riguardo. Tutti gli eventuali concentramenti di trasporti non possono e non devono servire da indicazione riguardo a qualsiasi set­tore del lungo fronte occidentale che va dalla Norvegia fino al golfo di Biscaglia, alla zona Mediterranea, alla costa francese meridionale, a quella italiana o ai Balcani. Tali concentramenti possono essere ra­pidamente spostati in circostanze di scarsa visibilità, e servono natu­ralmente da manovre diversive.

 

In nessun punto del nostro lungo fronte uno sbarco sarebbe impossibile, eccezion fatta forse per le zone cosparse di scogli. Le più appropriate e quindi le più minacciate sono le due penisole a Occi­dente di Cherbourg e di Brest, che offrono la migliore possibilità per la formazione di una testa di ponte che potrebbe essere regolar­mente allargata con l'impiego in massa dell'Aviazione e di armi pesanti di tutti i tipi.

 

Per l’avversario la cosa più importante è di conquistare un porto per effettuare sbarchi di grandi masse. Perciò appunto i porti sulla Costa Occidentale acquistano un’importanza particolare, e perciò devono essere considerati, d’ordine del Führer, come piazzeforti nelle quali solamente il Comandante è pienamente responsabile per il potenzia­mento e il combattimento di tutte le Forze Armate. È compito del Comandante fare di tutto per rendere la piazzaforte meglio difendi­bile. Egli è personalmente responsabile del fatto che la piazzaforte resisterà nella difesa fino all'ultima cartuccia, fino all'ultima cassa di provviste e fino all'estinzione delle ultime forze.

 

Tutto il tentativo di sbarco dell'avversario non deve in alcun caso durare più di qualche ora o al massimo qualche giorno. Il ten­tativo di Dieppe deve essere considerato sotto questo aspetto come un esempio ideale. Una volta frustrato il tentativo di sbarco, si può esse­re sicuri che il nemico non lo ripeterà mai più. Gli ci vorrebbero dei mesi, senza considerare le perdite gravissime, per preparare un altro sbarco. Ma, a parte questo, gli Anglo-Americani saranno trattenuti dal fare un nuovo tentativo dall'effetto di depressione morale prodotto dal fallimento del tentativo. Uno sbarco respinto impedirà che Roosevelt venga rieletto presidente in America. Egli finirà allora, nel migliore dei casi, prigioniero da qualche parte. Anche in Inghilterra si risentirà, ancor più di quanto si sia sentita finora, la stanchezza della guerra e Churchill, a causa della sua età e delle sue malattie e della continua diminuzione della sua influenza, non sarà più in grado di preparare una nuova operazione di sbarco. Noi siamo in grado di opporre, nel più breve spazio di tempo, alla forza nemica di 50 o 60 Divisioni un numero uguale di nostre forze. Il fallimento di un tentativo di sbarco nemico rappresenta non solo una nostra locale vittoria decisiva sul Fronte Occidentale, ma è anche decisivo per tutto l'andamento bellico e quindi per il risultato della guerra.

 

Le forze di circa 45 Divisioni da noi impiegate in tutta l'Europa, escluso il Fronte Orientale, ci sono necessarie su quest'ultimo fronte e vi saranno trasportate immediatamente dopo la vittoria decisiva in Occidente per produrre un mutamento decisivo nella nostra situazione a Oriente. Perciò dipende da ogni singolo combattente sul Fronte Oc­cidentale, fronte decisivo per l'esito della guerra, quale sarà questo esito e quale sarà, per conseguenza, il destino futuro del Reich. Tale consapevolezza dell'importanza decisiva del proprio compito deve essere in cima ai pensieri di tutti gli ufficiali e di tutti i soldati...

 

In conclusione vorrei ancora una volta esortarvi a provvedere a che ogni ufficiale e ogni uomo sappia che il Fronte Occidentale, in cui si deciderà la guerra, dipende da ognuno di loro. Ognuno deve sapere quale è la posta in gioco ».

 

 

 

 

Vallo Atlantico 

 

 

 

 

LETTERA DI ROMMEL AL GENERALE JODL

 

23-4-1944

 

Caro Jodl,

[breve frase personale]

Ho occasione di mandarvi queste righe tramite Gause che vi tra­smetterà contemporaneamente a voce le mie preoccupazioni. Io vi sot­topongo anche una copia delle mie osservazioni e disposizioni in occa­sione dei miei ultimi viaggi al fronte, come pure una richiesta per il Comandante in Capo della Zona Occidentale. Vi prego di trasmettere le fotografie allegate al Führer quando ne avrete occasione.

 

Si continua a lavorare alacremente al completamento delle difese del Vallo Atlantico. È presumibile che entro l'inizio di maggio le ostruzioni e gli sbarramenti nei punti più importanti della costa saran­no così forti che le truppe da sbarco nemiche subiranno, a causa di essi come per il fuoco delle nostre artiglierie, perdite gravissime prima di riuscire a raggiungere la spiaggia.

 

Se ci riuscirà di portare, malgrado la superiorità aerea del nemico, fin dalle prime ore, forti reparti per l'impiego nei settori costieri mi­nacciati dalla parte del mare e dall’atterraggio di truppe paracadutate, ci riuscirà anche, ne sono persuaso, di sconfiggere totalmente fin dal primo giorno l’attacco in massa del nemico contro la costa. I fortissimi attacchi di bombardieri nemici non hanno finora potuto danneggiare le. installazioni ben protette con cemento armato, mentre in parecchi punti postazioni da campo, trincee e ripari di fortuna sono stati completamente sconvolti dai tappeti di bombe. Ciò dimostra quanto sia importante proteggere un po’ per volta con cemento armato anche le postazioni, artiglierie, Flak e riserve che si trovano più all'interno.

 

La mia preoccupazione principale nell'esecuzione del mio compito, è per le Unità celeri. Esse non sono state finora messe alle mie dipen­denze, contrariamente a quanto promesso nella conferenza del 21 mar­zo u.s.; si trovano in parte molto lontano dalla costa e perciò raggiun­gerebbero troppo tardi per l'attacco il campo di battaglia per il do­minio della costa. .$ da prevedersi che, data la grande superiorità aerea del nemico, le nostre Unità motorizzate, nell'affluire verso la costa da lontano, verrebbero fatte segno ad attacchi aerei di durata e gravità eccezionali. Senza il tempestivo aiuto di Divisioni Corazzate e di Uni­tà celeri, le Divisioni della difesa sarebbero difficilmente in grado di respingere con successo attacchi dal mare e contemporaneamente da terra quelli di truppe paracadutate. Il fronte a terra non è sufficiente­mente presidiato a questo scopo.

 

La dislocazione delle truppe da combattimento e delle riserve do­vrebbe essere tale da richiedere il minimo di movimenti nel caso del più probabile attacco nemico, sia che esso avvenga in Olanda, nella zona della Manica, in Normandia o in Bretagna, in modo che il nemico proveniente dal mare o dall'aria possa essere preso immediatamente sotto il nostro fuoco.

 

Il Generale Comandante le Forze Corazzate von Schweppenburg, che ben conosce gli Inglesi dal tempo di pace, ma non ha ancora mai combattuto contro di essi, vede, al contrario di come vedo io, il pericolo maggiore negli eventuali atterraggi nemici dall'aria all'interno della Francia e vorrebbe operare contro questi con la maggiore velocità pos­sibile. Le sue Unità sono schierate soprattutto in previsione di tale impiego. Non vuole perciò portarsi con le sue Divisioni Corazzate in una zona dietro il fronte a terra della difesa costiera dove il ne­mico potrebbe atterrare dall'aria.

 

Io vedo, come lo sviluppo per noi più indesiderabile della situa­zione, l'eventualità che il nemico riesca a spezzare la difesa costiera su un largo tratto di fronte, con l'impiego di tutti i mezzi pensabili e quindi ad attestarsi sulla terraferma. Un atterraggio operativo del ne­mico dall'aria dovrebbe, secondo la mia opinione, condurre presto o tardi alla distruzione delle truppe paracadutate. Secondo l'esperienza raccolta finora, le truppe nemiche paracadutate sono sempre state pol­verizzate là dove l’atterraggio ha avuto luogo in mezzo alla nostra truppa. Io ritengo che il sacrificio in sangue sia minore se si annien­tano in tal modo le truppe paracadutate che non attaccando un ne­mico già atterrato dall’aria il quale in pochi minuti si è apprestato al fuoco anticarro e può essere anche coadiuvato dalle squadre dei suoi bombardieri. Su questi problemi mi sono più volte intrattenuto con il Generale Geyr, ma potrò far valere le mie opinioni solamente se egli verrà tempestivamente posto alle mie dipendenze.

 

Si tratta della battaglia più decisiva di questa guerra, del destino stesso del popolo tedesco. Una vittoria difensiva sarà assai problema­tica se non vi sarà una direzione molto ferma riunita nelle mani di un unico Comandante e se non si impiegheranno subito nella battaglia per il dominio della costa le nostre Unità celeri. Se io sarò in grado di comandare le Unità celeri e di farle spostare sul luogo della batta­glia solamente dopo l'avvenuto sbarco nemico, vi saranno dei ritardi nell'impiego di tali unità, le quali arriveranno con ogni probabilità troppo tardi per poter partecipare con successo alla battaglia per il possesso della costa e per impedire lo sbarco nemico.

 

Si può facilmente immaginare quanto sarebbe indesiderabile per noi una seconda Nettuno. Gause vi fornirà maggiori dettagli.

 

Firmato: Rommel

 

 

 

 

Vallo Atlantico 

 

 

 

 

LETTERA DI JODL A ROMMEL

 

Il Capo di Stato Maggiore Operativo della Wehrmacht

Comando Supremo della Wehrmacht

WFST/Op. (H) N° 004726/44 C.do Gen.

 

Riservata ai Comandi

Quartier Generale del Fuhrer; 7-5-1944

 

« Caro Maresciallo Rommel,

Sono completamente d'accordo con il vostro giudizio sulla situa­zione scritto il 23 aprile e trasmessomi da Gause.

 

Occorre mantenere con fermezza il principio che si deve fare tutto il possibile per sconfiggere il nemico proprio davanti alla costa. Negli ordini degli ultimi giorni è stato tenuto conto delle esigenze che derivano da tale principio. La 77a Divisione di Fanteria verrà impiegata per la difesa costiera. La 91a Divisione dell'Aviazione e la 5a di Paracadutisti saranno trasferite per la difesa contro uno sbarco aereo nemico in grande stile nella penisola del Cotentin e in Bretagna. La 2a Divisione Paracadutisti sarà nei prossimi giorni tolta dal Fronte Orientale e destinata all'impiego nella penisola del Cotentin. Il 6° Reg­gimento di Paracadutisti, pronto per l'impiego, rappresenterà la forza d'urto principale.

 

Per assicurare una rapida entrata in azione di Unità corazzate al­meno nei punti più importanti, tre Divisioni Corazzate vengono messe direttamente agli ordini del Gruppo d'Armate B. Sono d'accordo con Voi che il nemico se impiegherà su vasta scala truppe paracadutate le farà atterrare in prossimità della costa, ma non credo che le farà scen­dere in mezzo alle nostre Riserve, perché la sua ricognizione è troppo buona e sta continuamente aumentando. Per paracadutare truppe, il nemico avrà sempre a disposizione zone libere, anche se noi dovessimo far affluire tutte le nostre Riserve in prossimità immediata della costa.

 

Non essendoci note le intenzioni del nemico, occorre conservare la possibilità di una tattica operativa tenendo a disposizione delle Ri­serve ridotte. Non appena sapremo con sicurezza le intenzioni del nemico e il punto in cui esso concentrerà i suoi sforzi, le Riserve dell'OKW saranno rese disponibili per l'impiego, anche senza ulteriore richiesta.

 

Heil Hitler.

 

Il vostro

firmato: Jodl ».

 

 

 

 

 Vallo Atlantico

 

 

 

 

ORDINE DI MASSIMA N. 38 DEL COMANDANTE IN CAPO
DELLA ZONA OCCIDENTALE

 

Il Comandante in Capo della Zona Occidentale

Ia N° 3442/44 Com. Segr.

 

Quartier Generale 7-5-1944

 

In ottemperanza a:

1) OKW/WFST/Op. N. 771370/44 Doc. Segreto riserv. ai Com.ti del 26-4-44;

2) ObWest Ia N° 3362/44, Segr. riserv. ai Com.ti del 27-4-44.

Ordine di Massima del Comandante in Capo della Zona Occid. N° 38 (Nuove disposizioni sulle attribuzioni di comando nel Settore del Co­mando Zona Occidentale).

 

I - Con il 12 Maggio ’44, ore 12.00, entra in vigore la seguente nuova disposizione di Comandi nella Zona del Comando Occidentale:

 

1 - Al Comandante in Capo della Zona Occidentale, quale Co­mando Operativo nei Territori Occupati dell'Occidente, vengono sottoposti i riferimenti 1) e 2):

a) il Comando del Gruppo d’Armate B

b) il Comando del Gruppo d'Armate G (Francia Meridionale).

 

2 - Al Comando del Gruppo d'Armate B vengono sottoposti:

a) il Com.do in Capo in Olanda col C.do Gen. LXXXVIII per le operazioni tattiche (secondo l'ordine del Fiihrer N° 40)

b) il C.do Gen. LXXXVIII per il servizio di truppa

c) la 15a Armata pienamente

d) la 7a Armata pienamente

e) la 2a Div. Corazzata, la 116a Div. Corazzata, la 21a Div. Coraz­zata per le oper. tattiche.

(Il Comando Gen. delle Forze Corazzate in Occidente rimane respon­sabile per queste unità per quanto riguarda l'addestramento generale e la formazione; per tali compiti esso collaborerà con il C.do del Grup­po d'Armate B).

 

3 - Al Com.do del Gruppo d'Armate G (Francia Meridionale) vengono sottoposti:

a) la 1° Armata pienamente

b) la 19° Armata pienamente

c) il C.do Gen. LXVI Corpo di Riserva con la 189a Divisione di Riserva per quanto riguarda l'impiego per tutte le operazioni per lo sbarramento dei Pirenei, per la difesa e la costituzione di punti di sbarramento nella valle Garonne-Canal- du Midi, come pure per l'ap­prontamento per l’impiego di un Gruppo da Combattimento di un Reggimento, rinforzato a seconda della situazione.

La dipendenza di servizio della truppa rimane al Capo Servizio Armamenti e Comandante della Riserva; la dipendenza in questioni di rifornimento rimane inalterata; in caso di impiego della 189a Div. di Riserva da parte del Com.do del Gruppo d'Armate G deve essere rego­lato a seconda della situazione.

d) C.do Gen. LVIII Corpo di Ris. Corazzato con la 11a Div. Co­razzata, la 2a Div. Corazzata SS (la dipendenza del Servizio Personale permane alla Direzione Centrale SS), la 9° Divisione Corazzata. (Il Comando delle Truppe Corazzate in Occidente rimane responsabile per queste Unità in questioni di addestramento e di armamento gene­rale. In questi compiti sarà coadiuvato dal Comando del Gruppo d’Ar­mate G).

 

4 - La 157a Div. di Riserva rimane alle dipendenze del Coman­do di Occupazione Militare in Francia per quel che riguarda l'impiego.

Il Comando del Gruppo d’Armate G ha però la facoltà di infor­marsi su tale impiego in relazione alle situazioni che potranno svilup­parsi sulla costa meridionale francese e nella regione alpina di fron­tiera e dare direttive per la formazione di un Gruppo di Regg.to per l'impiego che potrà essere determinato dalla situazione nel settore del Gruppo d’Armate G.

 

 

II - Compiti

1 - Comando del Gruppo d'Armate B:

Difesa della costa Olandese, Belga, Francese del Nord secondo gli ordini di massima emanati dal Comandante in Capo della Zona Occ.

2 - Comando del Gruppo d’Armate G (Francia. Meridionale):

Difesa della contigua costa di Biscaglia, del fronte dei Pirenei e della costa francese del Mediterraneo, nello stesso modo come sopra.

Principio basilare: la linea princ. di combattimento è sulla costa. Ogni attacco nemico deve essere respinto sull'acqua e sulla spiaggia.

3 - La linea di demarcazione tattica tra il Gruppo d'Armate B e il Gruppo d'Armate G è data da quella che è stata finora la linea di demarcazione tra la 7a e la 1a Armata, da oriente di Tours fino alla frontiera svizzera a sud-ovest di Ginevra.

4 - Il Comandante in Capo della Zona Occidentale dà al Gruppo d’Armate B e al Gruppo d’Armate G direttive per la forma di com­battimento unitario ordinata dal Führer. Per tutte le misure che devono essere prese contemporaneamente dai Gruppi d’Arm. B e G o che sot­tostanno ad una regolamentazione unitaria, gli ordini sono emanati dal Com.te in Capo della Zona Occidentale. Per l'espletamento dei com­piti organizzativi e dei servizi logistici gli ordini vengono emanati dal Comandante in Capo della Zona Occ. (Comando Supremo del Gruppo d’Armate D) per i Gruppi di Armate B e G. Questi ultimi li elabo­rano. Tutti i relativi annunci, termini, informazioni, ecc. devono essere trasmessi al Com.te in Capo della Zona Occ. da parte dei Gruppi d’Arm. B e G per essere inoltrati. Il Com.te in Capo della Zona Occ. conserva il diritto di prendere posizione in merito.

 

III - Il Comando Gen.le del LXV Corpo d’Armata alle dipen­denze dirette del Com.te in Capo della Zona Occ., come pure le Scuole di Comando dell'Esercito per Com.ti di Batt.ne e di Rep.to, secondo le disposizioni del Com.do Supremo dell'Esercito.

 

IV - Com.ti in Capo delle Truppe d'Occup. in Francia Belgio e Francia del Nord rimangono alle dipendenze dirette del Com.te in Capo della Zona Occ. per quel che riguarda questioni militari. Per tut­te le questioni riguardanti il loro raggio di autorità essi devono colla­borare con i Comandanti dei Gruppi d'Armate B e G. In caso di incertezza la decisione spetta al Com.te in Capo della Zona Occ.

Soltanto il Com.te in Capo della Zona Occ. ha la facoltà di de­cidere sull'impiego delle Forze di Sicurezza e Sorveglianza dei Comandi di Occupazione nonché sulle altre Autorità dipendenti da detto C.do.

 

V - Sussistenza

Tutto il Servizio di Sussistenza nell’ambito dei Gruppi d’Arm. B e G continuerà ad essere diretto tramite il Quartiermastro Capo della Zona Occ. senza pregiudizi alla dipendenza tattica dalle dette Armate. I reparti logistici dei Gruppi d'Arm. B e G provvedono ai rifornimenti dei centri di resistenza nel loro ambito. I Capi dei detti servizi logistici portano a conoscenza del Capo dei Servizi Logistici Zona Occ. i desi­deri dei loro reparti riguardo alla distribuzione delle scorte della sus­sistenza.

 

I tecnici e gli specialisti dei Reparti della Sussistenza dei Gruppi d'Armata B e G sono consiglieri presso le loro autorità di Comando in tutte le questioni che riguardano le loro competenze tecniche. Essi non assumono compiti direttivi in questioni tecniche per le unità dipendenti. Tali compiti rimangono di competenza del Quartiermastro in Capo della Zona Occ. e dei suoi dirigenti tecnici.

 

VI - Le notizie riguardo al nemico vengono date in linea di massima dal Com.te in Capo della Zona Occ. ai Gruppi d'Arm. B e G che devono curarne l’utilizzazione. Le incombenze di difesa e di pro­paganda sono dirette dal Com.te in Capo della Zona Occ. (tramite il Capo Serv. Inf. Stoprop.) con ordini diretti alle Armate (tram. i loro Capi Serv. Inf.). Sarà tenuto in tutte le questioni fondamentali stretto contatto con i Gruppi d'Armate B e G.

La Direzione Nazional-Socialista collaborerà nelle comunicazioni di notizie ai Gruppi d'Arm. B e G., indipendentemente dal Com.te in Capo della Zona Occ., fintanto che saranno occupati i posti di ufficiali della Dir. Naz. Soc.

 

VII - Il dirigente dell'Uff. Inf. al Com.do Occ. dà le direttive generali per la regolamentazione delle modalità di informazione in Oc­cidente (particolarmente per la collaborazione tra le tre Armi della Wehrmacht, Radio, Armi segrete, Mimetizzazione, Fortificazioni, Mo­dalità d'informazione, ecc.)

Egli assicura i collegamenti per direttive, sussistenza e trasporti con il Gruppo Mar. Occ., il 3° Comando Aereo e i Comandanti delle truppe d'Occ., nonché i Comandi delle Forze di Riserva dipendenti direttamente dal Com.do Occ. Egli provvede alla guida e alla forma­zione delle organizzazioni per le inf. secondo un piano unitario, e dirige le organizzazioni direttamente dipendenti dal Com.te in Capo della Zona Occ.

 

VIII - Ordinamento per la collaborazione con le altre Armi della Wehrmacht. I Comandi dei Gruppi d'Arm. B. e G. devono col­laborare strettamente e direttamente con tutti i Comandi delle altre Armi della Wehrmacht che si trovino nella loro zona di competenza. Valgono qui le norme direttive per la collaborazione esposte nell'or­dine N° 40 del Fuhrer.

Devono essere trasmesse al Com.te in Capo della Zona Occ. tutte le circostanze fondamentali sulla sfera di competenza delle altre Armi della Wehrmacht. Collaborazione diretta col Gruppo Marina Occ. e con la 3a Squadra Aerea nello spirito dell’Ordine N°40 del Fuhrer:

 

IX - Il Com.do Gruppo Coraz. Ovest rimane alle mie dirette dipendenze. Esso è responsabile per la formazione e l'addestramento generale di tutte le Unità Corazz. e di tutti i Reparti Corazz. che si trovano nella zona del Com.do Occ. Esso prende in considerazione le direttive espresse dai Gr. d'Arra. B e G per l'addestramento al com­battimento sulla costa.

Il Com.do Gruppo. Corazz. Ovest serve inoltre da Stato Mag­giore operativo per il Com.te in Capo della Zona Occ. Il suo impiego viene ordinato da quest'ultimo, sia per quel che riguarda i suoi rapporti eventuali con Unità Corazzate provenienti dalle Riserve dell'OKW, sia riguardo ad una sua eventuale dipendenza dai Gruppi d'Arm. B e G.

 

X - Riserve dell’OKW:

Vengono indicate come Riserve dell’OKW:

Il Com.do Gen. del 1° Corpo Corazz. SS.

La la Div. Corazz. SS., la 12a Div. Corazz. SS., la 17a Div. di Panzer-Gren. SS., la Div. Addestr. Carri. (quest'ultima dopo il suo arrivo sul Fronte Occ.).

Le autorità di Com.do e Unità sunnominate vengono poste alle dirette dipendenze del Com.do Grup. Coraz. (per il servizio della trup­pa la dipendenza delle unità SS rimane del Comando Gen. del 1° Corpo SS ).

 

XI - Riserve del Com.do Zona Occ.:

Come avvenuto finora, il Com.te in Capo della Zona Occ. conserva la facoltà di precisare quali Unità e formazioni dei Gruppi di Arm. B e G siano da considerarsi come Riserve del Com.do Zona Occ. Tali unità saranno approntate, per l’impiego immediato nell’espletamento dei loro compiti previsti nei vari casi, dai Gruppi d’Arm. B e G.

 

XII - Da me dipendono direttamente:

Il Generale tedesco del Com.do Occ. a Vichy.

Il Generale delle Artiglierie del Com.do Occ. e l'ufficiale di Stato Maggiore per la Contraerea.

Il Generale del Servizio Trasporti in Occ.,

I Servizi Logistici della Zona Occ.,

L’Ispettore delle fortificazioni terrestri in Zona Occ.,

Il Generale del Genio della Zona Occ.,

Il Com.te delle Truppe russe in Zona Occ.,

Il Com.te delle basi di comando al fronte,

Gli ufficiali sup. dei servizi cartografici e di misurazione.

Tramite ufficiali di collegamento e rappresentanti dell'O.T., l’Ispet­tore delle Fortificazioni Terrestri della Zona Occ. e il Generale del Genio della Zona Occ. provvedono acciocché le esigenze tattiche del Gruppo d’Arm. B e G siano tenute presenti nella costruzione del Vallo Atlantico.

 

XIII - Rapporti:

Tutti gli ordini del giorno, ecc. trasmessi finora alle Armate (Co­mando Wehrmacht in Olanda) devono essere dal 12-5-1944 trasmessi ai Gruppi d'Armate autonomi. I Gruppi d'Arm. B e G fanno rapporti, da quella data, solamente al Com.te in Capo della Zona Occ. Eccezio­ne: Tutti i rapporti in relazione a questioni di sussistenza devono essere trasmessi direttamente dalle Armate al Com.te in Capo Zona Occ. e per conoscenza ai Gruppi di Arm. B e G.

 

XIV - Io mi attendo che le nuove disposizioni per la chiara ripartizione delle competenze di comando abbiano un effetto benefico sulle preparazioni per la difesa delle coste e per il combattimento.

Lascio ai Gruppi d'Armate B e G (Francia Meridionale) la massi­ma libertà nel prendere misure e interverrò solo in caso di esigenze di comando d'ordine superiore o in caso che io sia di opinione fon­damentalmente diversa.

In relazione all'importanza operativa della coesione tra il Gruppo d'Armate B e G, desidero che tale coesione sia particolarmente curata con misure prese da ambo le parti.

Con scambio di esperienze, prese di contatto reciproche e scrupo­losa osservanza degli ordini generali del Com.te in Capo della Zona Occ., i quali danno esclusivamente le linee direttive essenziali, i Gruppi d'Armate B e G avranno la possibilità di rendere al massimo nell'esple­tamento dei loro compiti sotto la loro completa responsabilità.

Prego il Gruppo d'Armate Ovest e la 3a Flotta Aerea di continua­re la collaborazione strettissima finora già dimostrata con il Com.do Zona Occ. e i Gruppi d'Armate B e G.

Il Comandante in Capo della Zona Occ.

 

Firmato: von Rundstedt

 

 

 

 

 Vallo Atlantico

 

 

 

 

CONSIDERAZIONI DI ROMMEL SULLA SITUAZIONE
del 3 luglio 1944

 

Al Com.te in Capo della Zona Occ.

Maresciallo Generale v. Kluge.

Dal quartier Generale
5 luglio

 

Vi trasmetto le mie considerazioni sugli eventi militari verificatisi in Normandia.

Il rimprovero da Voi fatto all'inizio della Vostra visita in cospetto del mio Capo di Stato Maggiore e del mio Capo Ufficio Operazioni: « Adesso devo abituarmi anch’io a eseguire ordini » mi ha profonda­mente ferito. Io Vi prego di comunicarmi in base a quali argomenti avete pronunciato tale rimprovero a me diretto.

 

Firmato: Maresciallo Rommel.

 

Il Comandante

del Gruppo d'Armate B

Uff. op. N° 4257/44 Segreto per Com.di

Dal Quartier Generale

3-7-1944

 

 

Considerazioni

 

La costa della Normandia, la penisola di Cherbourg e la piazza­forte di Cherbourg non hanno potuto rimanere a lungo in nostre mani per le seguenti ragioni:

 

1 - Le forze di occupazione che si trovavano in Normandia erano troppo deboli, in parte di età troppo avanzata (per esempio alla 709a Divisione la media era di 36 anni); l'armamento materiale non corri­spondeva alle esigenze d'una guerra moderna; il rifornimento di munizioni non era sufficiente; la costruzione di fortificazioni era troppo indietro; la situazione dei rifornimenti era del tutto insoddisfacente.

 

2 - Le ripetute richieste da parte del Gruppo d'Armate B, partico­larmente a fine maggio, dopo che si era manifestata la minaccia per la Normandia, perché fossero trasferiti al fronte in questione ulteriori rinforzi, vennero tutte declinate. Era stato richiesto soprattutto che la 12a Divisione Corazzata SS (Hitlerjugend) venisse spostata nel settore Lessay-Coutances allo scopo di poter effettuare un contrattacco imme­diato e decisivo in caso di uno sbarco nemico sul lato orientale o occidentale del Cotentin. Data la superiorità aerea del nemico, occorre­va spostare in avanti la 12a Divisione Corazzata dal luogo ove essa era schierata a sud della Senna al fronte considerando un minimo di due giorni per effettuare il tragitto. Bisognava anche prevedere che una simile marcia avrebbe significato parecchie perdite. Il Generale Jodl era al corrente di ciò: poco prima della invasione egli aveva ancora una volta chiesto, tramite il Generale di Fanteria Buhle, quan­to tempo occorresse per la 12a Divisione Corazz. (Hitlerjugend) per entrare in azione nella battaglia di Normandia. Le mie insistenze con­tinue perché tale Divisione fosse spostata più in avanti furono decli­nate, e mi fu solo promesso che in caso di attacco nemico essa sa­rebbe subito stata posta alle mie dipendenze.

 

3 - Io avevo proposto che la Divisione Addestramento Carristi venisse schierata in assetto di guerra in un punto tale da poter es­sere in grado di entrare in combattimento con uguale rapidità in Bre­tagna o in Normandia. Anche questa richiesta non fu accettata, in base alla preoccupazione che il nemico potesse atterrare nella zona di Parigi con truppe paracadutate.

 

4 - Su richiesta di questo Gruppo d’Armate fin dalla fine di maggio avrebbero dovuto essere insediate grandi forze di contraerea, specie là dove il nemico, senza che nessuno gli si opponesse, aveva potuto attaccare quotidianamente, con grandi formazioni di bombar­dieri, le postazioni di batterie e le installazioni difensive tedesche. Su esortazione del Generale Comandante il III Corpo della Contraerea io avevo proposto che tutto il Corpo della Contraerea venisse trasfe­rito nella zona tra l'estuario dell’Orne e Montebourg, giacché tale zona appariva particolarmente minacciata dalla forte attività nemica. La proposta non fu accettata e il Corpo della Contraerea fu invece schierato, con due dei suoi quattro Reggimenti, ai due lati della Somma, e un solo Reggimento fu trasferito su posizioni mobili tra l’Orne e la Vire. Tale schieramento del Corpo della Contraerea, ineffi­cace ai fini della difesa della Normandia, fu motivato dalla mancanza di carburante. Così due Reggimenti rimasero in vicinanza delle rampe della Vi alla cui difesa avrebbero dovuto provvedere con l'apertura del fuoco.

 

5 - Per rinforzare la difesa in Normandia io proposi che venis­se fatta avanzare nel settore a sud di Carentan la 7a Brigata Obici, giacché era da prevedere che vi sarebbero state delle grandi difficoltà a far avanzare rinforzi in caso di attacco. Anche questa richiesta ven­ne respinta e la Brigata fu messa alle dipendenze del Gruppo d'Armate B solamente dopo che l'attacco aveva avuto inizio. Essa non potè perciò essere impiegata nei primi giorni dell'invasione.

 

6 - Ho chiesto ripetutamente che il minamento della baia della Senna, per opera della Marina e dell'Aviazione, fosse effettuato così tempestivamente che ogni possibilità di uno sbarco comodo venisse preclusa all'avversario. La baia della Senna, a causa della sua scarsa profondità, si presta in modo particolare ad essere minata. Anche questa sollecitazione non fu raccolta. Soltanto dopo che il nemico fu .sbarcato si cominciò a minare, in condizioni disagevolissime, più che altro dall'aria.

 

7 - Il rifornimento di munizioni per le truppe in Normandia avrebbe dovuto essere ridotto, d'ordine del Quartier Generale, nel quadro dei rifornimenti, in modo da formare riserve in Patria. In tal modo le scorte sarebbero divenute ancora più ridotte di quanto già non fossero. Su richiesta del Generale Marcks, il Gruppo d'Armata B ottenne che tale decurtazione non venisse effettuata.

 

8 - La situazione rifornimenti, soprattutto in Normandia, divenne assai difficile prima dell'invasione a causa dei bombardamenti delle installazioni ferroviarie, sebbene si potesse disporre sia della rete fer­roviaria

 sia delle vie d'acqua.

 

9 - Dopo che il nemico riuscì a mettere piede sulla terraferma,. era intenzione del Gruppo d'Armate B - di annientare dapprima, me­diante l'avanzata dei rinforzi, la testa di ponte a nord di Carentan escludendo in tal modo ogni pericolo per il Cotentin e per la piazza­forte di Cherbourg, e poi di attaccare in un secondo tempo il nemico tra l'Orne e la Vire. L'OKW non fu d'accordo con queste intenzioni e ordinò di spostare il punto di gravità sul lato orientale dell'estuario
dell'Orne.

 

10 - La 12a Div. Coraz. SS (HJ) dopo una marcia di circa 120 Km. dei suoi reparti avanzati e con gravi perdite causate da at­tacchi aerei, raggiunse il 7 giugno alle 9,30 la regione a nord-ovest di Caen. Essa non potè attaccare in quel momento giacchè nè il tempo nè il luogo permettevano più un impiego in formazione serrata.

La Divisione di Addestramento Carristi, dopo una marcia di avvi­cinamento di circa 180 Km., giunse sul fronte di battaglia a occidente di Caen alle ore 13 del 7 giugno. Anche essa fu impedita nella marcia da attacchi aerei e i reparti a ruote dovettero distaccarsi da quelli a cingoli. A causa di ciò, e anche della situazione, essa non potè più effettuare il suo attacco. Ebbe difficoltà a parare i colpi del nemico che nel frattempo era divenuto fortissimo. In conseguenza non le fu purtroppo possibile collegarsi con i reparti della 3528 Divisione di Fan­teria che ancora combattevano presso Bayeux e dar loro man forte.

La 2a Divisione Corazzata, che fu fatta avanzare dalla regione ai due lati della Somma (260 Km. in linea d'aria), raggiunse il campo di battaglia con i suoi primi reparti il 13 giugno; le occorsero altri 7 giorni per raccogliersi per un attacco in formazione serrata.

Alla 3' Divisione Paracadutisti occorsero sei giorni per il tragitto dalla Bretagna (250 Km. in linea d'aria) al posto di combattimento a nord-ovest di Saint-L6, sotto .una continua minaccia aerea.

L'attacco contro Bayeux, che le era stato ordinato, non potè con­seguire successo giacchè nel frattempo il nemico aveva ottenuto con notevolissime forze il possesso del bosco di Cérisy.

La 77e Divisione richiese sei giorni per poter entrare, con reparti. sufficientemente forti nella battaglia nel Cotentin Settentrionale.

In tal modo tutte le riserve che furono fatte avanzare verso il fronte arrivarono troppo tardi per poter ributtare a mare con con­trattacchi lo sbarco nemico. Nel frattempo il nemico aveva sbarcato forze notevolmente maggiori ed era passato egli stesso all'attacco, col sostegno di forti formazioni aeree e di artiglieria.

 

11 - Il sostegno dell'Aviazione tedesca non riuscì nella misura prevista. Il nemico dominò totalmente lo spazio aereo nella zona di combattimento fino a circa 100 km. dietro il fronte. Con bombardamenti di una violenza eccezionale distrusse le installazioni difensive della cintu­ra costiera e ostacolò con successo l'avanzata delle nostre riserve e dei" rifornimenti della nostra truppa, soprattutto mediante la distruzione della rete ferroviaria.

 

12 - Anche l'impiego della Marina non fu conforme a quanto era stato assicurato (per esempio i sommergibili furono 6 invece dei 40 promessi). Nella notte dal 5 al 6 giugno non vi fu alcuna sorveglianza di navi-vedetta nella baia della Senna a causa del tempo cattivo. L'impiego di sommergibili contro la flotta da sbarco ebbe luogo in misu­ra relativamente limitata. Nell'attacco aereo nemico contro Le Havre il 12 giugno la Marina perdè una grande parte dei mezzi navali adatti al combattimento contro la flotta da sbarco. Anche l'opera di mina-mento della baia della Senna, che ebbe inizio immediatamente dopo l'invasione, non ha mostrato finora risultati sensibili. Le operazioni di sbarco in grande stile continuano ancor oggi come il primo giorno; il cannoneggiamento navale nemico in « misura finora mai vista » (rapporto del II Corpo Corazzato SS) rende difficile la costituzione di un nostro fronte di battaglia.

 

13 - Il Gruppo d'Armate non disponeva di un sistema di riforni­menti, non aveva un proprio Quartiermastro e non aveva inoltre nem­meno il diritto di dare istruzioni al Servizio Sussistenza della Zona Occidentale.

 

14 - Le questioni delle competenze di comando erano risolte in modo insoddisfacente. Il Gruppo d'Armate non disponeva, all'inizio dell'invasione, dei Reparti Operativi del Gruppo Corazzato Ovest (vedi sopra) nè della Brigata Obici. Sulle « direttive » al Corpo di Contrae­rea ecc. mi sono già espresso in un rapporto. Soltanto una condotta unitaria e stringata delle Forze Armate, sull'esempio di quella di Montgomery, può dare un successo definitivo.

 

Firmato: Maresciallo Rommel.

 

 

 

Vallo Atlantico 

 

 

 

LETTERA DEL GENERALE SCHMUNDT A ROMMEL

 

Gen. Aiutante in Capo della Wehrmacht

presso il Führer

Berlino W 8

Vossstrasse 4

e Capo dell'Ufficio Personale dell'Esercito

 

Dal Quartier Generale del Führer

9-7-1944

 

Stimatissimo Signor Maresciallo,

 

Devo ringraziarVi sentitamente per l'invio delle « Considerazioni ».

Tali « Considerazioni » sono state completate in modo assai chiaro dal Tenente Colonnello Borgmann in base alle di lui osservazioni.

Io ho informato il Führer dell'arrivo delle Vostre « Considerazio­ni » e spero di agire in accordo con le Vostre intenzioni facendo in modo che il Führer le legga.

Il vostro devotissimo

 

firmato: Schmundt.

 

 

 

 

Vallo Atlantico 

 

 

 

 

ULTIME CONSIDERAZIONI DI ROMMEL SULLA SITUAZIONE

 

Al Comandante in Capo della Zona Occidentale

Signor Maresciallo von Kluge

Quartier Generale
16 luglio

 

In conseguenza della conversazione verbale del 12 u.s. Vi tra­smetto le annesse « Considerazioni » quale rapporto per una valutazione della situazione.

Firmato: Rommel.

 

 

 

 

IL COMANDANTE IN CAPO DEL GRUPPO D'ARMATE B

 

Quartier Generale
15 luglio

La situazione in Normandia si fa ogni giorno più difficile e si avvicina a una crisi violenta.

A causa della durezza dei combattimenti, dell'impiego incredibil­mente largo di materiale da parte del nemico, soprattutto per quel che riguarda artiglierie e carri armati, e della superiorità aerea del nemico che non trova nella zona di combattimento alcuna opposizione da parte nostra, le nostre perdite sono talmente alte che la capacità combattiva delle Divisioni cala con velocità impressionante. Dalla patria non arri­vano che scarsissimi rinforzi che raggiungono il fronte dopo settimane di marcia, causa la difficoltà dei trasporti. Le perdite subite di circa 97.000 uomini (di cui 2.360 ufficiali), vale a dire da 2.500 a 3.000 uomini al giorno in media, si contrappongono a un totale di 10.000 uomini di riserva affluiti finora (di cui 6.000 entrati in azione). Anche le perdite in materiale delle truppe impegnate sono straordinariamente alte e non hanno potuto essere reintegrate finora che in scarsissima mi­sura (esempio: contro 225 carri armati perduti se ne sono avuti 17 nuovi).

 

Le Divisioni di Fanteria appena arrivate non sono abituate al combattimento e, data l’insufficienza delle artiglierie, di armi anti-carro e mezzi da combattimento ravvicinato, non sono in grado di opporsi a lungo con successo al fuoco di disturbo di più ore e ai forti bom­bardamenti. Come è stato dimostrato in combattimento, a causa delle enormi scorte di materiale impegnato dal nemico, anche la truppa più valorosa viene sconfitta pezzo a pezzo perdendo uomini, armi e terreno.

 

In conseguenza della distruzione della rete ferroviaria e della mi­naccia fortissima che pesa sulle strade e sui percorsi fino a 150 Km. dietro il fronte, a causa delle operazioni continue dell’aviazione nemica, i rifornimenti sono talmente problematici che si riesce a far pervenire alle truppe solamente lo strettissimo necessario e occorre soprattutto fare ovunque la massima economia di munizioni per artiglieria e per obici. È presumibile che le condizioni non miglioreranno, giacché lo spazio disponibile per trasporti diminuisce continuamente per opera del nemico ed è probabile che l'attività aerea derivante dalla costitu­ione di numerosi basi aeree nella testa di ponte avrà un effetto ancora più disastroso per noi.

 

Non si possono fare affluire sul fronte di Normandia forze di qualche consistenza senza indebolire il fronte della 15a Armata sulla Manica e il fronte Mediterraneo in Francia Meridionale. Il solo fronte della 7a Armata necessita d'urgenza di due Divisioni giacché le forze che vi si trovano sono sfinite.

 

Da parte nemica giungono ogni giorno al fronte nuove forze e immense quantità di materiale. Il rifornimento nemico non è in alcun modo molestato dalla nostra Aviazione. La pressione nemica si fa sem­pre più forte.

 

In simili circostanze occorre prevedere che il nemico riuscirà a sfondare tra breve il nostro tenue fronte, specialmente nel settore della 7a Armata e a invadere tutto il territorio francese. Prego fare riferi­mento ai rapporti allegati della 7a Armata e del II Corpo Paracadu­tisti. A parte riserve locali del Gruppo Corazzato Ovest che divente­ranno tra breve, in seguito ai continui combattimenti, forze di prima linea e possono avanzare solo di notte dato il dominio dell'aria in mano nemica, non vi sono a disposizione riserve mobili per fronteggiare uno sfondamento come quello previsto nel settore della 7a Ar­mata. L’impiego della nostra Aviazione non incide che in proporzione minima sulla situazione.

 

La truppa combatte ovunque con eroico accanimento, ma la lotta disuguale volge a un esito a noi sfavorevole. Secondo la mia opinione è necessario trarre le conseguenze da tale situazione. In qualità di Comandante in Capo del Gruppo di Armate ritengo mio dovere di parlare con la massima chiarezza.

 

Firmato: Rommel

 

 

 

Operazione Overlord Bernieres-sur-Mer (settore "Nan White' area di sbarco "Juno"), 6 giugno 1944. Sbarco di ciclisti della 9 Brigata di fanteria canadese.

http://www.squadratlantica.it/