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Patto anticomintern

Patto Anticomintern. Patto politico firmato a Berlino da Germania e Giappone, il 25 novembre 1936, in base al quale i due Stati si impegnavano « a informarsi reciprocamente sulla attività dell’Internazionale comunista, a consigliarsi sulle misure difensive necessarie e a porre in atto tali misure in stretta collaborazione ».

 

Nel 1934 J. von Ribbentrop divenne Plenipotenziario Personale del Führer. Tutti gli appartenenti al suo ufficio avevano avuto esperienze in Estremo Oriente e intendevano tenerne conto per i loro progetti; nacque così l’idea di una più stretta collaborazione con il Giappone, incoraggiata anche dal progressivo raffreddamento dei rapporti con l’URSS. È incerto se l’idea di un trattato sia partita da Ribbentrop oppure dall’addetto militare giapponese a Berlino, Oshima, esponente di quelle correnti dello stato maggiore fautrici di una politica antirussa.

 

Nel 1935, una missione militare segreta tedesca si recò in Giappone e diede inizio alle trattative, che furono condotte al di fuori dei normali canali diplomatici e all’insaputa del ministro degli Esteri K. von Neurath.

Il testo della convenzione, sottoscritto dall’ambasciatore Mushakoji Kintomo e da Ribbentrop, constava di un preambolo in 3 articoli e di un protocollo aggiuntivo che prevedeva una stretta collaborazione nello scambio di informazioni, in altre forme di cooperazione contro la penetrazione del comunismo e nella creazione di una commissione permanente.

Contemporaneamente Ribbentrop e Mushakoji sottoscrissero un protocollo segreto di due articoli. Il primo stabiliva che, in caso di attacco non provocato o di minaccia di attacco da parte dell’URSS, i contraenti si impegnavano a non prendere misure che avrebbero potuto alleggerire la posizione dell’URSS. Il secondo impegnava i due governi a non concludere senza intesa preliminare alcun accordo politico con l’URSS che fosse contrario allo spirito del patto e per tutta la sua durata.

 

Di un’estensione del Patto all’Italia si parlò gradualmente; nel 1937, Tokyo intavolò trattative con Roma per un patto di neutralità e consultazione, oltre che per un’intesa contro il comunismo. In seguito alle pressioni di Berlino, Roma aderì come contraente originario il 6 novembre1937, ma senza avere comunicazione delle clausole segrete.

 

Comunque alla fine del 1937, Stalin cominciava a guardare con scetticismo all'alleanza con le potenze occidentali e, forse, a puntare già sulla carta tedesca. In ogni caso la conclu­sione dell'accordo Molotov-Ribbentrop il 23 agosto 1939 riportò in pri­mo piano, rispetto al criterio della contrap­posizione fascismo-antifascismo, quello del­la pura politica di potenza.

Se il patto d'ami­cizia tedesco-sovietico costituiva una pale­se violazione del protocollo aggiuntivo se­greto questo veniva disatteso anche da parte giapponese con la firma, nell’aprile 1941, del patto di neutralità col governo di Mosca.

 

Al Patto, che rimase in vigore fino al crollo delle potenze del Tripartito, nel 1939 aderirono i governi di Manciukuo, Ungheria e Spagna, e nel 1941 di Bulgaria, Romania, Slovacchia, Danimarca, Croazia, Finlandia e Cina (governo di Nanchino).

 

 

 

 Originale Patto anticomintern 1936

 

 

 

Accordo tra il governo del Reich tedesco
ed il governo dell'Impero nipponico per una

comune difesa contro l'Internazionale comunista
25 novembre 1936

 

Il Governo imperiale del Giappone e

il Governo tedesco

 

considerando che lo scopo dell'Internazionale comuni­sta (il cosiddetto Comintern) è il disgregamento degli sta­ti esistenti con ogni mezzo a disposizione, e l'esercizio del­la violenza;

 

convinti che il tollerare l'ingerenza dell'Internazionale comunista negli affari interni delle Nazioni, non solo met­te in pericolo la loro pace interna e il loro benessere so­ciale, ma minaccia la pace generale del mondo;

 

desiderando cooperare, per difendersi contro l'attività disgregatrice comunista, hanno concordato quanto segue:

 

art. 1. Le Alte parti contraenti convengono che si terran­no reciprocamente informate circa l'attività dell'Interna­zionale comunista, concerteranno le necessarie misure di difesa e coopereranno strettamente per mettere in atto ta­li misure.

 

art. 2. Le Alte parti contraenti inviteranno assieme terzi Stati, la cui pace interna è minacciata dall'opera disgrega­trice dell'Internazionale comunista, a prendere misure di difesa nello spirito del presente accordo o a parteciparvi.

 

art. 3. I testi giapponese e tedesco sono l'uno e l'altro va­lidi come testi originali del presente accordo.

 

L'accordo entrerà in vigore il giorno della firma, e ri­marrà in vigore per la durata di cinque anni.

 

Le Alte parti contraenti, in un tempo ragionevole, prima che scadano i detti termini, raggiungeranno un'intesa circa i modi ulteriori della loro cooperazione.

 

In fede di che, i sottoscritti, debitamente autorizzati dai rispettivi Governi, hanno qui apposto i loro sigilli e le loro firme.

 

Fatto il duplice esemplare a Berlino il 25 novembre 1936, che corrisponde all'Anno XI di Showa.

 

Joachim von Ribbentrop
Ambasciatore straordinario
con pieni poteri del Reich germanico

 

Visconte Kintomo Mushakoji
Ambasciatore straordinario
con pieni poteri dell'Impero nipponico

 

 

 

Protocollo supplementare

 

In occasione della firma dell'accordo contro l'Interna­zionale comunista, avvenuta oggi, i sottoscritti Plenipoten­ziari si sono accordati su quanto segue:

 

a) le autorità competenti di ambo le Alte parti con­traenti, coopereranno strettamente per lo scambio di rap­porti circa le attività dell'Internazionale comunista e per le misure d'informazione e di difesa contro l'Internaziona­le comunista;

 

b) le autorità competenti di ambo le Alte parti con­traenti prenderanno, nel quadro delle leggi esistenti, rigo­rose misure contro coloro i quali, all'interno o all'estero, lavorano direttamente o indirettamente per l'Internaziona­le comunista o ne favoriscono le attività disgregatrici;

 

c) per facilitare la cooperazione da parte delle autorità competenti delle due Alte parti contraenti, indicata nel pa­ragrafo a), sarà istituito un Comitato permanente. Tale Co­mitato esaminerà e discuterà le misure da adottarsi per fronteggiare le attività disgregatrici dell'Internazionale co­munista.

 

Berlino, il 25 novem­bre 1936, che corrisponde al 25 novembre dell'Anno XI di Showa.

 

Joachim von Ribbentrop
Ambasciatore straordinario
con pieni poteri del Reich germanico

 

Visconte Kintomo Mushakoji
Ambasciatore straordinario
con pieni poteri dell'Impero nipponico

 

 

 

 

 

Patto segreto in aggiunta al patto contro l'Internazio­nale comunista

del 25 novembre 1936

 

Il governo del Reich tedesco ed il governo dell'impero nipponico,

 

riconosciuto che l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche opera per la realizzazione degli scopi dell' Internazionale comunista ed intende impegnare il proprio esercito per questi scopi;

 

nella convinzione che questo fatto non minaccia sol­tanto l'esistenza degli stati firmatari, ma minaccia anche seriamente la pace mondiale;

 

per la salvaguardia dei comuni interessi, hanno preso i seguenti accordi:

 

art. 1. Se uno degli stati firmatari vien fatto oggetto di una aggressione non provocata o di una minaccia :dì aggressione non provocata da parte dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche; l’altro stato firmatario s'impegna a non prendere alcuna misura, che possa costituire un elemento, di sgravio alla situazione, dell'Unione delle Re­pubbliche Socialiste Sovietiche.

 

Qualora si dovesse presentare il caso previsto al par. 1, i due stati firmatari si consulteranno immediatamente sui provvedimenti da prendersi per la salvaguardia dei comuni interessi.

 

art. 2. Gli stati firmatari per tutta la durata di questo pat­to non concluderanno accordi di natura politica con l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, che non siano  conformi allo spirito di questo patto.

 

art. 3. Per questo patto sono validi come documenti originali sia il testo tedesco che il testo giapponese. Esso en­tra in vigore simultaneamente al patto firmato oggi contro l’Internazionale comunista ed è valido per lo stesso periodo di tempo.

 

In fede di che i sottoscritti, convenientemente e debitamente autorizzati dai loro rispettivi governi, hanno firmato questo patto e vi hanno apposto il loro sigilli.

Così redatto in duplice copia.

 

in Berlino, il 25 novem­bre 1936,

ossia l 25 novembre dell'Anno XI di Showa.

 

Joachim von Ribbentrop
Ambasciatore straordinario
con pieni poteri del Reich germanico

 

Visconte Kintomo Mushakoji
Ambasciatore straordinario
con pieni poteri dell'Impero nipponico

 

 

 

 

 

 

Protocollo riguardante l'adesione dell'Italia

al patto tedesco-nipponico Anticornintern,

del 6 novembre 1937

 

Il Governo italiano

Il Governo del Reich germanico e

Il Governo imperiale del Giappone

 

considerando che l'Internazionale comunista continua a mettere costantemente in pericolo il mondo civile in Occi­dente ed in Oriente, turbandovi e distruggendovi l'ordine,

 

convinti che soltanto una stretta collaborazione fra tut­ti gli stati interessati al mantenimento della pace e dell'or­dine può limitare e rinnovare tale pericolo,

 

considerando che l'Italia — che coll'avvento del Regi­me fascista ha combattuto con inflessibile determinazione tale pericolo ed ha eliminato l'Internazionale comunista dal suo territorio — ha deciso di schierarsi contro il nemi­co comune insieme colla Germania e col Giappone, che da parte loro sono animati dalla stessa volontà di difendersi contro l'Internazionale comunista, hanno, in conformità dell'art. 2 dell'Accordo contro l'Internazionale comunista, concluso a Berlino il 25 novembre 1936 fra la Germania e il Giappone, convenuto quanto segue:

 

art. 1. L'Italia entra a far parte dell'Accordo contro l'In­ternazionale comunista e del Protocollo supplementare con­clusi il 25 novembre 1936 fra fa Germania e il Giappone, il cui testo è allegato nell'annesso al presente Protocollo.

 

art. 2. Le tre Potenze firmatarie del presente Protocollo convengono che l'Italia sarà considerata come firmataria originaria dell'Accordo e del Protocollo supplementare, menzionati dall'articolo precedente, la firma del presente Protocollo essendo equivalente alla firma del Testo Origi­nale

dell'Accordo e del Protocollo supplementare predetti.

 

art. 3. Il presente Protocollo è redatto in italiano, giappo­nese e tedesco. Ciascun testo essendo considerato come autentico.

 

Esso entrerà in vigore il giorno della firma.

 

In fede di che, i sottoscritti, debitamente autorizzati dai loro rispettivi Governi, hanno firmato il presente Protocol­lo e vi hanno apposto i loro sigilli.

 

Redatto in triplice esemplare a Roma il 6 novembre 1937 XVI dell'Era Fascista — che corrisponde al 6 novembre del XII anno di Showa.

 

Ciano

von Ribbentrop

Hotta

 

 

 

Crediti
Walter Hofer Il Nazionalsocialismo documenti 1933-1945 Feltrinelli Editore, Milano 1964
Dizionario del fascismo a cura di Victoria de Grazia e Sergio Luzzato Einaudi Editore, 2003 Torino
www.treccani.it

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