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Carteggio Roosevelt Stalin - 1945

— 1 —

Personale e segreto da Stalin a Roosevelt

 

Ho ricevuto il vostro messaggio del 31 dicembre.

 

Sono veramente spiacente di non essere riuscito a convincervi della certezza dell'atteggiamento sovietico sulla questione polacca. Nondimeno, spero che gli avvenimenti vi convinceranno che il Comitato Nazionale ha sempre prestato un grande aiuto agli Alleati, e continua a prestarlo, particolarmente all'Armata Rossa, nella lotta contro la Germania di Hitler, mentre il Governo di Londra sta sabotando tale lotta, e in conseguenza aiuta i tedeschi.

Naturalmente comprendo perfettamente la vostra proposta di rimandare di un mese il riconoscimento del Governo provviso­rio polacco da parte dell'Unione Sovietica. Ma una circostanza mi impedisce di soddisfare il vostro desiderio: il 27 dicembre il pre­sidente del Soviet supremo dell'U.R.S.S., in risposta a una ri­chiesta dei polacchi, ha dichiarato che riconoscerà il Governo provvisorio della Polonia non appena sarà costituito. Questa cir­costanza mi impedisce di accontentarvi.

 

Permettetemi di augurarvi Buon Anno, buona salute e ogni successo.

 

1° gennaio 1945

 

 

 

 

— 2 —

Personale e segretissimo da Stalin a Roosevelt

 

Oggi, 15 gennaio, ho avuto un colloquio con il maresciallo Tedder e i generali che lo accompagnano. Credo che lo scambio di informazioni sia stato abbastanza completo. Ambedue le parti hanno fornito esaurienti risposte alle domande poste. Vi dirò che il maresciallo Tedder mi ha fatto un'ottima impressione.

 

Dopo quattro giorni di operazioni sul fronte tedesco-sovietico, sono in grado di potervi dire che la nostra offensiva sta facendo soddisfacenti progressi malgrado il tempo sfavorevole. L'intero fronte centrale, dai Carpazi al Mar Baltico, si sta spostando verso occidente. I tedeschi, sebbene oppongano una resistenza disperata, stanno ritirandosi. Sono certo che dovranno disperdere le loro ri­serve sui fronti, con il risultato di abbandonare l'offensiva sul fronte occidentale. Sono contento perché questa circostanza favorirà le posizioni delle truppe alleate in Occidente e renderà più rapida la preparazione dell'offensiva progettata dal generale Eisen­hower.

 

Per quanto riguarda le truppe sovietiche, vi assicuro che, no­nostante le difficoltà, esse faranno quanto sia in loro potere af­finché l'attacco venga sferrato con la massima efficacia.

 

15 gennaio 1945

 

 

 

— 3 —

Personale e segretissimo da Roosevelt a Stalin

 

Ricevuto il 18 gennaio 1945

 

Vi ringrazio molto per il vostro incoraggiante messaggio del 15 gennaio, riguardante il vostro colloquio con il maresciallo Tedder dell'aviazione e l'offensiva delle vostre truppe sul fronte tedesco-sovietico.

 

Le imprese compiute nel passato dai vostri eroici soldati e l'efficienza da essi sempre dimostrata in questa offensiva, danno motivo di sperare in un rapido successo dei nostri eserciti sui due fronti. Il tempo necessario a far capitolare i nostri barbari ne­mici sarà sostanzialmente ridotto da un accurato coordinamento dei nostri sforzi combinati.

 

L'America, come sapete, sta sopportando una dura lotta nel Pacifico, a settemila miglia di distanza, ed è mia speranza che un rapido crollo della Germania permetterà lo spostamento all'area del Pacifico di forze sufficienti a scongiurare rapidamente la minaccia del Giappone per tutti noi Alleati.

 

 

 

— 4 —

Personale e segreto dal Presidente a Stalin

 

Ricevuto il 23 gennaio 1945

 

Ho deciso di permettere solo a un gruppo di fotografi della Marina americana di prendere le fotografie che noi riterremo convenienti sull'Argonauta, e di non ammettere rappresentanti della stampa. Il Primo ministro Churchill è d'accordo.

 

 

 

— 5 —

Personale e segreto da Stalin a Roosevelt

 

Ho ricevuto il vostro telegramma sulla presenza della stampa e dei fotografi sull'Argonauta. Non ho niente da obiettare alla vostra proposta. Ho dato la stessa risposta a una domanda analoga del Primo ministro.

 

 

 

— 6 —

Personale e confidenziale da Roosevelt a Stalin

 

Ricevuto il 26 gennaio 1945

 

Permettetemi di esprimere il mio profondo cordoglio per la morte dell'ambasciatore sovietico nel Messico.

 

Il signor Oumansky aveva molti amici a Washington, e ave­vamo avuto modo di conoscerlo molto bene durante il suo ser­vizio come ambasciatore.

 

Roosevelt

 

 

 

— 7 —

Personale e segreto da Stalin a Roosevelt

Vi ringrazio per le condoglianze in occasione della tragica morte dell'ambasciatore sovietico nel Messico, K. A. Oumansky, la cui attività era molto apprezzata dal Governo sovietico.

 

29 gennaio 1945

 

 

 

— 8 —

Stalin a Roosevelt

 

Spedito il 30 gennaio 1945

 

Vi prego di accettare, signor Presidente, le mie più cordiali felicitazioni e auguri in occasione del vostro genetliaco.

 

 

— 9 —

Personale e segreto da Stalin a Roosevelt

 

Ricevuto il 2 febbraio 1945

 

Permettetemi di esprimere il mio ringraziamento per il gentile messaggio di felicitazioni che mi avete inviato in occasione del mio compleanno.

 

 

 

— 10 —

Promemoria per il maresciallo Stalin

 

Alle seguenti due domande di carattere militare, i capi di Stato Maggiore degli Stati Uniti pregherebbero di rispondere ra­pidamente in questa conferenza:

 

a) Dopo che sia avvenuta la rottura tra Russia e Giappone, è per voi essenziale che sia tenuta aperta nel Pacifico una via di rifornimento per la Siberia orientale?

 

b) Potete assicurare che le forze aeree degli Stati Uniti potran­no avere basi a Komsomolsk-NikoIayevsk o in qualche altra zona, sempre a condizione che le operazioni e il rifornimento di tali uni­tà possano essere condotte senza intralciare le operazioni russe?

 

5 febbraio 1945         

 

F.D.R.

 

 

 

— 11 —

Maresciallo J. V. Stalin - Koreiz, Crimea

 

Mio caro maresciallo Stalin,

 

ho riflettuto, molto sul nostro incontro di questo pomeriggio, e voglio dirvi con tutta franchezza la mia opinione.

 

Riguardo al governo polacco, sono molto turbato dal fatto che le tre grandi Potenze non abbiano raggiunto un accordo sulla situazione politica in Polonia. Ritengo che il riconoscere voi un governo, noi e i britannici un altro a Londra, ci metta in cattiva luce presso tutto il mondo. Sono certo che questo stato di cose non debba continuare, altrimenti i popoli delle nostre due nazio­ni penseranno che siamo arrivati a un punto di rottura tra noi, ciò che non è vero. Sono deciso a impedire una rottura tra noi e l'Unione Sovietica. Vi è sicuramente un modo di conciliare le nostre divergenze.

 

Sono rimasto vivamente colpito, da varie dichiarazioni for­mulate oggi, e particolarmente dall'affermazione che le vostre retroguardie devono essere sicure mentre le truppe avanzano ver­so Berlino. Voi non potete, e noi non dobbiamo tollerare nessun Governo provvisorio che possa creare al vostro esercito problemi di questo genere. Voglio che sappiate che sono pienamente consa­pevole di ciò.

 

Dovete credermi quando vi dico che il nostro popolo in patria vede con occhio critico quello che considera un disaccordo tra di noi in questa fase di vitale importanza della guerra. Si dice in effetti che se non esiste la stessa identità di vedute ora che i nostri eserciti combattono insieme, tanto meno sarà possibile rag­giungerla in futuro su problemi molto più importanti.

 

Vi ho chiarito le ragioni per le quali noi non possiamo ri­conoscere il Governo di Lublino nella sua composizione attuale. Il mondo potrebbe concludere che il nostro lavoro qui ha ottenu­to risultati deplorevoli, se ci separassimo lasciando aperte e pa­lesi le nostre divergenze su questo punto.

 

Oggi avete dichiarato che siete pronto a esaminare qual­siasi proposta che dia qualche garanzia di successo per giungere alla soluzione di questo problema, e avete anche ammesso la possibilità di invitare qui qualche membro del Governo di Lu­blino.

 

Dato che tutti noi abbiamo lo stesso desiderio di risolvere questo problema, vorrei suggerire, in aggiunta alla vostra pro­posta, di invitare qui a Yalta il signor Bierut e il signor Osubka Morawski del Governo di Lublino, nonché due o tre persone scelte nel seguente elenco, le quali, secondo le nostre informazioni, sarebbero adatte a rappresentare gli altri elementi del popolo po­lacco nella composizione di un nuovo governo temporaneo che noi tre potremmo riconoscere e appoggiare: il vescovo Sapieha di Cracovia, Vincente Witos, il signor Zurlowski, il prof. Buyak e il prof. Kutzeba. Se, come risultato della presenza di questi di­rigenti politici polacchi qui, ci fosse possibile giungere a un ac­cordo insieme con loro per la formazione di un Governo provvi­sorio in Polonia, che includerebbe senza dubbio alcuni dirigenti venuti dall'estero, come il signor Mikolajczyk, il signor Grabskl e il signor Romer, il governo degli -Stati Uniti, e sicuramente anche il governo britannico, sarebbero disposti a esaminare con voi le condizioni alle quali essi si staccherebbero dal governo di Lon­dra per riconoscere il nuovo Governo provvisorio.

 

Spero che non sia necessario assicurarvi che gli Stati Uniti non appoggerebbero mai in Polonia un Governo provvisorio che sia contrario ai vostri interessi.

 

È ovvio che qualsiasi Governo provvisorio venisse creato in seguito alle trattative qui svolte con i polacchi sarebbe in do­vere di indire elezioni il più presto possibile. Ritengo che questo rispecchi il vostro desiderio di veder emergere dal fango di que­sta guerra una Polonia nuova, libera e democratica.

 

Sinceramente vostro

 

6 febbraio 1945         

Franklin D. Roosevelt

 

 

 

— 12 —

Promemoria per il maresciallo Stalin

Segretissimo

 

Non è possibile sfruttare attualmente l'intero potenziale delle forze aeree degli Stati Uniti con base nell'Italia sud-orientale, data l'eccessiva distanza che separa l'unica base esistente sulle Alpi e sulla parte settentrionale del mare Adriatico. La possibilità di a­vere basi e rifornimenti per i caccia nella zona di Budapest sareb­be di particolare importanza ai fini dell'impiego della massiccia scorta di caccia necessaria per le incursioni in profondità, e che può essere ancora più necessaria in vista della recente ripresa della caccia tedesca che impiega apparecchi a reazione. Inoltre il rifornimento dei bombardieri pesanti nell'area di Budapest au­menterebbe sensibilmente il loro raggio d'azione e il tonnellaggio delle bombe sganciate su obbiettivi a nord delle Alpi dall'aviazione degli Stati Uniti.

 

È perciò richiesto il vostro consenso per la messa in funzione nella zona di Budapest di due aeroporti a disposizione delle unità aeree degli Stati Uniti. Se siete d'accordo, i nostri esperti mili­tari potranno cominciare subito a mettere in pratica questo pro­getto.

 

7 febbraio 1945

 

 

 

— 13 —

Maresciallo J. V. Stalin - Koreiz, Crimea

 

Mio caro maresciallo Stalin,

 

in relazione alla tragica morte in un disastro aereo del vostro ambasciatore al Messico, signor Oumansky, di sua moglie e di tre segretari dell'Ambasciata sovietica, ho pensato che vi farebbe piacere che i loro resti venissero trasportati, per mezzo di un aereo dell'aviazione americana, a Fairbanks, in Alaska, per es­sere trasferiti poi su un apparecchio sovietico, o, se lo preferite, per proseguire direttamente sullo stesso aereo fino a Mosca.

 

Se mi farete sapere quale delle due alternative è di vostro gra­dimento, sarò lieto di soddisfare il vostro desiderio.

 

Faccio questa proposta in nome del Governo e del popolo americani, i quali sono stati profondamente colpiti da questo av­venimento.

 

Molto sinceramente

 

7 febbraio 1945         

Franklin D. Roosevelt

 

 

 

— 14 —

Promemoria per il maresciallo Stalin

 

Ricevuto l'8 febbraio 1945

 

Vi è urgente necessità di una rapida ricognizione sugli obiet­tivi bombardati dall'aviazione strategica americana, simile a quella effettuata a Ploesti. Affinché risulti utile, la ricognizione va fatta prima che vengano distrutte le prove visibili e che siano asportati i materiali presenti in luogo durante il bombardamento.

 

I dettagli riguardanti la ricognizione sono in possesso del ma­resciallo Khudyakov.

 

Vi prego di comunicarmi il vostro consenso per la realizza­zione di questa ricognizione.

 

Franklin D. Roosevelt

 

 

 

— 15 —

Al Presidente Franklin D. Roosevelt

 

« Livadia », Crimea

Mio caro signor Roosevelt,

 

vi prego di accettare i miei ringraziamenti per i sentimenti da voi espressi in nome del Governo e del popolo americano in occasione della tragica morte dell'ambasciatore sovietico al Mes­sico, di sua moglie e dei tre membri dell'Ambasciata.

 

Il Governo sovietico accetta con riconoscenza la vostra offerta di trasportare i loro resti a Mosca per mezzo di un aereo mi­litare americano.

Sinceramente vostro

 

Koreiz, 9 febbraio 1945        

J. Stalin

 

 

 

— 16 —

Maresciallo J. V. Stalin - Koreiz, Crimea

 

Mio caro maresciallo Stalin,

ho riflettuto, come é mio dovere, sulle difficoltà politiche che potrei incontrare negli Stati Uniti riguardo al numero di voti di cui dispongono le grandi Potenze nell'assemblea dell'Organiz­zazione mondiale. Abbiamo raggiunto l'accordo, e io vi man­terrò fede, che nella prossima conferenza delle Nazioni Unite avremmo appoggiato l'ammissione, come membri dell'Assemblea dell'Organizzazione mondiale, dell'Ucraina e della Russia Bian­ca. Sono po' preoccupato che mi si faccia notare che gli Stati Uniti avranno un solo voto nell'Assemblea. Potrebbe perciò essere necessario, da parte mia, che il popolo e il Congresso degli Stati Uniti accettino volentieri la nostra partecipazione all'Assemblea in modo da mettere su un piano di parità gli Stati Uniti. Vorrei sapere, prima di affrontare questo problema, se voi non avreste obiezioni e se vorreste appoggiare una proposta in questo senso nel caso fossi obbligato ad avanzarla nel corso della prossima con­ferenza. Vi sarei molto grato se mi comunicaste la vostra opinione in risposta a questa lettera.

 

Molto sinceramente vostro

 

10 febbraio 1945       

Franklin D. Roosevelt

 

 

 

— 17 —

Per il Presidente Franklin D. Roosevelt

 

« Lividia », Crimea

 

Mio caro signor Roosevelt,

ho ricevuto la vostra lettera del 10 febbraio. Condivido pie­namente la vostra opinione secondo la quale, poiché il numero dei voti dell'Unione Sovietica viene a essere aumentato a tre in se­guito all'ammissione dell'Ucraina Sovietica e della Russia Bian­ca Sovietica come membri dell'Assemblea, si deve aumentare nella stessa misura anche il numero dei voti degli Stati Uniti.

 

Ritengo che i voti degli Stati Uniti dovrebbero essere portati a tre come nel caso dell'Unione Sovietica e delle sue due Re­pubbliche principali. Se necessario, sono disposto a ratificare uffi­cialmente questa mia proposta.

 

Molto sinceramente vostro

 

Koreiz, 11 febbraio 1945

J. Stalin

 

 

 

— 18 —

Personale e segreto da Roosevelt a Stalin

 

Nel lasciare le ospitali coste dell'Unione Sovietica, voglio dir­vi ancora una volta come vi sia, grato per le molte cortesie che avete avuto nei miei confronti durante il mio soggiorno in Cri­mea. Parto molto soddisfatto del risultato dell'incontro tra voi, il Primo ministro e me. I popoli della terra, ne sono certo, guarderanno ai risultati di questa conferenza non solo con ap­provazione, ma anche con la genuina sicurezza che le nostre tre Grandi Potenze siano da considerarsi ormai indiscutibilmente im­battibili in fatto di guerra.

 

 

 

— 19 —

A Sua Eccellenza J. V. Stalin

comandante supremo delle Forze Armate delle Repubbliche Socialiste Sovietiche

 

Ricevuto il 23 febbraio 1945

 

Mosca

 

Voglio approfittare di questa occasione, nell'attesa della co­mune vittoria contro l'oppressore nazista, per esprimere le più sincere congratulazioni a voi, comandante supremo dell'Armata Rossa, nel ventisettesimo anniversario della sua fondazione. Le decisioni di estrema importanza che abbiamo preso a Yalta af­fretteranno la vittoria e il ristabilimento di una salda base per una pace duratura. I continui e magnifici risultati dell'Armata Rossa, insieme con il grande sforzo delle truppe delle Nazioni Unite nel Sud e in Occidente, assicurano il rapido raggiungimento della nostra meta comune: un mondo in pace, fondato sulla reciproca comprensione e collaborazione.

Franklin D. Roosevelt

 

 

 

— 20 —

Al signor Franklin D. Roosevelt, Presidente degli Stati Uniti d'America

La Casa Bianca, Washington

 

Vi prego di accettare, signor presidente, i sensi della mia gratitudine per i vostri cordiali auguri in occasione del venti­settesimo anniversario dell'Armata Rossa.

 

Confido che la maggiore cooperazione futura tra i nostri due Paesi, che ha trovato espressione nelle decisioni della Conferen­za in Crimea, condurrà in breve tempo alla completa disfatta del nemico comune e a una pace durevole, basata sul principio di collaborazione fra tutti i Paesi amanti della libertà.

J. Stalin

 

 

 

— 21 —

Personale e riservato da Roosevelt a Stalin

 

Ricevuto il 4 marzo 1945

 

Sono in possesso di informazioni attendibili riguardanti le dif­ficoltà che si incontrano nel riunire, rifornire e far evacuare gli ex-prigionieri di guerra americani e gli equipaggi di apparecchi americani atterrati forzosamente a est delle linee sovietiche. È urgentemente richiesto che vengano date istruzioni affinché dieci aerei americani con equipaggio americano possano stabilire un ponte aereo tra Poltava e quelle zone della Polonia dove possono essere localizzati gli ex-prigionieri di guerra americani e gli equi­paggi atterrati forzosamente. Questa autorizzazione viene richie­sta affinché si possano rifornire di indumenti, medicine e vetto­vaglie supplementari tutti i soldati americani e affinché si possano evacuare tutti gli ex-prigionieri di guerra e tutti gli equipaggi di aerei costretti a un atterraggio forzato e soprattutto trasferire i feriti e gli infermi all'ospedale americano di Poltava. Ritengo questa richiesta di grande importanza non solo per ragioni uma­nitarie, ma anche a causa del grande interessamento che il pub­blico americano ha per il benessere dei nostri ex-prigionieri di guerra e per gli equipaggi costretti ad atterraggio forzato.

 

Secondariamente, per quanto riguarda il problema generale dei prigionieri di guerra ancora in mano ai tedeschi, ritengo che do­vremmo prendere rapidamente qualche provvedimento. Il nume­ro di questi prigionieri di guerra, russi, britannici e americani, è molto elevato. Dato che non avete approvato il piano da noi pre­sentato, che cosa proponete in sua sostituzione?

 

 

 

— 22 —

Personale e segreto da Stalin a Roosevelt

 

Ho ricevuto il vostro messaggio del 4 marzo circa i prigio­nieri di guerra. Ho avuto altri colloqui con i nostri rappresentanti locali, che si occupano di questo problema, e posso comunicarvi quanto segue: le difficoltà incontrate nella prima fase della ra­pida evacuazione dei prigionieri di guerra americani dalle zone di operazione sono sostanzialmente diminuite. Attualmente l'orga­nizzazione creata dal Governo sovietico per risolvere il problema dei prigionieri di guerra ha personale, mezzi di trasporto e vet­tovaglie sufficienti, e non appena vengono localizzati nuovi grup­pi di prigionieri di guerra americani si provvede immediatamen­te ad aiutarli e a trasferirli ai centri di raccolta per il successivo rimpatrio. Secondo le informazioni in possesso del Governo so­vietico, non vi sono concentramenti di prigionieri di guerra ame­ricani sul territorio polacco o in altre zone liberate dall'Armata Rossa, poiché, a eccezione di individui malati e ricoverati negli ospedali, tutti vengono inviati al centro di raccolta di Odessa, dove 1200 sono già arrivati e dove il rimanente è atteso tra poco. Non vi è pertanto bisogno per ora che aerei degli Stati Uniti compiano voli da Poltava al territorio polacco a causa dei pri­gionieri di guerra americani. Potete essere certo che verranno prese immediatamente misure adeguate anche nei confronti degli equipaggi di aerei costretti ad atterraggio forzato. Questo però non esclude che possa venire richiesto l'aiuto di aerei americani. In questo caso le autorità militari sovietiche chiederanno ai rap­presentanti militari americani a Mosca di inviare aerei da Poltava.

 

Non ho presentemente nessuna proposta da fare in relazione al problema dei prigionieri di guerra alleati in mano ai tedeschi, ma vi assicuro che faremo tutto il possibile per aiutarli non ap­pena si troveranno in territorio occupato dalle truppe sovietiche.

 

5 marzo 1945

 

 

 

— 23 —

Personale e segreto da Roosevelt a Stalin

 

In relazione al problema dell'evacuazione degli ex-prigionieri di guerra americani in Polonia sono informato che il permesso dato al generale Dean per compiere un'inchiesta sulla situazione dei prigionieri di guerra degli Stati Uniti è stato ritirato. Nel vostro ultimo messaggio dichiarate che non vi è necessità di ac­cedere alla mia richiesta che aerei americani siano autorizzati a trasportare vettovaglie in Polonia e a trasferire i malati. Sono in possesso di informazioni, che ritengo sicure e degne di fede, se­condo le quali esiste ancora negli ospedali della Polonia un numero considerevole di americani feriti e ammalati, e secondo le quali molti altri prigionieri di guerra americani liberati certa­mente si trovavano, e forse si trovano ancora, nei centri di raccolta sovietici in attesa di essere trasferiti a Odessa, o vagano in piccoli gruppi non in contatto con le autorità sovietiche alla ricerca di ufficiali di collegamento americani.

 

Non posso, parlando con franchezza, spiegarmi la vostra ri­luttanza a permettere a ufficiali di collegamento americani, in possesso dei mezzi sufficienti, di assistere i loro compatrioti in questo frangente. Questo Governo ha fatto di tutto per soddi­sfare ogni vostra richiesta. Io adesso vi prego di venirmi in­contro in questa occasione particolare. Chiedete per piacere all'ambasciatore Harriman di spiegarvi dettagliatamente i miei desideri.

 

 

 

— 24 —

Personale e segreto da Stalin a Roosevelt

 

Ho ricevuto il vostro messaggio riguardante l'evacuazione dal­la Polonia degli ex-prigionieri di guerra americani.

 

In relazione alle vostre informazioni su un presunto grande numero di americani feriti e malati in Polonia, o in attesa di essere trasferiti a Odessa, o che non sono riusciti a mettersi in contatto con le autorità sovietiche, debbo dire che tali informa­zioni non sono esatte. Attualmente, eccetto un certo numero in viaggio di trasferimento a Odessa, vi erano solo diciassette uomini delle forze degli Stati Uniti su suolo polacco a tutto il 16 mar­zo. Ho ricevuto oggi un rapporto che informa che i diciassette uomini saranno trasferiti per via aerea a Odessa tra pochi giorni.

 

Per quanto si riferisce alla richiesta contenuta nel vostro mes­saggio, se la cosa riguardasse me personalmente, sarei disposto a soddisfarla anche contro i miei interessi. Ma in questo caso si tratta degli interessi delle forze armate sovietiche al fronte e di quelli dei comandanti sovietici, che non amano vedere in giro ufficiali sconosciuti che, pur non avendo rapporti con le operazioni militari, abbisognano di attenzioni, desiderano ogni genere di incontri e contatti, necessitano di protezione da possibili atti di sabotaggio degli agenti tedeschi non ancora catturati, e altre cose che distraggono l'attenzione dei comandanti e dei loro subordi­nati dai loro compiti immediati. I nostri comandanti hanno la piena responsabilità delle operazioni al fronte e nelle immedia­te retrovie, e non vedo alcuna possibilità di limitare i loro di­ritti. Devo anche dire che gli ex-prigionieri di guerra americani, liberati dall'Armata Rossa, godono di buone condizioni, nei cam­pi sovietici, condizioni migliori di quelle degli ex-prigionieri so-vietici nei campi americani, dove alcuni di essi erano stati allog­giati insieme ai prigionieri tedeschi ed erano sottoposti a un trat­tamento ingiusto, a vessazioni illegali, percosse incluse, come è stato comunicato al Governo degli Stati Uniti in più di un'occa­sione.

 

22 marzo 1945

 

 

 

— 25 —

Personale e segretissimo da Roosevelt a Stalin

 

Ricevuto il 25 marzo 1945

 

Il Dipartimento di Stato è stato informato dall'ambasciatore Gromyko sulla composizione della delegazione alla Conferenza di San Francisco. Abbiamo la più alta considerazione per le qua­lità personali e le capacità. dell'ambasciatore Gromyko, e sappia­mo che egli rappresenterà degnamente l'Unione Sovietica. Tutta­via non posso fare a meno di essere profondamente deluso per il fatto che, a quanto pare, il signor Molotov non intende essere presentato. Ricordiamo l'amichevole e feconda collaborazione tra il signor Molotov, il signor Eden e il signor Stettinius a Yalta, ritengo che il segretario di Stato contasse di continuare a San Francisco con lo stesso spirito il comune lavoro per realizzare il nostro scopo comune: la creazione di un'efficace Organizzazione Internazionale che assicuri al mondo un futuro sicuro e pacifico.

 

La conferenza, senza la presenza di Molotov, sarà privata di un grande motivo di successo. Se le sue improrogabili gravi re­sponsabilità nell'Unione Sovietica rendono impossibile la sua par­tecipazione ai lavori della conferenza, spero vivamente che potrete permettergli di essere presente almeno nelle prime importantis­sime sessioni. Tutti i Paesi promotori, e la maggior parte dei partecipanti saranno rappresentati dai rispettivi ministri degli Esteri. Stando così le cose, temo che l'assenza di Molotov verrà in­terpretata in tutto il mondo come la mancanza di un adeguato interesse dell'Unione Sovietica per gli importanti obiettivi di questa conferenza.

 

 

 

— 26 —

Personale e segretissimo da Roosevelt a Stalin

 

Ricevuto il 25 marzo 1945

 

L'ambasciatore Harriman mi ha trasmesso una lettera, da lui ricevuta dal signor Molotov, riguardante un'indagine che sta com­piendo il feldmaresciallo Alexander circa l'eventuale possibilità di ottenere la resa di una parte o di tutta l'Armata tedesca in Italia. In questa lettera il signor Molotov richiede che l'indagine, che si svolgerebbe in Svizzera, venga sospesa immediatamente perché non vi partecipano ufficiali sovietici.

 

Sono sicuro che i fatti vi sono stati presentati in modo inesatto a causa di un malinteso. I fatti sono i seguenti:

 

È stata raccolta in Svizzera, alcuni giorni fa, una notizia, non confermata, secondo la quale alcuni ufficiali tedeschi stavano prendendo in esame la possibilità di negoziare la resa delle trup­pe tedesche che stanno combattendo contro le truppe anglo-ame­ricane del feldmaresciallo Alexander in Italia. In seguito all'ar­rivo di tale notizia a Washington, il feldmaresciallo Alexander fu autorizzato a inviare uno o più ufficiali del suo Stato Mag­giore in Svizzera per accertare l'esattezza dell'informazione e, nel caso che questa fosse risultata fondata, per organizzare con gli ufficiali tedeschi responsabili una conferenza nella quale si discutesse i particolari della resa con il feldmaresciallo Alexan­der, conferenza che si sarebbe svolta nel suo quartier generale in Italia. Se tale incontro avesse luogo, i rappresentanti sovietici sarebbero, naturalmente, benvenuti.

 

Le informazioni concernenti questa indagine da svolgere in Svizzera sono state immediatamente comunicate al Governo so­vietico. Il vostro governo è stato in seguito informato che sarebbe stato consentito agli ufficiali sovietici di essere presenti ai collo­qui del feldmaresciallo Alexander con gli ufficiali tedeschi nel caso che si fosse raggiunto un accordo definitivo a Berna per or­ganizzare tale incontro a Caserta al fine di trattare i particolari della resa.

 

Fino a questo momento i tentativi dei nostri rappresentanti per combinare un incontro con gli ufficiali tedeschi non hanno avuto successo, ma sembra tuttavia che tale incontro sia possibile.

 

Il mio Governo, come certamente comprenderete, deve presta­re il massimo aiuto a tutti gli ufficiali comandanti le forze allea­te quando questi ritengono che vi sia la possibilità di costrin­gere alla resa le truppe nemiche nella loro zona. Sarebbe molto sconsiderato da parte mia assumere un altro atteggiamento o per­mettere qualsiasi ritardo che causasse inutili perdite di vite uma­ne tra i soldati americani. Come militare, capirete che è necessa­rio agire senza indugi per non lasciarsi sfuggire questa oppor­tunità. Sarebbe la stessa cosa se fosse chiesto un armistizio a un vostro generale a Königsberg o a Danzica.

 

Nella resa sul campo delle forze nemiche non si può ravvi­sare nessuna violazione del principio da noi concordato sulla resa incondizionata e neppure alcun elemento politico.

 

Nel caso che il comandante sul campo delle forze americane proceda a un esame dettagliato delle condizioni di resa, sarò lieto di approfittare dell'esperienza dei vostri ufficiali che siano presenti, ma non posso accettare di sospendere l'indagine sulle possibilità di resa a causa di un'obiezione mossa dal signor Mo­lotov per ragioni che mi sono completamente incomprensibili.

 

Non ci attendiamo molti risultati dalle suddette possibilità ma, a evitare malintesi tra i nostri ufficiali, spero che vogliate chiarire agli ufficiali sovietici l'opportunità e la necessità di non indugiare nell'intraprendere un'azione rapida ed efficace per agevolare la resa di qualsivoglia forza nemica che si trovi in cam­po contro le truppe americane.

 

Sono certo che voi adottereste la stessa condotta e agireste nello stesso modo qualora si verificasse una situazione simile sul fronte sovietico.

 

 

 

— 27 —

Personale e segreto da Stalin a Roosevelt

 

Noi apprezziamo nel suo grande valore e importanza la con­ferenza di San Francisco, la quale servirà a porre le fondamenta di un'Organizzazione Internazionale che assicuri la pace e la si­curezza delle nazioni, ma le attuali circostanze impediscono la partecipazione di V. M. Molotov. Molotov e io ne siamo vera­mente spiacenti, ma la convocazione di una sessione del Soviet supremo dell'U.R.S.S., che si terrà in aprile su istanza dei depu­tati del Soviet supremo, e alla quale la presenza di Molotov è indispensabile, rende impossibile per lui una partecipazione alle sessioni della Conferenza, anche limitata a quelle di apertura.

 

Voi sapete che l'ambasciatore Gromyko ha assolto con suc­cesso il suo compito a Dumbarton , Oaks e noi siamo certi che egli guiderà abilmente la delegazione sovietica a San Francisco.

 

Per quanto riguarda le differenti interpretazioni che si pos­sono dare alla cosa, comprenderete che non possono influire sulle nostre decisioni.

 

27 marzo 1945

 

 

 

— 28 —

Personale e segreto da Stalin a Roosevelt

 

Ho esaminato la questione postami nella vostra lettera del 25 marzo e ho concluso che il Governo sovietico non poteva dare altra risposta dopo che i suoi rappresentanti erano stati esclusi dal­le trattative di Berna con i tedeschi, trattative volte a discutere la resa tedesca e l'apertura del fronte del nord Italia alle truppe anglo-americane.

 

Lungi dall'essere contrario, sono anzi favorevole ad approfit­tare di qualsiasi possibilità di una

disgregazione delle forze tedesche la resa su un fronte qualsiasi e incoraggiarle ad aprire il fronte alle armate alleate.

 

Ma sono d'accordo su trattative del genere col nemico solo in quei casi in cui esse non conducano a un miglioramento della posizione e che quindi resti preclusa per i tedeschi la possibilità di manovrare è approfittare di queste trattative per trasferire trup­pe ad altri settori di combattimento, e soprattutto al fronte so­vietico.

 

Il Governo sovietico riteneva necessaria la partecipazione di rappresentanti del suo comando militare a tali trattative solo al fine di creare questa garanzia, e ciò ovunque queste trattative aves­sero luogo, a Berna o a Caserta. Non riesco a capire perché i rappresentanti del Comando sovietico siano stati esclusi dai ne­goziati e in quale modo essi avrebbero potuto essere di ostacolo ai rappresentanti del Comando alleato.

 

Vi dirò, per vostra norma, che i tedeschi hanno già sfruttato questi negoziati con il Comando alleato, riuscendo a trasferire tre divisioni dall'Italia del nord al fronte sovietico.

 

Il compito di coordinare le operazioni per sferrare un attac­co ai tedeschi da ovest, sud ed est, stabilito nella Conferenza di Crimea, è quello di attaccarli e tenerli agganciati nel posto dove si trovano, impedendo. loro di manovrare, di spostare le loro forze nei settori dove è più impellente il loro bisogno. Il Coman­do sovietico sta agendo in questo senso. Non altrettanto il feld­maresciallo Alexander. Questa situazione è fonte di irritazione per il Comando sovietico e dà adito alla sfiducia.

 

Voi scrivete: « come militare, capirete che è necessario agire senza indugi per non lasciarsi sfuggire questa opportunità. Sa­rebbe la stessa cosa se fosse chiesto un armistizio a un vostro ge­nerale a Königsberg o a Danzica ». Temo che questo paragone non si adatti al caso presente. Le truppe tedesche a Danzica o a Königsberg sono accerchiate. Se si arrendono, lo fanno per evi­tare di essere sterminate, ma non possono aprire il fronte alle truppe sovietiche perché il fronte si è spostato a occidente fino all’Oder. Le truppe tedesche nel nord dell'Italia si trovano in una situazione completamente differente. Non sono accerchiate e non temono di essere sterminate. Se, ciononostante, i tedeschi nell’Italia del nord cercano di trattare la resa e di aprire il fronte alle truppe alleate, significa che devono avere qualche scopo più importante riguardante il destino della Germania.

 

Vi assicuro che se una situazione simile si fosse presentata sul fronte orientale, in qualche località sull'Oder, con delle possi­bilità di resa da parte delle truppe tedesche e di un'apertura del fronte alle truppe sovietiche, avrei immediatamente informato il Comando anglo-americano e domandato che inviasse i suoi rap­presentanti a partecipare alle trattative, poiché in questioni di questo genere gli Alleati non devono avere nulla da nascondere l'uno all'altro.

 

29 marzo 1945

 

 

 

— 29 —

Personale e segretissimo da Roosevelt a Stalin

 

Ricevuto il 1° aprile 1945

 

Non posso nascondervi la mia preoccupazione per il modo in cui si svolgono gli avvenimenti che ci interessano dopo il fe­condo incontro di Yalta. Le decisioni da noi adottate a Yalta erano ottime e la maggior parte di esse è stata accolta con entusiasmo dai popoli di tutto il mondo, che reputano la nostra capacità di giungere a una base comune d'intesa come la migliore garanzia per un mondo sicuro e pacifico dopo questa guerra. È precisa­mente a causa delle speranze e delle aspettative generate da queste decisioni che il loro compimento è seguito con la massima atten­zione. Noi non abbiamo il diritto di deludere tali aspettative. Finora si è notata una scoraggiante mancanza di progressi nella realizzazione, che il mondo aspetta, delle decisioni che prendem­mo alla conferenza, e particolarmente quelle riguardanti la que­stione polacca. Sinceramente sono un po' perplesso circa le cause di quanto avviene, e devo confessarvi che , non arrivo a capire perfettamente, sotto certi aspetti, l'apparente indifferenza del vo­stro Governo. Sono convinto che, essendo riusciti a trovare una intesa così perfetta a Yalta, noi tre potremo chiarire, e senz'altro chiariremo, molte difficoltà sorte da allora. Per questo voglio espor­vi in questo messaggio, con completa franchezza, come io vedo il problema.

 

Sebbene tenga particolarmente presenti le difficoltà sorte per la questione polacca, devo ricordarvi brevemente il nostro ac­cordo, contenuto nella Dichiarazione sull'Europa libera. Francamente non riesco a capire perché gli ultimi avvenimenti in Ro­mania siano considerati esclusi dai termini di questo accordo. Spero che possiate trovare il tempo per esaminare personalmente il carteggio tra i nostri due Governi al riguardo.

 

Tuttavia gli accordi che hanno suscitato il maggior interesse del pubblico e che sono più urgenti, riguardano la questione polacca.

Naturalmente siete a conoscenza che la Commissione da noi creata non ha fatto alcun progresso. Ritengo che ciò sia dovuto all'interpretazione che il vostro Governo dà alle decisioni della Conferenza di Crimea. Per evitare malintesi, espongo la mia in­terpretazione dei punti dell'accordo riguardanti le difficoltà in­contrate dalla Commissione a Mosca.

 

Nelle trattative che hanno avuto luogo fino a questo momento, pare che il vostro Governo si attenga all'idea che il nuovo Governo provvisorio di unità nazionale, che come d'accordo dovreb­be essere formato, non dovrebbe essere molto diverso dall'attuale Governo di Varsavia. Non riesco a conciliare ciò né con i patti né con le trattative passate. Sebbene sia vero che il Governo di Lublino debba essere ricostituito e sebbene i suoi membri ab­biano un ruolo assai importante, occorre che ciò avvenga in modo tale da portare alla creazione di un nuovo governo. Questo punto è chiaramente stabilito in alcuni paragrafi del testo dell'accordo. Voglio che sia chiaro che qualsiasi soluzione tendente a far con­tinuare, sia pure in forma velata, l'attuale regime di Varsavia, sa­rebbe inaccettabile e indurrebbe il popolo degli Stati Uniti a considerare fallito l'accordo di Yalta. È altrettanto chiaro che, per la stessa ragione, il Governo di Varsavia non può, in base agli ac­cordi, rivendicare il diritto di scegliere o respingere le persona­lità polacche che saranno consultate a Mosca dalla Commissione. Non possiamo che essere d'accordo sul fatto che è compito della Commissione selezionare le personalità polacche affinché vengano consultate a Mosca, e che gli inviti vengano diramati secondo queste direttive. Se questo fosse possibile, non avrei nessuna obiezione a che fosse invitato per primo il gruppo di Lublino per prendere conoscenza dell'interpretazione concordata delle decisio­ni di Yalta al riguardo. Resta inteso che se il gruppo di Lublino verrà invitato per primo, nessun accordo potrà essere raggiunto separatamente con esso primi dell'arrivo degli altri dirigenti poli­tici polacchi invitati a queste trattative. Per facilitare un accordo, la Commissione potrebbe per prima cosa selezionare un piccolo gruppo, ma rappresentativo, di dirigenti polacchi che potrebbero sottoporre altri nominativi all'esame della Commissione. Noi non ci siamo opposti né ci opporremo a nessun candidato propo­sto dal signor Molotov per le consultazioni, fiduciosi che non si tratterebbe mai di persone contrarie allo spirito delle decisioni di Crimea. Ritengo che non sia chiedere troppo l'esigere che si di­mostri la stessa fiducia nel mio ambasciatore e che qualsiasi candidato alle consultazioni presentato da qualsiasi membro del­la Commissione venga accettato dagli altri in buona fede. Mi sembra ovvio che se il diritto della Commissione di selezionare questi nominativi verrà limitato o condiviso con il Governo di Varsavia, verranno distrutte le basi stesse su cui poggia il nostro accordo.

 

Mentre questi sono gli ostacoli immediati che a mio parere hanno impedito alla Commissione di fare progressi in questa im­portantissima vertenza, esistono altre due proposte che non rien­trano nell'accordo, ma che hanno nondimeno un peso notevole sui risultati che tutti intendono raggiungere. Nessuna di queste proposte è stata finora accettata dal vostro Governo. Mi riferisco alle seguenti:

 

1. Deve regnare in Polonia la massima tranquillità politica; i gruppi dissidenti devono cessare di adottare misure e contro­misure gli uni contro gli altri. Mi sembra quanto mai ragione­vole che da parte nostra si debba far uso di tutta l'influenza pos­sibile per porre fine a questo stato di cose.

 

2. Sembra naturale che dovrebbe essere permesso ai rappresen­tanti dei membri americani e britannici di visitare la Polonia, date le responsabilità che derivano loro dall'accordo. Come ri­cordate, lo stesso signor Molotov lo suggerì nelle prime sedute della Commissione, e solamente in seguito ritirò la proposta.

 

Vorrei potervi convincere dell'importanza che avrebbe per un maggiore sviluppo della nostra collaborazione internazionale una sollecita ed equa soluzione del problema polacco. In caso contra­rio, tutte le difficoltà e i pericoli che minacciano l'unità degli Al­leati, e che noi abbiamo potuto intravedere durante la Conferen­za di Crimea, ci si presenteranno in forma ancora più acuta. Saprete certamente che negli Stati Uniti occorre un sincero ap­poggio popolare per attuare qualsiasi genere di politica, interna o estera. Il popolo americano si forma le proprie convinzioni e nes­suna azione del Governo può cambiarle. Ho citato questo fatto perché l'ultima frase della vostra lettera riguardante la parteci­pazione del signor Molotov a San Francisco mi ha fatto dubi­tare che voi diate il giusto peso a questo fattore.

 

 

 

— 30 —

Personale e segretissimo da Roosevelt a Stalin

 

Ricevuto il 1° aprile 1945

 

Nello scambio di messaggi avvenuto circa le possibili future trat­tative con i tedeschi per la resa delle loro truppe in Italia, mi sembra che, sebbene vi sia un accordo di massima, la questione sia circondata da un'atmosfera di spiacevole apprensione e sfi­ducia.

 

Non si sono iniziate trattative per la resa e, se vi saranno, avranno luogo a Caserta alla presenza dei nostri rappresentanti. Sebbene il tentativo fatto a Berna per stabilire i termini dei ne­goziati sia stato infruttuoso, il maresciallo Alexander è stato in­vitato a tenervi informato sugli sviluppi degli avvenimenti.

 

Vi ripeto che l'incontro di Berna è stato fatto al solo scopo di stabilire i contatti con gli ufficiali tedeschi responsabili e non per intavolare trattative di qualsiasi specie.

 

Non si parla neppure di trattative con i tedeschi che per­mettano loro di trasferire in alcun modo truppe dal fronte ita­liano ad altri fronti. Le trattative, se vi saranno, si svolgeranno sulla base della resa senza condizioni. Riguardo alla mancanza di operazioni offensive alleate in Italia, ciò non deriva assolutamente dalla speranza di una resa dei tedeschi. In realtà la recente in­terruzione delle operazioni offensive in Italia è dovuta soprat­tutto al trasferimento di forze alleate, divisioni britanniche e ca­nadesi, da questo fronte alla Francia. Si sta preparando un'offen­siva sul fronte italiano per il 10 aprile circa, ma pur sperando in un successo, l'operazione avrà una portata limitata data l'at­tuale mancanza di truppe a disposizione di Alexander. Egli dispone di diciassette divisioni contro ventiquattro dei tedeschi. Intendiamo sfruttare tutte le nostre risorse per impedire qualsiasi trasferimento di forze tedesche dall'Italia.

 

Ritengo che la vostra informazione data dei movimenti di truppe tedesche in Italia sia erronea. La nostra migliore fonte di informazione ci permette di stabilire che tre divisioni tede­sche hanno lasciato l'Italia dai primi dell'anno e due di queste hanno raggiunto il fronte orientale. L'ultima delle tre divisioni ha cominciato il suo trasferimento il 25 febbraio circa, più di due settimane prima che si sentisse parlare di possibilità di resa. È perciò evidente che il tentativo fatto a Berna dagli agenti tede­schi è avvenuto dopo l'inizio dell'ultimo movimento di truppe e che quindi non ha influito sul movimento stesso.

 

Tuttavia questa situazione è nata dall'iniziativa di un uffi­ciale tedesco molto vicino a Himmler, e quindi vi sono molte probabilità che il suo unico intendimento sia quello di fomen­tare sospetti e sfiducia tra gli Alleati. Non vi è ragione alcuna di permettergli di raggiungere questo scopo. Confido che questa dichiarazione categorica sulla presente situazione possa dissi­pare i timori che esprimete nel vostro messaggio del 29 marzo.

 

 

 

— 31 —

Personale e segretissimo da Stalin a Roosevelt

 

Sono in possesso del vostro messaggio sui colloqui di Berna.

 

Avete perfettamente ragione nel dichiarare che, riguardo alle trattative tra gli anglo-americani e i comandi, tedeschi a Berna o in altra località « la questione è circondata da un'atmosfera di spiace­vole sfiducia ».

 

Voi affermate che finora non vi sono state trattative di sorta. A quanto pare non siete bene informato. Per quanto riguarda i miei colleghi militari, essi, in base a informazioni in loro pos­sesso, sono sicuri che tali trattative hanno avuto luogo e che si sono concluse con un accordo con i tedeschi secondo il quale il comandante sul fronte occidentale, maresciallo Kesselring, aprirà il fronte alle truppe anglo-americane e le lascerà penetrare a orien­te in cambio della promessa che gli anglo-americani rendano più lievi le condizioni dell'armistizio per i tedeschi.

 

Ritengo che i miei colleghi non siano lontani dalla verità; se fosse vero il contrario, risulterebbe incomprensibile l'esclusione dei rappresentanti del Comando sovietico dalle trattative di Berna.

 

Non riesco nemmeno a spiegarmi la reticenza degli inglesi, che hanno lasciato a voi il compito di scambiare messaggi con me su questo spiacevole argomento; essi mantengono il silenzio, sebbene sia noto che l'iniziativa dell'affare di Berna sia degli inglesi stessi.

 

Comprendo che le truppe anglo-americane ricavino un certo vantaggio da queste trattative separate a Berna o in altri luoghi, dal momento che possono penetrare nel cuore della Germania senza quasi incontrare resistenza; ma perché tenerlo nascosto ai russi, e perché i russi, che sono loro alleati, non ne sono stati informati? Ed è così che attualmente i tedeschi hanno pratica­mente cessato il fuoco sul fronte occidentale contro l'Inghilterra e l'America. Nello stesso tempo essi continuano la guerra contro la Russia, alleata dell'Inghilterra e dell'America. Decisamente questa situazione non aiuta a conservare e aumentare la fiducia tra i nostri Paesi.

 

Ho già scritto in un mio precedente messaggio, e lo ripeto ancora, che né io né i miei colleghi avremmo fatto, un passo così rischioso, poiché sappiamo che tin vantaggio momentaneo, per quanto sia grande, è meno importante del vantaggio fondamen­tale di conservare e rafforzare la fiducia tra gli Alleati.

 

3 aprile 1945

 

 

 

— 32 —

Personale e segretissimo da Roosevelt a Stalin

 

Ricevuto il 5 aprile 1945

 

Ho ricevuto con stupore il vostro messaggio del 3 aprile, con­tenente l'affermazione che gli accordi tra il feldmaresciallo Alex­ander e Kesselring a Berna « hanno permesso alle truppe anglo­americane di avanzare a oriente, e che gli anglo-americani hanno permesso in cambio di rendere più lievi ai tedeschi le condi­zioni del trattato di pace ».

 

Nei miei precedenti messaggi riguardanti i tentativi fatti a Berna per indire una conferenza per discutere la resa dell'eser­cito tedesco in Italia, vi ho comunicato:

1) nessuna trattativa si è svolta a Berna;

2) i colloqui non avevano nessun carattere po­litico;

3) in caso di resa delle truppe nemiche in Italia non vi sa­rebbe nessuna violazione dell'accordo di resa incondizionata;

4) la presenza di ufficiali sovietici sarebbe stata gradita in qualsiasi in­contro organizzato per discutere la resa.

 

Nell'interesse dello sforzo bellico comune contro la Germania, sforzo che attualmente fornisce un'eccellente prospettiva di rapido successo nella disintegrazione delle forze tedesche, devo per pri­ma cosa supporre che voi avete la stessa assoluta fiducia nella mia lealtà che io ho nella vostra.

 

Apprezzo moltissimo i risultati che il vostro valoroso esercito ha ottenuto e che hanno reso

possibile il passaggio del Reno da parte delle truppe del generale Eisenhower, e anche la funzione che le vostre forze armate avranno in seguito sul crollo della re­sistenza tedesca ai nostri attacchi combinati.

 

Ho completa fiducia nel generale Eisenhower e so che egli mi avrebbe informato certamente prima di stabilire un accordo con i tedeschi. Egli ha istruzioni di esigere, ed esigerà, la resa senza condizioni delle truppe nemiche sconfitte sul suo fronte. La nostra avanzata sul fronte occidentale è dovuta ad azioni mi­litari; la rapidità della stessa è da attribuirsi principalmente al terribile colpo sferrato dall'aviazione che ha distrutto le vie di comunicazione tedesche, e anche al fatto che il generale Eisen­hower ha potuto paralizzare il grosso delle forze tedesche sul fronte occidentale quando si trovavano ancora a occidente del Reno.

 

Sono sicuro che non vi sono mai state trattative a Berna e credo che le informazioni da voi avute al riguardo devono pro­venire da fonti tedesche che hanno insistentemente cercato di creare dissidi fra noi per poter evitare in qualche modo le re­sponsabilità dei crimini perpetrati nella guerra. Se questo era lo scopo di Wolff a Berna, il vostro messaggio dimostra che egli ha ottenuto qualche successo.

 

Confidando che siate convinto della mia buona fede personale e della mia determinazione di voler portare avanti, insieme con voi, il compito di ottenere la resa incondizionata dei nazisti, è sorprendente che il Governo sovietico creda che io abbia stipu­lato accordi col nemico prima di ottenere il vostro completo con­senso.

 

Vorrei infine dire che sarebbe una delle più grandi tragedie della storia se proprio al momento della vittoria, ormai a nostra portata, tali sospetti e tale mancanza di fiducia pregiudicassero l'intera opera, dopo così enormi perdite umane, materiali ed eco­nomiche.

 

Francamente non posso fare a meno di provare un amaro rancore verso i vostri informatori, chiunque essi siano, per una così meschina descrizione delle mie azioni e di quelle dei miei subordinati, di cui ho piena fiducia.

 

 

 

— 33 —

Personale e segreto da Stalin a Roosevelt

 

Ho ricevuto il vostro messaggio del 5 aprile.

 

1. Nel mio messaggio del 3 aprile non si parla di lealtà o fi­ducia. Non ho mai dubitato della vostra lealtà o fiducia, come di quella del signor Churchill. Voglio dire che nel corso della no­stra corrispondenza si è manifestata una diversità di vedute su quello che è e non è permesso fare da un alleato nei confronti di un altro alleato. Noi russi crediamo che, data la presente si­tuazione, nella quale il nemico è di fronte a una resa inevitabile, se i rappresentanti di uno degli alleati si incontra con i tedeschi per discutere i termini della resa, i rappresentanti degli altri alleati devono poter prendere parte alle trattative. Ciò è assolu­tamente necessario, specialmente quando l'altro alleato richiede di partecipare all'incontro. Gli americani e gli inglesi, tuttavia, han­no una diversa opinione e considerano errato il punto di vista russo. Per questa ragione essi hanno negato ai russi il diritto di essere presenti ai colloqui con i tedeschi in Svizzera. Vi ho già detto, e non ritengo superfluo ripeterlo, che in una situazio­ne simile i russi non avrebbero mai rifiutato agli americani e agli inglesi il diritto di partecipare a tale incontro. Io continuo a con­siderare giusto solo il punto di vista russo, perché impedisce sospetti reciproci e non offre al nemico la possibilità di fomentare discordie tra noi.

 

2. È difficile ammettere che la mancata resistenza dei tedeschi sul fronte occidentale sia dovuta solo al fatto che essi sono stati sconfitti. I tedeschi dispongono di 147 divisioni sul fronte orien­tale. Essi potrebbero sicuramente trasferire da 15 a 20 divisioni dal fronte orientale per aiutare le loro truppe su quello occi­dentale. Finora non lo hanno fatto, né lo stanno facendo. Essi combattono disperatamente con i russi per una oscura stazione chiamata Zemlenice, in Cecoslovacchia, di cui hanno bisogno come un morto ha bisogno di un impiastro, e invece si arren­dono senza opporre resistenza in città importanti e nel cuore della Germania come Osnabröck, Mannheim e Kassel. Ammette­rete che tale comportamento da parte dei tedeschi è più che strano e incomprensibile.

 

3. Per quanto riguarda i miei informatori, vi posso assicu­rare che essi sono persone oneste e modeste che svolgono il loro compito coscienziosamente e che non hanno intenzione di offen­dere nessuno. Essi hanno dato prova della loro capacità in più di un'occasione. Giudicate voi stesso: in febbraio il generale Mar­shall ha fatto pervenire al quartier generale delle Forze Armate sovietiche una quantità di importanti informazioni nelle quali, basandosi su dati in suo possesso, avvisava i russi che in marzo i tedeschi avevano in programma due seri contrattacchi sul fron­te orientale, uno dalla Pomerania su Thorn e l'altro dall'area di Moravska Ostrava su Lodz. Accadde invece che il colpo prin­cipale dei tedeschi era stato preparato e diretto non verso le zo­ne indicate ma verso una zona completamente diversa e precisa­mente quella del lago Balaton, a sud-ovest di Budapest. I tede­schi, come sappiamo adesso, avevano concentrato 35 divisioni nella zona, delle quali 11 corazzate. Quello, a causa della grande con­centrazione di carri armati, fu uno dei peggiori colpi della guer­ra. Il Maresciallo Tolbukhin riuscì prima a evitare il disastro, e poi a ricacciare i tedeschi, e poté farlo perché i miei informa­tori avevano scoperto, sia pure con un certo ritardo, il piano dell’attacco maggiore tedesco e avevano avvertito immediatamente il maresciallo Tolbukhin. Ho potuto in questo modo controllare una volta di più l'esattezza e l'attendibilità delle mie fonti di informazione.

 

Affinché possiate orientarvi su questo fatto, accludo una let­tera inviata al maggior generale Dean dal generale Antonov, capo di Stato Maggiore dell'Armata Rossa.

 

7 aprile 1945

 

Copia-Segreto

 

Al maggior generale John R. Dean, capo della Missione mili­tare degli U.S.A. nell'U.R.S.S.

Stimatissimo generale Dean,

 

vi prego di portare a conoscenza del generale Marshall quanto segue:

 

il 20 febbraio ho ricevuto un messaggio del generale Mar­shall per mezzo del generale Dean, nel quale mi si comunicava che i tedeschi stavano formando due concentramenti di truppe per una controffensiva sul fronte orientale, uno in Pomerania di­retto contro Thorn e l'altro nella zona di Vienna-Moravska Ostra­va in direzione di Lodz. Il gruppo a sud doveva includere la 6a Armata corazzata delle SS. In febbraio avevo ricevuto un'infor­mazione simile dal colonnello Brinkman, capo della sezione dell’esercito della Missione militare inglese.

Sono molto grato e riconoscente al generale Marshall per la informazione così gentilmente inviataci per favorire i nostri fini comuni.

 

Nello stesso tempo é mio dovere informare il generale Mar­shall che le operazioni belliche di marzo sul fronte orientale non hanno confermato la sua informazione, poiché i combattimenti hanno dimostrato che il nerbo principale delle truppe tedesche, che includeva la 6 Armata corazzata delle SS, era stato concen­trato non in Pomerania né nella zona di Moravska Ostrava, bensì nell'area del lago Balaton, di dove i tedeschi sferrarono la loro offensiva nel tentativo di raggiungere il Danubio e forzarlo a sud di Budapest.

 

Per questa ragione, l'informazione fornita dal generale Mar­shall non ha trovato riscontro nell'andamento reale degli eventi sul fronte orientale in marzo.

 

Può darsi benissimo che certe fonti di informazione volessero disorientare sia gli anglo-americani sia i sovietici e distrarre l'at­tenzione dell'alto Comando sovietico dall'area dove i tedeschi stavano preparando la loro offensiva principale sul fronte orientale.

 

Nonostante quanto sopra esposto, vorrei pregare il generale Marshall, se fosse possibile, di tenermi informato sui movimenti del nemico.

 

Considero mio dovere trasmettere questa informazione al ge­nerale Marshall solo allo scopo di aiutarlo nel trarre le giuste conclusioni in relazione alle sue fonti di informazione.

 

Vi prego di trasmettere al generale Marshall i sensi del mio rispetto e della mia gratitudine.

Sinceramente vostro

 

30 marzo 1945

Capo di Stato Maggiore dell'Armata Rossa
Generale d'Armata Antonov

 

 

 

— 34 —

Personale e segreto da Stalin a Roosevelt

 

In relazione al vostro messaggio del 1° aprile, devo fare le seguenti osservazioni sulla questione polacca.

 

La questione polacca si trova davvero a un punto morto. Quale ne è la ragione?

 

La ragione è che gli ambasciatori americano e britannico a Mosca, i quali sono membri della Commissione di Mosca, si sono allontanati dalle direttive della Conferenza di Crimea, in­troducendo nuovi elementi non previsti da tale conferenza. E pre­cisamente:

 

a) Alla Conferenza di Crimea tutti e tre consideravamo come Governo provvisorio polacco il governo attualmente in funzione in Polonia, governo da riorganizzare dato che doveva essere la base di un nuovo Governo di unità nazionale. Gli ambasciatori americano e britannico, tuttavia, si sono scostati da questa tesi; essi ignorano il Governo provvisorio polacco, non vi prestano attenzione e, nel migliore dei casi, lo mettono sullo stesso piano di singoli individui in Polonia o a Londra. Inoltre, essi considerano che la riorganizzazione del Governo provvisorio debba essere in­tesa come abolizione di quest'ultimo e creazione del Governo completamente nuovo. Le cose sono arrivate a tal punto che il signor Harriman ha dichiarato nella Commissione di Mosca che potrebbe darsi che non un solo membro del Governo provviso­rio venisse incluso nel Governo polacco di unità nazionale.

Ovviamente questa tesi degli ambasciatori americano e ingle­se non può che provocare il forte risentimento del Governo prov­visorio polacco. Per quanto riguarda l'Unione Sovietica, essa non può certamente accettare una tesi che viola direttamente le deci­sioni della Conferenza di Crimea.

 

b) Durante la Conferenza di Crimea noi tre ci accordammo di invitare cinque personalità dalla Polonia e tre da Londra per procedere a una consultazione, e non di più. Ma gli ambascia­tori americano e inglese hanno cambiato posizione e insistono che ciascun membro della Commissione di Mosca può invitare un numero illimitato di persone dalla Polonia e da Londra.

È chiaro che il Governo sovietico non poteva accettare una cosa simile poiché, secondo le decisioni prese nella Conferenza di Crimea, gli inviti non possono essere diramati da singoli mem­bri della Commissione, ma dalla Commissione nel suo insieme. La richiesta di non limitare il numero degli inviti per le consul­tazioni va contro ciò che fu stabilito nella Conferenza di Crimea.

 

c) Il Governo sovietico parte dal principio che, in vista delle decisioni di Crimea, coloro che venissero invitati per le consul­tazioni avrebbero dovuto essere in primo luogo persone che riconoscessero come valide le decisioni della Conferenza, ivi inclusa quella relativa alla Linea Curzon, e che in secondo luogo desi­derino realmente stringere relazioni amichevoli con l'Unione So­vietica. Il Governo sovietico insiste su questa posizione perché il sangue dei suoi soldati, largamente versato nella lotta di liberazione della Polonia, e il fatto che negli ultimi trent'anni il ter­ritorio polacco è servito due volte al nemico per invadere la Rus­sia, lo obbligano ad assicurare delle relazioni amichevoli tra Po­lonia e Unione Sovietica.

 

Gli ambasciatori americano e inglese, tuttavia, ignorano questo fatto e vogliono invitare delle personalità polacche senza tener conto del loro atteggiamento verso le decisioni della Conferenza e verso l'Unione Sovietica.

 

A mio parere sono queste le ragioni che impediscono di ri­solvere il problema polacco attraverso un accordo reciproco.

 

Per superare questo punto morto e raggiungere un'intesa, pen­so che si dovrebbero intraprendere i seguenti passi:

 

1. Stabilire che la riorganizzazione del Governo provvisorio polacco implica non il suo scioglimento, bensì appunto una riorganizzazione per mezzo di un allargamento, tenendo presente che il Governo provvisorio dovrà essere la base per il futuro Governo polacco di unità nazionale.

 

2. Ritornare alle deliberazioni della Conferenza di Crimea e limitare gli inviti delle personalità polacche al numero di otto, delle quali cinque dalla Polonia e tre da Londra.

 

3. Stabilire che i rappresentanti del Governo provvisorio po­lacco dovranno essere consultati in ogni circostanza, e consultati per primi, poiché il Governo provvisorio in Polonia è molto più forte dei singoli individui che verranno invitati da Londra e dal­la Polonia, la cui influenza non si può paragonare in alcun modo con il grandissimo prestigio del Governo provvisorio.

Richiamo la vostra attenzione su questo particolare poiché, a mio giudizio, qualsiasi altra decisione al riguardo può essere con­siderata in Polonia come un'offesa verso il popolo e un tentativo di imporre un governo senza tener conto dell'opinione pubblica polacca.

 

4. Convocare per le consultazioni, da Londra e dalla Polonia, solamente quei dirigenti polacchi che riconoscano le decisioni della Conferenza di Crimea riguardo alla Polonia e che deside­rino praticamente relazioni amichevoli con l'Unione Sovietica.

 

5. Riorganizzare il Governo provvisorio sostituendo un certo numero degli attuali ministri con altri, nominati tra i dirigenti polacchi che non sono membri del Governo provvisorio.

Per quanto riguarda la proporzione tra vecchi e nuovi mini­stri, si dovrà procedere piú o meno come nel caso del Governo jugoslavo.

Ritengo che se queste osservazioni verranno prese in conside­razione, si potrà risolvere la questione polacca in breve tempo.

 

7 aprile 1945

 

 

 

— 35 —

Personale e segretissimo da Roosevelt a Stalin

 

Ricevuto il 13 aprile 1945

 

Vi ringrazio per la vostra sincera, esposizione del punto di vi­sta sovietico sull'incidente di Berna che, come appare oggi, si è dissolto nel passato senza aver apportato alcun vantaggio.

 

In ogni caso non vi deve essere sfiducia reciproca, e piccoli ma­lintesi di questo genere non dovranno sorgere in futuro. Sono sicuro che quando i nostri eserciti si incontreranno in Germania e si uniranno in un'offensiva ben coordinata, l'esercito nazista si disgregherà.

 

 

 

— 36 —

Al Presidente Truman - Washington

 

Spedito il 13 aprile 1945

 

In nome del Governo sovietico e mio personale, esprimo al Go­verno degli Stati Uniti le più profonde condoglianze per la morte improvvisa del presidente Roosevelt. Il popolo d'America e le Na­zioni Unite hanno perduto, nella persona di Franklin Roosevelt, uno dei più grandi statisti del mondo e il campione della pace e della sicurezza del dopoguerra.

 

Il Governo dell'Unione Sovietica esprime la sua sincera simpatia al popolo americano in occasione di questa cos í grave perdita e riaf­ferma la certezza che la collaborazione tra le grandi Potenze, le quali hanno sopportato il peso della guerra contro il comune nemico, verrà ancor pii intensificata nel futuro.

J. Stalin

 

 

 

— 37 —

Personale e segretissimo da Truman a Stalin

 

Ricevuto il 18 aprile 1945

 

Vi sono riconoscente per la vostra gentile e sincera dichiarazione sul contributo che il defunto presidente Franklin Roosevelt ha recato alla causa della civiltà e per la vostra assicurazione riguardo agli sforzi che intraprenderemo in futuro per la stessa causa.

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