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Nave hangar per idrovolanti

NAVE HANGAR PER DROVOLANTI

 

Anche questo importante studio dimostra come il Guidoni avesse intuito fino dagli albori dell'idroavìazione l'importanza della più stretta collaborazione tra idro e nave.

 

 

Nel settembre 1912 dalla Sezione di Aviazione Marina di Venezia fu presentato al Superiore Ministero un progetto di mas­sima di Cetta-trasporto per idrovolanti, dal nome stesso si de­sume che la velocità della nave era limitata, e che questa doveva semplicemente servire come base mobile d'idrovolanti, nel caso di esplorazione di coste e di porti nemici.

Il progetto non venne preso in considerazione perché in quel tempo non si riteneva ancora giunto il momento di applicare gli idrovolanti in altri servizi che non fossero quelli di difesa costiera.

 

* * *

 

Ora che l'idrovolante comincia a considerarsi come un'ausiliare del naviglio di esplorazione, sembra che lo studio di una vera e propria nave appoggio d'idrovolanti sia necessario, non potendosi limitare l'impiego degli idrovolanti alle navi maggiori della flotta, sulle quali la sistemazione di un idrovolante crea ingombri e osta­cola altre sistemazioni ben più importanti, anche prescindendo dal fatto che gli attuali idrovolanti sono apparecchi delicati, che richie­dono una manutenzione speciale e frequenti riparazioni e che non possono essere considerati alla stregua di un motoscafo comune.

 

Caratteristiche della nave appoggio-idrovolanti.

Una nave di questo tipo dovrebbe avvicinarsi agli scouts od esploratori per la velocità, ma differirne per l'assenza di qualunque protezione e per l'armamento molto limitato, sicché in un primo progetto di massima le caratteristiche della nave appoggio sareb­bero risultate le seguenti:

 

Dislocamento

tonn.

 2000

Lunghezza

m.

 110

Larghezza

m.

11,80

Immersione

m.

 3,40

Velocità

nodi

 23

Potenza motrice

HP.

 8000

Raggio d'azione

miglia

 6000

 

Certamente se lo stato attuale della tecnica dei motori Diesel lo avesse permesso, sarebbe stato desiderabile assegnare a questa nave un apparato motore a combustione interna, ma per ora con­verrà attenersi a un apparato motore con caldaie a tubi d'acqua a combustione mista, e macchine a turbine, Curtiss o Parsons, a due o quattro assi.

Poiché la nave appoggio è destinata a seguire la squadra con­viene ch'essa abbia un'alta velocità, ma non elevatissima perché, altrimenti richiederebbe un grande dislocamento e il suo costo di­verrebbe eccesivo.

La velocità altissima non è poi nemmeno necessaria, perché la nave appoggio non deve compiere essa stessa il servizio di esplora­zione, ma semplicemente condurre i propri idrovolanti nel punto che il comandante della squadra reputerà conveniente per irra­diarne in ricognizione gli aeroplani.

Si è adottato una carena a forme molto fini per economizzare il più possibile in potenza motrice, disponendo contemporaneamente di una coperta molto lunga per la sistemazione della tettoia di ricovero degli apparecchi e di un piano inclinato per la partenza da bordo degli idrovolanti.

L'idrovolante attuale anche il più perfezionato, difficilmente può superare un mare che abbia l'altezza d'onda maggiore di 1.5 m.

Il tipo Breguet, per esempio, che può considerarsi da questo lato come il migliore, si può sollevare dall'acqua con 1,5 m. d'onda, purché l'apparecchio diriga contro vento.

Può essere che il problema dell'idrovolante marino sia per es­sere risolto in modo completo; ma per ora bisogna ammettere che si è ancora lontani dalla soluzione e che gli attuali idrovolanti, in caso di mare mosso, sono inutili perché non è possibile il loro impiego senza evitare avarie sicure e forse la perdita degli apparecchi. Di qui la necessità e l'utilità di disporre a bordo della nave appoggio di un sistema qualsiasi. di lancio che permetta di far partire gli ap­parecchi dalla nave, senza dovere affrontare il mare ondoso. In questo modo, non solo col tempo favorevole, ma anche in condi­zioni non buone di vento e di mare, potrà effettuarsi il servizio di ricognizione degli idrovolanti. Questi al ritorno dovrebbero bensì affrontare l'atterramento usuale, ma oltre che questi non presenta difficoltà molto gravi per un pilota abile, anche se si dovesse pro­durre qualche avaria, la cosa non avrebbe gravi conseguenze.

Con questo mezzo si potrebbe contare su un numero di circa 260 giornate all'anno nelle quali le ricognizioni degli idrovolanti sarebbero possibili.

Dati relativi alla nave appoggio. — Si sono già enunciati gli elementi principali della nave appoggio, la forma, la disposizione dei locali, le sistemazioni relative agli idrovolanti ne derivano na­turalmente.

L'apparato motore di 8000 HP è sistemato a proravia, con 8 caldaie in 8 compartimenti e le turbine in un 3° compartimento.

 

Alessandro Guidoni nave porta idrovolanti

 

La tettoia di ricovero degli idrovolanti della lunghezza di 50 metri e della larghezza media di m. 13,50, è a poppa, sulla coperta.

La tettoia può contenere 4 idrovolanti montati e 8 smontati; per metterli a mare si sono disposte 4 ferro guide trasversali, due a dritta e due a sinistra, sfalsate.

La tettoia è chiusa a prora e a poppa; lateralmente è aperta per l'uscita degli idrovolanti; con tende o con lamiere ondulate si provvederà poi a difendere dalle intemperie gli apparecchi.

Il sistema di lancio è semplicemente costituito da un piano inclinato di i / 8 di lunghezza utile eguale a 6 metri, che si pro­lunga oltre la poppa. L'idrovolante che può scorrere su di un car­rello, è anche aiutato nella discesa da un trave che scende nell'in­terno del tronco dell'albero, e che esercita una trazione notevole che si aggiunge alla spinta dell'elica e alla componente della gra­vità. Naturalmente la nave dovrà disporsi con la poppa al vento, in modo da assicurare il sollevamento dell'aeroplano prima della fine del piano inclinato.

Per portare l'apparecchio sul piano inclinato l'albero di mae­stra è provvisto di un picco sopraelevato.

 

Esponente di carico:

Scafo nudo e suoi accessori fissi

tonn.

650

Hangar e accessori 

»

100

Macchine e caldaie

»

320

Macchinari ausiliari 

»

40

Dinamo impianto elettrico

»

50

Arredamento

»

40

Armamento marinaresco

»

40

Officina meccanica

»

10

Radiotelegrafia                           

»

5

Imbarcazioni                                

»

15

Equipaggio e viveri

»

15

Idrovolanti e ricambi

»

12

Combustibile

»

500

Acqua

»

60

Imprevisti armi e munizioni

»

143

 

Tonn.

 2000

 

Tenuto conto che la nave progettata non ha protezione di co­razza, il suo costo non è molto notevole; la spesa maggiore è dovuta all'apparato motore di 8000 HP, che si può valutare a 1.500.000 lire, anche perché si è tenuto un peso sufficiente (40 Kg./HP) per non dover ricorrere a macchine troppo delicate e leggere e incapaci di prestare un lungo servizio. Il costo della nave in complesso si può calcolare in: 3.500.000 lire.

 

Sistemi e strutture.

I locali dell'apparato motore sono spostati a prua per lasciare sgombra la coperta a poppa. Lungo questi locali si ha un doppio fondo sino al ginocchio. A prora si ha corridoio e batteria; a poppa sotto la tettoia il solo corridoio.

Gli argani, i verricelli di tonneggio e dei picchi di carico, le. macchine del timone, ecc. sono a motore elettrico con trasformatore rotativo per la regolazione.

Tutte le sistemazioni relative alla gente e ai sottufficiali sono a proravia delle caldaie. Quelle degli ufficiali, dei piloti, operai ecc. a poppa sotto l'hangar.

La tettoia ha una larghezza variante da m. 14 a m. 13, quindi sempre superiore a quella della nave; si raccorda la murata col pa­vimento della tettoia con una lamiera arcuata che segna il termine delle mensole di sostegno. In questo modo, pur mantenendo alla carena un ottimo coefficiente di finezza, si ottiene una larghezza conveniente nella tettoia e inoltre la stabilità trasversale è aumen­tata. Si evita così l'inconveniente della massima parte degli han­gars galleggianti, di una carena a zattera che richiede una potenza eccessiva anche per velocità limitate.

 

Armamento.

Il compito della nave non essendo offensivo, l'armamento si può limitare a qualche pezzo antisilurante sistemato a prua. Si sono disposti 4 pezzi da 76 che hanno il deposito delle munizioni a pro­ravia delle caldaie.

 

Officina di bordo.

Oltre i torni, i trapani, la fresa e le consuete macchine utensili da ferro, tutte di precisione e di dimensioni limitate, l'officina deve avere un piccolo impianto ossi-acetilenico per la saldatura autogena e le macchine da legno di uso più comune.

Naturalmente tutti gli apparecchi dovrebbero essere forniti di pezzi di ricambio, come pure i motori, per potere rapidamente riparare gli apparecchi in caso di avaria.

I depositi di benzina dovrebbero essere sistemati colle oppor, t une cautele in locali isolati per evitare esplosioni ed incendi.

 

Agosto 1912.

 

 

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