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Teheran 10

Douglas A-20 Havoc con equipaggio sovietico



Il comunicato della Conferenza di Teheran

 

 

Noi, il presidente degli Stati Uniti d’America, i primi mi­nistri di Gran Bretagna e dell’Unione Sovietica, ci siamo riuniti a convegno nei quattro giorni scorsi, in questa città capitale della Persia, nostra alleata, ed abbiamo tracciato e riaffermato la nostra comune politica.

 

Abbiamo espresso la nostra ferma determinazione che i nostri paesi agiscano di concerto sia nella guerra sia nella pace che seguirà.

 

Per quanto riguarda la guerra, i nostri stati maggiori han­no partecipato alle nostre discussioni generali, ed insieme con essi abbiamo concordato i piani per la distruzione delle forze germaniche. Abbiamo raggiunto un accordo completo sul tempo l'ampiezza delle operazioni che saranno intraprese all’est, al­l’ovest e al sud.

 

La perfetta intesa cui siamo giunti è sicura garanzia che la vittoria sarà nostra.

 

Nei riguardi della pace, abbiamo la certezza che la nostra concordia la farà durevole. Siamo profondamente compresi della suprema responsabilità, che incombe a noi e alle altre Nazioni
Unite, di giungere ad una pace che si imponga alla buona volontà della grandissima maggioranza dei popoli del mondo, e bandisca per molte generazioni la piaga e il terrore della guerra.

Con l'assistenza dei nostri consulenti diplomatici, abbiamo passato in rassegna i problemi del futuro. Ci sforzeremo di ot­tenere la collaborazione o la partecipazione attiva di tutti i paesi, grandi e piccoli, i cui popoli sono — come lo sono i nostri po­poli — con profonda sincerità di cuore e di animo, intenti e protesi alla eliminazione della tirannia, della schiavitù, dell’intolleranza e dell’oppressione. Li accoglieremo con gioia, in qualunque momento essi vogliano entrare nella grande famiglia di tutte le nazioni democratiche del mondo.

 

Non c’è forza che possa impedirci di distruggere gli eser­citi della Germania in terra, i suoi sottomarini in mare, le sue industrie belliche dall'aria.

 

I nostri attacchi non conosceranno tregua e andranno au­mentando d'intensità.

 

Alla fine di questi nostri cordiali colloqui, guardiamo con fiducia al giorno in cui tutti i popoli della terra potranno vi­vere una vita libera, non oppressa da tirannie e conforme ai desideri e alla coscienza di ciascuno.

 

Siamo venuti a questo convegno animati da speranza e volontà ferma. Ci separiamo amici nel fatto, nello spirito, nei propositi.

 

Teheran, 1° dicembre 1943

 

Franklin D. Roosevelt
Winston S. Churchill
Josef V. Stalin

 

 

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