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Dal 25 luglio all'8 settembre - 6

LETTERA DI EISENHOWER AI CAPI DI STATO MAGGIORE CONGIUNTI

1° settembre 1943

 

 

Segreto

Urgente

 

Algeri, 1° settembre 1943

 

Vi è stato appena sottoposto un rapporto dettagliato sulle conver­sazioni tra i miei rappresentanti e il generale C [Giuseppe Castellano] e il generale Z [Giacomo Zanussi] (a AGWAR per i capi di Stato maggiore congiunti e a USFor per i capi di Stato maggiore britannici dal Comandante in capo. NAF numero 347. Bigot Avalanche). Quel che segue ha lo scopo di illustrare i principali elementi dell'attuale situazione.

 

(a) L'Italia è in realtà un paese occupato e il suo governo non ha la libertà di agire autonomamente. E massimo che ci si può aspettare da qualsiasi decisione governativa è un certo ascendente [su] alcuni settori delle forze armate italiane perché agiscano in nostro favore e forse ispi­rino qualcosa nel senso di uno sciopero generale.

 

(b) L’occupazione tedesca dell’Italia è diventata così forte da cam­biare concretamente le valutazioni sulle quali Avalanche era stata ini­zialmente progettata. Mentre a quel che sembra la forza tedesca a sud di Roma non è stata molto aumentata dal momento del ritiro delle forze tedesche da Husky, tuttavia, subordinatamente alle possibilità di tra­sporto, le numerose riserve tedesche concentrate nel nord d’Italia pos­sono essere impiegate all’offensiva in qualsiasi momento tale azione fosse ritenuta desiderabile dal comandante tedesco. La nostra attività aerea può fare qualcosa per ritardare i movimenti di tali riserve, ma non è sufficientemente forte da imporre la quasi completa paralisi alle comu­nicazioni, così come è avvenuto in Sicilia.

 

(c) In questo momento gli italiani sono molto più spaventati dalla forza tedesca e dalle rappresaglie nel paese di quanto lo siano per la nostra minaccia di invasione o persino di incursioni aeree. Essi sono particolarmente preoccupati per l'area di Roma, e sembra certo che non faranno alcun tentativo per concordare un armistizio a meno che non venga loro assicurato un certo aiuto nell’area di Roma per stimolare la resistenza che le formazioni italiane in quella regione potrebbero oppor­re all’occupazione tedesca della città. Noi crediamo che l'impiego di una divisione aviotrasportata a questo fine, alle condizioni da noi fissate per accertare la buona fede da parte degli italiani, sarebbe un giusto rischio, perché il successo di Avalanche può con grande probabilità determinare il conseguimento di un certo grado di aiuto italiano che ritarderebbe in concreto i movimenti delle forze tedesche.

 

(d) In conseguenza di ciò, con le istruzioni da me impartite di ap­poggiare qualsiasi unità italiana che combatta veramente i tedeschi, ho deciso di impiegare una divisione aviotrasportata nell’area di Roma a condizione di essere sufficientemente sicuri della buona fede degli ita­liani.

 

(e) Già in precedenza sono stati resi noti i tempi della nostra prepa­razione per Avalanche e, come sapete, essi sono penosamente lenti. Tuttavia le decisioni dei capi di Stato maggiore congiunti a Quadrant hanno chiaramente previsto la prosecuzione vigorosa della mia missione di eliminare l’Italia dalla guerra. Poiché ciò può avvenire solo occupan­do un porto di notevole grandezza, non ho pensato di abbandonare i piani di Avalanche. Ma ritengo assolutamente necessario ottenere ogni possibile briciola di aiuto dalle formazioni italiane.

 

(f) Niente di quello che sto ora facendo o di quello che farò in futuro implica promesse a qualsiasi governo o capo di governo per quel che concerne il loro status dopo l'occupazione da parte delle forze alleate.

 

(g) Cerchiamo di tenere i capi di Stato maggiore congiunti comple­tamente informati su ogni sviluppo di queste complesse trattative. L’unico motivo per cui non sono stati inviati rapporti più frequenti è la mancan­za di poteri decisionali dei rappresentanti generale C e generale Z e nella conseguente assenza di progressi dei negoziati. Essi sono solo degli in­dividui spaventati che stanno cercando di uscire da una brutta situazio­ne nel migliore modo possibile e il loro comportamento è, credo, indi­cativo di quello dell’intero paese.

 

Secondo me gli italiani lasceranno che la situazione vada alla deriva e non chiederanno un armistizio formale. Sono troppo demoralizzati per affrontare le conseguenze e non si sentono sufficientemente sicuri sulla salvezza di Roma.

 

 

 

 

 

DIRETTIVE ALLEATE AL GOVERNO ITALIANO PER L’AZIONE

CONTRO I TEDESCHI

 

Bigot

Segretissimo

Solo per l’ufficiale

 

Compiti in ordine di priorità

 

Uno sciopero allo scopo di rifiutare qualsiasi collaborazione alle forze tedesche.

 

La paralisi dei movimenti tedeschi in tutto il paese, ma in particolare nelle aree citate nel paragrafo 4, con i seguenti mezzi:

(a) attacchi diretti ai quartieri generali delle formazioni e delle unità.

(b) interruzione delle comunicazioni (segnalatori, strade e ferrovie).

(c) distruzione con sabotaggio o altri mezzi dei trasporti motorizzati.

(d) imboscate alle vetture dello Stato maggiore, ai latori di messaggi e in genere ai mezzi di trasporto.

 

La distruzione di velivoli tedeschi, di riserve di combustibili, lubri­ficanti, munizioni ecc., specialmente nelle aree citate nel paragrafo 4 e intorno a Foggia.

 

(a) Area di Roma

(1) Occupare tutte le vie di comunicazione che percorrono la peri­feria della città e impedire che il nemico le occupi o le percorra.

(2) Attacco diretto al quartier generale a Frascati.

 

(b) Area di Spezia

Occupare e consegnare il porto.

 

(c) Area di Napoli

Occupare e conservare il porto, impedendo qualsiasi distruzione di attrezzature nell’area.

 

(d) Tacco d'Italia

(1) Occupare i porti di Taranto e Brindisi e gli aeroporti della zona.

(2) Distruggere o catturare là dove attualmente si trovano tutte le forze tedesche vicino Bari.

 

 

A. Questioni italiane

 

1. Necessità fondamentale di garantire l'autenticità agli italiani.

2. Procedura migliore radiomessaggio del re da Palermo unito con radiomessaggio di un membro del governo da una stazione sul continen­te italiano, e trasmissione di informazioni dal Vaticano.

3. Almeno un membro del governo dovrebbe parlare alla radio da Palermo o da una stazione italiana.

4. Qualsiasi radiomessaggio da Palermo ci dovrebbe essere riferito e le registrazioni inviate via aerea ad Algeri.

5. Si dovrebbe dire a Londra di sottoporre a controllo le trasmissio­ni da Palermo.

6. Si dovrebbero approntare volantini per il lancio, essendo neces­sarie 48 ore dal momento in cui si ha il testo a quello del lancio.

 

 

 

 

 

« MEMORIA OP 44 »

 

Del documento vengono rese due sintesi, ricostruite da due dei comandi che la ricevettero, non esistendo originali o copie. Il primo è scritto dal generale Becuzzi, comandante della divisione «Bergamo» operante in Jugoslavia, il secondo è anonimo e relativo alle forze armate in Sardegna.

 

A. Sintesi del generale Becuzzi

 

— impedire con ogni mezzo ai Tedeschi di occupare i territori da noi tenuti;

— « mettere fuori i Tedeschi » (questa è la frase adoperata) con ogni mezzo e con la massima energia dai campi di aviazione; distruggere gli apparecchi; le installazioni e i campi stessi; predisporre specialisti capa­ci ecc. ecc.;

— distruggere depositi di carburanti, magazzini, ecc.;

— mettere fuori i reparti tedeschi isolati.

Per contro, prendere tutte le contromisure per evitare di essere noi «tagliati fuori», quindi:

— raddoppiare la sorveglianza;

— raddoppiare i nostri collegamenti;

— predisporre le interruzioni progettate ecc. ecc.

Questi provvedimenti avrebbero dovuto andare in vigore con la frase convenzionale «Attuazione O.P. memoria 44».

L'ordine esecutivo poteva venire:

— dal Superesercito;

— dal Comando di Armata e di Corpo d'Armata;

— o essere attuato d'iniziativa dai Comandanti interessati.

 

 

B. Sintesi per le forze armate in Sardegna

 

Considerare il caso che forze tedesche intraprendono d’iniziativa atti di ostilità armata contro organi di governo (centrali o periferici) o contro forze armate italiane e con carattere di azione collettiva, intesa:

— a ripristinare il vecchio regime;

— ad assumere il governo diretto.

 

TENDERE:

Far fuori: — mezzi aeronautici

— depositi carburanti

— tagliare collegamenti

— eliminare i piccoli elementi spersi in genere: poche imprese ma buone

 

Sardegna: inizialmente far fuori le truppe tedesche esistenti: succes­sivamente tenersi pronti per altro impiego. pervenuta il 2 settembre 1943

 

P.C.C.

il sottocapo di S.M.

f.to (Enrico Cocco)

 

 

 

 

 

NOTA DEL COMANDO SUPREMO ITALIANO PER EISENHOWER

6 settembre 1943

 

Questo documento com­prova la consapevolezza, già alla data del 5-6 settembre, delle massime autorità militari italiane che gli anglo-americani si accingevano a sbarcare a Salerno (e non a nord di Roma, come era stato richiesto e fino a quel momento ritenuto, vuoi per la reticenza del Comando alleato o per le informazioni, quanto meno imprecise, del nostro plenipotenziario ad Algeri).

 

1. L'attacco di 6 divisioni in zona Salerno-Napoli può essere respinto dalle truppe tedesche o, quanto meno, contenuto.

Per questo, e perché — anche riuscendo bene — esso avviene troppo distante da Roma, non legittima materialmente la richiesta di armistizio (fatto importante sia dal punto di vista internazionale che interno).

 

2. È pertanto desiderabile che tale richiesta avvenga alcuni giorni do­po, quando le truppe sbarcate si avvicinano alla Capitale, e soprattutto quando è prossimo lo sbarco più grosso (nove divisioni).

 

3. Comunque, è estremamente pericoloso fare coincidere la richiesta di armistizio (specie se concomitante o immediatamente successiva al pri­mo sbarco) con l'inizio delle ostilità da parte nostra contro la P.G. [parte germanica]

Ciò facendo, anche nel caso che detta parte non ne prenda l'iniziativa, si provoca il conflitto mentre le 6 divisioni di cui al n° 1 sono ancora distanti, e mentre le altre 9 sono ancora ai punti di imbarco.

In questo caso le truppe italiane addette alla difesa della Capitale (me­no bene armate di quelle T. e scarse di munizioni e carburante) si tro­verebbero alle prese per parecchi giorni, da sole, certamente contro due divisioni germaniche molto efficienti (2° paracadutisti, 3° “Panzergranadie­re”) probabilmente contro le divisioni germaniche della Campania (o parte di esse) e, magari, dopo due-tre giorni, contro quelle provenienti dal Nord (divisioni “Hitler” e 24° corazzata). Le nostre forze non potreb­bero resistere, e la Capitale sarebbe perduta.

 

4. Se, per ragioni ineluttabili, non si può procrastinare la richiesta di armistizio sino al momento in cui stia per prodursi il secondo maggiore sbarco (meglio sarebbe fare la richiesta al momento del suo inizio), occorre almeno non iniziare noi le ostilità.

Pertanto non dovrebbe aver luogo l'intervento della divisione paraca­dutisti, il quale mentre non dà nessun grosso apporto alla difesa della Capitale, ci costringe ad una collaborazione armata, e ci porta all'imme­diato conflitto colla P.G., in condizioni tali da rendere quasi sicuro un insuccesso.

 

 

In sostanza:

 

a) chiedere l'armistizio solo quando sono a terra, o prossime a scen­devi, truppe cos í forti da evitare la lotta attorno alla Capitale, o quanto meno da ridurla a breve durata ed a farla avvenire in condizioni favo­revoli;

 

b) se questo è escluso, procrastinare la richiesta più a lungo possi­bile rispetto al primo sbarco, ed evitare di prendere subito atteggiamento di ostilità armata contro la P.G.

Escludere quindi lo sbarco di paracadutisti o da mare nella zona di Roma nell'intervallo tra primo e secondo grossi sbarchi;

 

c) se, malgrado il nostro atteggiamento, la P.G. prendesse l'inizia­tiva contro di noi, intervento immediato delle unità paracadutisti e da mare, da parte anglo-americana, nella maggior forza possibile;

 

d) la cosa più sicura, e forse l'unica sicura, è però sempre quella di richiedere l'armistizio solo in occasione del secondo sbarco, o nella sua imminenza.

Così si evita una lotta, di esito certamente sfavorevole nella zona della Capitale; perché occorre tener presente la eventualità che la P.G. prenda essa l'iniziativa delle ostilità, anche a seguito della semplice richiesta di armistizio, a prescindere dal nostro contegno non aggressivo;

 

e) d'altra parte è avvenuto un fatto che legittima in pieno queste nostre proposte: quello che in origine il primo sbarco inglese era previsto nelle immediate vicinanze di Roma, mentre ora è previsto lontano; il che cambia del tutto la situazione militare e quella politica.

Infine non si ritiene che sia nell'interesse anglo-americano di trovare in Italia i T. insediati in Roma, a fianco di un governo da essi creato.

 

 

 

 

 

PROMEMORIA N. 1 DEL COMANDO SUPREMO ITALIANO

6 settem­bre 1943

 

 

Comando Supremo

Segreto

 

P.M. 21, lì 6 settembre 1943

 

Promemoria n. 1

 

1) Premessa

 

La presente memoria, riguarda il caso che forze germaniche intra­prendano di iniziativa atti di ostilità armata contro gli organi di governo e le forze armate italiane, in misura e con modalità tali da rendere ma­nifesto che non si tratti di episodi locali, dovuti all’azione di qualche irresponsabile, bensì di azione collettiva ordinata.

 

Tali atti possono consistere in occupazione di comandi, centrali di collegamento, stazioni ferroviarie, porti aeroporti, ecc, interruzione delle trasmissioni — disarmo di guardie — accerchiamento di reparto ed inti­mazione di resa — azioni belliche vere e proprie — ecc.

 

 

2) Situazione delle forze terrestri germaniche in Italia alla data del 1 settembre 1943

 

— 44a divisione e brigata Doehla: Alto Adige-Trentino;

— 71a divisione: sulle ferrovie di Tarvisio, di Piedicolle e di Postumia;

— Blocco nord: divisioni 76a-94a-65a-305a: fra Savona e Lucca e relativi retroterra. Divisioni Hitler e 24a: fra Parma e Bologna;

— Blocco centrale: divisioni 3a motocorazzata (zona del Lago di Bolsena) e 2a paracadutisti (zona di Lido di Roma-Nettunia).

— Blocco campano: divisioni 15a-16a-Goering: tra Gaeta ed Eboli;

— Blocco calabro: divisioni 26a e 29a;

— la divisione paracadutisti: in movimento verso la zona di Matera.

Vi sono inoltre:

— i reparti della difesa c.a. e della rete di avvistamento;

— un distaccamento al Moncenisio;

— Comando Garda (gruppo Armate B);

— Comando Castelli Romani (O.B.S.);

— Basi della Pianura Padana;

— altre basi varie;

— aeroporti tedeschi e misti;

— elementi in Roma (per lo più in civile);

— in Corsica: brigata «Reichsführer» ed altri elementi minori;

— in Sardegna: 90a divisione ed altri elementi minori.

 

 

3) Azioni dei reparti dell'Esercito

 

A complemento delle norme generali già diramate da Superesercito (memoria 44) circa l'impiego delle G.U. [grandi unità] si aggiunge quanto segue:

 

a) Difesa della Capitale

Oltre alle disposizioni già adottate, dovrà in particolare essere assi­curato che tutte le strade adducenti a Roma siano bloccate sino dall’ini­zio dell’emergenza.

 

b) Rifornimenti

Dovranno essere prese adeguate predisposizioni per assicurare alle truppe i rifornimenti, specie di carburante, per il quale si attraversa una crisi gravissima, poiché evidentemente i depositi non sono costituiti in vista della ipotesi considerata e il servizio ferroviario sarà molto irrego­lare. Sarà probabilmente necessario attuare subito i possibili sposta­menti di carburante dall’Italia Settentrionale all’Italia Centrale.

 

c) Collegamenti

— interrompere tutte le comunicazioni telegrafoniche tedesche ri­cavate sulla rete nazionale (spegnimento degli amplificatori, manovra interruttori, isolamento permutatori);

— difendere ad oltranza le stazioni amplificatrici delle reti nazionali (sociali comprese) e le centrali telegrafoniche urbane ed interurbane, le stazioni R.T. [radio trasmittenti] militari e civili; nel caso la difesa venga sopraffatta dovranno essere resi inutilizzabili gli impianti.

Occorrendo rinforzare oculatamente fino da ora il presidio dei vari organi predetti.

 

d) Batterie contro aeree e rete di avvistamento

I germanici hanno ovunque numerose batterie contro aeree, che impiegheranno efficacemente contro di noi, ed una estesa rete di avvistamento.

Compito dei reparti di qualsiasi forza armata dovrà essere quello di far fuori al più presto e dove possibile tali batterie: predisporre tutto minutamente.

Inoltre bisognerà ordinare alle nostre batterie contro aeree di aprire il fuoco contro aerei tedeschi, e invece non sparare contro gli aerei angloamericani.

 

e) Prigionieri britannici

Impedire che cadano in mano tedesca.

Poiché non è possibile difendere efficacemente tutti i campi, si potranno anche lasciare in libertà i prigionieri bianchi, trattenendo in ogni modo quelli di colore.

Potrà anche essere facilitato l’esodo in Svizzera, o verso l’Italia meridionale, per la costiera adriatica. I prigionieri addetti a lavori po­tranno anche essere trattenuti, con abito borghese, purché fuori della linea di ritirata dei tedeschi.

Ai prigionieri liberati dovranno, a momento opportuno, essere di­stribuiti viveri di riserva e date indicazioni sulla direzione da prendere.

 

f) Popolazione Alto Adige

Farà causa comune con i tedeschi e cercherà di sopraffare i reparti italiani. Questi dovranno il più possibile essere raggruppati ed opporsi a civili e militari, ma la loro azione sarà fortemente contrastata: in caso di necessità ripiegheranno a sud, sulla zona di Trento.

 

g) Distruzioni tedesche

I tedeschi, lungo la loro linea di ritirata (presumibilmente Napoli-Roma-Firenze-Bologna-

Brennero) distruggeranno completamente e let­teralmente tutto.

Questo bisogna tenerlo presente per togliere possibilmente i depo­siti più importanti dal loro cammino e cercare di impedire energicamen­te codeste distruzioni.

Particolarmente attenzione sia posta ai bacini idroelettrici, che sa­ranno certamente oggetto di particolare distruzione.

 

 

4) Azione della Marina

 

a) unità navali da guerra e mercantili germaniche: debbono essere catturate, o, nella impossibilità, affondate o quanto meno inutilizzate, in qualsiasi porto esse si trovino, da comandi e personale della R. Marina col concorso, ove necessario, di reparti dell'Esercito.

 

b) deve essere assolutamente impedito con qualsiasi mezzo che navi italiane da guerra o mercantili cadano in mano tedesca. Non potendo evitare quanto sopra, le navi dovranno autoaffondarsi.

 

c) reparti della Marina germanica dislocati presso le varie basi: i comandi di Marina, in accordo con quelli dell’Esercito li cattureranno o comunque li metteranno in condizioni di non nuocere.

 

d) unità da guerra italiane: debbono uscire al più presto in mare tutte quelle comunque in condizioni di navigare, per raggiungere i porti della Sardegna, della Corsica, dell'Elba, oppure di Sebenico e Cattaro; tutte le unità non in condizione di muovere, oppure che in uno dei porti di rifugio di cui sopra verranno a trovarsi in condizione di cadere in mano germanica, dovranno essere autoaffondate.

 

e) naviglio mercantile italiano: armato ed in condizioni di muovere dovrà al più presto partire per raggiungere porti italiani, dalmati od albanesi a sud del parallelo di Ancona, in Tirreno, a sud di Livorno.

Le navi non armate o non in condizioni di muovere dovranno, me­diante sabotaggio, essere inutilizzate per lungo tempo.

 

f) impianti logistici, arsenali, bacini di carenaggio, ecc. delle basi navali: debbono essere razionalmente inutilizzati mediante asportazioni che ne impediscano la rapida rimessa in efficienza.

 

g) basi marittime: dovranno essere poste in istato di difesa onde consentire l'esecuzione dei provvedimenti di cui ai paragrafi preceden­ti; accordi con i comandi di G.U. responsabili della difesa delle basi.

 

h) reparti vari della R. Marina: ove non impegnati nella esecuzione dei compiti di cui sopra dovranno concorrere ai compiti dei reparti dell'Esercito, previ precisi accordi fra i Comandi interessati delle due forze armate.

 

 

5) Aeronautica

 

a) aeroporti totalmente germanici: debbono essere occupati cattu­rando il personale, distruggendo il materiale di volo nonché i depositi di carburante e munizioni. Qualora non fosse il caso di mantenere l’occu­pazione, detti aeroporti dovranno essere inutilizzati. Per far questo occorrono forze, quindi non sarà ovunque possibile di ottemperare all’ordine.

Dovrà in ogni modo:

— essere data la precedenza agli aeroporti vicini a Roma;

— tendere alla completa attuazione dell'ordine di inutilizzazione.

 

b) aeroporti misti: debbono essere occupati catturando il persona­le e distruggendo il materiale di volo, salvando quando possibile i nostri depositi di carburante. Anche in questo caso gli aeroporti che non si ritiene di dovere impiegare saranno inutilizzati.

A tal fine, e caso per caso, in relazione alle caratteristiche di ogni aeroporto, dovrà essere fin da ora gradatamente ed oculatamente dispo­sto il rinforzo del personale aeronautico italiano.

Previ accordi con l'Esercito dovrà essere pure rinforzata la difesa vicina, allo scopo di avere maggior forza per l'azione di che trattasi, che dovrà essere studiata e predisposta in ogni particolare.

 

c) aeroporti totalmente italiani: dovrà essere stabilito il numero di aeroporti necessari, con una certa larghezza per le necessità delle forze aeree italiane (tenendo presente che dovranno affluirvi tutte le forze aeree efficienti attualmente dislocate oltre mare): per queste basi si dovrà provvedere alla difesa ad oltranza; i rimanenti aeroporti dovranno esse­re inutilizzati. Dovrà essere mantenuto il saldo possesso, a qualunque costo degli aeroporti di Cerveteri, Furbara, Guidonía, Centocelle, Urbe: accordi con l'Esercito.

 

d) forze aeree;

— caccia: tutti gli apparecchi efficienti dovranno affluire agli aero­porti della Capitale;

— bombardamento, ricognizione ed assalto: tutti gli apparecchi ef­ficienti dovranno affluire agli aeroporti della Sardegna.

 

e) reparti contro aerei serviti dalla Aeronautica (vedi precedente numero 3 lettera c).

 

f) nessun apparecchio italiano deve cadere in mano tedesca; in caso di impossibilità si provveda alla distruzione.

 

g) siano raccolti fin da ora tutti gli elementi relativi alle opere di difesa terrestre predisposte dai germanici nei loro aeroporti. Inoltre dovrà essere tenuto costantemente aggiornato l’elenco degli aerei tede­schi nei vari aeroporti.

 

h) la situazione dei predetti ordini richiede immediati e completi accordi con l'Esercito. ,

 

 

6) Impiego gas da parte germanica

Bisogna prevederlo, quindi mettere in efficienza tutti i mezzi dispo­nibili di difesa individuale e collettiva.

 

 

7) Le direttive di cui al presente pro-memoria verranno attuate in segui­to a diramazione del seguente dispaccio in chiaro diretto ai tre Capi di Stato Maggiore, oppure di iniziativa, qualora i collegamenti siano inter­rotti e si verifichino le circostanze di cui al numero uno.

 

 

«Attuate misure di ordine pubblico promemoria n. 1 - Comando supre­mo»

 

Della presente memoria che deve essere restituita al latore, ogni Capo di Stato Maggiore delle FF.AA. può prendere gli appunti ritenuti indispensabili, che terrà gelosamente custoditi sulla propria persona o in cassaforte.

 

Gli ordini relativi alla presente memoria debbono essere impartiti solo verbalmente, norma che vale per tutti i Comandi in sottordine. Le predisposizioni che, per necessità di cose, dovranno prendere gli enti esecutivi devono essere motivate come preparativi per il caso di attacco anglo-americano.

 

 

 

 

 

PROMEMORIA N. 2 DEL COMANDO SUPREMO ITALIANO

6 settem­bre 1943

 

 

Segreto - Riservato Personale

Comando Supremo

 

P.M. 21, lì 6 settembre 1943

 

Promemoria n. 2

 

I Premessa

 

Particolari condizioni di ordine generale possono imporre di depor­re le armi indipendentemente dai tedeschi.

L’esperienza recente insegna che questi reagiranno violentemente.

Non è neppure escluso che possano commettere atti di violenza, indipendentemente dalla dichiarazione di armistizio, per rovesciare il Governo o altro.

Con il presente promemoria si danno le norme generali da seguirsi dagli scacchieri operativi nella eventualità di cui sopra (armistizio italia­no).

 

 

II Situazione delle forze germaniche negli scacchieri che interessano alla data del 1° Settembre

 

Erzegovina: 1 divisione (più 1 div. croata)

Montenegro: 1 divisione

Albania: 3 divisioni (a portata dello scacchiere)

Grecia: 7 divisioni (di cui 1 cr.)

Creta: 1 divisione e due brigate

Rodi: 1 divisione.

 

 

III Compiti particolari

 

Gruppo Armate Est - (VI C.A., XIV C.A., 9a Armata) Concentrare le forze riducendo gradatamente la occupazione come ritenuto possibile e conveniente, in modo però da garantire, nella situazione peggiore, il possesso dei porti principali e specialmente Cattaro e Durazzo.

 

Egeo

Il Comandante Superiore è libero di assumere verso i germanici l’atteggiamento che riterrà più conforme alla situazione.

Ove però fossero prevedibili atti di forza da parte germanica, pro­cedere al disarmo immediato delle unità tedesche nell'arcipelago.

Nel momento in cui verrà ordinata la attuazione della presente emergenza, Superegeo cesserà di dipendere dal Comando Gruppo Ar­mate Est e dipenderà direttamente dal Comando Supremo.

 

 

Grecia e Creta

È lasciata libertà al Comando di Armata e delle truppe di Creta di assumere l’atteggiamento generale in confronto dei germanici che sarà ritenuto più opportuno, tenendo presente quanto detto in via di massi­ma nei paragrafi seguenti.

Dire francamente ai tedeschi che se non faranno atti di violenza armata le truppe italiane non prenderanno le armi contro di loro, non faranno causa comune né coi ribelli né colle truppe angloamericane, che eventualmente sbarcassero.

Le posizioni di difesa costiera in consegna alle truppe italiane saran­no mantenute e difese per un breve periodo di tempo (da fissarsi dai Comandanti) fino alla sostituzione con truppe germaniche, e questo eventualmente anche in deroga agli ordini del Governo Centrale, sem­pre quando, naturalmente, da parte tedesca, non vi siano atti di forza.

Riunire al più presto le forze preferibilmente sulle coste in prossi­mità dei porti.

 

 

Aviazione

Le nostre forze aeree dovranno immediatamente raggiungere, a se­conda della dislocazione, i campi della Madre Patria, oppure quelli dell'Egeo.

Il materiale e gli impianti a terra dovranno essere distrutti: il perso­nale seguirà la sorte di quello dell'Esercito.

 

 

Marina

I mezzi della Marina da guerra ed i piroscafi dislocati nei vari porti della Grecia e di Creta dovranno rientrare senz’altro in Patria.

Unità che fossero in procinto di cadere in mano germanica dovran­no autoaffondarsi.

Il naviglio dislocato nei porti dell'Egeo, rimarrà in posto.

Il naviglio in navigazione dirigerà su porti italiani, o dell'Egeo.

Il personale seguirà la sorte di quello dell'Esercito.

 

 

IV Indipendentemente da dichiarazione di armistizio o meno, ed in qualsiasi momento tutte le truppe di qualsiasi Forza Armata dovranno reagire immediatamente ed energicamente e senza speciale ordine ad ogni violenza armata germanica e delle popolazioni in modo da evitare di essere disarmati o sopraffatti.

 

 

V Occorre provvedere a rimpatriare (sotto forma di invio in licenza od avvicendamento) la maggiore quantità possibile di personale non avente compiti strettamente operativi.

Inoltre in relazione alla prevedibile attuazione di quanto detto pre­cedentemente, occorre ritoccare l'organizzazione logistica per renderla aderente alla nuova possibile emergenza.

 

 

VI Le direttive di cui al presente promemoria verranno attuate in segui­to a diramazione in chiaro del seguente dispaccio diretto al Comando Gruppo Armate Est, al Comando l la Armata, e Superegeo, oppure di iniziativa qualora i collegamenti siano interrotti e si verifichino le circostanze di cui al N. 1.

 

 

« Accusate ricevuta del promemoria n. 2 - Comando Supremo ».

 

 

I Comandi predetti risponderanno telegraficamente:

« Ricevuto promemoria n. 2 ...... ».

L’ordine di attuazione a Creta sarà dato dal Comando 11a Armata. La direttiva generale di cui al n. IV, ha sempre vigore, indipenden­temente da qualsiasi ordine.

 

VII Il presente promemoria viene inviato al Comando Gruppo Armate Est, al Comando 11a Armata, al Comando FF.AA. Egeo, i quali sono pregati di prendere gli appunti ritenuti indispensabili, che verranno gelosamente custoditi.

Il Comando 11a Armata invierà il promemoria in visione al Coman­do Truppe Creta, che lo restituirà al predetto Comando di Armata a mezzo dell'Ufficiale latore.

Non appena presi gli appunti di cui sopra, il promemoria dovrà essere distrutto col fuoco.

Gli ordini relativi al presente promemoria dovranno essere impartiti solo verbalmente, norma che vale per tutti i comandi in sottordine.

Le predisposizioni che per necessità di cose dovranno prendere gli enti esecutivi dovranno essere motivate come preparativi per il caso di attacco angloamericano.

Le predisposizioni da prendere sono di assoluta urgenza.

Si tenga ben presente che azioni slegate e sporadiche sono di nessun rendimento, ma che occorre invece coordinamento e preparazione mi­nuta.

 

 

 

 

 

ORDINE 24202/OP DEL COMANDO SUPREMO ITALIANO

8 set­tembre 1943

 

Comando supremo
Reparto 1 - Ufficio Op. Esercito
Scacchiere Orientale

 

NR. 24202/Op.          

8 settembre 1943

Superesercito - Supermarina - Superaereo                                            telescrivente
Gruppo Armate Est -

Comando 11a Armata -

Comando Superiore FF.AA. Egeo                                                          radio

 

Est diretto at Superesercito - Supermarina - Superaereo - Comando Gruppo Armate Est - Comando 11a Armata - Comando Superiore FF.AA. Egeo. A seguito proclama Capo del Governo relativo cessazione ostilità preciso:

 

1) Comando Gruppo Armate Est concentri le forze riducendo gradatamente occupazione come ritenuto possibile et conveniente in modo però da garantire comunque possesso porti principali et specialmen­te Cattaro et Durazzo. Dare preavviso dei movimenti ai Comandi Germanici.

 

2) Comando Superiore FF.AA. Egeo est libero assumere verso germanici atteggiamento che riterrà più conforme at situazione. Qualo­ra però fossero prevedibili atti di forza da parte germanica procederà at disarmo immediato delle unità tedesche dell'arcipelago.

Dalla ricezione del presente dispaccio Egeomil cesserà di dipendere da Comando Gruppo Armate Est et dipenderà direttamente da Coman­do Supremo.

 

3) Per la Grecia et Creta già emanati ordini diretti.

 

4) Forze aeree dovranno raggiungere immediatamente i campi del­la Madre-Patria oppure quelli dell'Egeo. Materiale et impianti a terra delle zone di occupazione dovranno essere distrutti. Personale seguirà sorte di quello Esercito.

 

5) Mezzi della marina da guerra et piroscafi dislocati nei vari porti Grecia et Creta dovranno rientrare subito in Patria. Unità che stessero per cadere in mano germanica dovranno autoaffondarsi.

Naviglio dislocato in porti Egeo rimarrà in posto.

Naviglio in navigazione dirigerà su porti italiani o dell'Egeo. Perso­nale seguirà sorte di quello Esercito.

 

6) Tutte le truppe di qualsiasi arma dovranno reagire immediata­mente et energicamente et senza speciale ordine at ogni violenza armata germanica et della popolazione in modo da evitare di essere disarmati e

 

 

 

 

 

sopraffatti. Non deve però essere presa iniziativa di atti ostili contro germanici.

 

002009

Generale Ambrosio.

 

 

 

 

 

ORDINI DAL CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA MARINA

AI COMAN­DANTI DELLE FORZE NAVALI

7 settembre 1943

 

Memorandum riassuntivo degli ordini dati verbalmente dal Capo di S.M. della Marina agli ammiragli Comandanti in Capo o Comandanti autonomi di forze navali e di Dipartimenti nella riunione tenuta a Supermarina nel pomeriggio del 7 Settembre. Il memorandum fu dettato dal Sotto Capo di S.M. e ciascun ammiraglio lo scrisse di proprio pugno sul proprio taccuino.

 

1 - Tutte le unità in condizioni di muovere si tengano rifornite al completo di nafta, acqua, viveri.

 

2 - Tutte le opere a terra rifornite di viveri e munizioni.

 

3 - Attuare o rinforzare sorveglianza e difesa dei nostri collegamenti: stazioni R.T., amplificatrici, etc. (Accordi con Carm [Comando Artiglieria Regia Marina] ).

 

4 - Preparare interruzione collegamenti alleati, particolarmente sta­zioni R.T. e amplificatrici (Accordi con Carm).

 

5 - Eliminazione batterie alleate e Rari [Apparato radar e telemetrico consegnato dai tedeschi alla Regia Marina].

 

6 - Prigionieri inglesi a noi affidati (bianchi e di colore).

 

7 - Impedire distruzioni da parte tedesche.

 

8 - Azioni proprie della Marina.

a) Cattura o distruzione unità navali germaniche (Accordi con Carm).

b) Difesa ed eventuale autoaffondamento navi da guerra e sabotag­gio mercantili. Vigilanza preventiva (fin d'ora) verso le unità fornite di siluri.

c) Catturare o eliminare reparti Marina germanica.

d) Le navi da guerra italiane passano:

— quelle dell'Alto Tirreno, in Sardegna, Corsica, Elba;

— quelle del Basso Tirreno, in Sardegna;

— quelle di Taranto, restano, a posto, ma tutte in Mar Grande, o, se ordinato, a Cattaro;

— quelle di Brindisi idem c.s.;

— quelle dell'Alto Adriatico, a Sebenico o Cattaro (il Cesare sia ri­fornito anche del personale strettamente necessario a navigare).

e) Le navi mercantili italiane passano tutte nei porti della penisola a sud di Livorno e da Ancona in giù, inoltre a Sebenico o a Cattaro. Le altre sabotate.

f) Sabotare impianti fissi.

g) Basi navali in stato di particolare attenzione fin d'ora. (Entro il 10 sia attuato il passaggio di responsabilità all'Esercito).

h) Accordi con Carm per utilizzazione coordinata reparti delle varie Forze Armate.

 

9 - Attenzione ai gas!

 

10 - Ordine esecutivo: «attuate misure ordine pubblico pro-memo­ria numero uno. Comando Supremo». (Eventualità vengano a mancare collegamenti con Supermarina: Accordi con Carm per scambio ordine esecutivo).

 

 

 

 

 

CONSIDERAZIONI DI CHURCHILL SULLE CONSEGUENZE DELLA

COLLA­BORAZIONE ITALIANA SULLA FUTURA STRATEGIA ALLEATA

9 settembre 1943

 

A: Uffici del gabinetto di guerra Da: Joint Staff Mission

Datato: 9 settembre 1943

Segretissimo

Urgentissimo

WELFARE NR. 674

 

Personale dal primo ministro al vice primo ministro, al segretario agli esteri e ai capi di Stato maggiore.

 

Riferimento a WELFARE n. 673, il testo del documento è il seguente:

 

1. Sarebbe certamente opportuno che prima di separarci avesse luogo una riunione plenaria dei capi di Stato maggiore congiunti per esamina­re la nuova situazione mondiale che si determinerà in base all'assunto che l'attuale battaglia per Napoli e per Roma sia vittoriosa e che i tede­schi si ritirino sulla linea degli Appennini o del Po.

 

2. Supponendo di disporre della flotta italiana, noi guadagniamo non solo quella flotta ma anche quella parte della flotta britannica finora impegnata contro di essa. Questa notevolissima aggiunta alla nostra potenza navale dovrà venire utilizzata al più presto possibile per inten­sificare la guerra contro il Giappone. Ho pregato il Primo Lord del Mare di studiare con l'ammiraglio King i movimenti di una potente squadra da combattimento britannica, scortata da incrociatori e navi ausiliarie, verso l'Oceano Indiano, attraverso il canale di Panama e il Pacifico. Abbiamo bisogno di una forte flotta orientale di base a Colombo, durante le operazioni anfibie del prossimo anno. Sarei lietissimo se fosse possibile per questa flotta servire sotto il comando americano del Pacifico e accumulare almeno quattro mesi di fruttuosi combattimenti nel Pacifico, prima di insediarsi nella sua base dell'Oceano Indiano. Non possiamo permetterci d'avere navi oziose. Non so tuttavia come l'arrivo di questi rinforzi possa aumentare il numero dei compiti asse­gnati alle forze americane nel Pacifico. Indipendentemente da ogni con­siderazione strategica o di alta politica il governo di Sua Maestà gradi­rebbe partecipare alla guerra del Pacifico per poter dare quel grado di aiuto che gli sia possibile, non soltanto ai suoi alleati americani, ma anche in forza degli obblighi contratti con l'Australia e la Nuova Zelanda. Questo navigare delle nostre navi verso e attraverso il Pacifico esercite­rebbe senza dubbio alcuno un effetto demoralizzante sul Giappone, che deve essersi ormai accorto della grandissima aggiunta di forze navali scagliategli contro; senza contare che tutto ciò sarebbe indubbia causa di soddisfazione per gli Stati Uniti in quanto prova positiva della deci­sione britannica di prendere parte attiva ed energica per la conclusione della guerra contro il Giappone.

 

3. L'opinione pubblica deve essere gradualmente portata a rendersi conto di ciò che noi e i nostri Stati maggiori abbiamo così chiaro in mente, e cioè la conversione dell'Italia in una forza attiva contro la Germania. Sebbene non possiamo riconoscere l'Italia come alleata nel pieno senso della parola, siamo stati concordi nel permetterle di pagarsi il biglietto lavorando, e che questo utile servigio contro il nemico verrà non solo aiutato, ma ricompensato. Se dovessero scoppiare combattimenti tra ita­liani e tedeschi, le prevenzioni della pubblica opinione scomparirebbero rapidissimamente, e in una quindicina di giorni la situazione potrebbe talmente maturare, se sapremo dirigere in questo senso gli eventi, da ren­dere possibile una dichiarazione di guerra contro la Germania da parte dell'Italia. Il problema della bandiera italiana garrente sulle navi italiane, e anche quello relativo agli equipaggi italiani a bordo di quelle navi sotto il controllo britannico o americano, richiedono particolare attenzione. L'intera questione dell'utilizzazione e del rendimento massimo della Marina italiana esige un riesame molto serio, a partire da questo momento.

 

4. In base all'assunto di una vittoria decisiva nella zona di Napoli, è stato già convenuto, ritengo, di risalire verso nord la Penisola italiana, sino a urtare contro il principale sbarramento germanico. Se gli italiani saranno ovunque favorevoli, e il loro esercito verrà in nostro aiuto, lo schieramento di almeno una dozzina di divisioni italiane ci sarà di gran­de vantaggio per il mantenimento del fronte attraverso l'Italia e la pos­sibilità di avvicendamento per le forze alleate. Se, a battaglia di Napoli finita, non incontreremo una seria resistenza a sud della principale linea tedesca, non dovremmo impiegar troppo tempo per cominciare ad at­taccarla con lievi forze, e io sarei propenso a sperare che per la fine dell'anno al più tardi noi dovremmo poterla attaccare in forze. Più pre­sto ciò sarà, tanto meglio. Non potrà più essere il caso, allora, di anemizzare l'Overlord. Non dobbiamo dimenticare a questo punto la nostra intesa di cominciare a muovere le sette divisioni in graduale successione, a partire dal novembre. La cosa più importante di tutte è mettere le divi­sioni italiane in linea e la nostra politica nazionale dovrebbe essere modificata per raggiungere questo scopo.

 

5. Ho esaminato la campagna del 1944 alla luce di queste nuove possibilità, e sono profondamente convinto della necessità da parte nostra d'avanzare con estrema cautela verso nord, dopo aver superato la parte più stretta della Penisola italiana. Naturalmente se i tedeschi si ritiras­sero fino alle Alpi si determinerebbe una situazione diversa, ma, ove ciò non avvenisse, estendere e dilatare il nostro fronte nella pianura lombar­da sarebbe impresa superiore alle nostre forze, date le esigenze dell'Overlord. Dobbiamo anche considerare che i tedeschi, disponendo di linee interne, potrebbero forse premere sul nostro fronte in Italia con forze superiori a quelle che noi vi avremmo alla fine dell'anno. La pos­sibilità di un forte contrattacco tedesco non va esclusa. Amerei che si considerasse l'opportunità o meno, per quando ci troveremo contro la principale linea difensiva tedesca, di costruire una salda linea di fortificazioni nostre, bene estesa in profondità. Lavoratori militarizzati italiani potrebbero venire impiegati in gran numero a questo scopo, e truppe italiane potrebbero naturalmente partecipare alla difesa della linea. Così che per la primavera noi dovremmo essere in grado, in questo teatro di guerra, o di sferrare un'offensiva, qualora il nemico sia debole, e comunque minacciare una, o d'altra parte restare sulla difensiva, uti­lizzando le nostre forze aeree, che nel frattempo saremo venuti accumu­lando, da dietro la nostra linea fortificata, e stornare una parte delle nostre truppe per un impiego altrove, sia a occidente, sia a oriente. Spero che tutto questo verrà esaminato.

 

6. Siamo entrambi profondamente consapevoli della grande im­portanza della situazione balcanica. Dobbiamo assicurarci che l'Alto Comando del Mediterraneo, tutto preso dalla sua attuale battaglia, non trascuri le necessità delle forze partigiane balcaniche. Il problema delle forze italiane esige un esame immediato. Gli ordini del coman­dante in capo del Medio Oriente, generale Wilson, resi noti oggi, sono per il momento ben concepiti, ma noi abbiamo bisogno di vedere con maggior chiarezza esattamente che cosa vi si intende. Supponendo che gli italiani possano essere indotti a entrare in guerra contro la Germa­nia, possibilità immense sembrano aprirsi. Non abbiamo davvero biso­gno di risalire faticosamente i Balcani dal fondo. Se potessimo giunge­re a un accordo tra i patrioti e le truppe italiane, dovrebbe essere possibile aprire all'istante uno o più buoni porti sulla costa dalmata, che permetterebbero l'invio di munizioni e rifornimenti e consentireb­bero a noi di portare in buone condizioni di combattimento tutte quelle forze disposte a obbedire ai nostri ordini. La situazione germanica in tutto questo settore diverrà quanto mai precaria, specialmente nel campo dei rifornimenti. Quando la linea difensiva attraverso l'Italia setten­trionale sia stata completata, potrebbe esserci possibile utilizzare una parte delle nostre forze assegnate al Mediterraneo, e accentuare così un movimento verso nord e nord-est dai porti dalmati. Per il momento i maggiori sforzi dovranno essere fatti per organizzare gli attacchi contro i tedeschi per tutta la penisola balcanica e inviare agenti, armi e buoni comandanti.

 

7. Infine, il problema delle Isole, che è ora maturo per essere esami­nato. La Sardegna, immagino, capitolerà immediatamente. Sebbene noi si possa dover mandare qualche aiuto agli italiani per il disarmo di quelle unità germaniche che vi si trovassero. In Corsica i tedeschi sono forse già stati sopraffatti, ma quello è senza dubbio luogo per una spedizione francese. Anche se una sola divisione potesse essere mandata dal Comi­tato Nazionale francese, l'isola potrebbe con ogni probabilità essere rapidamente liberata, e non dubito che la sua fiera popolazione potreb­be fornire almeno un'altra divisione o anche due, levate direttamente sul posto. Il telegramma del generale Wilson sulle operazioni contro Rodi e altre isole del Dodecaneso va bene per il momento, ma non sono con­vinto che un impiego sufficiente si faccia nelle attuali condizioni delle forze nel Medio Oriente. Sto provvedendo a un'immediata indagine sulla precisa dislocazione di tutte le unità di forza superiore al battaglio­ne, sperando che guarnigioni e corpi di spedizione improvvisati possano essere trovati per varie azioni di minor conto.

 

8. Dobbiamo attenderci reazioni di vasta portata in Bulgaria, Roma­nia e Ungheria, e queste possono a loro volta provocare passi dalla Turchia senza che noi s'abbia bisogno di fare la minima richiesta o legarci col minimo impegno. Anche tutto ciò esige attentissima considerazione militare e politica. E a mio avviso faremmo bene a procedere quest'oggi, se siete d'accordo, a un esame preliminare.

 

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