Uomini

Arturo Ferrarin

Nasce a Thiene (Vicenza) il 13 febbraio 1895, sesto di sette figli di una famiglia di industriali tessili. Chiamato alle armi nel giugno 1915 viene assegnato, come altri due fratelli, al Battaglione Aviatori. In attesa di essere ammesso al pilotaggio, la domanda verrà accolta solo nell’estate del 1916, presta servizio in un reparto di volo quale mitragliere di bordo. Conseguito il brevetto di pilota militare sul finire 1916 presso la scuola di volo di Cameri(Novara)viene nominato nello stesso anno sottotenente di complemento.

Svolge una intensissima attività quale istruttore di pilotaggio e di acrobazia; totalizzando in un anno ben undicimilasettecento voli,fino a settanta al giorno, presso le scuole di Cascina Costa, Malpensa(Milano)ed infine quale istruttore di acrobazia a Furbara (Roma).

 

 Ferrarin a Cameri e Cascina Costa

Col compianto e valoroso istruttore Massei al campo Scuola di Cameri.

Ferrarin pilota istruttore al campo di Cascina Costa.

 

Nel dicembre 1917 viene assegnato alla 82a squadriglia da caccia. Partecipa a numerose azioni belliche, conseguendo l’abbattimento due aeroplani nemici, ricevendo la medaglia d'argento al valor militare e due croci di guerra.

Nell'immediato dopoguerra, in occasione di manifestazioni aviatorie svoltesi in Francia, Belgio, Olanda, primeggia in alcune gare di acrobazia.

 Ferrarin con l'Ansaldo Balilla in Olanda

Il Balilla nel campo di Amsterdam.

Sulla spiaggia di Bergen-op-Zoom.

 

Nel raid di Roma-Tokyo (14 febbraio/30 maggio 1920) il suo sarà l’unico velivolo che riuscirà a raggiungere, dopo un volo avventuroso d’oltre 16.000km, la capitale nipponica toccando territori selvaggi e inospitali, che per la prima volta vedono il passaggio di un aereo, e affrontando condizioni e avversità meteorologiche che metteranno a dura prova le capacità di aereo e piloti.

 

Il Raid Roma-Tokio 

L’arrivo a Caraci.

L’apparecchio dopo l’atterraggio notturno a Delhi (sono visibili le avarie al carrello.

 

Nell’ottobre del 1922 vince su Ansaldo Postale la Gran Coppa d’Italia,disputata sul circuito Sesto San Giovanni-Malpensa-Bologna-Ghedi, nonostante proibitive condizioni meteorologiche.

 

 La Gran Coppa d'Italia dell'ottobre 1922

LA GRAN COPPA D’ITALIA DEL 1922

L’Ansaldo postale di Ferrarin vincitore della gara.

A sinistra: Ferrarin si ripara dalla pioggia dopo la prova di velocità minima con l’apparecchio del compagno di corsa.

 

Successivamente la sua principale attività è quella di pilota collaudatore, che gli fornisce occasione di presentare in numerose capitali europee (Parigi,Bruxelles,Londra,Varsavia, Madrid) velivoli della nostra industria aeronautica.

La notorietà acquisita fa si che porti in volo personalità italiane e straniere: Benito Mussolini, Italo Balbo, il Senatore Giovanni Agnelli, Aimone e Amedeo di Savoia, il Principe Carol di Romania, Re Alberto del Belgio.

 

 Ferrarin e Mussolini

I VOLI DEL DUCE CON FERRARIN

S.E. Mussolini raggiunge in volo Udine per inaugurare il cimitero di Redipuglia.

 

Nel 1926 viene prescelto come pilota per concorrere su Macchi M.39 alla prestigiosa « Coppa Schneider » (gara di velocità in linea retta per idrovolanti) svolta a Norfolk (U.S.A.), ove però è costretto al ritiro dopo i primi giri per rottura della tubazione dell’olio. L'anno successivo, nell’edizione della Coppa disputata a Venezia, pilota il Macchi M.52 ma un’avaria tecnica lo costringe nuovamente al ritiro.

Nel 1928 alla guida del monoplano SIAI S.64, insieme a Carlo Del Prete, conquista all'Italia il primato mondiale di durata e distanza in circuito chiuso (58 ore e 43 minuti; chilometri 7.666).

 

Ferrarin a Norfolk

 LA COPPA SCHNEIDER DI NORFOLK (1926).

Ferrarin a bordo del Macchi 39 dopo il volo di prova sul lago di Varese.

 

Ferrarin a bordo del Macchi M.52

LA COPPA SCHNEIDER DI VENEZIA (1927).

A bordo dell’M.52.

 

Idrovolanti alla fonda

Gli apparecchi alla fonda subito dopo le prove di navigabilità.

Nell’ovale: l’apparecchio di Ferrarin.

 

Il 3 luglio 1928 Ferrarin e Del Prete sempre su S.64 decollano da Montecelio (Guidonia)con destinazione Bahia in Brasile, distante 8.200 km. Il 5 luglio dopo 49h e 15’il velivolo, giunto al termine dell’autonomia, compie atterraggio di fortuna sulla spiaggia di Touros vicino Porto Natal conquistando così il record del mondo di volo in linea retta con il riconoscimento del compimento di 7188 km (circa 8000 effettivi). Ma è destino che l’impresa debba volgersi in tragedia: riparate le avarie aereo e piloti proseguono per Rio de Janeiro ove i due piloti sono coinvolti in un incidente di decollo a bordo di un idrovolante che causa il ferimento di Ferrarin e la morte (16 agosto) di Del Prete al termine di una lunga agonia.

Per la conquista di questi records a Ferrarin viene attribuita la medaglia d'oro al valore aeronautico.

 

Il Savoia Marchetti S.64 a Cameri

Un forte virage dell’S.64.

Il primo decollaggio di Ferrarin a Cameri.

 

 I pescatori di Touros spingono l'aereo tra le dune

I pescatori di Touros praticano una strada tra le dune.

 

Rio de Janeiro omaggio alla tomba di Santos Dumont

Omaggio alla tomba della famiglia Santos Dumont.

 

Come carriera militare, Ferrarin rimane nei ruoli di complemento fino al 1924, anno in cui viene iscritto in quelli del servizio permanente essendo promosso capitano per merito straordinario. L'anno successivo torna ad essere iscritto, a domanda, nei ruoli di complemento, ove nel 1934 raggiunge il grado di tenente colonnello.

La vita del grande aviatore viene stroncata da un incidente il 12 luglio 1941, a Guidonia (Roma). Il desiderio di tornare a volare dopo una lunga inattività cui lo ha costretto un precedente incidente lo porta a decollare su un prototipo di caccia presente presso il Centro Sperimentale. Una volta in volo probabilmente rileva un’anomalia nella retrazione del carrello. L'aereo è privo di radio e quindi Ferrarin non può chiedere a terra le effettive condizioni del velivolo, Egli si porta quindi a bassa quota e minima velocità sul campo cercando di richiamare l'attenzione della gente a terra, ove viene compreso il Suo dilemma e immediatamente parte un pilota, per segnalargli che è in condizione di atterrare: ma inutilmente. L’aereo stalla e cade ai margini del campo.

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