Uomini

Un aereo nemico è stato abbattuto

Questo lavoro parte dall’esame incrociato tra il fondo fotografico digitalizzato e pubblicato sul sito dell’Archivio Centrale dello Stato e i Bollettini di guerra italiani. Quattro episodi di cui si è cercato di approfondire l’accaduto, in origine limitato ad una generica didascalia.

 

Nonostante l’aspetto arcaico dato dalla configurazione biplana a carrello fisso il Farey Sworfish rappresenta per tutta la durata della II guerra mondiale un potente strumento offensivo proficuamente impegnato dagli inglesi in Atlantico e Mediterraneo.

 

All’alba del 4 settembre 1940 12 Swordfish degli Squadron 813, 815, 819 decollati dalle portaerei Eagle e Illustrious attaccano gli aeroporti di Rodi e i depositi di carburante di Scarpanto. Tre (E4C, E4H, E4K) sono abbattuti dai CR.32 e 42 della 163a Squadriglia, un quarto (E4M, K8403) è costretto all’atterraggio sul campo di Scarpanto. Rimesso in efficienza dal personale della Regia Aeronautica verrà lungamente utilizzato per compiti di collegamento tra le isole del Dodecaneso.

L’azione è così descritta nel Bollettino di Guerra n. 90 del 5 settembre 1940:

 

« Nell'Egeo un numeroso convoglio nemico scortato da forze navali era stato avvistato e seguito nella giornata del tre. Allo scopo di garantire ad ogni costo detto convoglio, forze navali ed aeree nemiche hanno tentato nelle prime ore dell'alba di ieri un attacco alle nostre basi aeree e navali dell'Egeo. L'attacco è stato condotto da due formazioni aeree dirette sui campi di Gadurra e di Marizza, ove venivano colpiti due nostri apparecchi al suolo, e da una formazione navale che bombardava Scarpanto causando lievi danni ad abitati civili e alcuni feriti nella popolazione. L'intervento della nostra caccia e delle batterie contraeree ha in breve respinto l'attacco, abbattendo sette velivoli nemici. Gli equipaggi di tre apparecchi, composti complessivamente di otto persone, sono stati cat­turati. »

Le foto documentano i resti di uno dei velivoli ai margini del campo di Gadurra, nella seconda si noti un Caproni Ca.133 di supporto logistico ad un reparto in atterraggio; la croce di guerra sulla deriva è del tipo apposto sui velivoli costruiti o sottoposti a revisione presso la CMASA di Marina di Pisa.

 

Farey Sworfish Rodi 4 settembre 1940

 

Farey Sworfish Rodi 4 settembre 1940

 

Farey Sworfish Rodi 4 settembre 1940

 

Farey Sworfish Rodi 4 settembre 1940

 

 Farey Sworfish Rodi 4 settembre 1940

 

Farey Sworfish Rodi 4 settembre 1940

 

 

 

Il Vickers Wellington è l’unico tra i bimotori da bombardamento della RAF a rimanere operativo dal settembre 1939 sino al termine della guerra.

Nel settore mediterraneo e in particolare contro l’Italia i Wellington sono operativi sin dai primi giorni di guerra vedendo intenso impiego contro campi aerei, porti e obiettivi logistici.  Il bollettino di guerra italiano cita il bimotore inglese 22 volte.

Le foto che pubblichiamo sono riconducibili a due distinti episodi.

Il primo riportato nel Bollettino di Guerra n. 626 del 17 febbraio 1942 ed avvenuto in Sicilia ha per protagonista il Wellington Mk.IIc AD591:

 

« Nelle prime ore di stamane si è avuto un tentativo di incursione su Castelvetrano; la difesa contraerea, con pronto intervento, ha incen­diato un bombardiere Wellington il cui equipaggio di 6 neo-zelan­desi è stato catturato. Altro apparecchio dello stesso tipo è stato ob­bligato da un cacciatore germanico ad atterrare nei pressi di Mo­dica: il velivolo è rimasto intatto e l'equipaggio di sette persone è stato fatto prigioniero. »

 

 Vickers Wellington Mk.IIc AD591

 

 Vickers Wellington Mk.IIc AD591

 

Vickers Wellington Mk.IIc AD591 Modica

 

Vickers Wellington Mk.IIc AD591 Modica

 

Vickers Wellington Mk.IIc AD591 Modica

 

Vickers Wellington Mk.IIc AD591 Modica

 

Vickers Wellington Mk.IIc AD591 Modica

 

Vickers Wellington Mk.IIc AD591 Modica

 

 

 

Il secondo invece ha per teatro nuovamente l’isola di Rodi nel possedimento del Dodecaneso e citato nel Bollettino di Guerra n. 646 del 9 marzo 1942:

 

« Durante una incursione nemica sulle isole dell'Egeo un Wellington, colpito, è caduto in mare: l'equipaggio composto di un capitano e sette avieri è stato catturato. »

 

Anche in questo caso si tratta di un Mk. IIc in forza al 162° Squadron della RAF, unità specializzata nei disturbi delle comunicazioni radio. I piloti  Sgt. Melvyn Knowles e K. Westbrook sono fatti prigionieri con il resto dell’equipaggio.

In entrambe i casi risulta evidente l’estrema robustezza data dalla struttura geodetica (mutuata dai dirigibili rigidi e già utilizzata per il monomotore da bombardamento Wellesley) grazie a cui il bimotore si guadagna la fiducia di piloti e personale.

 

Vickers Wellington Mk.IIc 162° Squadron RAF

 

 Vickers Wellington Mk.IIc 162° Squadron RAF

 

Vickers Wellington Mk.IIc 162° Squadron RAF

 

Vickers Wellington Mk.IIc 162° Squadron RAF

 

 

 

È invece nelle vicinanze di Tripoli che militari italiani ispezionano, sotto gli sguardi dei nativi, un Fairey Albacore (T9245, 5L) dell’826° Squadron della Fleet Air Arm inglese rimasto seriamente danneggiato a seguito dell’atterraggio nel deserto dopo essere stato colpito dal fuoco contraereo durante un’incursione su Tripoli nella notte fra il 28 e il 29 novembre 1941, cui aveva partecipato con il compito di illuminare i bersagli con lanci di bengala. Dovrebbe trattarsi del velivolo citato dal Bollettino di Guerra n. 546 del 30 novembre1942:

 

« Incursioni aeree nemiche sono avvenute su Derna, Tripoli e Bengasi. Nel corso di esse la difesa c. a. italo - germanica ha abbattuto 4 ap­parecchi, uno a Derna, uno a Tripoli con cattura degli ufficiali com­ponenti l'equipaggio e due a Bengasi caduti in fiamme nel mare. »

 

Un altro Albacore, appartenente all’821° Squadron FAA, costretto all’atterraggio nel deserto egiziano dopo aver partecipato ad una incursione sull’aeroporto di Fuka, venne catturato, rimesso in efficienza ed utilizzato dal personale del 4° Stormo Caccia della Regia Aeronautica sino all’abbandono a Tripoli il successivo 23 settembre per problemi tecnici.

L’Albacore, pur con identica configurazione dello Swordfish, ne sarebbe dovuto essere il successore, anche se il valido predecessore rimase lungamente in attività a fianco del nuovo velivolo che non lo soppiantò mai completamente.

 

Fairey Albacore (T9245, 5L) 826° Squadron Fleet Air Arm

 

Fairey Albacore (T9245, 5L) 826° Squadron Fleet Air Arm

 

Fairey Albacore (T9245, 5L) 826° Squadron Fleet Air Arm

 

Fairey Albacore (T9245, 5L) 826° Squadron Fleet Air Arm




CREDITI
G. Garello Prede di guerra Aerei jugoslavi, inglesi, statunitensi, belgi 1940-1943 La Bancarella Aeronautica, Torino 2007
Archivio Centrale dello Stato

http://www.squadratlantica.it/