Uomini

Il RE.2001 nell'impiego antinave

La relazione che presentiamo in veste integrale, rintracciata dal Comandante Giancarlo Garello, venne redatta dal Ten. Riccardo Vaccari, pilota incaricato di effettuare le prove dei RE.2001 con bomba. Il testo è sufficientemente esauriente per illustrare le vicissitudini di questo esperimento che non ebbe alcun seguito.

 

Il giorno 22 giugno 1941 i Tenenti Piloti Galimberti Aldo e Vaccari Riccardo presentavano a S.E. Ber­nasconi un promemoria col quale si proponeva di impiegare degli apparecchi Re.2001 muniti di bom­ba per attaccare navi alla fonda nei porti o in navigazione, a volo radente.

Si proponeva cioè di sfruttare l'elevata velocità degli apparecchi moderni per utilizzare la traiettoria molto tesa che a tale velocità compiono le bombe, per colpire le navi nella fiancata e sfug­gire all'offensiva nemica.

Tale metodo comporta i seguenti vantaggi:

a) non è impedito dalle reti parasiluri che vietano attacchi siluranti alle navi in porto;

b) consente azioni nei porti e nei canali dove i bassi fondali arresterebbero il siluro, o le limitate dimensioni dello specchio d'acqua vieterebbe il lancio;costituisce un impiego più economico di analogo effettuato con aerosiluranti i quali richiedono più numeroso personale di volo e più

costoso materiale; o con apparecchi a tuffo che vanno scortati (magari dallo stesso Re.2001). Inoltre la bomba caricata a pentrite è da preferirsi al siluro perché:

1. è più potente;

2. è di più facile approvvigionamento, manuten­zione, allestimento;

3. costa meno.

Oltre ad un impiego antinave si può pensare ad impiegare Re.2001 così attrezzati contro obiettivi di qualità.

L'Eccellenza Bernasconi accoglieva favorevolmen­te il progetto facendo solo delle riserve sul tipo di apparecchio perché non disponibile e perché rite­neva molto problematico sistemare degli attacchi per una bomba di considerevole peso in una strut­tura a guscio come quella dell'apparecchio in que­stione; inoltre riteneva troppo rischioso l'impiego. Tuttavia dopo varie discussioni decideva di trasfe­rire i suddetti piloti all'aeroporto di Furbara (il che avvenne il 14/10/1941) col compito di dimo­strare anzitutto che si sarebbe colpito il bersaglio con detto metodo a volo radente. Apparecchio a disposizione lo Ju.87.

La bomba da usarsi la 500 kg. normale.

Per l'impiego l'Eccellenza Bernasconi indicava co­me più adatto il Cr.42.

 

 

Reggiane Re.2001 antinave 

I Reggiane Re.2001 furono sperimentalmente equipaggiati con bombe da 500 kg per l'attacco alle navi. Le prove diedero qualche buon risultato ma l'esperimento non ebbe un seguito operativo.

 

A Furbara i Tenenti Galimberti e Vaccari incon­travano serie difficoltà.

Infatti il Comandante del Centro Sperimentale con­siderava l'impiego di scarso interesse e le espe­rienze con un sovraccarico indesiderato alle espe­rienze solite del Centro.

Inoltre la burocrazia e il fatto che non veniva con­cessa ai piloti la minima iniziativa facevano sì che i mesi passassero senza che si arrivasse a nessuna buona conclusione.

Occorse oltre un mese per disporre di un bersaglio improvvisato costituito da due lamiere affiancate di m. 4 x 3 e di 70 mm. di spessore sostenuto da un traliccio in legno progettato dagli organi di Fur­bara.

Il 21/11/1941 il Tenente Vaccari poteva finalmente lanciare una bomba da 500 kg. su tale bersaglio che crollava perché colpito in pieno rendendo necessaria l'erezione di un nuovo bersaglio.

In tale prova la bomba riportava delle gravi deformazioni e lo squarciamento del fondello. Veniva però dimostrata la possibilità di colpire il bersaglio e che la bomba da 500 normale (come già comunicato all'Eccellenza Bernasconi) non era sufficientemente robusta.

Le esperienze procedettero allora col seguente ritmo:

— convincere l'Eccellenza Bernasconi che la 500 normale non era sufficientemente robusta.

— costruzione di un bersaglio nuovo.

Il 3/12/1941: approntato il bersaglio il Tenente Vac­cari con apparecchio Ju.87 lancia una bomba da 500 normale che si frantuma contro le corazze. Intanto il Tenente Vaccari aveva ideato di ricavare una bomba idonea all'impiego da proiettili di ma­rina da 381 mm. non esistendo in dotazione, una bomba sufficientemente robusta.

Presentava quindi un progetto di trasformazione della bomba da 820 p. (già ricavate dalle forme dei proiettili da marina) sicuro che quella era la strada giusta da seguire potendo usufruire di acciai ad elevatissima resistenza.

Tale progetto non venne preso in considerazione. Dopo aver dimostrato la fragilità della bomba da 500 il Tenente Vaccari insisteva nel chiedere che fosse costruita una bomba secondo la sua idea, ma sempre con esito negativo.

Finalmente alla fine di dicembre venne accettato di riprendere in considerazione il progetto e per interessamento del Generale Guglielmetti alla metà di gennaio arrivava a Furbara una prima bomba che venne denominata 630 P.D.

Questa venne lanciata diverse volte dal Tenente Vaccari contro le corazze e sempre perforava net­tamente i 7 centimetri senza riportare la benché minima graffiatura.

Dopo questa prova così lusinghiera (tanto che il Generale Guglielmetti decideva di usare anche tale bomba per il tiro in picchiata) il Tenente Vaccari e Galimberti facevano viva insistenza presso l'Ec­cellenza Bernasconi perché concedesse loro al­meno tre apparecchi Re.2001 per effettuare delle azioni belliche. Contemporaneamente il Centro Sperimentale Furbara doveva fornire una spoletta che rispondesse ai seguenti requisiti:

— ritardo di circa 3" e 1/2;

— nessuna detonazione all'impatto;

— possibilità di funzionamento in acqua;

— sicurezza di funzionamento.

Infatti il genere d'impiego da bassissima quota richiedeva, per il rischio che presentava, un matematico funzionamento della bomba e la sicu­rezza che non scoppiasse all'impatto (come succedeva per i ritardi in dotazione nella misura da 3 al 15% circa) per gli evidenti danni che ne sa­rebbero derivati agli apparecchi attaccanti.

Solo alla fine di febbraio venne concesso dall'Ec­cellenza Bernasconi di allestire un apparecchio Re.2001 per effettuare l'esperienza dopo che il Tenente Vaccari garantiva personalmente che la installazione degli attacchi era possibile.

Riassumendo al 2 aprile 1942 anche per la man­canza di assistenza da parte dei Centro Speri­mentale di Furbara (della qual cosa venne più volte informata l'Eccellenza Bernasconi) oltre quanto sopra esposto, venne realizzato quanto segue:

— Installazione completa su apparecchio MM.7226 degli attacchi per la bomba.

— Tale installazione curata dal Tenente Vaccari stesso presso la Ditta comprendeva un gancio tipo « MOTOR » da kg. 1000 con travetti col­leganti i tre longheroni dell'apparecchio e scon­tri regolabili per portare bombe di ogni tipo dalla 100 mina alla 500 alla 630 P.D.

— Dispositivo di sgancio meccanico di soccorso sia di scoppio che inerte; sgancio elettrico con pulsante sulla cloche.

Collaudo dell'apparecchio caricato delle varie bombe e lanci vari contro il bersaglio. L'apparec­chio dimostrò ottime doti di decollo e di maneg­gevolezza in volo.

II Centro di Furbara provvide a studiare le spo­lette ma questo ramo procedeva con un ritmo molto lento.

Alla fine di marzo, dimostrate le ottime possibilità dell'apparecchio così attrezzato, dopo viva insi­stenza si otteneva l'assegnazione di altri due veli­voli, minimo necessario per costituire una sezione in grado di eseguire utilmente azioni belliche.

Come piloti venivano designati il Tenente Roboni Guido, il Tenente Vaccari Riccardo ed il Tenente Reiner Giulio, quest'ultimo in sostituzione del Te­nente Galimberti Aldo deceduto nel frattempo per incidente di volo.

 

 

 Reggiane Re.2001 antinave

La bomba da 650 kg montata sul Reggiane Re.2001 riusciva a perforare nettamente una corazza di 7 cm. Il reparto sperimentale ebbe a disposizione tre velivoli, Il piccolo gagliardetto riprodotto sulla fascia bianca di fusoliera riporta il nome del pilota Aldo Galimberti, deceduto poco tempo prima su un Re.2001.

 

II 2 aprile 1942 essendo giunto a Furbara il nuovo Comandante del Centro Sperimentale, il Tenente Vaccari in un promemoria esponeva la situazione e chiedeva di effettuare quanto segue allo scopo di poter addivenire finalmente ad un impiego pratico:

1. effettuare delle prove di affondamento con la bomba da 650 kg. allo scopo di poter determinare l'esatta durata del ritardo;

2. effettuare delle prove alla vasca idrodinamica di Guidonia per controllare quanto al punto 1;

3. sostituire le lamiere da 70 con altre da 150;

4. effettuare a Guidonia delle prove di autonomia dell'apparecchio munito di bomba allo scopo di poter determinare il raggio d'azione;

5. sollecitare e provare i ritardi che non avevano dato al momento alcuna garanzia di buon funzionamento;

6. provare un governale tranciabile all'impatto (ciò per evitare pericolosi piastrellamenti della bomba sull'acqua);

7. provare il governale a cerchio (sempre per evi­tare piastrellamenti);

8. eseguire alcune modifiche alle installazioni di lancio e curare l'allestimento dei velivoli in previsione di un impiego reale (sistemazione di un blindovetro, di strumenti giroscopici, di radiogoniometro, macchina fotografica);

9. addestrare i piloti.

Qualche cosa veniva concesso di fare ma la mag­gior parte restava lettera morta.

Al Tenente Vaccari riuscì con preghiere, insistente e usando di buone relazioni presso il Ministero e dell'entusiasmo di qualche persona convinta del­la bontà dell'impiego di effettuare quanto segue in due soli mesi:

a) effettuare le prove di cui al punto 1. nel porto di Civitavecchia previ accordi con la R.M.;

b) seguite le prove di cui al punto 2. e dal con­fronto dei risultati determinando definitivamen­te la durata dei ritardi in 3",5;

c) per l'esigenza di cui al punto 8. (si recava a Reggio per curare le modifiche necessarie in base alle esperienze fatte e l'allestimento dei tre velivoli per azioni belliche (installazioni blindo vetri, strumenti giroscopici, ecc.);

d) per il punto 5. previ accordi col Colonnello Giordano e col Ten. Col. Cassiani si recava a Taino, Spezia e Milano per vedere di ottenere finalmente dei ritardi che avessero i requisiti richiesti. S'interessava inoltre di una spoletta ideata da un operaio del Centro e che invano aveva tentato di farla esaminare dagli organi competenti;

e) e per il punto 3. visto che a Furbara non si riusciva ad ottenere un bersaglio con lamiere da 150 mm. si recava alla Spezia a conferire col Generale Bianco di S. Secondo per stabilire una serie di prove di sparo in similitudine con­tro corazze da 100 e 150 mm. della bomba da 650 kg. Prendeva quindi accordi con I'U.C.A. e dette prove venivano programmate per il 15 giugno (1942);

f) restava il numero 4 che avrebbe sistemato dopo avertrasportato a Furbara gli apparecchi allestiti presso le Reggiane.

II punto n. 7 non venne preso in considerazione per il timore di perdere nell'esperienza in mare una bomba così costosa, mentre si riteneva occor­resse troppo tempo per costruire delle bombe in cemento.

Il punto n. 6 non presentava difficoltà e si sarebbe attuato solo qualora il punto 7 avesse dato cattivi risultati. Per il punto n. 9 il Tenente Reiner trat­tenuto a Taranto per prove di catapultamento del Re.2000, venne successivamente comandato a Reg­gio Emilia per un trasporto velivolo, mentre al Te­nente Robone era stato concesso di effettuare qualche lancio.

Non era stato ancora ovviamente provveduto ad eseguire prove di attacco collettivo.

II giorno 25 giugno 1942 i piloti avendo ricevuto un ordine improvviso di partenza per la zona di impiego presentavano all'Eccellenza Bernasconi un promemoria in cui si faceva noto quanto segue (trascritto integralmente):

1. Ritardi - non sono disponibili attualmente i ritardi richiesti da tre secondi e mezzo circa.

2. Piastrellamento - occorre fare qualche lancio di prova con governale « Z » (e cerchio) e provare eventualmente il cerchio di ogiva; quan­to sopra con bombe di cemento da lanciarsi in acqua.

3. Materiale - La Sezione non è ancora provvista del materiale di corredo degli apparecchi.

È in corso anche una lieve modifica al dispositivo di sgancio inerte.

4. Personale - per l'efficienza della Sezione oc­corre del personale specializzato praticissimo delle nuove installazioni e del munizionamento di caduta.

5. Addestramento - i piloti della Sezione non so­no sufficientemente addestrati per l'impiego bellico specialmente collettivo.

6. Bomba - non è ancora stata fatta alcuna prova di scoppio della bomba allo scopo di verifi­care il funzionamento complessivo e il ren­dimento.

7. Autonomia - Non si conoscono i consumi dell'apparecchio con bombe a bordo e relativo raggio d'azione.

8. Non si conosce l'esito delle prove di sparo di similitudine della bomba da 650 contro co­razze da 100 e 150 mm.

9. Non sono ancora stati installati i radio-gonio­metri tipo IMCA.

10. Non è ancora stato provveduto alla installa­zione di una macchina fotografica.

11. Attualmente sono disponibili solo quattro bombe.

 

 

 Reggiane Re.2001 antinave

L'installazione della bomba antinave sotto la fusoliera del caccia venne curata personalmente dal ten. Vaccari che effettuò, assieme al ten. Roboni, le prove pratiche di impiego.

 

 Reggiane Re.2001 antinave

Dopo l'esperienza con le bombe perforanti da 650 kg, nel marzo 1943 a Furbara una speciale bomba ad aria liquida veniva agganciata sotto un Reggiane 2001: non si conoscono i risultati di questo esperimento che, tuttavia, come il precedente, non ebbe alcun seguito.

 

La causa di quest'ordine di partenza era dovuta probabilmente al fatto che il tenente Vaccari non

era stato interpellato sull'efficienza della Sezione (forse perchè in quei giorni indisposto) mentre Furbara e l'U.C.A. avevano asserito essere tutto pronto.

Nel colloquio con l'Eccellenza Bernasconi i piloti facevano presente che durante un anno avevano svolto un lavoro in condizioni impossibili senza assistenza, appoggio e una veste per agire in for­ma ufficiale.

Tale situazione era stata fatta più volte presente, però eliminando la burocrazia e interessando for­temente gli organi competenti si sarebbe in breve potuto ultimare l'esperienza.

L'Eccellenza Bernasconi ritenendo dovesse cor­rere troppo tempo per fare quanto richiesto nel promemoria congedava i piloti dicendo di consul­tarsi e decidere su questi due punti:

1. partire allo sbaraglio nelle precarie condizioni presenti;

2. ritornare al Reparto di provenienza e attendere che gli organi competenti (di cui era già stata provata la solerzia) mettessero a punto l'im­piego.

piloti risposero che il loro desiderio era di poter mettere in pochi giorni la Sezione in grado di ope­rare, ma che piuttosto di partire nelle presenti condizioni sarebbero stati ben lieti di ritornare la al proprio Reparto operante.

Nei giorni che seguirono, cessata l'urgenza di par­tire, i piloti restarono a Furbara sperando di poter concludere qualche cosa di utile.

Ma dopo pochi giorni venne di nuovo un ordine di partenza. II Tenente Reiner essendo ritornato nel frattempo al 4° Stormo lasciò la sezione: il Tenente Vaccari e Robone non poterono opporsi al nuovo ordine di partenza e si recarono quindi ad Elmas essendo stato segnalato l'incrociatore Manxmann in rotta da Malta verso Gibilterra.

Si misero in stato d'allarme, ma il mattino dopo quando l'incrociatore venne avvistato dalla rico­gnizione si trovava ormai fuori dal loro presunto raggio d'azione.

Visto che non giungeva alcun ordine di rientro i piloti chiesero al Comando Aeronautica della Sar­degna di disporre di un bersaglio per effettuare nell'attesa un po' di addestramento il che venne concesso e costruito in brevissimo tempo.

Dopo tredici giorni venne l'ordine di rientrare a Ciampino Sud.

I piloti erano stati trasferiti al 22° Gruppo C.T. che dotati di apparecchi Re.2001 con istallazioni G.V.. doveva effettuare lo stesso impiego della Sezione. Passato alle dipendenze dell'Eccellenza Ilari il Te­nente Vaccari fece presente la situazione e chiese di potersi recare a Furbara a seguire le esperienze in sospeso. Intanto tutto il Gruppo doveva fare allenamento per il nuovo impiego.

Il giorno 6 agosto 1942 ricevuto nottetempo ordine di partenza si recavano ad Elmas.

Il giorno 12 agosto partivano per attaccare una portaerei del convoglio partito da Gibilterra. L'attacco riuscì perfettamente. Il Tenente Vaccari sganciando da brevissima distanza udì distintamente l'impatto della bomba sulla corazza della « ILLUSTRIOUS » ma voltatosi per vedere gli ef­fetti non potè osservare nulla di speciale.

Successivamente impegnato in combattimento con degli « Hurricane » non potè eseguire altre osser­vazioni.

Il Tenente Robone ebbe la convinzione di aver colpito ma voltatosi da molta distanza non vide che una colonna di fumo nero proveniente « pre­sumibilmente » dal posto dell'attacco.

Il giorno 15 agosto, per interessamento del Colon­nello Botto la sezione venne fatta rientrare. Il gior­no successivo il Tenente Vaccari si presentava al­l'Eccellenza Bernasconi descrivendo l'azione.

Si dichiarava convinto della bontà dell'impiego specialmente effettuato a massa e chiedeva che fosse almeno chiarita la questione dell'efficienza della bomba avendo avuta la sensazione che que­sta non fosse scoppiata.

L'Eccellenza promise che avrebbe fatto fare le ne­cessarie esperienze ma dopo pochi giorni veniva dato di nuovo ordine di partenza.

Il Tenente Vaccari tornava dall'Eccellenza Berna­sconi e chiedeva di nuovo di essere impiegato do­po fatti i necessari accertamenti in modo da poter partire convinto di effettuare un'azione veramente utile.

Ma l'ordine venne confermato.

Il Tenente Vaccari faceva presente al Colonnello Botto la situazione e questi la espose all'Eccel­lenza Fougier. Il giorno successivo il Tenente Vac­cari chiamato personalmente dall'Eccellenza Ber­nasconi si presentava al Ministero dove gli veniva comunicato che la partenza era rinviata. Inoltre le prove famose in programma alla Spezia vennero eseguite proprio il giorno prima e dimostrarono che le bombe non sarebbero scoppiate.

Come il sottoscritto aveva previsto infatti si era avuto un mancato funzionamento e uno scoppio all'impatto benchè la velocità di lancio fosse leg­germente superiore a quella normale.

Il Tenente Vaccari chiedeva di approfittare della forzata sosta per montare il radio-goniometro e la macchina fotografica.

Ciò veniva concesso e il pilota provvedeva in me­rito.

Ma avendo il 22° Gruppo avuto ordine di trasferirsi in Sicilia il Tenente Vaccari ed il Tenente Robone che ormai erano in forza a questo Reparto non poterono che finire affrettatamente l'installazione della macchina fotografica e seguire il Gruppo.

Piloti che avevano con tanta passione lavorato superando ostacoli di ogni genere credendo di poter un giorno usare un'arma di sicura efficacia, venivano in tal modo messi completamente da parte e non restò loro alcuna soddisfazione nono­stante avessero eseguiti sacrifici personali e aves­sero partecipato ad una azione in quelle condizioni pur di veder riconosciuto la bontà dell'impiego.

 

S. Pietro, lì 23 settembre 1942

F.to: Tenente VACCARI RICCARDO

http://www.squadratlantica.it/