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OPERAZIONE BARBAROSSA II

LA RUSSIA FU SOTTOVALUTATA

 

Dal diario del capo di Stato maggiore generale, generale Franz Halder.

 

11.8.41 (51° giorno). Pochi i risultati nei primi giorni dell'attacco nel settore Nord. Quello che noi facciamo attual­mente sono gli ultimi disperati tentativi di evitare il passaggio ad una guerra di posizione. Il comando supremo ha pochi mezzi a disposizione. I gruppi di armate sono isolati fra di loro da osta­coli naturali (paludi). Le nostre ultime forze sono già state spese. Ogni nuovo

raggruppamento consiste in un movi­mento da un gruppo all'altro. Ciò fa perdere tempo e costa logoramento di uomini e macchine. Ne deriva im­pazienza e nervosismo nel comandi su­periori che sono portati ad occuparsi sempre più dei dettagli.

Entrare nel dettagli, cosa, che d'altra parte viene fatta da noi non sotto forma di ordine, ma sotto forma di desiderio o di consiglio ai gruppi di armate, è naturalmente molto pericoloso. Noi non conosciamo le condizioni nelle quali le disposizioni devono essere seguite. Se vi sono dei ritardi di esecuzione ciò viene imputato a mancanza di buona volontà o malinteso senso di indipendenza, particolarmente presso i reparti corazzati che più degli altri reparti sono dipendenti da esigenze tecniche. Purtroppo i miei tentativi di limitare le interferenze non sono sempre coronati da successo.

In generale diviene sempre più evidente che il colosso Russia, che si è preparato alla guerra con tutte le possibilità di azione proprie degli stati totalitari, è stato da noi sottovalutato.

Questa affermazione va estesa all'orga­nizzazione in genere, a quella dell'eco­nomia e a quella dei trasporti ed in par­ticolare alla preparazione militare. All'inizio della guerra abbiamo calcolato

di aver di fronte circa 200 divisioni. Ora ne abbiamo già potute contare 360.

Queste divisioni non sono armate ed equipaggiate secondo i nostri principi e spesso sono guidate tatticamente in mo­do insoddisfacente. Ma ci sono, e quan­do ne sono state annientate una dozzina

i russi ne portano avanti un'altra doz­zina. Inoltre esse sono sempre più vicine alle loro basi di rifornimento mentre noi ci allontaniamo sempre di più dalle nostre.

Così pure le nostre truppe, distese su un fronte lunghissimo, sono esposte ad attacchi nemici su una linea senza profondità. Ed il nemico ha parziali succes­si perché anche nei settori più delicati devono essere necessariamente lasciati troppi intervalli scoperti.

 

 

 

Reparti tedeschi in avanzata 

 

 

 

CONSISTENZA DEI MEZZI CORAZZATI TEDESCHI AL 4 SETTEMBRE 1941

 

 

divisione corazzata

Pronto

impiego

In allest.

perduti

totale

 

I gruppo corazzato

IV

331

147

146

624

 

comando VI armata

XI

60

75

40

175

 

Totale

V

391

222

186

799

 

 

 

 

 

 

 

 

II gruppo corazzato

 IV

190

557

 

747

 

comando IV armata

X

159

22

25

260

 

Totale

V

349

579

 

928

 

 

 

 

 

 

 

 

III gruppo corazzato

III

320

196

267

783

 

IV gruppo corazzato

III

440

68

123

631

 

comando XVI armata

XII

96

34

101

231

 

 

VII

536

102

224

862

 

 

 

 

 

 

 

 

Totale generale

17 divisioni

2872

2002

1112

5986

 

 

 

 

 

 

26 settembre 1941

 

« ORDINE D'ATTACCO » PER IL GRUPPO D'ARMATE CENTRO
OPERAZIONE “TIFONE”

(riassunto)

 

Comando Supremo del Gruppo Centro, Aiut. Magg. in prima, n. 1620/41, Comando Generale, Capo di S.M. del 26/9/1941.

 

« 1) Dopo la lunga attesa il gruppo d'armate riprende l'azione.

 

2) La. 4a armata, con il 4° gruppo corazzato ad essa subordinato, attacca con punti-chiave dai due lati della strada Roslavl-Mosca. Dopo il riu­scito sfondamento l'armata effettua una conversione, in forze, assicu­randosi la copertura verso est, in direzione dell'autostrada Smolensk­Mosca, dai due lati di Vjazma.

 

3) La 9a armata con il 3° gruppo corazzato ad essa sottoposto, sfonda le posizioni nemiche tra l'autostrada ed i dintorni di Bieloj ed avanza fino alla ferrovia Vjazma-Rzev. L'azione fondamentale deve essere con­dotta in direzione di Cholm da forti reparti di fanteria costantemente appoggiati da reparti celeri e, dopo una conversione ad est dell'alto Dnjepr, è destinata ad investire l'autostrada nei dintorni e ad ovest di Vjazma. L'azione dell'armata deve essere coperta in corrispondenza del fianco nord. La strada che congiunge Jetkino con Bieloj deve essere in mano tedesca come via per i rifornimenti.

 

4) In corrispondenza delle ali interne della 4a e della 9a armata, tra i din­torni di Jelnja e l'autostrada, deve essere realizzata un'azione offensiva conforme ai piani e il nemico deve essere, per quanto possibile, impe­gnato con decise puntate isolate, caratterizzate da limitati piani ope­rativi.

 

5) La 2a armata copre il fianco sud della 4°. A tal fine irrompe sulle posizioni della Desna con punto-chiave in corrispondenza dell'ala nord e muove poi in direzione di Suchinici-Meschtschowsk. L'armata deve rivolgere particolare attenzione alla città ed alla zona industriale di Brjansk. La possibilità di conquistare, con un colpo di mano, l'una e l'altra - con particolare riferimento alle installazioni ferroviarie ed alle vie di traffico — deve essere sfruttata tenendo conto della linea di separazione operativa con il 2° gruppo corazzato.

 

6) Il 2° gruppo corazzato muove all'attacco — presumibilmente due giorni prima dell'inizio dell'offensiva da parte delle armate  — sulla linea Orel­-Brjansk. L'ala destra deve appoggiarsi al settore Oka-Swop. L'ala sini­stra travolge le posizioni della Desna da sud ed elimina le forze ne­miche sull'arco a sud-est della Desna stessa, d'intesa con la 2a armata. La città e la zona industriale di Brjansk devono essere conquistate a mezzo d'un reparto celere, al primo assalto, se possibile. In caso diverso tale settore deve essere isolato e conquistato, più tardi, con le unità del XXXV corpo d'armata in collaborazione con la Luftwaffe.

 

7) Linee operative di separazione ...

 

8) Il gruppo d'armate sud fa muovere la propria ala nord (6a armata) in direzione est, a nord di Charkov.

Il gruppo d'armate nord assicura, con l'impiego della 16a armata, il ter­ritorio dei laghi a nord del Shedanje e dell'Ilmen.

 

9) La 2a Luftflotte, rinforzata con altre unità, batterà le forze aeree russe nella zona del gruppo d'armate ed appoggerà con ogni mezzo l'offen­siva delle armate e dei gruppi corazzati. Incursioni contro le industrie nella zona di Mosca passano in seconda linea rispetto a tali compiti e saranno riprese solo quando la situazione delle operazioni terrestri lo permetterà. Al fine di rendere quanto più possibile difficoltosi l'arrivo di rifornimenti e l'immissione di truppe fresche nella lotta, le linee ferroviarie dirette ad est da Brjansk-Vjazma-Rzev saranno costantemente

interrotte.

 

10) Disporrò giorno ed ora dell'inizio dell'offensiva nello spirito delle di­rettive da me impartite il 24 settembre ai signori comandanti delle unità.

 

firmato: von Bock.

 

 

 

Combattimenti a Minsk 

 

 

  

COMPOSIZIONE DEL GRUPPO D’ARMATE CENTRO AL 2 OTTOBRE 1941

 

Comando d’Armata

e

gruppo corazzato

 

Comandi d’unità

 

Divisioni

Riserve del

Gruppo d’armata

 

II gruppo corazzato
(dal 6.10: II armata corazzata)

Gen. E. Guderian
dal 23/12/41:

Gen. Schimdt

Unità XXXIV
Unità XXXV
Unità mot. XXXXVIII

XXIV mot.

XXVII mot.

2 fanteria
4 fanteria
1 corazzata
2 motorizzate
2 corazzata
1 motorizzata
2 corazzate
1 motorizzata


1 divisione cavalleria

 

II armata
Gen. F. von Weichs (in sostituzione del gen. Schmidt dall’11/11/41 fino agli inizi di gennaio

LIII
XXXXIII
XIII
XII
Riserve dell’armata

3 fanteria
2 fanteria
2 fanteria
2 fanteria
1 fanteria

 

 

IV gruppo corazzato
(subordinato alla IV armata)
Gen. Hoepner
dall’8/1/42 Gen. Rouff

XXXX motorizzata


XXXXVI motorizzata

LVII motorizzata

2 corazzate
1 fanteria

2 corazzate
1 fanteria
1 corazzata
2 motorizzate

 

 

IX armata
Gen. Strauss
dal 16/1/41
Gen. Model

XXVII

V

VIII

XXIII
riserve d’armata

3 fanteria

2 fanteria

3 fanteria

4 fanteria

1 fanteria

 

 

 

III gruppo corazzato
(subordinato alla IX armata, dal 6/10/41 III armata corazzata)

Gen. Hoth

dal 5/10/1941
Gen. Reinhardt

LVI motorizzata



XXXXI motorizzata



VI

2 corazzate
1 motorizzata

1 fanteria

1 corazzata
1 motorizzata
1 fanteria

2 fanteria

 

 

Sede arretrata
del Comando Supremo

 

6 di sicurezza
1 brigata cavalleria SS

 

Somma:
3 comandi d’armata
3 gruppi corazzati

22 comandi unità

46 divisioni fanteria
14 divisioni corazzate

8 divisioni motorizzate
6 divisioni sicurezza
1 brigata cavalleria


1 divisione cavalleria

1 reggimento fanteria motorizzata
1 brigata motorizzata

 

 

 

 

Operazione Barbarossa 

 

 

 

 

ESTRATTI DAL GIUDIZIO SULLA SITUAZIONE DELLE TRUPPE

GRUPPO DI ARMATE NORD DELL'8 DICEMBRE 1941

 

Osservazioni sui combattimenti degli ultimi giorni, ed in partico­lare anche di quelli del 7.12 offrono l'occasione al comando del gruppo armate di dare un giudizio sugli sviluppi della situazione e sulle possibilità di evoluzione. Diviene sempre più evidente che nei combattimenti degli ultimi giorni hanno avuto forte effetto sui nostri comandi inferiori, più che lo spirito combattivo e l'addestramento del nemico, la sua abitudine alle basse temperature, il suo istinto natu­rale e la sua superiorità numerica.

Le truppe, che operano in territorio coperto in gran parte da fitte foreste, con temperature eccezionalmente basse che mettono a dura prova uomini e mezzi, logorate fisicamente fino dall'inizio delle operazioni dalle continue marce e combattimenti, ridotte nei loro effettivi, riescono con grande fatica a creare punti di rottura al mo­mento dell'attacco.

Nella difensiva, dato il terreno boscoso, manca il fattore essenziale della condotta difensiva dell'esercito tedesco, ossia la completa col­laborazione di tutte le armi. Per questo il nemico ha potuto infiltrarsi nel fronte, tenuto necessariamente solo con capisaldi (spesso senza apprezzabili riserve), assalire i capisaldi sui fianchi e da tergo, ta­gliare le loro linee di rifornimento ed annientarli.

A Tschivin la situazione si è fatta, negli ultimi giorni, particolarmente delicata. Originariamente sembrò possibile tenere questo importante nodo stradale e ferroviario ritenendo che le forze nemiche si sarebbero esaurite nel corso dei ripetuti attacchi ed avrebbero gradualmente perduto la loro spinta offensiva data la loro posizione tatticamente sfavorevole. Attraverso i prigionieri venne accertato l'afflusso di forze fresche nemiche, il continuo rinsanguamento delle unità impiegate e la possibilità di afflusso di ulteriori riserve dalla zona di Mo­sca, e ciò portò all'offerta di resa di Tchivin prima che le truppe ivi impiegate venissero accerchiate e completamente perdute.

Gli sviluppi della situazione negli ultimi giorni dimostrano la conti­nua contrazione delle forze combattenti dei reparti qui impiegati.

Il XXXIX corpo d'armata comunica:

 

Unità impiegate

I Btg

II Btg

III Btg

61a Div. Fant.

Rgt. fant. 151

164

185

178 uomini

Rgt. Fant. 162

209

207

197  uomini

Rgt. Fant. 176

287

212

294 uomini

12a Div. Coraz.

S.R.5

 

396

 

 

S.R.25

 

203

 

 

Btg. Motociclisti 22

154

 

 

Btg. Genio 30

impiegato come fanteria

154

 

 

18.a Div. Fanteria motorizzata forza media 140 uomini per Btg. (di cui due battaglioni dati come non più impiegabili.

 

Perdite dal 4 al 6.12

Inflitte dal nemico

congelati

 

 

 

61.a  Div. Fanteria

141

75

12.a Div. Corazzata

63

325

18.a Div. Fant. Mot.

284

534

(di cui 300 tra la truppa)

 

Il corpo d'armata non ha a disposizione nessun battaglione non im­piegato sul fronte. È qui particolarmente sensibile l'effetto del freddo sulle truppe tedesche, malgrado tutte le necessarie misure protettive adottate.

 

 

 

Fanteria sovietica si prepara all'attacco 

 

 

 

DAL DIARIO DEL FELDMARESCIALLO VON BOCK, GRUPPO DI ARMATE CENTRO

 

16.12: Nel settore della 2a armata si infiltrano arretrando reparti della 45a divisione. Il nemico fa affluire sempre nuove forze. Anche contro l'ala settentrionale del gruppo di armate Sud comincia la pressione. La falla a nord-ovest di Tula è ancora aperta ed il nemico porta avanti nuove forze. Il XXXXIII corpo d'armata all'ala sinistra dell'armata corazzata viene spinto ancora indietro. Kluge ha serie preoccupazioni per la sua ala destra dove vengono respinti deboli attacchi nemici. La situazione è brutta sull'ala destra dl gruppo corazzato 4 dove lo schieramento della 267a divi­sione è stato rotto, la sua artiglieria non è più in grado di sparare e la 78a divisione sembra sia isolata. Il gruppo corazzato 3 si trova presso Terjajewa molto dietro le linee nemiche e si apre la strada della ritirata con grande fatica. Quando ho riferito sulla situazione a Halder egli mi ha letto un ordine del Fuhrer, nel quale si chiede che la 4a armata « non arretri di un passo a, ma nel quale vengono con­sentiti limitati arretramenti del gruppo di armate Guderian, dei gruppi corazzati 3 e 4 e della 9 armata, se assolutamente indispensabili. Le falle di Lichwin e di Tula devono essere tamponate con l'impiego di riserve. Io posso solo rispondere che non ho più riserve. Nel pomeriggio Greiffenberg riferisce che Schmundt ha comu­nicato che il Fuhrer, nel corso del'odierna discussione sulla situazione, ha scavalcato il comandante supremo e Schmundt manterrà il contatto diretto col gruppo di armate Centro. La sera chiamo Schmundt, lo informo del nuovo peggioramento della situa­zione e gli pongo la questione se Brauchitsch ha riferito al Fuhrer tutta la serietà della situazione e se ha inoltrato il mio rapporto nel quale si prospetta il pericolo di un completo disfacimento del gruppo di armate, se lo si dovesse spingere in avanti. Schmundt mi risponde che non sa niente del mio rapporto al Fuhrer. Allora io gli detto il testo del mio rapporto del 13.12 al comandante supremo ed aggiungo: « La ragione per la quale è dubbio se la truppa possa tenere su di una nuova linea non preparata è chiara: io non posso recuperare i miei reparti motorizzati a causa della scarsezza di carburante e delle strade ghiacciate, ed anche i miei pezzi di artiglieria ippotrainati non posso recuperarli perché i cavalli non ce la fanno. Posso citare il caso della 267a divisione che oggi nel ripiegamento ha abbandonato i pezzi! Esiste un serio pericolo che con ulteriori ripiegamenti restiamo senza arti­glieria. Per quanto riguarda l'ordine di resistere sul posto, ho molta paura che la truppa in qualche parte ripieghi senza ordini ». Schmundt mi spiega il pensiero del Fuhrer che lo ha portato all'ordine di resistere sul posto. I gruppi di armate Nord e Sud si sono saldamente trincerati e possono resistere, come pure il centro della 4a armata. Il Fuhrer ha detto: « Non posso mandare tutto allo sbaraglio nel freddo perché Il gruppo di armate Centro ha qualche falla ». Ha preso tutto nelle sue mani e sarà fatto tutto il possibile per mandar avanti gli uomini. È doloroso che il Fuhrer, come si è dimostrato, non sia stato finora esattamente informato della serietà della situazione. Io rispondo che in questo senso non mi può esser fatto alcun rim­provero e Schmundt dice che lo sa bene e che se ne è reso conto nella sua visita qui. Io aggiungo: « Il Fuhrer deve sapere che qui si gioca il tutto per tutto. Nel suo or­dine dice che io devo impiegare tutte le riserve per tappare le falle. Malgrado che abbiamo già avuto cattive esperienze dallo sguarnire il territorio, alle nostre spalle, di forze di sicurezza, ho tolto ancora due battaglioni di polizia. Queste sono le mie sole riserve! » Schmundt risponde che ha già riferito tutto questo al Fuhrer.

Aggiunge che i pericoli nel ritirarsi sono gli stessi, col che io sono d'accordo aggiun­gendo che mi rendo conto che nella attuale situazione è difficilissimo valutare il pro e il contro. In questo momento si può veramente decidere, gettando una moneta, quello che è opportuno fare. Schmtmdt riferirà subito al Fuhrer. Aggiungo: « Sapete che la mia salute è attaccata a un filo. Se il Fuhrer ritiene che qui possa far meglio una forza tresca, cosa per la quale ho la massima comprensione, non deve avere alcun riguardo per me. Qui non è questione di persone ma di tutto. La prego di riferire anche questo. Non mi fraintenda: questa non vuole essere in alcun modo una minaccia, ma unicamente la constatazione di un fatto ».

Alle 0030 il Fuhrer mi chiama e mi dice di aver ricevuto da Schmundt il mio rapporto. Io rispondo che si tratta di una ripetizione del rapporto che ho fatto il 13.12 a Brauchtisch. Il Fuhrer ripete poi quasi alla lettera le mie considerazioni sul pro e sul contro e sull'arrestarsi o arretrare e viene alla conclusione che in queste con­dizioni non ha senso ripiegare su di una posizione poco o niente preparata in fretta e lasciando indietro pezzi e materiale. Dopo pochi giorni ci troveremmo nelle stesse condizioni ma senza artiglierie ed armi pesanti. C'è quindi una sola soluzione e cioè non arretrare di un passo, tappare le falle e resistere. Ha personalmente messo in movimento tutto per mandare aiuti. L'aeronautica verrà per quanto possibile raf­forzata e verranno mandate truppe di fanteria. Tutto è già in esecuzione. Il suo parere è, ripete, che non c'è che una soluzione: resistere. Io rispondo che ho già dato ordini in questo senso, ma devo riferire che in una situazione tesa come l'at­tuale il fronte del gruppo di armate può subire in qualche punto delle rotture; al che il Fuhrer risponde: « Bisogna accettare anche questo ».

17.12: Vengono dati due ordini secchi, uno di resistere assolutamente e l'altro di altre avanti senza riguardi tutto ciò che si trova ancora dietro il fronte.

 

 

Colonna sovietica di sidecar

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