Uomini

Fuoco dal cielo

Palese la centralità dell’aviazione da bombardamento nel discorso propagandistico ed in quello operativo della Regia Aeronautica negli anni ‘30. Eloquente testimonianza ne è questo libretto che riportiamo integralmente nel testo e nel corredo fotografico. Risulta  evidente la divaricazione tra quanto enunciato (particolarmente eloquente la cartina in cui si documenta una capacità offensiva che arriverebbe a poter colpire Londra da basi italiane!)e quanto effettivamente possibile a velivoli con limitate capacità di carico bellico, velocità, autonomia e dotate di congegni di puntamento di scarsa precisione. Sarà ansi il settore dei velivoli da bombardamento, quello che vedrà il maggiore gap della Regia rispetto alle altre aviazioni belligeranti, basti pensare all’offensiva aerea contro Malta con il conseguimento di modesti risultati o ai voli contro obiettivi lontani (Gibilterra, Golfo Persico,Medio Oriente) che saranno possibili con un limitato numero di velivoli e di missioni, tanto a renderli quasi simbolici, ovvero all’incapacità di realizzare nuovi velivoli, lasciando in servizio apparecchi (SM79, BR20) irrimediabilmente superati.  

 

 

 bombardardieri italiani nella II guerra mondiale

 

L' AVIAZIONE DA BOMBARDAMENTO

 

Allorquando sulla metà del 1400 - 1500 si adottarono, prima per i mortai, poi per le artiglierie in genere, proiettili cavi, carichi di esplosivo, le palle da fuoco diventarono bombe: dal latino «bombus », che vuol dire « rimbombo ». Bombardamento fu quindi il ter­mine adottato genericamente per il tiro di artiglieria contro grandi bersagli.

I proiettili delle artiglierie, con il successivo sviluppo di queste armi, si perfezionarono anche essi e si differenziarono in specia­lizzazioni corrispondenti ai vari impieghi delle bocche da fuoco. Persero così il nome di « bomba », che restò solo ad indicare alcuni proiettili di importanza particolare o secondaria impiegati sia dalle artiglierie che a mano. Il termine « bombardamento » divenne quin­di improprio anche per il tiro delle artiglierie.

Le parole bomba e bombardamento tornarono ad essere frequen­temente usate nel linguaggio corrente e nel linguaggio tecnico-militare da quando, nel l'anno 1911, « proiettili cavi, pieni di esplosivo », furono lasciati cadere da aeroplani su bersagli a terra.

 

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Una salva di bombe su un incrociatore rosso (Guerra di Spagna).

 

Nelle odierne organizzazioni militari si chiama « aviazione da bombardamento » il complesso di raggruppamenti organici di velivoli particolarmente adatti a trasportare e quindi a lasciar cadere su bersagli di superficie grandi quantità di « bombe ». Questi raggrup­pamenti di aviazione, denominata anche « aviazione da offesa », rappresentano attualmente la parte preponderante degli effettivi aerei delle principali aeronautiche dei mondo. Numericamente con­siderati, essi costituiscono infatti dal 60% all' 80% della comples­siva entità della forza aerea. Questo dato è di per se stesso baste­vole a dimostrare l'importanza che nel quadro degli armamenti aerei ha assunto l'aviazione da bombardamento nei confronti delle altre` specializzazioni di impiego, che si chiamano: da «caccia », da « ri­cognizione », da « assalto » . Perché ciò? Perché l'aviazione da bom­bardamento rappresenta lo strumento bellico offensivo per eccellenza, in quanto può portare la guerra anche al di là dei limiti raggiun­gibili dalle forze armate terrestri e marittime, utilizzando, come campo di lotta quel vastissimo elemento che si chiama « aria.». Que­sta possibilità nuova — che ha già portato mutamenti profondi nell' arte della guerra — rivoluzionerà i principi fondamentali della guerra stessa quando — e non passeranno molti anni ancora — le grandi Nazioni avranno organizzato possenti armate aeree e dispor­ranno quindi di velivoli da offesa, a migliaia.

 

 

 

LE DUE NECESSITA' DELLA GUERRA

 

Tutto questo è non soltanto logico, ma umano. L'uomo obbedì sempre — nel conflitto armato — a due necessità: quella di colpire l'avversario il più fortemente possibile; quella di colpirlo alla mag­gior distanza possibile. L'aviazione da bombardamento, arma che può agire, attraverso l'aria, sulla superficie, terrestre e marittima, e colpire quindi non soltanto le forze armate dell'avversario, ma an­che i suoi centri di vita ed i centri dove scaturiscono e si alimen­tano le forze della guerra, rappresenta pertanto l'unica arma, adat­tissima, al, soddisfacimento di queste necessità.

 

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I tremendi effetti di un bombardamento aereo di Sciangai (1937).

 

Il colpir forte è per essa soltanto questione di:
dosamento di forze, cioè di impiego di un certo numero di veli­voli complessivamente capaci di trasportare il quantitativo di esplosivo necessario a raggiungere un determinato risultato;

distribuzione razionale dell'esplosivo sul bersaglio, e cioè di me­todi di bombardamento.

Il colpire a distanza è per l'aviazione da bombardamento solo questione:

— di autonomia, cioè del tempo in cui è possibile ad un velivolo rimanere in volo senza rifornimento di carburanti;

— di velocità chilometrica-oraria,

in quanto autonomia e velocità determinano il raggio d'azione, vale a dire la distanza limite raggiungibile partendo da una determinata base aerea e facendo ad essa ritorno. Nel calcolo del raggio d'azione si tien conto di un certo margine di tempo « di sicurezza» per far fronte ad improvvisi ostacoli (combattimenti aerei, mutamenti di rotta, venti sfavorevoli, ecc.).

 

 

 

GLI SCOPI DELL' OFFESA AEREA

 

L'offesa bellica dell'aviazione da bombardamento può essere ef­fettuata a scopo di:

distruzione, ossia per annientare un obbiettivo in modo che esso perda totalmente, o quasi totalmente, la sua capacità bellica, tecnica, produttiva. Questa azione si effettua normalmente sui: centri militari (basi aeree, basi navali, centri di concentramento di truppe, opere fortificate, naviglio da guerra, truppe dell'eser­cito, velivoli schierati sugli aeroporti, ecc.); centri industriali (stabilimenti di produzione dei materiale bellico di qualsiasi al­tro materiale necessario alla vita delle forze armate e delle popo­lazioni: centrali elettriche, miniere, dighe, ecc.); centri logistici (stazioni ferroviarie, reti stradale e ferroviaria con le rela­tive opere d'arte, depositi di combustibile, di viveri, di mate­riale per trasporti terrestri, marittimi, aerei, porti, ecc.)

— di interdizione, ossia per ottenere l'interruzione — più o meno duratura — delle arterie di comunicazione allo scopo di para­lizzare i traffici interessanti sia la vita della nazione avversaria sia quelli che particolarmente necessitano alla vita ed all'effi­cienza delle forze armate combattenti;

— di logoramento, per realizzare non materiali distruzioni, ma offese rivolte a perturbare la vita, la disciplina, la tranquillità di importanti centri militari, industriali, commerciali e di determinare disordini, panico, sfiducia e quindi reazioni che direttamente od indirettamente possano avere influenza sulla resistenza di una nazione.

 

 

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Serbatoi di benzina della Spagna rossa prima di un bombardamento con bombe da 50 e da 100 chili.

 

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Lo stesso obbiettivo fotografato dopo il bombardamento: sono ben visibili gli effetti, distruttivi specialmente nel centro dei deposito.

 

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Effetti di un bombardamento aereo in Cina.

 

La « Legge di guerra » italiana — negli articoli relativi al « bom­bardamento » — così specifica:

— art. 40) - E' lecito il bombardamento diretto contro obiettivi nemici, la cui distruzione, totale o parziale, torni a vantaggio delle operazioni militari, e, in particolare, contro le forze ar­mate e gli accantonamenti militari, le opere e gli apprestamenti per la difesa, i depositi di armi e di materiale bellico, le navi da guerra e gli aeromobili militari, nonché i depositi, le offi­cine, le installazioni, le vie e i mezzi di comunicazione atti ad essere utilizzati per i bisogni delle forze armate,

— art. 41) - Nel teatro della guerra terrestre e sul litorale ma­rittimo è anche lecito bombardare città, villaggi, abitazioni ed edifici, quando esista ragionevole presunzione che vi siano apprestamenti militari di importanza tale da giustificare il bombardamento. Tale facoltà non può essere esercitata, se non tenendo conto del danno, al quale viene esposta la popolazione civile...

— art. 42) - Il bombardamento, che abbia, il solo scopo di colpire la popolazione civile o di distruggere o danneggiare i beni non aventi interesse militare, è in ogni caso proibito.

A seconda delle caratteristiche del bersaglio e degli scopi da rag­giungere, l'aviazione da bombardamento può impiegare:

— bombe ad esplosivo, o bombe da demolizione, particolarmente adatte per l'azione distruttiva di bersagli di grande o media re­sistenza, per l'azione di interdizione, per quella di logoramento. Tali bombe vanno da 1000 ad 800, a 500, 250, 100, 50, 15 chilogrammi.          

bombe incendiarie, (1) indicate per l'azione di logoramento e per l'azione di distruzione di speciali obiettivi (depositi com­bustibili e munizioni) unitamente però all'impiego di bombe ad esplosione.

bombe a gas, (1) indicate sia per l'azione di logoramento, sia per l'azione di interdizione. L'impiego di tali bombe — come è precisato dall'art. 41 della « Legge di Guerra » italiana — è però vietato in conformità delle disposizioni internazionali vigenti.

L'efficacia delle bombe è tale da far ritenere che nessun bersaglio di superficie possa ad esse particolarmente resistere. II carico di esplosivo che un velivolo può trasportare è considerevole (da 1000 a 3000 chilogrammi).

 

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La precisione di una salva da 5000 metri di quota sugli impianti di un porto della Spagna rossa.

 

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Bombe incendiarie su fortificazioni rosse di Bilbao.

 

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Gli effetti di una salva nel contro di una fabbrica di materiale bellico in una zona della Spagna rossa.

 

 

 

LA MASSA DI FUOCO

 

Per ogni bersaglio, in funzione:

— della sua ampiezza e

— della sua resistenza,

si calcola la quantità ed il tipo delle bombe da impiegare e si rea­lizza la massa di fuoco necessaria al raggiungimento dello scopo pre­stabilito, concentrando sul bersaglio stesso il numero dei velivoli complessivamente capaci di trasportare tutto il carico esplosivo oc­corrente per il compito dell'azione. Tale concentramento può essere realizzato nel tempo e nello spazio, ossia facendo agire su uno stes­so bersaglio entro determinati limiti di tempo (che possono anche essere di pochi istanti) tutti i velivoli ritenuti necessari per l'effica­cia dell'azione offensiva.

L'organizzazione dell'aviazione da bombardamento comprende dei raggruppamenti organici di velivoli che si chiamano unità. Esse sono:

— la squadriglia, che comprende da 6 velivoli a 9 velivoli,
— il gruppo, costituito da 2 o più squadriglie,

— lo stormo, costituito da 2 o più gruppi,

— la brigata, costituita da 2 stormi.

Quindi, a seconda dell'azione, possono agire contemporanea­mente squadriglie, gruppi, stormi e brigate.

Per avere un'idea della potenzialità offensiva di queste « unità » basta riferirsi al seguente prospetto:

 

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Potenzialità offensiva delle varie unità dell'aviazione da bombardamento, espressa in base al carico medio di esplosivo trasportato (Kg. di bombe) od al numero di bombe trasportate, con autonomia di km. 2000.

 

 

Il carico di bombe varia in funzione della distanza da superare per raggiungere l'obbiettivo. A titolo di orientamento, in base alle at­tuali caratteristiche dei moderni bombardieri — e come è stato di­mostrato dai recenti « primati » dell'aviazione italiana — può ri­tenersi che:

— per un raggio d'azione di km. 500 (equivalente ad oltre mille chilometri di autonomia) il carico medio di esplosivo trasportato da ogni velivolo da bombardamento è di circa kg. 5000;

— per un raggio d'azione di km. 1000 (equivalente a oltre duemila chilometri di autonomia) il carico medio di esplosivo trasporta- bile da ogni velivolo da bombardamento può superare anche i kg. 2000;

— per un raggio d'azione di km. 2000 (equivalente a oltre 4000 chilometri di autonomia) il carico medio di esplosivo traspor­tabile da ogni velivolo bombardiere si aggira sui kg. 1000.

La possibilità di trasporto dei vari tipi di bombe dipende dalle particolari « installazioni di armamento» (lanciabombe) dei velivoli.

 

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 LE « FORMAZIONI »

 

Per la disciplina e per l'efficacia del bombardamento le «unità» agiscono sempre in formazione, ossia con i velivoli disposti secon­do un ordine prestabilito in modo da poter manovrare uniformemen­te all'ordine del Comandante. Questo ordine ammette l'osservanza di determinati vincoli di spazio fra velivoli e velivoli o fra complessi di velivoli. Detti vincoli di spazio si chiamano:

distanza, che è lo spazio che intercede fra i singoli elementi della formazione nel senso dell'asse di volo della formazione;
intervallo, che è lo spazio in senso ortogonale all'asse di volo;

gradino, equivalente alla differenza di quota fra i singoli ele­menti.

 

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La più piccola formazione è rappresentata dalla «pattuglia» che è un insieme di 3 velivoli.

Più pattuglie costituiscono formazioni complesse che sono pro­prie della « squadriglia », del « gruppo» e dello « stormo ».

Mediante la « formazione » si realizza la miglior disposizione dei velivoli rispetto alla forma ed alle dimensioni della zona da battere, onde ottenere la migliore distribuzione dell'esplosivo sul bersaglio e quindi la massima efficacia dell'azione offensiva. Il bombardamento può essere realizzato:

— con l'attacco dell'intiera formazione sul bersaglio;

— con la manovra coordinata delle formazioni piccole (o semplici) che costituiscono le grandi (o complesse) formazioni.

L'attuale dottrina militare — frutto dell'esperienza — stabilisce che il bombardamento aereo, qualunque siano le caratteristiche dei velivoli impiegati, deve essere effettuato da possenti formazioni e cioè da gran numero di aerei agenti in massa.

 

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Lancio in serie di una pattuglia di bombardieri. Notare gli intervalli di caduta
delle bombe del primo velivolo della pattuglia.

 

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Dimostrazione di un tiro in serie su di un grande nodo stradale.

 

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L’esattezza di un tiro in serie su due ponti.

 

 

 

METODI DI BOMBARDAMENTO

 

L'azione del bombardamento si effettua con il lancio di bombe:

1) a proiettili isolati, che è la forma più semplice del bombarda­mento aereo, effettuato da più velivoli che lanciano un proiet­tile per ogni passaggio sull'obbiettivo. E' metodo usato solo per il lancio di bombe di grandissimo calibro;

2) a salva, che consiste nel lancio contemporaneo di due o più proiettili. E' metodo usato contro obiettivi non molto estesi in superficie e quando si vogliono ottenere grandi effetti distruttivi;

3) in serie, che è il lancio successivo ad intervalli di terripo presta­biliti ed eguali, di bombe in modo da realizzare una successio­ne di colpi secondo una determinata direzione.

Tale metodo di lancio consente:

a) la possibilità di colpire, con sicuro risultato, obbiettivi di scarsa profondità, come ad esempio strade o ferrovie. Basta regolare per questi bersagli l'intervallo del tempo di lancio delle bombe in modo che la distanza dei punti di scoppio di queste (che risulta­no all'incirca equidistanti) à risulti inferiore alla profondità del bersaglio. Lanciando una serie di bombe a cavallo del bersaglio si ottiene, da parte di ogni velivolo bombardiere, che uno o due colpi vadano a colpire il bersaglio stesso.

b) di realizzare, tenendo conto del raggio di efficacia delle bombe impiegate e regolando gli intervalli di sgancio in modo che i cer­chi di esplosione siano presso a poco tangenti, una successione di scoppi secondo una determinata direzione e quindi una stri­scia di distruzione. La lunghezza della striscia dipende dalla quantità di bombe portate da ogni velivolo e dal numero dei ve­livoli che le lanciano seguendo una stessa rotta.

Con l'affiancamento di più striscie di distruzione, affiancamento che si ottiene con « formazioni adatte di velivoli » (ciascuno dei quali effettua il lancio in serie) si realizzano superfici di distruzio­ne le cui dimensioni sono in funzione:

— dell'ampiezza della formazione da bombardamento;

— della serie impiegata (profondità o lunghezza della superficie di distruzione) ;

— delle caratteristiche balistiche (raggio d'esplosione) della bom­ba impiegata.

E' evidente che, calcolato il numero dei velivoli e la loro più adat­ta formazione, si possono realizzare superfici di distruzione di grandi dimensioni e che più formazioni complesse possono realizzare su­perfici di distruzioni vicine le une alle altre in profondità o fron­talmente.

4) a serie di salve. Per aumentare l'effetto distruttivo della serie di bombe, si possono lanciare in serie due o più bombe alla volta.

Si ottengono con tal metodo di lancio striscie e superfici di distruzione aventi maggiore densità di colpi.

L'azione classica del bombardamento è quella che si effettua:  

in volo orizzontale,

— mediante formazioni (semplici e complesse)

— su obiettivi di superficie aventi dimensioni apprezzabili.
Praticamente, l'azione normale del bombardamento si attua fra i 600-700 metri ed i 1000-7000 metri.

Di massima si considera:

— azione a bassa quota quella compiuta dalla altezza minima di lancio fino ai 2000 metri: limite delle gittate delle mitragliatrici e dei cannoncini c. a. (cal. 20-25 mm.)

— azione a media quota quella compiuta fra i 2000 ed i 4000 me­tri del tiro praticamente efficace delle artiglierie c. a. di piccolo calibro (fino a 75-80 mm.);

— azione ad alta quota quella attuata oltre i 4000 metri: limite in­feriore della zona nella quale agiscono con maggiore o minore efficacia — le artiglierie di piccolo calibro (superiore agli 80 mil­limetri) e quelle di medio calibro.

A distanza l'azione dell'aviazione da bombardamento può agire, praticamente, entro un raggio d'azione che, tenendo conto d'ogni « margine di sicurezza », può valutarsi superiore ai mille chilometri. Poiché « autonomia » e « velocità » sono in continuo sviluppo, può ammettersi che il raggio d'azione dei grandi velivoli da bombarda­mento potrà anche toccare distanze maggiori. Basta però dare uno sguardo alla cartina per avere — a colpo d'occhio — la visione del­le zone battute dall'odierna aviazione da bombardamento. Entro tali zone — per l'Europa particolarmente — ogni aviazione può agire offensivamente su tutti o quasi tutti i centri vitali più importanti dell'avversario: industriali, politici, e su tutte le zone che interessano lo schieramento delle forze armate di terra, di mare, dell'aria.

 

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Lancio in serie di una formazione di squadriglie di bombardieri legionari in Spagna.

 

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Come viene realizzata la « superficie di distruzione ».

 

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Trimotori legionari in Spagna eseguiscono una serie di salve: due bombe per ogni lancio.

 

 

L'azione aerea di bombardamento, azione squisitamente offensiva della guerra aerea, è dunque tale da produrre effetti d'importanza grandissima, non solo sulla situazione bellica, ma anche e principalmente sulla capacità di resistenza di una nazione in arme, data la continua minaccia e la continua possibilità di 'un'offesa che di giorno e di notte, al di sopra degli eserciti di frontiera, al di là delle zone di vigilanza delle navi, può giungere, anche inaspettatamente, fin nei più lontani centri del nemico.

 

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Entro il raggio d'azione di 1000 chilometri (2000 Km. di autonomia) l'aviazione da bombardamento italiana potrebbe colpire tutti gli obbiettivi compresi - nella zona tratteggiata.

 

 

 

 

(1) per la particolareggiata descrizione delle bombe vedi l'opuscolo « Allarme » - n. 3 di questa collezione.

http://www.squadratlantica.it/