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Conferenza di Yalta - 1

Conferenza di Yalta 4 - 11 febbraio 1945


Prima riunione a palazzo Livadia

4 febbraio 1945

 

 

 

Stalin chiede a Roosevelt di aprire la riunione.

 

 

Roosevelt dichiara che non è previsto né dalla legge, né dalla storia che egli debba aprire la conferenza. Solo casual­mente ha aperto la conferenza di Teheran. Egli, Roosevelt, si considera altamente onorato di aprire l'attuale conferenza. In­nanzitutto vorrebbe ringraziare per l'accoglienza che gli è stata riservata.

 

I capi delle tre potenze, dice Roosevelt, hanno già rag­giunto una buona comprensione reciproca e continuano a mi­gliorarla. Ognuno di loro vuole una rapida conclusione della guerra e una pace stabile. Perciò i partecipanti alla conferenza possono dare inizio ai loro colloqui non ufficiali. Egli, Roosevelt, ritiene che bisogna parlare in tutta franchezza. L’esperienza in­segna che nelle trattative la franchezza permette di raggiungere buoni risultati pii in fretta. I partecipanti alla conferenza avranno davanti a sé le carte dell’Europa, dell’Asia e dell’Afri­ca. La seduta odierna però sarà dedicata alla situazione sul fronte orientale, dove l’Esercito rosso continua ad avanzare in modo tanto soddisfacente. Egli, Roosevelt, prega che qualcuno esponga la situazione sul fronte sovietico-tedesco.

 

 

Stalin risponde che può proporre come relatore il vice capo di stato maggiore generale dell'Esercito rosso, Antonov.

 

 

Antonov 1. Dal 12-15 gennaio le truppe sovietiche sono passate all'attaccò su un fronte di 700 chilometri che va dal fiume Niemen ai Carpazi.

Le truppe del generale Cerniakhovski hanno sferrato l'of­fensiva su Königsberg.

I soldati del generale Rokossovski — lungo la riva setten­trionale della Vistola per tagliare la Prussia orientale dalle re­gioni centrali della Germania.

Le truppe del maresciallo Zukov — piú a sud della Vistola, verso Poznan.

Le truppe del maresciallo Koniev — verso Censtokhov­-Breslavia.

Le truppe del generale Petrov — nella fascia dei Carpazi, su Novi Targ.

Il colpo principale è stato portato dal gruppo delle truppe di Rokossovski, Zukov e Koniev sul fronte Ostrolenka-Craco­via, lungo 300 chilometri.

 

 

2. Per via delle cattive condizioni atmosferiche, questa operazione doveva essere iniziata alla fine di gennaio, quando si aspettava un miglioramento del tempo.

Poiché essa veniva considerata e preparata come azione destinata ad avere scopi risolutivi, si voleva condurla nelle mi­gliori condizioni.

Tuttavia, vista la situazione allarmante creatasi sul fronte occidentale dopo l'offensiva tedesca nelle Ardenne, il comando supremo ha ordinato di cominciare l'attacco non più tardi della metà di gennaio, senza aspettare il miglioramento del tempo.

 

 

3. Dopo l'attestamento delle truppe sovietiche sui fiumi Narev e Vistola, il raggruppamento più compatto del nemico si trovava nel settore centrale del fronte, poiché l'attacco da questo settore avrebbe portato le nostre truppe per la direzione più corta ai centri vitali della Germania.

Per creare le condizioni più vantaggiose alla propria of­fensiva, il comando supremo sovietico ha deciso di costringere il nemico ad estendere quel raggruppamento centrale.

A questo scopo è stata intrapresa l'azione fiancheggiatrice contro la Prussia orientale e si è continuata l'avanzata in Un­gheria, in direzione di Budapest.

Ambedue le direttrici erano molto delicate per i tedeschi, che hanno immediatamente reagito alla nostra offensiva get­tando forze sui fianchi a scapito del settore centrale del fronte; così delle ventiquattro divisioni corazzate presenti sul nostro Fronte e rappresentanti la principale forza d'urto dei tedeschi, undici furono attirate sulla direttrice di Budapest e sei nella Prussia orientale (tre si trovavano già in Curlandia). In tal nodo, nel settore centrale del fronte rimanevano solo 4 divi­sioni corazzate.

L'obiettivo fissato dal comando supremo era stato rag­giunto.

 

 

4. Rapporto delle forze in direzione dell'attacco principale.

Sul fronte da Ostrolenka a Cracovia, cioè sulla direttrice del nostro attacco principale, il nemico aveva circa ottanta di­visioni; noi abbiamo creato un raggruppamento tale da otte­nere sul nemico la seguente superiorità:

per la fanteria — più del doppio (circa 180 divisioni); per l'artiglieria, i carri armati e l'aviazione — schiacciante. Nei settori di rottura è stata creata una densità di artiglieria di 220-230 pezzi (da 76 m/m e oltre) su ogni chilometro di fronte.

 

 

5. L'offensiva ebbe inizio in pessime condizioni atmosfe­riche (nuvole basse, nebbia) il che escludeva completamente l'impiego dell'aviazione e limitava a cento metri la visuale dell'artiglieria.

Grazie ad una buona attività di ricognizione e al potente attacco dell'artiglieria, il sistema di fuoco dell'avversario è stato sopraffatto e le sue fortificazioni sono state distrutte. Ciò ha permesso alle nostre truppe nel primo giorno dell’offensiva di avanzare per dieci-quindici chilometri, cioè di sfondare comple­tamente la difesa nemica in tutta la sua profondità tattica.

 

 

6. Risultati dell'attacco:

a) Verso il 10 febbraio, cioè dopo diciotto giorni di of­fensiva, le truppe sovietiche avevano progredito di 500 chilometri sulla direttrice dell'attacco principale, con una media di avanzata di venticinque-trenta chilometri al giorno.

b) Le truppe sovietiche hanno raggiunto il fiume Oder nel settore che va da Kustrin (a nord di Francoforte) verso il sud e hanno occupato la regione industriale della Slesia.

c) Sono state tagliate le vie principali che collegano il raggruppamento nemico della Prussia orientale con le zone cen­trali della Germania.

In tal modo, oltre il raggruppamento della Curlandia (ven­tisei divisioni) è stato isolato anche quello della Prussia orien­tale (ventisette divisioni); sono accerchiati e in via di annien­tamento raggruppamenti tedeschi isolati (nelle regioni di Lodz, Torn, Poznan, Schneidemul: complessivamente quindici divi­sioni).

d) Sono state sfondate forti posizioni difensive tedesche di tipo permanente nella Prussia orientale sulle direttrici di Königsberg e di Letzen.

e) Sono state distrutte quarantacinque divisioni tedesche. Il nemico ha subito perdite:

 

prigionieri, circa

100.000

morti, circa

300.000

totale

400.000

 

 

7. Azioni probabili del nemico:

a) I tedeschi difenderanno Berlino e per questo cerche­ranno di arrestare l'avanzata delle truppe sovietiche sul fiume Oder, organizzando qui la difesa con le truppe in ritirata e con le riserve portate dalla Germania, dall'Europa occidentale e dall'Italia.

Per la difesa della Pomerania il nemico cerca di impiegare il raggruppamento della Curlandia, trasportandolo per via mare oltre la Vistola.

b) I tedeschi cercheranno di proteggere nel modo più effi­cace la strada per Vienna, rafforzandola con le truppe operanti in Italia.

 

 

8. Spostamenti delle truppe nemiche:

a) Sul nostro fronte sono già apparse: 16 divisioni

9 divisioni - provenienti dalle zone centrali della Germania,

6 divisioni - provenienti dal fronte dell'Europa oc­cidentale,

1 divisione - proveniente dall'Italia

b) Sono in corso di trasferimento: 5 divisioni

4 divisioni corazzate,

1 divisione motorizzata

c) Con ogni probabilità saranno trasferite ancora trenta-trentacinque divisioni (con prelievi dai fronti dell'Europa occi­dentale, dalla Norvegia, dall'Italia e dalle riserve che si tro­vano in Germania).

In tal modo sul nostro fronte possono arrivare ancora dalle trentacinque alle quaranta divisioni.

 

 

9. Ciò che noi vorremmo:

a) Affrettare il passaggio all'offensiva delle truppe alleate sul fronte occidentale; vi sono oggi per questo i seguenti fat­tori molto favorevoli:

1) la sconfitta dei tedeschi sul fronte orientale;

2) la sconfitta del raggruppamento tedesco operante nelle Ardenne;

3) l'indebolimento delle forze tedesche in occidente per il trasferimento delle riserve in oriente.

a) È auspicabile che l'attacco cominci nella prima metà di febbraio.

b) Con attacchi aerei sulle vie di comunicazione ostaco­lare il trasferimento delle truppe nemiche dal fronte occiden­tale, dalla Norvegia e dall'Italia verso l'oriente; in particolare, paralizzando i nodi di Berlino e di Lipsia.

c) Non permettere al nemico di portar via le sue truppe dall’Italia.

 

 

(Il testo del rapporto di Antonov è stato consegnato per iscritto a Roosevelt e a Churchill).

 

 

Stalin chiede se ci sono domande.

 

 

Roosevelt dice che vorrebbe sapere che cosa pensa di fare il governo sovietico per quanto riguarda le locomotive, i va­goni e le ferrovie tedesche. Pensa il governo sovietico di modi­ficare le ferrovie tedesche allargando i binari?

 

 

Antonov risponde che poiché il materiale rotabile e le lo­comotive abbandonati dai tedeschi non sono in condizioni di essere utilizzati, si dovranno modificare alcune linee principali.

 

 

Roosevelt dichiara che, a suo parere, sarebbe bene che gli stati maggiori alleati discutessero insieme questa questione, dal momento che ora le loro truppe si avvicinano rapidamente le une alle altre.

 

 

Antonov risponde che il comando sovietico modifica sol­tanto una parte minima, di vie ferroviarie, e questo per assi­curare i rifornimenti alle sue truppe.

 

 

Stalin dice che gran parte della rete ferroviaria non verrà toccata. Lo stesso comando sovietico affronta piuttosto malvo­lentieri il compito di allargare i binari.

 

 

Churchill dichiara di avere qualche domanda da fare. Egli, Churchill, ritiene che ci sia una serie di questioni che sarebbe bene fossero discusse dai tre stati maggiori. Ad esempio, la que­stione del tempo. Bisognerebbe chiarire quanto tempo occor­rerà ai tedeschi per trasferire otto divisioni dall'Italia al fronte sovietico. Che cosa bisognerebbe fare per impedirlo? Non con­viene spostare una parte delle truppe alleate attraverso il pas­saggio di Lubiana per congiungerle con l'Esercito rosso? Biso­gna anche decidere quanto tempo occorra per far questo e se non sia già troppo tardi.

 

Egli, Churchill, ha indicato soltanto una delle questioni che potrebbero essere discusse dai nostri stati maggiori. Ora egli proporrebbe che il generale Marshall facesse un rapporto sulle operazioni del fronte occidentale, la cui attuazione sarà di aiuto alle forze sovietiche.

 

 

Roosevelt dice di essere d'accordo col primo ministro. Pri­ma gli alleati combattevano a grande distanza gli uni dagli altri. Ora la Germania è diventata piccola ed è per questo che acqui­sta un particolare significato un contatto pi ú stretto fra gli stati maggiori dei tre paesi.

 

 

Stalin dice che questo è giusto.

 

 

Il generale Marshall dichiara che sul fronte occidentale sono state liquidate le conseguenze dell'attacco tedesco nelle Ardenne. Nelle ultime settimane il generale Eisenhower ha rior­dinato le sue divisioni, pur continuando a premere sul nemico nella zona della controffensiva tedesca. In seguito alle opera­zioni da lui condotte il generale Eisenhower è venuto a sapere che nelle Ardenne i tedeschi hanno forze molto ingenti. Per questo egli ha cominciato a concentrare le sue forze a set­tentrione.

 

Nella parte meridionale del fronte, cioè a nord della Sviz­zera, il compito della progettata operazione è quello di rigettare i tedeschi nella zona di Mulhausen e Colmar. Il compito delle operazioni in corso a nord di Strasburgo consiste nel liquidare la testa di ponte sulla sponda sinistra del Reno. Attualmente il XXV gruppo d'armata e la IX armata americana, sotto il co­mando di Montgomery, si preparano ad attaccare nel settore settentrionale. La IX armata americana avanzerà in direzione nord-ovest.

 

Il comando alleato spera di cominciare la prima di queste operazioni l’8 febbraio. La seconda operazione comincerà una settimana dopo e, forse, anche un po’ prima. Gli alleati calco­lano che i tedeschi si ritireranno verso Dusseldorf e che le trup­pe alleate avanzeranno in seguito su Berlino. In questa offen­siva saranno impiegate tante forze quanto sarà possibile dal punto di vista dei rifornimenti. Verranno impiegate truppe pa­racadutate. Il passaggio del Reno a nord è ritenuto possibile all'inizio di marzo. In quella zona esistono tre luoghi adatti al forzamento del fiume.

 

Per qualche tempo le operazioni sul fronte occidentale si sono sviluppate con lentezza per mancanza di tonnellaggio. Og­gi, dopo che il porto di Anversa è stato aperto, le cose vanno meglio e gli alleati possono trasportare da settanta a ottanta­mila tonnellate di carico solido al giorno e dodicimila tonnel­late di combustibile liquido. I tedeschi cercano di ostacolare i rifornimenti degli alleati e continuano a bombardare Anver­sa con bombe volanti. Oggi abbiamo ricevuto la notizia che nella zona di Anversa sono cadute in un giorno sessanta bom­be volanti e sei razzi. [Con i termini bombe volanti e razzi il generale Marshall fa riferimento rispettivamente ai Fieseler Fi.103 (Vergeltungswaffe 1) e Aggregat 4 (Vergeltungswaffe 2)]

 

Stalin dice che bombe e razzi raramente raggiungono il bersaglio.

 

 

Marshall risponde che è sempre possibile che le bombe cadano sulle navi ancorate nel porto.

 

Egli dichiara che l'aviazione alleata è sempre stata attiva quando le condizioni atmosferiche lo hanno permesso. Grandi distruzioni sono state compiute dai caccia e dai bombardieri. Si ha oggi notizia di incursioni aeree su convogli di truppe di­rette verso il fronte sovietico. Distruzioni importanti sono state effettuate lungo le linee ferroviarie a nord di Strasburgo. Aerei pesanti da bombardamento hanno operato soprattutto sulle fab­briche di combustibili per privare i tedeschi della possibilità di rifornire i loro carri armati. La produzione di combustibile è diminuita in Germania del 60%. L'aviazione ha effettuato incursioni anche sulle linee di comunicazione. Incursioni mas­sicce hanno avuto luogo sulle fabbriche di carri armati.

 

Per quanto riguarda la situazione in Italia e a sud della Svizzera, egli, Marshall, può comunicare quanto segue. La Ger­mania possiede a sud della Svizzera una o due divisioni, in Ita­lia ne ha ventisette. Le forze degli alleati in Italia si equili­brano con quelle tedesche. In più gli alleati dispongono dell’aviazione che distrugge il materiale rotabile tedesco, le ferro­vie e i ponti.

 

Probabilmente, dichiara Marshall, i tedeschi riprenderanno presto l’offensiva sottomarina, avendo creato un tipo migliorato di sommergibile. Attualmente i tedeschi hanno a loro disposi­zione circa trenta sommergibili. Nonostante il numero esiguo, essi possono rappresentare una seria minaccia per la flotta al­leata, poiché i nostri strumenti non sono in grado di segnalare la presenza di questi nuovi sommergibili. È per questo che l'azione dei bombardieri pesanti è stata diretta sui cantieri na­vali, dove questi sommergibili vengono costruiti. Questi bom­bardamenti però non hanno diminuito la pressione dell'aviazione sugli obiettivi industriali tedeschi, soprattutto sulle fabbriche di combustibile.

 

 

Churchill dichiara che vorrebbe si pronunciassero il feld­maresciallo Brooke e l'ammiraglio Cunningham. Oggi è molto importante la velocità di avanzata delle truppe sovietiche, poi­ché Danzica è uno dei posti in cui i sommergibili sono più concentrati.

 

 

Stalin chiede in quali altri luoghi sono concentrati i som­mergibili.

 

 

Churchill risponde che tali luoghi sono Kiel e Amburgo.

 

 

Brooke dichiara che, a suo parere, i piani e le operazioni degli alleati sul fronte occidentale sono stati esposti in modo completo.

 

 

Churchill dichiara che prima che i partecipanti alla riu­nione passino ad altri problemi, non militari, egli vorrebbe sof­fermarsi su una questione collegata al forzamento dei fiumi. Gli alleati hanno un centro speciale per lo studio del forzamento dei fiumi. L’ufficiale, che è capo di questo centro, si trova attual­mente a Yalta. Noi, dice Churchill, saremmo grati se questo ufficiale potesse mettersi in contatto con i militari sovietici per ottenere informazioni sul forzamento dei fiumi. È noto che i russi posseggono una grande esperienza soprattutto per quanto riguarda il forzamento dei fiumi sul ghiaccio.

 

 

Stalin dice che ha alcune domande da fare. Egli vorrebbe sapere qual è la lunghezza del fronte su cui è previsto lo sfon­damento.

 

 

Marshall risponde che si pensa di sfondare su un fronte di cinquanta - sessanta miglia.

 

 

Stalin chiede se i tedeschi hanno fortificazioni su quel fronte.

 

 

Marshall risponde che i tedeschi hanno creato in quel set­tore del fronte fortificazioni di tipo pesante.

 

 

Stalin chiede se gli alleati dispongano di riserve per sfrut­tare il successo.

 

 

Marshall risponde affermativamente.

 

 

Stalin dice di aver posto questa domanda perché il co­mando sovietico sa quanto sia grande l'importanza delle riserve. Ciò si è reso particolarmente evidente nella campagna invernale. Egli vorrebbe chiedere quante divisioni corazzate gli alleati hanno concentrato nel settore previsto per lo sfondamento. Il comando sovietico aveva concentrato durante l'offensiva inver­nale nella parte centrale del fronte circa novemila carri armati.

 

 

Marshall risponde che non è al corrente ma che, all'incirca, per tre divisioni di fanteria ce n'è una corazzata, cioè su trenta­cinque divisioni dieci o dodici sono di carri armati.

 

 

Stalin chiede quanti carri armati ci sono per ogni divisione alleata.

 

 

Marshall risponde: trecento.

 

 

Churchill dichiara che in tutto il teatro d’operazioni dell’Europa occidentale gli alleati hanno diecimila carri armati.

 

 

Stalin dice che non è poco. Sul fronte dell'attacco princi­pale il comando sovietico aveva concentrato da otto a novemila aerei. Quanti ne hanno gli alleati?

 

 

Portal risponde che gli alleati ne hanno quasi altrettanti, compresi quattromila bombardieri, ognuno dei quali può trasportare un carico di bombe variabile da tre a cinque tonnellate.

 

Stalin chiede quale sia la superiorità degli alleati nella fanteria. Il comando sovietico aveva sul fronte dell'attacco principale una superiorità rispetto ai tedeschi di cento divisioni contro ottanta.

 

 

Churchill dichiara che gli alleati non hanno mai avuto e non hanno attualmente una grande superiorità nella fanteria, ma che a volte hanno avuto una grandissima superiorità aerea.

 

 

Stalin dice che il comando sovietico ha una grande prep­onderanza nell'artiglieria. Forse agli alleati interessa sapere come opera l'artiglieria sovietica? Noi, dice Stalin, in quanto compagni di lotta, possiamo fare uno scambio di esperienze con gli alleati. Un anno fa il comando sovietico ha creato una spe­ciale artiglieria di sfondamento. Ciò ha dato buoni risultati. Una divisione di artiglieria possiede da trecento a quattrocento cannoni. Ad esempio, al maresciallo Koniev, su un fronte di trenta quaranta chilometri, sono state assegnate sei divisioni di artiglieria di sfondamento. A queste divisioni era stata aggre­gata anche l'artiglieria di corpo d'armata. In definitiva, per ogni chilometro di sfondamento c'erano circa 230 cannoni. Dopo il bombardamento dell'artiglieria molti tedeschi erano morti, altri erano storditi e per molto tempo non potevano tor­nare in sé. In questo modo davanti all'Esercito rosso le porte erano aperte. La successiva avanzata, non era difficile.

 

Stalin si scusa di aver rubato tempo col suo racconto. Noi, egli dice, abbiamo espresso i nostri desideri circa l'aiuto che gli eserciti alleati possono dare alle truppe sovietiche. Egli vor­rebbe sapere quali sono i desideri degli alleati nei confronti delle truppe sovietiche.

 

 

Churchill dichiara che vorrebbe cogliere l’occasione per esprimere l’ammirazione profonda per la potenza dimostrata dall'Esercito rosso nella sua offensiva.

 

 

Stalin dice che questo non è un desiderio.

 

 

Churchill dichiara che gli alleati si rendono conto delle difficoltà del loro compito e non le sminuiscono. Ma gli alleati sono sicuri che porteranno a termine questo compito. Questa sicurezza è in tutti i loro comandanti. Benché sia previsto di portare l'attacco nel settore più forte della difesa tedesca, gli alleati sono certi che l’attacco riuscirà e porterà vantaggio alle operazioni delle truppe sovietiche. Per quanto riguarda i desi­deri, gli alleati vogliono che l'avanzata delle armate sovietiche continui altrettanto felicemente.

 

 

Roosevelt dichiara di essere d'accordo con Churchill.

 

 

Stalin dice che l'offensiva invernale dell'Esercito rosso, per cui Churchill ha espresso gratitudine, è stato il compimento di un dovere ai compagni di lotta. Secondo le decisioni prese alla conferenza di Teheran, il governo sovietico non era tenuto a intraprendere questa offensiva.

 

Il presidente gli aveva chiesto se poteva ricevere il rap­presentante del generale Eisenhower. Naturalmente, egli aveva dato il suo consenso. Churchill gli aveva mandato un messaggio in cui chiedeva se non pensasse di intraprendere l'offensiva nel mese di gennaio. Egli, Stalin, aveva capito che né Churchill né Roosevelt gli chiedevano direttamente un’offensiva; egli aveva apprezzato questa delicatezza degli alleati, tuttavia si era accorto che per gli alleati tale offensiva era indispensabile. Il comando sovietico ha iniziato l'attacco prima del tempo sta­bilito. Il governo sovietico riteneva che questo fosse suo do­vere, dovere di alleato, anche se a questo riguardo non aveva impegni formali. Egli, Stalin, vuole che gli alleati tengano pre­sente che i sovietici non solo onorano gli impegni assunti, ma sono pronti a compiere il loro dovere morale nei limiti del possibile.

 

Per quanto riguarda i desideri, egli ha posto la domanda perché Tedder aveva chiesto che le truppe sovietiche non ces­sassero l'offensiva prima della fine di marzo. Egli, Stalin, ha interpretato la cosa come un desiderio non del solo Tedder, ma anche degli altri comandanti militari alleati. Noi, dice Sta­lin, continueremo la nostra offensiva se il tempo lo permetterà e se le strade saranno transitabili.

 

 

Roosevelt dichiara che è pienamente d'accordo col mare­sciallo Stalin. Alla conferenza di Teheran non fu possibile con­certare un piano generale delle operazioni. Egli, Roosevelt, comprende le cose così: che ogni alleato era moralmente im­pegnato ad avanzare il più celermente possibile. Quando ha avuto luogo la conferenza di Teheran era molto grande la distanza fra le truppe degli alleati che avanzavano dall’oriente e dall’occidente. Ma ora è arrivato il momento in cui bisogna coordinare le operazioni delle truppe alleate più minuziosa­mente.

 

 

Churchill dichiara che egli saluta le parole del maresciallo Stalin. Gli sembra di poter dire a nome suo e a quello del pre­sidente quanto segue. La ragione per cui a Teheran non hanno concluso un accordo con l'Unione Sovietica sulle future operazioni è stata la loro fiducia nel popolo sovietico e nei suoi militari.

 

 

Roosevelt risponde che la conferenza di Teheran ha avuto luogo prima della sua rielezione. Non era ancora chiaro se il popolo americano sarebbe stato dalla sua parte. Era perciò difficile formulare piani militari comuni.

 

 

Churchill dichiara che la questione sollevata da Tedder nel suo colloquio col maresciallo Stalin, può essere discussa in seguito dagli stati maggiori alleati. Certo, dice Churchill, possiamo essere criticati perché le offensive alleate non sono state coordinate. Se il tempo ostacolerà le operazioni delle truppe sovietiche, forse gli alleati potranno attaccare sul pro­prio fronte. Ma questo problema deve essere risolto dai nostri stati maggiori.

 

 

Stalin dice che ci si è trovati di fronte a una discordanza. Le truppe sovietiche hanno sospeso la loro avanzata in au­tunno. Nel frattempo gli alleati avevano cominciato l’offensiva. Oggi è avvenuto il contrario. Per il futuro questo deve essere evitato. Forse è opportuno che i nostri militari esaminino i piani delle operazioni estive?

 

 

Churchill dice che forse questo è indispensabile. I nostri militari potrebbero occuparsi di problemi militari, mentre i capi si occuperanno di problemi politici.

 

 

Stalin risponde che è giusto.

 

 

Cunningham dice che vorrebbe completare la comunica­zione del generale Marshall. La minaccia della nuova guerra sottomarina da parte tedesca è più potenziale che attuale. I tedeschi hanno fatto grandi progressi nel perfezionamento dei sommergibili. Tuttavia, questo non ha molta importanza. È importante invece che i tedeschi stanno già costruendo nuovi tipi di sommergibili. Questi saranno dotati dei più moderni dispositivi tecnici e saranno capaci di una grande velocità sott’acqua. Perciò sarà difficile alle forze di mare combatterli. I tedeschi costruiscono sommergibili a Brema, Amburgo e Dan­zica. Se gli sarà permesso di esprimere un desiderio, egli, in quanto rappresentante del dicastero della marina, vorrebbe chie­dere che le truppe sovietiche occupassero al pii presto Dan­zica, poiché è li che è concentrato il 30% della produzione di sommergibili.

 

 

Roosevelt chiede se Danzica non si trovi già sotto il fuoco dell'artiglieria sovietica.

 

 

Stalin risponde che Danzica non si trova ancora sotto il tiro dell'artiglieria sovietica. Il comando sovietico spera di av­vicinarsi presto alla distanza di tiro di cannone da Danzica.

 

 

Churchill dice che i militari potrebbero incontrarsi il mat­tino seguente.

 

 

Stalin risponde che è d'accordo. Propone di fissare l'in­contro a mezzogiorno.

 

 

Churchill dichiara che durante quest'incontro i militari dovranno discutere non soltanto la situazione sui fronti orien­tale e occidentale, ma anche quella sul fronte italiano. Inoltre dovranno occuparsi di trovare il modo migliore di impiego delle forze disponibili. Per l'indomani, egli propone di fissare la riunione sulle questioni politiche, e precisamente sul futuro della Germania, sempre che la Germania abbia un futuro.

 

 

Stalin risponde che la Germania avrà un futuro.

 

 

 

Conferenza di Yalta 4 - 11 febbraio 1945

 

 

Conferenza di Yalta 4 - 11 febbraio 1945

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