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LA POLITICA DEL « LEBENSRAUM »

DOCUMENTI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE

 

 

LA POLITICA DEL « LEBENSRAUM »

 

 

Il popolo tedesco non possiede alcun diritto morale di svolgere un’attività coloniale, finché non sia in grado di riunire tutti i suoi figli in un unico Stato. Soltanto quando le frontiere del Reich comprenderanno anche l’ultimo tedesco, senza più potergli offrire la sicurezza del suo nutrimento, scaturirà dalla necessità la giustificazione morale della conquista di territori stranieri. In tal caso l’aratro si fa spada, e dalle lacrime della guerra cresce per i posteri il pane quotidiano.

 

Adolf Hitler Mein Kampf  Valentino Bompiani, Milano 1941

 

 

 

 

 

 

DAL VERBALE DELLA CONFERENZA TENUTA PRESSO LA CANCELLERIA DEL REICH

 

 

5 novembre 1937, ore 16,15-20,30

 

Tre mesi dopo Hitler rimosse il maresciallo von Blom­berg ed al generale von Fritsch dalle cariche di ministro della guerra e di capo di stato maggiore dell’esercito. Gli succedettero i generali Keitel e von Brauchitsch, che insieme all’ammiraglio Raeder furono destinati a mettere in pratica la politica di Hitler.

 

Presenti: il Führer, il Ministro della guerra Maresciallo von Blomberg, il Capo di Stato maggiore dell'esercito generale barone von Fritsch, il Capo di Stato maggiore della marina ammiraglio dott. Raeder, il Capo di Stato maggiore dell'aviazione ge­nerale Göring, il Ministro degli esteri von Neurath, il colonnello Hossbach.

 

Il Führer... prosegue: L’obbiettivo della politica tedesca deve garantire la sicu­rezza e il mantenimento del popolo e il suo incremento. Si presenta così il problema dello spazio.

Il popolo tedesco supera gli 85 milioni, il che per la quantità di individui e per la limitazione dello spazio abitabile in Europa, rappresenta un nucleo razziale più compresso di quanti si trovino in altri paesi, mentre più di ogni altro ha diritto a un maggiore spazio vitale. Se non si trovasse nessuna soluzione appropriata a tale problema, si avrebbe come conseguenza di uno sviluppo storico plurisecolare, l’enor­me pericolo di non potere mantenere il popolo tedesco all’attuale livello...

Per risolvere le necessità della Germania resta soltanto la via della forza, anche se essa non è mai priva di rischi. Le guerre di Federico il Grande in Slesia e la guerra combattuta da Bismarck contro la Francia e l’Austria furono estremamente rischiose, e solo la rapidità dell'azione prussiana nel 1870 evitò che l’Austria entrasse in guerra.

Per migliorare la situazione politico-militare bisogna che in ogni caso nostro primo obiettivo bellico sia la sottomissione della Cecoslovacchia e allo stesso tempo dell’Austria, per coprirsi ai fianchi in caso di avanzata verso Occidente. Non si può essere sicuri che in caso di conflitto con la Francia la Cecoslovacchia non inter­venga contemporaneamente. Il desiderio della Cecoslovacchia di entrare in guerra aumenterebbe con l’aumentare della nostra debolezza, e il suo intervento potrebbe dirigersi verso la Slesia, verso nord o verso ovest...

 

 

 

 

NOZIONI DI GEOPOLITICA

 

Lebensraum Il termine Lebensraum (letteralmente “spazio vitale”) fu utilizzato per la prima volta da Friederich Ratzel nel 1897. Fu solo nel suo studio biogeografico (Ratzel, 1901), però, che quest'espressione venne presentata in veste scien­tifica. Ratzel non fornì mai alcuna chiara definizione del concetto, ma lo associò semplicemente a un'area geografica entro cui si sviluppano degli organismi viven­ti. Sebbene lo studio in questione (Ratzel, 1901) fosse principalmente un'analisi fito e zoo-geografica, non si può non rilevare il chiaro carattere darwinistico-socia­le insito nel concetto di Lebensraum. L'accento posto da Ratzel sul significato esi­stenziale di questo termine e il suo confronto con le battaglie decisive combattute fra gli stati furono adottati in particolare modo dai Geopolitiker tedeschi. Karl Haushofer considerava il Lebensraum la base di tutta la politica estera della Germania, che aveva il compito di difendere e allargare il Lebensraum tedesco. Il termine venne utilizzato anche da Hitler nel Mein Kampf (1924), preso forse in prestito dal vocabolario del suo vice, Rudolf Hess, a sua volta amico di Karl Haushofer. Hitler sosteneva principalmente l'allargamento dello spazio vitale tedesco verso l'Europa orientale. I geopolitici tedeschi e gli apologeti del nazismo portarono due argomenti a sostegno di questa espansione. Il primo riguardava la cancellazione del trattato di Versailles (1919), che aveva privato la Germania di tutte le sue colonie e di larga parte del suo territorio. La seconda motivazione era invece legata al surplus di nascite rispetto alle morti che interessava la Germania e che richiedeva necessariamente ulteriore spazio per nuovi insediamenti. A ogni modo, durante gli anni del nazionalsocialismo, il termine Lebensraum fu impiega­to molto spesso anche al di fuori degli ambienti accademici, senza che tuttavia vi fosse un accordo comune sul suo significato. Scarso effetto sortirono anche i ten­tativi chiarificatori dei geografi tedeschi, e Lebensraum rimase un termine vago. Nel corso della guerra del Golfo (1990-91), alcuni commentatori statunitensi lo hanno riutilizzato per indicare nel Kuwait il Lebensraum dell'Iraq di Saddam Hussein.

 

 

 

Drang nach Osten Fin dall'inizio degli anni Venti, l'espressione tedesca Drang nach Osten (Spinta verso Est), associata a quella di Lebensraum, divenne di uso co­mune negli scritti degli storici tedeschi. L'Europa orientale era considerata la terra d'origine dei tedeschi e, attraverso un parallelo storico, la colonizzazione tedesca dell'Est durante il Medioevo veniva associata alla futura strategia di insediamento ger­manico nelle stesse terre. Questa tesi ideologica era essenzialmente sostenuta dalla disciplina accademica denominata Ostforschung (orientalistica). Durante il periodo della Repubblica di Weimar (1919-33), come negli anni del nazionalsocialismo (1933-45), lo studio di questa disciplina venne finanziato sia dalle autorità pubbli­che che da fondazioni private. La Ostforschung suggeriva l'esistenza di una distin­ta area culturale tedesca (Volks - und Kulturboden), che andava difesa contro le ri­vendicazioni slave. In questo senso, gli studiosi tedeschi, specialmente gli storici — ma anche i geografi, i linguisti e gli studiosi del folclore — raccolsero una serie di dati e svilupparono diverse teorie per sostenere la necessità di una revisione del­le frontiere orientali della Germania, così come erano state stabilite dal trattato di Versailles.

Lo stesso Hitler difese molto chiaramente l'orientamento della Germania verso Est: "Wir stoppen den ewigen Germanenzug nach dem Siiden und Westen Euro­pas und weisen den Blick nach dem Land im Osten" (Fermeremo il perenne movi­mento della Germania verso il Sud e verso l'Ovest dell'Europa e sposteremo la no­stra attenzione alla terra dell'Est) (Hitler, 1933). Questo annuncio di uno spostamento verso Est, voluto da Hitler, costituì il fondamento teorico della con­quista nazionalsocialista del nuovo Lebensraum nell'Europa orientale. Un'espansione che, inaugurata con l'attacco tedesco alla Polonia, nel settembre 1939, avrebbe con­dotto, attraverso l'Operazione Barbarossa, al disastro globale della seconda guerra mondiale.

 

 

 

Espace vital Traduzione francese di Lebensraum, termine utilizzato da Friedrich Ratzel  per descrivere la necessità degli stati dinamici di acquisire sempre più ter­ritorio, in modo da mantenere e sviluppare la propria prosperità. Questa dottrina finì col divenire uno degli elementi essenziali della Geopolitik tedesca, e fu uni­versalmente condannata dai geografi politici francesi in quanto parte di quella pseu­do-geografia considerata mera giustificazione della politica di espansione nazista (Ancel, 1938). Jacques Ancel scrisse che l'espace vital era stato rivendicato dai tedeschi come un diritto, ma, per la sua voracità, in realtà non doveva essere considerato che un appetito "indeterminato e infinito" di sempre maggiori territori. Sempre secondo Ancel, dietro a quella teoria si nascondeva il machiavellico perse­guimento di ambizioni territoriali che avrebbero portato all"espansione illimitata del Reich grande-tedesco" (Ancel, 1940). Ancel e altri studiosi francesi espressero quindi una particolare preoccupazione per il destino di quelle piccole nazioni che avevano avuto la sfortuna di sorgere sulla via del nuovo Drang nach Osten tedesco. Questi autori opposero all'espace vitali concetti di "intesa" e di communauté européenne.

 

 

 

 

L'UNIFICAZIONE DEI POPOLI DI LINGUA TEDESCA (1914/1942)

 

La Germania di Versailles

 

LA MUTILAZIONE DELLA GERMANIA. - L'Impero germanico aveva nel 1914 una superficie di 540 857 kmq. e contava 67 812 000 ab. Per il trattato di Versaglia (28 giugno 1919), la Germania subì le se­guenti mutilazioni: a) dalla Prussia Orientale furono staccati il territorio a nord del Niemen con la città di Memel, assegnato alla Lituania (2 657 kmq. con 141 200 ab.) e il territorio di Soldau, annesso alla Polonia (501 kmq. con 24 800 ab.); il distretto di Allellstein, sottoposto a plebiscito, votò per la Germania; b) della Prussia Occidentale, Danzica con l'estuario della Vistola (1 914 kmq. con 330 600 ab.) fu eretta in Città Libera, il resto passò in gran parte alla Polonia (15 865 kmq. con 964 700 ab.), mentre la Germania conservò in base a plebiscito il distretto di Marienwerder; c) della Posnania, nove decimi furono annessi alla Polonia (26 042 kmq. con 1 946 500 ab.); d) dell'Alta Slesia, in seguito a plebiscito, furono assegnati alla Polonia i comuni sudorientali (3221 kmq. con 893 100 ab.), mentre il territorio di Hultschín (316 kmq. con 48 500 ab.) fu annesso alla Cecoslovacchia; e) della Bassa Slesia, fu ceduto alla Polonia il territorio di Reichtal e Bralin (512 kmq. con 26 200 ab.); f) l'Alsazia e la Lorena (14 522 kmq. con 1 874 000 ab.) passarono alla Francia; g) della Provincia Renana, il territorio di Eupen e Malmédy (1 036 kmq. con 60 000 ab.) fu assegnato al Belgio; h) dello Schleswig la parte settentrionale (3993 kmq. con 166 300 ab.) fu ceduta alla Danimarca. Il territorio della Saar (1880 kmq. con 713 000 ab.) fu dichia­rato autonomo; un plebiscito da tenersi dopo 15 anni (1934) doveva determinarne le sorti. Il territorio alla sinistra del Reno e le teste di ponte di Colonia, Coblenza e Magonza sulla destra, dovevano rima­nere soggette, per un periodo variabile da 5 a 15 anni, all'occupazione militare interalleata; questa fu estesa poi (da parte francese e belga) a Francoforte nel 1920, a Düsseldorf e Duisburg nel 1921, al ba­cino minerario della Ruhr e ai porti fluviali di Mannheim e di Ludwigshafen nel 1923. Infine tutta la zona a ovest e una striscia profonda 50 km. ad est del Reno dovevano rimanere permanentemente smilitarizzate.

 

 

 

 

 

Germania Reich il 1° settembre 1939

 

RIACQUISTI DELLA GERMANIA FINO AL l° SETTEMBRE 1939. - La Germania fu ridotta dal trat­tato di Versaglia (vedi tavola precedente) a 468 768 kmq., e contava, nel 1919, 59 177 000 abitanti. La prima atte­nuazione delle clausole territoriali versagliesi fu l'anticipato ritiro delle truppe d'occupazione in­teralleate (americane, inglesi, belghe e francesi) dalla zona renana, che venne compiuto nel giugno 1930. Il 13 gennaio 1935 ebbe luogo il previsto plebiscito della Saar, che diede una grandissima maggioranza di voti (477 119 su 528 005) per la riunione alla Germania, che venne così a ricuperare 1880 kmq. e 812 000 abitanti. Coll'avvento al potere del nazionalsocialismo la metodica riconquista dei diritti e delle po­polazioni strappate alla Germania dal trattato di Versaglia prese un ritmo di crescente rapidità. Il 7 marzo 1936 la zona smilitarizzata a oriente e a occidente del Reno fu rioccupata dalle forze armate del Reich. Il 13 marzo 1938 fu proclamata l'unione dell'Austria (83 904 kmq. con 6 760 000 abitanti). Dal l° al 10 ottobre dello stesso anno, in seguito agli accordi di Monaco (29 sett. 1938), furono annessi il ter­ritorio dei Sudeti e le altre zone etnicamente germaniche della Cecoslovacchia (complessivamente 28 971 kmq. con 3 636 000 abitanti). Il 15 marzo 1939 fu proclamato il Protettorato del Reich sulla Boe­mia e sulla Moravia (49 362 kmq. con 6 805 000 abitanti) e il 22 marzo, in seguito ad accordi diretti tra il Reich e la Lituania, fu riannesso alla Prussia Orientale il territorio di Memel (2 848 kmq. con 148 000 abitanti). Alla vigilia della seconda guerra mondiale il Reich tedesco presentava pertanto un terri­torio accresciuto a 635 733 kmq. e contava oltre 86 milioni di abitanti.

 

 

 

 

Germania Reich alla fine del 1940

 

IL REICH ALLA FINE DEL 1940. - La campagna di Polonia, rapidamente conclusa nel settembre 1939, portò alla dissoluzione dello stato polacco. Fin dal 1° settembre la Città Libera di Danzica fu occu­pata e rientrò a far parte della Patria tedesca. Il 28 settembre un accordo russo-tedesco di delimi­tazione delle zone d'interesse nei territori ex polacchi fissò la linea di frontiera tra il Reich e l'Unione Sovietica, lasciando alla Germania all'incirca la metà occidentale della Polonia. Di questi territori: quelli di Sudauen (2840 kmq. con 117 000 abitanti) e di Soldau (491 kmq. con 25000 abitanti) e il distretto di Zichenau (12 914 lmq. con 853 000 abitanti) furono aggregati alla Prussia Orientale; il « corridoio » polacco costituì con Danzica e il distretto di Marienwerder la nuova provincia di Danzica-Prussia Occidentale (23 130 kmq. e 1 986 000 abitanti di nuova annessione) ; la Posnania, accresciuta del ter­ritorio di. Litzmannstadt, formò la nuova provincia del Wartheland (43 905 kmq. con 4 694 000 abi­tanti) ; la Slesia polacca (10 586 kmq. con 275 000 abitanti) fu riannessa all'Alta Slesia; tutto il rima­nente fu riunito in un Governatorato Generale (95 828 kmq. con 12 407 000 abitanti).

La campagna di Norvegia (aprile 1940) portò all'occupazione militare tedesca della Danimarca e della Norvegia; quest'ultima, essendo fuggito il Governo, venne sottoposta a un Commissario del Reich (20 aprile 1940). La campagna di occidente (maggio-giugno 1940) si concluse con l'occupazione dell'Olanda, che venne sottoposta a un Commissario del Reich (18 maggio 1940), del Belgio, sul quale fu mantenuto il regime di occupazione militare, all'infuori del territorio di Eupen e Malmédy (1057 kmq. con 69800 abitanti) incorporato e riannesso alla Provincia Renana, e di circa 3)5 del territorio fran­cese, che rimase territorio militare in base all'armistizio di Compiègne (25 giugno 1940); l'Alsazia e la Lorena, come il Lussemburgo, furono sottoposti all'amministrazione civile tedesca (8 agosto 1940). In base ai territori annessi o direttamente amministrati, il territorio del Reich, alla fine del primo anno di guerra, si trovò accresciuto a 874 578 kmq. con una popolazione di 114 527 000 abitanti.

Oltre a questi, la Germania aveva sotto il suo controllo militare e politico i seguenti Stati: la Danimarca (42 900 kmq. e 3 863 000 ab.), la Norvegia (322 600 kmq. e 2 952 000 ab.), l'Olanda (32 920 kmq. e 8 923 000 ab.), il Belgio (29 450 kmq. e 8 295 000 ab.), la Francia occupata (290 000 kmq. e 25 095 000 ab.), le Isole Normanne (195 kmq. e 93 000 ab.) : in totale, 718 000 kmq. con 49221 000 abitanti.

 

 

 

 

Germania Reich alla fine del 1942

 

IL REICH NELLA PRIMAVERA DEL 1942. – Il 6 aprile 1941 le Potenze dell'Asse risolsero di interve­nire con un'azione militare risolutiva nella regione balcanica dove la Grecia, impegnata fin dal 28 ot­tobre 1940 in una dura lotta contro le truppe italiane d'Albania, era divenuta un centro di raccolta di forze militari britanniche, e la Iugoslavia, col colpo di stato del 27 marzo 1941, accennava manife­stamente a schierarsi coi nemici dell'Asse. La campagna contro la Iugoslavia si concluse in 12 giorni con la capitolazione dell'esercito serbo (18 aprile 1941) e la dissoluzione dello stato iugoslavo, in conseguenza della quale la Germania deliberò l'annessione della Slovenia settentrionale, già appartenuta all'Austria; del nuovo territorio parte (6500 kmq. con 564 000 abitanti) fu incorporata nella Stiria, il rimanente (2000 kmq. con 168 000 abitanti) nella Carinzia. Le truppe germaniche con­tinuarono inoltre a presidiare la Serbia e il Banato iugoslavo. Al termine della campagna di Grecia (maggio 1941) la Germania mantenne la sua occupazione militare nella Macedonia meridionale con Salonicco e in talune isole dell'Egeo.

Il 22 giugno 1941 scoppiava la grandiosa lotta sul fronte orientale contro la Russia Sovietica. Con la prima campagna, durata dal giugno fino alla fine di novembre 1941, le armate tedesche e alleate strappa­rono al nemico immensi territori della Russia occidentale e meridionale, di cui una parte ebbe una prov­visoria sistemazione amministrativa: il distretto di Bialystok (26 600 kmq. con 1 346 000 abitanti), già ap­partenuto alla, Polonia e poi passato alla Russia Bianca, fu sottoposto alla diretta amministrazione civile del Reich la Galizia orientale (48 396 kmq. con 5 301 000 abitanti), territorio ex austriaco pas­sato alla Polonia e annesso nel 1940 all'Ucraina, fu incorporato nel Governatorato Generale; per l'am­ministrazione degli altri territori furono istituiti nel novembre 1941 due Commissariati del Reich: uno per l'Ucraina (380 000 kmq. e 30 400 000 abitanti, calcolati al 1° aprile 1942) e uno per l'Ostland, com­prendente la Lituania, la Lettonia, l'Estonia e la Rutenia Bianca (374 000 kmq. con 14 500 000 abitanti, calcolati alla stessa data).

Pertanto, all'inizio del 1942 il territorio del Reich con i paesi da esso direttamente amministrati (senza i territori di sola occupazione militare) può esser calcolato di 1 678 200 kmq con una popola­zione di 160 919 000 abitanti.

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