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Teheran 4

consegna della spada offerta dal re Giorgio VI alla città di Stalingrado



Appunti del colloquio Stalin - Roosevelt

29 novembre 1943 ore 14,30

 

 

Roosevelt dice che vorrebbe anzitutto trasmettere alcuni materiali al maresciallo Stalin. Egli, Roosevelt, ha ricevuto la relazione di un ufficiale americano che ha trascorso sei setti­mane fra i partigiani con Tito. Roosevelt dice che vorrebbe che il maresciallo Stalin prendesse conoscenza della relazione e domanda a Stalin di restituirgli il documento subito dopo. Roosevelt consegna in seguito a Stalin una nota sulla proposta presentata dalla delegazione americana alla Conferenza di Mosca di porre a disposizione dei bombardieri americani alcune basi partendo dalle quali si bombarderebbe tutto il territorio te­desco. Roosevelt dice che vorrebbe egualmente consegnare al maresciallo Stalin due proposte riguardanti la preparazione dell’utilizzazione di basi aeree sovietiche sul territorio del litorale orientale e sulla preparazione di un'operazione navale nel nord-ovest del Pacifico.

 

Consegnando a Stalin due documenti su queste questioni, Roosevelt dice che considera che si tratta di cose assolutamente confidenziali e promette che verranno prese tutte le misure necessarie affinché il segreto sia conservato. Roosevelt dice che, oltre questa questione, vi sono molti problemi che egli, Roose­velt, vorrebbe esaminare con il maresciallo Stalin; in particolare, sarebbe opportuno esaminare la futura organizzazione della pace. Sarebbe bene, se possibile, farlo prima della partenza.

 

Roosevelt afferma che bisogna creare una organizzazione che garantisca realmente una pace durevole dopo la guerra. È precisamente con questo scopo che ha proposto alla Conferenza di Mosca la firma di una dichiarazione delle quattro potenze, com­presa la Cina, che avrà anch'essa una grande importanza per la pace futura. Roosevelt aggiunge che non ha fretta di esaminare la questione di un'organizzazione di tal genere, ma che sarebbe felice di farlo già prima della sua partenza.

 

 

Stalin fa osservare che nulla ostacola tale esame e che questa questione può essere discussa.

 

 

Roosevelt dice che, a suo avviso, bisognerà fondare, dopo la fine della guerra, una organizzazione mondiale, basata sui principi delle Nazioni Unite, che non avrà da occuparsi di que­stioni militari. Essa non dovrà somigliare alla Società delle na­zioni. Essa sarà composta di trentacinque o forse cinquanta nazioni e emanerà raccomandazioni. Questa organizzazione non dovrà avere alcun altro potere tranne quello di esprimere delle raccomandazioni. Questa organizzazione non deve risiedere in un luogo determinato, ma in diversi luoghi. Cosi, sarebbe più effi­cace. Roosevelt cita, a titolo d'esempio, il fatto che le ventuno repubbliche americane non si riuniscono mai due volte nello stesso luogo.

 

 

Stalin domanda se si tratta di una organizzazione europea mondiale.

 

 

Roosevelt risponde che deve essere una organizzazione mondiale.

 

 

Stalin chiede come sarà composto l'organismo esecutivo di questa organizzazione.

 

 

Roosevelt risponde che non ricorda tutti i particolari, ma che ritiene che il comitato esecutivo sarà composto dall'URSS, dalla Gran Bretagna, dagli USA, dalla Cina, da due paesi europei, da un paese sud-americano, da un paese del Medio Oriente, da un paese dell'Asia (oltre la Cina), da un Dominion britan­nico. Roosevelt dice che Churchill non è d'accordo con questa proposta, poiché gli inglesi non avrebbero, in tal caso, che due voti: quello della Gran Bretagna e quello del Dominion. Roosevelt aggiunge che questo comitato esecutivo potrebbe riunirsi prossimamente, ma non a Ginevra né in altro simile luogo specifico. Questo comitato esecutivo si occuperebbe dei pro­blemi agricoli, economici, del rifornimento e della salute pub­blica. Inoltre esisterebbe, se così si può dire, un comitato di polizia, vale a dire un comitato di paesi che curerebbe la salva­guardia della pace, impedirebbe una nuova aggressione da parte della Germania e del Giappone. Sarebbe questo un terzo or­ganismo.

 

 

Stalin chiede se le decisioni approvate da questo comi­tato sarebbero obbligatorie per gli altri paesi. Se un paese rifiu­tasse di eseguire una decisione presa da questo comitato, che

succederebbe?

 

 

Roosevelt risponde che, in questo caso, il paese che avesse rifiutato di eseguire la decisione non potrebbe più continuare a partecipare alle decisioni di questo comitato.

 

 

Stalin domanda se il comitato esecutivo e il comitato di polizia faranno parte dell'Organizzazione generale o se saranno degli organismi distinti.

 

 

Roosevelt risponde che saranno tre organismi distinti. L'Organizzazione generale sarà composta di trentacinque na­zioni unite. Così come ha già detto, il comitato esecutivo cen­trale sarà composto di dieci o undici paesi. In quanto al comi­tato di polizia, esso non comprenderà che quattro paesi. Roose­velt prosegue dicendo che, nel suo pensiero, se vi è un pericolo di aggressione o qualsiasi altra minaccia alla pace, bisognerà avere un organo che agisca rapidamente, poiché non si avrebbe il tempo sufficiente per discutere la questione neppure in un organismo quale il comitato esecutivo.

 

 

Stalin osserva che di conseguenza si tratterà di un organo di costrizione.

 

 

Roosevelt dice che vorrebbe citare l'esempio dell'anno 1935, quando l'Italia attaccò improvvisamente l'Etiopia. Egli, Roosevelt, domandò allora alla Francia e all'Inghilterra di chiudere il canale di Suez per non permettere all'Italia di conti­nuare quella guerra. Ma né l'Inghilterra né la Francia intrapresero qualcosa; e portarono invece questo affare dinanzi alla Società delle Nazioni. Cosi l'Italia ha potuto proseguire l'ag­gressione. L'organismo che Roosevelt propone adesso, e che comprenderebbe solo quattro paesi, potrebbe agire rapidamente e, in un caso del genere, potrebbe prendere rapidamente que­sta o quella decisione, per esempio la chiusura del canale di Suez.

 

 

Stalin dice che comprende la cosa.

 

 

Roosevelt dice che è lieto di essere riuscito a far cono­scere le sue considerazioni al maresciallo Stalin. Naturalmente esse sono di ordine generale e hanno bisogno di essere ela­borate nei particolari. Egli, Roosevelt, vorrebbe evitare gli er­rori del passato, per cui ritiene che sarebbe utile costituire: anzitutto, un comitato di polizia composto di quattro paesi; in secondo luogo, un comitato esecutivo che si occuperebbe di lutti i problemi, eccettuate le questioni militari; in terzo luogo, i organismo generale nel quale ogni paese potrebbe parlare quando lo vorrà, e ove i piccoli paesi potranno esprimere la loro opinione.

 

 

Stalin dice che gli pare che i piccoli paesi dell'Europa sarebbero scontenti di una organizzazione di tal genere. Sarebbe forse opportuno creare una organizzazione europea, della quale farebbero parte tre paesi: gli Stati Uniti, l'Inghilterra e la Russia, e forse un altro paese europeo. Inoltre, una seconda organizzazione, per esempio una organizzazione per l'Estremo Oriente. Forse sarebbe meglio così. Stalin dice che considera che lo schema esposto dal presidente è buono ma che forse bisogna istituire due organizzazioni e non una sola, l'una europea e l'altra dell'Estremo Oriente o forse mondiale. Si potrebbe in tal modo avere sia una organizzazione europea e una dell'Estremo Oriente, sia una organizzazione europea e una mondiale.
Stalin dice che vorrebbe conoscere il parere del presidente.

 

Roosevelt dice che questa proposta coincide in una certa misura con quella di Churchill. La differenza sta nel fatto che Churchill ha proposto una organizzazione per l'Europa, una per l’Estremo Oriente e una per l'America. Ma il fatto è che gli USA non possono essere membri di una organizzazione eu­ropea. Roosevelt dice che c'è voluto un formidabile sconvolgi­mento come la guerra attuale per costringere gli americani a inviare le loro truppe oltre Atlantico. Se il Giappone non avesse attaccato gli Stati Uniti nel 1941 lui, Roosevelt, non avrebbe mai potuto obbligare il Congresso a inviare truppe americane in Europa.

 

 

Stalin domanda: se l'organizzazione mondiale proposta da Roosevelt fosse fondata, dovrebbero gli americani inviare trup­pe in Europa?

 

 

Roosevelt dice che la cosa non è obbligatoria. Se fosse necessario impiegare la forza contro un'eventuale aggressione, gli Stati Uniti potrebbero fornire i loro aeroplani e le loro navi, mentre l'Inghilterra e la Russia dovrebbero far intervenire le loro truppe in Europa. Vi sono due modi di impiegare la forza contro l'aggressione. Se vi è una minaccia di rivoluzione o di aggressione o un altro pericolo di violazione della pace, il paese di cui trattasi può essere messo in quarantena, in modo che questo focolaio non si estenda ad altri territori. L'altro metodo prevede che le quattro nazioni costituenti il comitato potrebbero lanciare un ultimatum, a quel paese, chiedendogli di por fine alle azioni che minacciano la pace e dichiarando che in caso contrario il paese sarebbe bombardato o anche occupato.

 

 

Stalin dice che nel corso della cena del giorno prima, dopo che Roosevelt era già andato via, lui, Stalin, aveva avuto un colloquio con Churchill sul mantenimento della pace per l'av­venire. Bisogna dire che Churchill tratta questa questione con molta leggerezza. Egli considera che la Germania non potrà ristabilirsi rapidamente. Stalin dice che non è d'accordo. Egli pensa che la Germania può risorgere rapidamente. Le baste­ranno per questo da quindici a venti anni. Stalin teme che, se nulla la tratterrà, la Germania possa risorgere rapidamente. Non avrà bisogno di molti anni. La prima grande guerra scatenata dalla Germania nel 1870 è terminata nel 1871. Quarantadue anni dopo, vale a dire nel 1914, la Germania ha scatenato una nuova guerra; e ventun anni più tardi, vale a dire nel 1939, la Germania ha ricominciato la guerra. Come vedete, il tempo necessario alla ripresa della Germania si riduce. Questo lasso di tempo, evidentemente, si ridurrà ancor più ulteriormente. Quali che siano le interdizioni imposte alla Germania, i tedeschi avranno il mezzo per aggirarle. Se noi proibiremo ai tedeschi la costruzione di aeroplani, noi non potremo chiudere le fab­briche di mobili, e, come è noto, queste imprese possono essere rapidamente trasformate in officine d'aviazione. Se noi viete­remo alla Germania la fabbricazione dei proiettili e dei siluri, noi non possiamo chiudere le loro fabbriche di orologeria. Ora, ognuna di queste può rapidamente essere trasformata per la produzione delle parti essenziali dei proiettili e dei siluri. Ecco perché la Germania può rialzarsi ancora una volta e scatenare un'aggressione. Gli organismi dei quali si prevede la creazione saranno insufficienti per impedire l'aggressione. Bisogna avere la possibilità di occupare i punti strategici più importanti e bisogna che la Germania non possa impadronirsene. Bisogna occupare i punti di tal genere non soltanto in Europa ma anche nell'Estremo Oriente, per impedire al Giappone di lanciarsi in una nuova aggressione. Questo organismo da creare deve poter occupare i punti strategici importanti. Nel caso di minacce di aggressione da parte della Germania o da parte del Giappone questi punti devono essere immediatamente occupati per accer­chiare la Germania e il Giappone e schiacciarli. Sarebbe bene decidere che l'organizzazione che verrà creata abbia il diritto di occupare alcuni punti di importanza strategica. Stalin dice che queste sono le sue osservazioni.

 

 

Roosevelt risponde che è d'accordo al cento per cento con il maresciallo Stalin.

 

 

Stalin osserva che in tal caso ogni cosa è sicura.

 

 

Roosevelt dice che forse egli è altrettanto deciso quanto il maresciallo Stalin. Per quel che riguarda la Germania, i te­deschi potranno naturalmente riattrezzare le loro officine per la produzione di guerra; ma in questo caso bisognerà agire rapi­damente, e, se verranno prese misure energiche, la Germania non avrà il tempo di armarsi. Su questo deve vegliare il comi­tato delle quattro nazioni del quale lui, Roosevelt, ha parlato.

 

 

Stalin dice che adesso ci si deve recare alla cerimonia del­la consegna della spada offerta dal re Giorgio VI alla città di Stalingrado.

 

 

Roosevelt dice che è a conoscenza di questo. Roosevelt fa osservare che il maresciallo Stalin e lui hanno fatto progredire di parecchio i negoziati.

 

 

consegna della spada offerta dal re Giorgio VI alla città di Stalingrado

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