Uomini

Campagna d'Etiopia ottobre 1935 - maggio 1936


Africa Orientale Italia, Asmara 1935 sbarco di truppe


La definitiva decisione di muovere guerra all’Etiopia viene presa il 30 dicembre 1934, quando l'accordo con la Francia sul riconoscimento dei preminenti interessi italiani in Africa Orientale, si può ritenere ormai certo. Anche la Gran Bretagna, pur negando il sorvolo del Sudan che impone il trasferimento via mare degli aerei, tiene conto della possibilità di incanalare le rivendicazioni italiane verso l'Africa, nella speranza di evitare un conflitto europeo. D'altra parte le sanzioni decretate dalla Società delle Nazioni sia perché non coinvolgono paesi con i quali l’Italia ha intensi scambi commerciali, sia perché non prevedono tra i generi sanzionati carbone o petrolio, non hanno altro effetto che di aumentare il consenso interno nei riguardi dell'impresa.

 

La memoria della sconfitta di Adua dei 1896 consiglia Mussolini a inviare uomini e mezzi in quantità esuberante, tanto che Graziani si vedrà costretto a chiedere la sospensione della partenza di piroscafi a lui destinati a causa degli sperperi e confusione che il continuo e abbondantis­simo afflusso genera.

 

La Regia Aeronautica, con il suo intervento massiccio, conferisce un particolare carattere a un episodio bellico che, pur non implicando la conquista della supremazia aerea né lo svolgimento di azioni strategiche, esce dal quadro delle guerre coloniali.

Costatata l'inesistenza di forze aeree avversarie, l'aviazione non si limita a intervenire con funzioni offensive, di ricognizione, esplorazione e collegamento, ma estende la propria attività a ogni compito imposto dalle necessità contingenti, dando ampio impul­so alle capacità operative del mezzo aereo.

 

Le operazioni militari si svolgono su due fronti: l’eritreo a nord e il somalo a sud. Tutte le unità dipendono dal Comando Aeronautica A.O.I.; con sede a Asmara, che impartisce le proprie direttive al Comando 3a Brigata Aerea A.O. (Mai Edagà) per le operazioni del fronte nord e al Comando 7° Stormo Bombardamento A.O. (Mo­gadiscio) per le azioni sul fronte sud. In relazione alla progressiva penetrazione nel territorio avversario e all'incre­mento della consistenza numerica dei velivoli, la composi­zione gerarchica si adatterà alle esigenze delle varie fasi operative.

 

Nello scacchiere nord, dopo l'occupazione di Adua, Axum e Macallè e la prima battaglia del Tembien, viene completa­ta la preparazione logistica. Nel frattempo la ricognizione sistematica dell'immenso territorio è portata a termine e vengono effettuati rilevamenti cartografici delle zone poste lungo le direttrici delle varie offensive. Poi bombardamenti e spezzonamenti a bassa quota, preceduti dall'efficace contributo dell'Osservazione Aerea, si svolgono massicci durante la fase preparatoria di ogni grande offensiva, provocando lo sbandamento di ingenti riserve di forze nemiche assolutamente impreparate contro attacchi dal cielo. Così nella battaglia dell'Endertà, dove le truppe di Ras Mulughietà, organizzate a difesa dell'Amba Aradam, vengono disperse dall'aviazione con un incessante martellamento durato più giorni.

 

Il fronte sud, secondario per le difficoltà che presenta a operazioni su vasta scala, ma per questo motivo anche meno idoneo a una copertura aerea efficace, l'apporto della Regia Aeronautica ha la stessa importanza determinante assumendo, per la vastità del territorio, veste di veri e propri raid.

Il bombardamento di Gorrahei annienta una fortificazione tenuta da un migliaio di uomini, permettendone l'occupazione con pochissime perdite. È uno dei primi esempi nella storia militare di azioni in cui il mezzo aereo manifesta la propria efficacia non solo nell'ambito tattico, ma quale componen­te in grado di svolgere un ruolo proprio, indipendente e ri­solutivo.

 

Dopo le operazioni del febbraio 1936 che conducono, al nord, alla sconfitta di Ras Cassa e Ras Sejum nella seconda battaglia del Tembien e di Ras Immerù allo Scirè, un mese dopo si svolge l'ultimo e decisivo scontro del lago Ascianghi, nel quale l'aeronautica, numericamente quasi raddoppiata, intensifica la sua attività contribuendo a sconvolgere l'intera massa nemica condotta dallo stesso Hailé Selassié, impedendone ogni possibile riorganizza­zione con continue azioni di inseguimento.

 

Malgrado la modalità degli attacchi, effettuati pressoché invariabilmente a bassa quota, la reazione contraerea causerà poche perdite in rapporto al numero di aerei impie­gati. Particolarmente avverse sono invece le condizioni am­bientali: il clima torrido, le piogge torrenziali e la finissima terra rossa del settore sud sono fattori che contribuiscono al precoce e irreversibile logorio delle macchine.

Nel corso della campagna decisivo è il contributo logistico fornito dall'aviazione nell'assicurare alle truppe tutto il necessario alla loro sussistenza: i bombardieri paracadutano rifornimenti di ogni tipo: acqua, medicinali, indumenti, munizioni, viveri, tra i quali perfino animali vivi da macellare, per per­mettere agli uomini di cibarsi di carne fresca, dimostrandosi elemento insostituibile per la soluzione delle situazioni più difficili connesse alle condi­zioni ambientali del teatro operativo.

 

La vittoria dei lago Ascianghi e quella dell'Ogaden, conse­guita sul fronte somalo pochi giorni più tardi, consentono il congiungimento delle due armate italiane a Dire Daua: il conflitto si trasforma così in una marcia diretta alla occupazione di Addis Abeba. La conquista della capitale etiopica non significa la pacificazione del paese, che vede ancora azioni di guerriglia, e vaste regioni non ancora occupate. Nelle operazioni di grande polizia l'intervento della Regia Aeronautica risulta ancora determinante, con un impegno di uomini e mezzi non inferiore a quello delle operazioni dell'ottobre 1935 - maggio 1936. Soltanto nel giugno del 1937, con la cessa­zione della resistenza nello Scioa, la campagna d'Etiopia può considerarsi conclusa.

 

Il rapido successo italiano, culminato nell'occupazione di Addis Abeba il 5 maggio 1936, è da attribuirsi a una pluralità di fattori che sostanzialmente possono riassu­mersi nella superiorità dei servizi logistici connessa al ruolo preponderante svolto dall’aviazione, con una disponibilità di mezzi che non si ripeterà nel corso della II guerra mondiale. Inoltre non è da sottovalutare la condizione dell'av­versario, privo di un'organizzazione militare efficiente e coordinata. Non ultimo il deterrente psicologico esercitato dai velivoli su masse semiselvagge, contro cui oltre a bombe e spezzoni vengono utilizzate bombe all'iprite. Malgrado ciò, e a parte l'esagerato trionfalismo ostentato, è innegabile che la Regia Aeronautica, per razionalità d’impiegò dei mezzi, scrisse in Etiopia un importante capitolo sulle possibilità di utilizzo militare del mezzo aereo.


 

 Caproni Ca.133 della 15a squadriglia (4° gruppo 7° stormo B.T.) « La Disperata »

 

Caproni Ca.133 della 15a squadriglia « La Disperata » (4° gruppo 7° stormo B.T.)

 La squadriglia è il reparto « fascista » per eccellenza: nei suoi ranghi infatti militano molti esponenti del regime tra i quali Galeazzo Ciano, comandante del reparto, Roberto Farinacci e Alessandro Pavolini. Naturalmente l'operato dell’unità e dei suoi appartenenti viene ampiamente pubblicizzato, e con essi non si sarà avari di decorazioni. È tuttavia pienamente meritata la medaglia d’oro alla memoria del serg. mot. Dalmazio Birago che, seppur gravemente ferito,cerca di tamponare con brandelli strappati dalla propria combinazione di volo il serbatoio del carburante forato da un proiettile. Dal gennaio 1936 i Ca.101 D2 vengono sostituiti con i Ca.133, che nel corso del conflitto dimostra indubbie doti di affidabilità, robustezza,capacità di carico.

 

 

BOLLETTINI di GUERRA

(quanto si riferisce all’Arma Aerea è riportato in caratteri corsivi)

 

OTTOBRE 1935

 

3 ottobreFronte settentrionale (Eritrea-Tigrai)

Le truppe hanno varcato il confine puntando su Adi­grat e su Adua.

L'Aviazione ha compiuto tre ricognizioni tattiche fino a Macallé e al Tacazzé; altre Squadriglie hanno lanciato manifestini alla popolazione; due squadriglie da bombardamento, fatte segno a violento fuoco di fucileria e di artiglieria, hanno bom­bardato forze armate etiopiche raccolte intorno ad Adua ed Adigrat.

 

 

4 ottobreFronte settentrionale

Le avanguardie hanno raggiunto Adigrat, Entisciò e posizioni a Sud di Darò Taclè.

Col concorso dell'aviazione il II Corso d'Armata nazionale ha superato re­sistenze nemiche a Daro Taclé. L'aviazione ha bombardato truppe etiopiche di ras Burrú che presidiavano l'Amba Bircutan e, nell'Aussa, armati del sultano del Terrù.

 

Fronte meridionale (Somalia-Ogaden)

Le Truppe del Generale Graziani hanno occupato Dolo e altre località vicine.

Una squadriglia di sei «Caproni» ha bombardato Gorrahei.

 

 

5 ottobreFronte settentrionale

La bandiera Italiana è stata issata sul forte di Adigrat. I difensori dell'Amba Augher sono stati travolti e la conca di Entisciò è stata occupata. Sono stati raggiunti i margini della conca di Adua. Una pista carnionabile è stata costruita fino ad Adigrat.

L'aviazione ha efficacemente cooperato colle varie colonne.

 

Fronte meridionale

Le truppe hanno occupato Gherlogubi.

 

 

6 ottobreFronte settentrionale

Adua è stata occupata; un tentativo nemico da Debra Sion è stato respinto.

L'aviazione, spintasi a Sud di Macallé e ai guadi del Tacazzé, non ha rilevato la presenza di concentramenti nemici.

 

 

8 ottobreFronte settentrionale

Piccole azioni di pattuglia.

Fra il 3 e il 7 di ottobre l'aviazione dell'Eritrea ha effettuato 130 azioni di ri­cognizione o di bombardamento in 400 ore di volo.

 

 

9-11ottobreFronte settentrionale

Si lavora alla rete stradale e alla sistemazione del territorio occupato; Capi e popolazioni fanno atto di sottomis­sione. Fra questi il 10 è stato il degiac Hailè Selassié Gugsà, genero del Negus, con molte migliaia di armati.

Ricognizioni aeree tattiche e strategiche oltre il Tacazzé, non hanno segnalato armati abissini.

 

 

11ottobreFronte meridionale

Tre « Caproni» hanno bombardato Guerè, a circa 7 Km. da Mustahil, sulla vetta di un'amba.

 

 

14 ottobreFronte settentrionale

S. E. De Bono ad Adua ha preso possesso della re­gione in nome di S. M. il Re.

Il Capitano Galeazzo Ciano, comandante della 15a squadriglia da bombarda­mento, la « Disperata », spintosi coi suoi « Caproni » a oltre 70 km. a Sud di Macallè, ha bombardato da bassa quota un accampamento abissino di circa 300 tende, sulle pendici Nord dell'Amba Alagi. Inefficace è stata la violenta reazione contraerea nemica. Quindi portatosi su Bet Mariam, dove era stato segnalato un deposito di munizioni, lo ha bombardato e distrutto.

La 15a squadriglia da bombardamento «Testa di Leone », comandata dal mag­giore Tessore, di cui facevano parte Vittorio e Bruno Mussolini, spintasi, senza alcun carico di esplosivi, in ricognizione su Macallè, ha incontrato una colonna nemica in marcia verso Nord, che immediatamente ha aperto il fuoco contro gli apparecchi. Questi hanno risposto colle mitragliatrici, da bassissima quota, sban­dando il nemico. Il « Caproni » dei figli del Duce è stato colpito da quattro proiet­tili. Più tardi si è portato sul posto il capitano Ciano colla « Disperata » che ha bombardato ancora i gruppi avversari. Era a bordo di uno degli apparecchi anche S. E. Bottai, Governatore di Roma, sbarcato a Massaua il giorno prima.

 

 

16 ottobreFronte settentrionale

Le nostre truppe hanno occupato la Città Santa di Axum.

Nelle vicinanze è stato disposto un campo di aviazione.

 

 

17 ottobreFronte settentrionale

S. E. De Bono si è recato ad Adiarat.

L'aviazione ha effettuato le consuete ricognizioni nei dintorni di Macallé, dove ha notato il concentrarsi di notevoli forze nemiche. Alcuni apparecchi sono stati fatti segno a intenso fuoco di fucileria.

 

 

18 ottobreFronte meridionale

Dopo l'azione aerea i Dubat del gruppo Bande di Mustahil hanno conquistato di viva forza la posizione, col con­corso di Olol Dinle, sultano dello Sciaveli, che con tutti i suoi armati e passato dalla nostra parte. Tutta la regione è sotto il nostro controllo.

Dieci « Caproni » hanno bombardato per un'ora il presidio etiopico di Dagnarei sul fiume Uebi Scebeli, che si preparava ad attaccare le nostre linee.

 

 

19 ottobreFronte settentrionale

S. E. De Bono ha pubblicato il bando che abolisce la schiavitù nei territori occupati.

Ricognizioni dell'aviazione su tutto il fronte.

Un trimotore « Caproni » si è spinto oltre il Tacazzé ed ha sorvolato le zone del Tembien e di Benda.

Un « Caproni 111 » da ricognizione strategica, partito dal campo di aviazione di Asmara, ha raggiunto Gondar e sorvolato la regione circostante e il lago Tana compiendo numerosi rilievi fotografici.

 

 

19-25 ottobreFronte meridionale

Prosegue l'avanzata lungo l'Uebi Scebeli; un re­parto di Dubat, con manovra aggirante, il 20 ha occupato il villaggio di Callafo, capoluogo della regione.

Il 21, dopo uno scontro vittorioso, gli armati del Sultano Olol Dinle hanno occupato Gheledi.

L'aviazione ha compiuto numerose ricognizioni nel settore del Giuba, rag­giungendo Magalo e bombardando efficacemente parecchi obbiettivi militari.

 

 

20-24 ottobreFronte settentrionale

Nelle zone occupate le popolazioni hanno ripreso la loro vita normale. Continua l'avanzata oltre la linea Adigrat­Adua-Axum.

Ricognizioni strategiche dell'aviazione, specialmente nelle zone del Tacazzé, dell'Ambo Alagi, di Danakil.

Il 24 l'aviazione ha svolto azioni di appoggio alle truppe che avanzavano nel Tigrai.

 

 

25-27 ottobreFronte settentrionale

Continuano le sottomissioni; il Corpo Eritreo ha iniziato l'avanzata nella regione del fiume Faras Mai (fra Adua e Macallè).

Ricognizioni aeree, una delle quali sull'Aussa.

 

 

26 ottobre-3 novembreFronte meridionale

Nulla di notevole.

L'aviazione ha rilevato concentramenti di truppe avversarie nella zona di Gorrahei.

 

 

28 ottobre-2 novembreFronte settentrionale

Nulla di notevole.

Ricognizioni aeree specialmente in Dancalia.



 Caproni Ca.101 D-2 della 14a Squadriglia « Quia sum leo » 4° Gruppo 7° stormo B.T.

 

Caproni Ca.101 D-2 della 14a Squadriglia « Quia sum leo » 4° Gruppo 7° stormo B.T.

La D-2 è la versione propulsa dagli Alfa Romeo D-2 da 240 cv. La versione coloniale di serie è invece dotata di due motori Lynx da 200 cv. (su licenza Armstrong Siddeley) e di uno Jupiter (licenza Gnome-Rhone) da 420 cv. centrale. Pur essendo macchine antiquate i Ca.101, per la loro versatilità e robustezza, vengono utilizzati conutilità.

 

 

NOVEMBRE 1935

 

3 novembreFronte settentrionale

È stata ripresa l'avanzata verso Macallé.

Le informazioni fornite dall'aeronautica circa la dislocazione degli armati etiopici, frutto delle ricognizioni del 3 novembre, hanno consentito alle colonne na­zionali ed eritree di raggiungere rapidamente e senza sorprese gli obbiettivi pre­stabiliti.

 

 

4-6 novembreFronte meridionale

Nulla di notevole.

L'aviazione ha compiuto ampie ricognizioni strategiche.

 

 

4 novembreFronte settentrionale

Continua rapidissima l'avanzata. Una colonna dalla Dankalia risalendo la valle del Dagub ha occupato i contraf­forti dell'Agarné. Forti nuclei etiopici sono in fuga.

Ricognizioni dell'aviazione a sud del Tacazzé e fino allago Ascianghi.

 

 

6 novembreFronte settentrionale

Continua l'avanzata; si sta compiendo l'occupazione ,dell'Adiabò e dello Scirè.

L'aviazione ha compiuto ampie ricognizioni strategiche.

 

 

7 novembreFronte settentrionale

Continua l'avanzata; il Corpo d'Armata indigeni ha superato forti resistenze sul monte Gundi, nella regione del Gheraltà.

L'aviazione ha svolto continua ed efficace opera di collegamento e di esplora­zione.

 

Fronte meridionale

Le truppe del Generale Graziani hanno occupato Gor­rahei dove hanno catturato ingenti quantità di materiali da guerra (cannoni, mitragliatrici, fucili, autocarri) e inseguono il nemico in fuga.

L'aviazione ha efficacemente contribuito alla preparazione e alla esecuzione delle operazioni, bombardando la posizione per due giorni con bombe e spezzoni.

 

 

8 novembreFronte settentrionale

Truppe nazionali e indigene hanno occupato Macallé.

Due ore dopo, un apparecchio da ricognizione ha potuto atterrare su quel campo.

 

Fronte meridionale

Continua l'inseguimento del nemico battuto; una co­lonna leggera autocarrata ai comando del colonnello Maletti, risalendo la valle del Faf gli ha inflitto ulteriori gravi perdite e tolto altro ingente materiale. È passato dalla nostra parte coi suoi armati il figlio del defunto Mullah, capo degli Ogaden Bagheri.

Ampie ricognizioni dell'aviazione.

 

 

9 novembreFronte settentrionale

Un reparto in ricognizione ha battuto e costretto alla resa gruppi di armati abissini. Nel bassopiano orientale la co­lonna dankala ha raggiunto Damalé.

Grande attività aerea.

 

 

9-12 novembreFronte meridionale

Nulla di notevole.

L'aviazione, controllando i movimenti del nemico, ha compiuto ampie ricogni­zioni nell'Ogaden settentrionale.

 

 

10 novembreFronte settentrionale

Sono state presidiate le alture a Sud di Macallé, che dominano la conca di Scelicot.

L'aviazione ha compiuto numerose e ampie ricognizioni strategiche.

 

 

11 novembreFronte settentrionale

Continuano i lavori di sistemazione della zona di Ma­callé; quattro colonne marciano verso il Tacazzé. La colonna Dankala avanza verso la zona Dessà. Un suo reparto, proce­dendo lungo il margine dell'altipiano, è giunto presso Azbi.

Numerose ricognizioni aeree sull'altipiano e nella Dankalia. A Macallé é stato trovato un aeroplano Potez pienamente efficiente, abbandonato dagli abissini in ritirata.

 

 

12 novembreFronte settentrionale

È stata completata l'occupazione delle zone Dessà e Gheraltà; è stato stabilito il contatto colla colonna Dankala; è stata raggiunta la linea del Tacazzé.

L'aviazione ha controllato i movimenti del nemico, spingendo le sue ricogni­zioni fino al lago Ascianghi.

 

 

13 novembreFronte settentrionale

Nulla da segnalare.

Dieci « Caproni » partiti alle 8 dall'aeroporto di Asmara, si portavano presso Buia, dove i « Caproni » da ricognizione strategica avevano notato considerevoli concentramenti nemici, e li bombardavano; successivamente ripetevano l'azione su grossi accampamenti etiopici presso Antalo ed Afgó Ghiorghis.

 

 

14 novembreFronte settentrionale

La colonna Dankala, in collegamento col I Corpo di Armata, dopo vivace scontro ha battuto presso Azbi gli armati del degiac Cassà Sebat.

Gli apparecchi da bombardamento sono tornati nelle zone di Buia, Antalo e Afgoi Ghiorghis dove bombardavano forti colonne e carovane nemiche, mitragliando- dote successivamente da bassa quota. Nonostante i numerosi proiettili che li hanno colpiti, gli apparecchi sono tutti rientrati alla base.

 

 

15 novembreFronte settentrionale

Nulla da segnalare.

Una squadriglia ha rifornito di viveri, medicinali e posta la colonna del ge­nerale Mariotti, a Senafé. I materiali erano contenuti in sacchi del peso da 20 a 80 kg. sostenuti da speciali paracadute.

 

 

17 novembreFronte settentrionale

Continuano le operazioni; il II Corpo d'Armata ha compiuto l'occupazione dello Tzembelà e si è impadronito dei guadi del Tacazzé.

Un « Caproni 101 » è stato adibito al trasporto della posta da Asmara ad Adigrat, ove essa è lasciata cadere contenuta in sacchi sostenuti da appositi paracadute.

L'aviazione ha bombardato nuclei avversari nella zona di Buia a sud; di Antalo.

 

 

18 novembreFronte settentrionale

Nuclei avversari sono stati respinti sulla linea del Tacazzé.

Venti apparecchi da bombardamento « Caproni 101 » del 4° e 27° gruppo con 6 tonn. di esplosivi, hanno bombardato nulla valle del Maimesciac una massa di circa 20 mila armati, mitragliandola poi a fondo valle, da quote comprese fra i 50 e i 100 metri. L'operazione si è svolta in cinque ondate ed è durata due ore. La reazione è stata violentissima; l'apparecchio del capitano Ciano, comandante della squadriglia «La Disperata », è stato colpito da proiettili di fucile e da una granata di cannone Oerlikon; hanno partecipato all'azione gli apparecchi di Vittorio e Bruno Mussolini della squadriglia « Testa di Leone »; l'apparecchio del sottote­nente Manchi è stato colpito nel serbatoio della benzina; il motorista ha tampo­nato la falla colla mano per oltre due ore; sull'apparecchio dei tenenti Lanza e Orsini è stato ferito da proiettile esplosivo il sergente Dalmazio Birago; egli ha tenuto un contegno eroico inneggiando alla sua squadriglia, la «Disperata », e inco­raggiando i piloti, preoccupati per il suo gravissimo stato. Più tardi egli è deceduto in seguito alle ferite.

 

 

19 novembreFronte settentrionale

Si consolida l'occupazione del Tembien.

Numerose ricognizioni dell'aviazione nel Tigrai Meridionale.

 

 

20-24 novembreFronte settentrionale

Gruppi di armati abissini sono stati respinti oltre il Tacazzé; una colonna ha compiuto una ricognizione sulla linea Scelicot-Eicallet.

Numerose ricognizioni dell'aviazione, anche di notte.

Il 22 S. A. R. il Duca di Bergamo, vicecomandante della Divisione « Gran Sasso », ha partecipato a una ricognizione aerea a sud di Macallè. La squadriglia, fatta segno a vivace fuoco nemico, ha risposto mitragliando i numerosi avversari da bassa quota.

 

 

22 novembreFronte meridionale

Una colonna celere ha attaccato Lamma Scilindi, sull' Uebi Gestro, dove si erano concentrate numerose forze abissine che, dopo cinque ore di lotta, sono state sbaragliate.

La mattina del 18 dieci « Caproni » da bombardamento si sono portati sulle posizioni di Dagnarrei, sul Uebi Scebeli, il cui presidio stava preparandosi ad at­taccare le nostre linee. Giunti sul posto, hanno lanciato le prime bombe dalla quota di 500 m. suscitando il terrore e lo scompiglio fra gli armati nemici. Sono quindi ritor­nati sull'obbiettivo lanciando altri proiettili da quota più bassa e finalmente hanno mitragliato a volo radente i nuclei abissini in fuga disordinata. La reazione nemica é stata vivacissima, molti apparecchi sono stati colpiti, senza tuttavia riportare ava­rie gravi. Nostri apparecchi hanno sorvolato Harrar astenendosi da azioni ostili.

 

 

24-30 novembreFronte meridionale

Continuano le sottomissioni dei Capi dell'Ogaden che si presentano a Gorrahei e chiedono di combattere gli abissini coi loro armati.

Il 30 due squadriglie di « Caproni » partite dal nuovo campo di Gorrahei, hanno bombardato ancora le fortificazioni di Dagabur.

Il 27, dodici «Caproni» hanno sorvolato Giggica senza compiere alcun atto ostile.

 

 

25 novembreFronte settentrionale

Continuano le operazioni nel Tembien e si consolida l'occupazione del Gheraltà fino al passo di Abarò. Gli armati del Bambaras Tedlà Fanta, a noi sottomesso, hanno battuto e re­spinto oltre il fiume Ueri, affluente del Tacazzé, numerose forze abissine.

All'aeroporto « Maddalena », all'Asmara, S. E. De Bono ha consegnato le medaglie al Valore concesse sul campo.

 

 

26 novembreFronte settentrionale

Sono stati raggiunti i limiti orientali dell'altipiano verso il territorio dei Galla Uagerat.

Ricognizioni aeree verso il lago Ascianghi.

 

 

27 novembreFronte settentrionale

Si completa il rafforzamento della linea Macallé-Dolo.

Ricognizioni aeree nella regione di Quoram.

 

 

28 novembreFronte settentrionale

Reparti avanzati hanno respinto forti nuclei avversari vicino al passo di Abaró e nella zona di Mai-Canetta.

Continuano le ricognizioni aeree nella zona del lago Ascianghi.

 

 

29 novembreFronte settentrionale

Sul ciglione ovest del torrente Ghevà una nostra co­lonna si è scontrata con un forte nuclei di armati abissini, che ha respinto.

Ricognizioni aeree nella zona del lago Ascianghi.

 

 

IMAM Ro.37 bis (105a Squadriglia R.S.)

 

IMAM Ro.37 bis (105a Squadriglia R.S.)

I dieci velivoli asse­gnati alla squadriglia sono i primi esemplari della I serie (MM.10753­10802) di produzione IMAM, tutti muniti di elica bipala in legno. Dislocato ad As­sab-Maacaca, il reparto fornisce copertura alla colonna del Gen. Litta che, partita da Beilul, punta su Sardò. L'insegna di questa unità, ideata dallo stesso comandante Cap. Tito Falconi, è costituita da due tessere del « domino » dipinte su una fascia verde: la somma dei cui valori corrisponde al numero individuale dell'aereo. L'assenza di aviazione nemica consente ai Ro.37 di svolgere esclusivamente azioni di appoggio tattico.

 

 

DICEMBRE 1935

 

1 dicembreFronte settentrionale

Una nostra colonna ha respinto presso il passo di Ale­male forti nuclei etiopici.

L'aviazione é stata attivissima lungo tutto il fronte.

 

 

1-15 dicembreFronte meridionale

Continuano le sottomissioni e le operazioni in corso.

Il 4, sulla camionabile che dalla Somalia britannica porta ad Harrar, é stato bombardato una colonna automobilistica di munizioni.

Il giorno 8 l'aviazione ha bombardato forti concentramenti di truppe nemiche tra Filtu e Neghelli, nella zona compresa fra il Daua Parma e il Canale Doria; nessuna perdita da parte nostra nonostante la violenta reazione abissina.

Il 14 dicembre sono partiti dall'aeroporto di Lugh Ferrandi 15 « Caproni 101 » che si sono diretti sulla zona di Neghelli, dove gli apparecchi da ricognizione avevano segnalato il nemico in forze. Dopo 400 km. circa di volo, il gruppo é giunto sul posto, accolto da intenso fuoco avversario di fucileria e di armi contraeree. Con effetti considerevoli sono stati bombardati gli accampamenti, i depositi di mu­nizioni e viveri, le opere difensive. Tutti gli apparecchi sono rientrati alla base, per quanto numerosi siano stati quelli colpiti.

 

 

2 dicembreFronte settentrionale

È stato respinto un attacco nella regione a Sud di passo Abarò.

 

 

3-4 dicembreFronte settentrionale

Azioni di pattuglie dinanzi alla linea Dolo-Macallè. Armati abissini sono stati messi in fuga dinanzi a Debrì, a Sud-Est di Macallé. Gruppi di armati sono stati dispersi al di là del Tacazzé.

Grande attività aerea lungo tutto il fronte.

Il 3 dicembre ha avuto inizio il servizio della posta aerea, fra l'Italia e l'A. 0. gestito dalla Società Ala Littoria. Il collegamento da Roma a Massaua richiede cinque giorni; sette fino a Mogadiscio.

 

 

5 dicembreFronte settentrionale

Si intensificano gli scontri fra nostre pattuglie e nuclei avversari.

L'aviazione ha sorpreso e bombardato una grossa colonna abissina in marcia di avvicinamento fra Gondar e Debat.

 

 

7 dicembreFronte settentrionale

Sulla fronte del I Corpo, continua intensa l'attività di nuclei nemici a contatto colle nostre linee. Nella zona di Gabat, a Sud-Est di Macallé, una colonna di Eritrei ha sorpreso e battuto un forte gruppo avversario.

Diciotto « Caproni » da bombardamento, partiti dalle loro basi fra le 7 e le 8,15, hanno raggiunto Dessié, dove hanno individuato un vastissimo campo di migliaia di tende. Gli Abissini, dalle loro posizioni fortificate, aprivano immediatamente il fuoco con cannoni antiaerei e mitragliatrici. I nostri apparecchi rispondevano iniziando un nutrito bombardamento. Dopo pochi minuti magazzini, depositi di munizioni, attendamenti, erano in fiamme. Gli apparecchi hanno percorso oltre 900 km. fra andata e ritorno; l'obbiettivo era a quota 2639, in una conca circondata di alture superiori ai 3000 metri.

 

 

8 dicembreFronte settentrionale

Continua attività di pattuglie in ricognizione su tutto il fronte.

L'aviazione ha individuato e bombardato un altro vasto campo nemico presso Dessiè. I «  Caproni » sono rientrati alle loro basi dopo sei ore di volo.

 

 

9 dicembreFronte settentrionale

Presso il Tacazzé nostri reparti si sono scontrati con forti nuclei etiopici, che sono stati messi in fuga all'arma bianca.

 

 

10-12 dicembreFronte settentrionale

È in pieno sviluppo l'organizzazione dei servizi logistici e della rete stradale nelle retrovie.

 

 

13 dicembreFronte settentrionale

Un gruppo di battaglioni Eritrei ha eseguito delle ricognizioni nella zona Scelicot-Eicallet, prendendo contatto con nuclei avversari e costringendoli alla fuga.

 

 

14 dicembreFronte settentrionale

Azioni di pattuglia lungo il Tacazzé.

 

 

15-17 dicembreFronte settentrionale

Circa 3000 armati nemici hanno attaccato i nostri posti sul Tacazzé, presso il guado Mai Timchet. Le bande eritree dopo accanita resistenza, si sono ritirate sul Passo Dam­beguinà. lntanto un altro gruppo di abissini ha guadato il fiume più a valle, per operare con manovra aggirante nello Scirè; questa colonna è stata attaccata e dispersa. Perdite nostre fra morti e feriti : 9 ufficiali, 22 nazionali, 270 ascari. Le perdite avversarie superano i 500 uomini.

Intensa attività della ricognizione aerea. Il 16 e il 17 sono stati bombardati forti concentramenti nemici nel Tembien, sull'Amba Aradam e su Quoram.

 

 

16 dicembreFronte meridionale

Nulla di notevole.

Sono stati bombardati forti concentramenti nemici vicino a Neghelli.

 

 

17-24 dicembreFronte meridionale

Si provvede alla organizzazione civile delle zone occupate.

I reparti armati delle popolazioni sottomesse sono stati in­quadrati nelle formazioni dei Dubat.

Intensa attività della ricognizione aerea.

Il 25 sono stati bombardati concentramenti abissini sul Daua Parma.

Il 26 il sottotenente Tito Minniti, per avaria al motore, é stato costretto ad atterrare e, insieme al motorista Livio Zannoni, é stato fatto prigioniero.

Gli Abissini hanno fatto orrendo scempio di lui e del compagno, uccidendoli dopo averli atrocemente mutilati.

 

 

18 dicembreFronte settentrionale

Nulla di notevole.

L'aviazione ha bombardato concentramenti nemici nelle valle del Tacazzé.

 

 

19 dicembreFronte settentrionale

Nostri armati hanno attaccato e disperso, dopo viva lotta, armati nemici presso Addi Addi (Tembien).

L'aviazione ha bombardato concentramenti di truppe etiopiche a piedi e a cavallo, nella valle del Tacazzé.

Il 20 in località Andino, a SO. di Macallé, é caduto un apparecchio da bom­bardamento.

 

 

22 dicembreFronte settentrionale

Una colonna abissina di oltre 5000 uomini, diretta verso Nord, ha attaccato le nostre linee nella zona di Addi Addi, le truppe nazionali ed eritree hanno contrattaccato vivacemente e dopo lunga lotta hanno costretto il nemico alla fuga. Perdite nostre fra morti e feriti : 13 ufficiali e 317 acari, perdite nemiche: oltre 2000 uomini.

L'aviazione ha partecipato alla battaglia.

Concentramenti nemici sono stati bombardati dall'aviazione nella zona fra Quoram e il lago Ascianghi.

 

 

23-28 dicembreFronte settentrionale

Una nostra banda ha disperso armati abissini che cercavano scendere verso il « piano del sale ».

 

 

26-27 dicembreFronte settentrionale

Reparti in ricognizione hanno respinto forti gruppi di armati abissini presso il passo di Af-Gagè, nel settore del Tacazzé.

L'aviazione é stata attivissima su tutto il fronte; nella zona di Amba Alagi e nel settore del Tacazzé sono stati bombardati nuclei nemici: fra questi una colonna di circa 10.000 armati fra Azalà e passo Alagi.

II 25 l'aviazione, a nord del passo Adagà, ha disimpegnato la colonna Appiotti minacciata di aggiramento alle ali, mitragliando e bombardando la zona circo­stante. Durante l'azione il maresciallo Allavena, che pilotava un apparecchio da caccia, é stato costretto ad atterrare; il maresciallo Varchi, nel tentativo di soccor­rere il collega, capottava. Gli altri apparecchi della pattuglia, rimanendo sul luogo, dispersero nuclei di cavalieri nemici che ne tentavano la cattura.

Nel pomeriggio del 26 sono stati attaccati da bassa quota e bombardati ac­campamenti nemici presso Adi Baguo, Adi Dacua, Mai Scebenu, Adi Achelori, De Pecua e lungo la carovaniera Selacld-Addì Rassi.

Il 27, in seguito alle notizie della ricognizione, una formazione da bombarda­mento ha agito su forti nuclei avversari diretti verso Nord.

 

 

29 dicembreFronte settentrionale

Una colonna eritrea ha raggiunto il passo di Uarieu nel Tembien, congiungendosi con quella che aveva vittoriosa­mente combattuto il 22 presso Addi Addi. Sono avvenuti nu­merosi scontri di pattuglie.

Sono state segnalate e bombardate colonne avversarie di forza varia, dirette verso le nostre posizioni, e concentramenti sull'Amba Aradam.

 

 

29-31 dicembreFronte meridionale

Gli armati di Olol Dinle sultano dello Sciaveli, hanno compiuto una ricognizione nell'alto Uebi Scebeli, bat­tendo presso Gabbà le forze nemiche. Gli armati del Capo Hussein Hailè degli Ogaden Ras Dalal, hanno occupato Danane.

Durante questa operazione gli armati di Olol Dinle sono rimasti circondati da circa 7000 abissini; gli apparecchi da caccia, ricognizione e bombardamento sono accorsi in loro aiuto, fatti segno a violentissima reazione nemica. Colpiti in più parti, alcuni apparecchi dovettero atterrare. Mentre gli altri trattenevano il nemico che tentava di catturarli, gli equipaggi riparavano le avarie e, poco dopo, decollavano tra l’inutile fuoco avversario.

 

 

21-31 dicembreFronte meridionale

Nulla di notevole.

Intensa attività aerea.

 

 

30-31 dicembreFronte settentrionale

Nulla di notevole.

Intensa attività della ricognizione aerea su tutto il fronte, bombardamento di masse nemiche nelle zone di Debra Ailà, Bet Mariam, Adi Ghevd, Galagú.

 

 

Romeo Ro.1 (Fokker C.V)

 

Romeo Ro.1 (versione prodotta su licenza del Fokker C.V) robusto e longevo velivolo da ricognizione e cooperazione è protagonista di un avventuroso episodio: Il 9 giugno 1936 un incidente di volo occorso ad un Ro.1 della 107a squadriglia costringe il cap. oss. Regio Esercito Giorgio Cannonieri ed il serg. magg. pil. Mario Ruffilli ad un atterraggio in zona infestata da truppe nemiche passate alla guerriglia. I due trovano rifugio presso la fattoria di Tadessà, condotta da europei, e notano che la popolazione del vicino villaggio di Ciulul non è ostile alla nostra occupazione. L'aereo disperso è avvistato il 14 giugno ed il giorno seguente inizia il lancio di rifornimenti e successivamente armi. Mediante teli di segnalazione Cannonieri sconsiglia di tentare atterraggi nell'unica radura del­la zona, richiedendo mi­tragliamenti e spezzonamenti contro gruppi di ribelli in avvicinamento. Il 28 agosto due Ca.111 lanciano una stazione radio e l’operatore. La piccola co­munità sarà sostenuta fino al 17 dicembre 1936 quando una colonna raggiunge il settore.

 

 

GENNAIO 1936

 

1-2 gennaioFronte settentrionale

Nulla di notevole.

Intensa attività aerea di ricognizione e di bombardamento.

 

Fronte meridionale

Presso Areri, sulla destra del Canale Doria, i Dubat, coll'appoggio delle autoblinde, hanno attaccato e distrutto un grosso accampamento nemico.

L'aviazione é stata attivissima.

 

 

3 gennaioFronte settentrionale

Grande attività di pattuglie nel Tembien e nella zona a SE. di Macallé dove nuclei nemici sono stati dispersi davanti alle nostre linee.

L'aviazione ha bombardato, fra Socotà e il Seloà, forti gruppi nemici in marcia verso le nostre posizioni, e un accampamento nella regione di Caftà; la reazione contraerea é stata violenta. Un apparecchio leggero da ricognizione si é incendiato; pilota e osservatore sono deceduti.

 

 

4-7 gennaioFronte settentrionale

Scontri di pattuglie nel Tembien e presso la con­fluenza Gabat-Ghevà. A Sud di Macallé la nostra artiglieria ha battuto concentramenti di armati sull'Amba Aradam.

Intensa attività della ricognizione aerea. È stata eseguita un'azione di bombar­damento nella zona del Lago Ascianghi, presso Alamatà, a sud del lago; gli armati abissini appena avvistati gli aerei hanno steso sul terreno tre grandi croci rosse raccogliendovisi intorno.

Nella zona dell'Endertà é stato notato che l'Amba Aradam é stata fortemente presidiata. Grosse masse nemiche sono state segnalate in marcia verso- Nord.

 

 

8 gennaioFronte settentrionale

A Sud di Macallé l'artiglieria ha disperso grossi nuclei avversari avvicinatisi a Gabat.

Azioni aeree di bombardamento leggero su gruppi armati a nord dello Tzel­lemti.

 

 

9 gennaioFronte settentrionale

Nulla di notevole.

Intensa attività della ricognizione aerea. Azioni di bombardamento contro concentramenti nemici, sull'Amba Aradam; quattro apparecchi colpiti, ma tutti rientrati alla base. Tra questi il « Caproni 101 » di Vittorio Mussolini, da un pro­iettile di artiglieria.

 

 

10 gennaioFronte settentrionale

Reparti nazionali ed eritrei hanno attaccato forti nu­clei avversari alla confluenza del Gabat-Ghevà e, coll'appoggio dell'artiglieria, li hanno respinti. Gli armati del Degiac Gabré Gugsà sono stati inquadrati in reparti di fanteria al fronte e di polizia nel territorio occupato.

L'aviazione ha partecipato al combattimento.

 

 

11-17 gennaioFronte settentrionale

Attività di pattuglie e ricognizioni nel Tembien e a SE. di Macallé.

È stata compiuta una ricognizione nel Terù, regione desertica e in gran parte sconosciuta a oltre 100 km. a SE. del lago Ascianghi, per accertare eventuali mo­vimenti nemici sulla sinistra del nostro corpo della Dankalia. I « Caproni 111 » sono partiti dalla base di Macallé compiendo un volo di oltre 500 hm. senza scalo.

Il 15 bombardamento di accampamenti e masse di armati nella regione di Andino; il. 16 bombardamento di reparti nemici nel Tembien, sull'Amba Aradam e a Quoram.

 

 

11-20 gennaioFronte meridionale

Ras Destà, genero del Negus, con parecchie de­cine di migliaia di armati aveva deciso di invadere la Somalia seguendo le vallate del Daua Parma, del Canale Doria e dell'Uebi Gestro fino alla loro confluenza presso Dolo, e quindi il Giuba. Avrebbe così tagliato le comunicazioni delle truppe italiane che operavano nell'Ogaden in direzione di Harrar. Il generale Graziani, con arditissima marcia di fianco, ha raccolto le proprie forze avvolgendo le masse avversarie che, dopo acca­nitissima resistenza, sono state volte in fuga e disperse. L'in­seguimento, condotto implacabilmente, ha portato le forze del generale Graziani fino a Neghelli, che è stata raggiunta il 20 gennaio. Sono state prese ingentissime quantità di armi, mu­nizioni, viveri.

Ras Destà è riuscito a fuggire. I morti abissini sono stati oltre 10.000.

L'aviazione ha cooperato efficacemente alla vittoria, segnalando in tempo gli spostamenti del nemico nella fase preparatoria e quindi bombardandone le truppe e mitragliandone i nuclei in fuga. Nella prima giornata di battaglia i « Caproni » da bombardamento per ben quattro volte consecutive sono ritornati sul luogo dell'a­zione, dopo essersi riforniti di esplosivo alla propria base. Nella seconda giornata sono stati resi vani i tentativi dell'avversario di fermarsi per resistere in successive posizioni sistemate a difesa.

Sono stati bombardati concentramenti nemici nella zona di Dagabur e di Sessabaneh.

 

 

18-20 gennaioFronte settentrionale

Attività di ricognizioni e di artiglieria sulla linea fra Macallé e il Tacazzé. Un sottocapo di Ras Sejum si è sot­tomesso coi suoi armati.

Intensa attività aerea. In regione di Andino, a SO. di Macallé, é caduto un apparecchio da bombardamento.

 

 

20-22 gennaioFronte meridionale

Proseguono le operazioni; si stanno organizzando i territori occupati.

Nei nove giorni che hanno preceduto l'occupazione di Neghelli l'aviazione ha compiuto 141 voli di bombardamento, dei quali 62 di km. 800, e 49 di ricognizione. Il giorno 20, nell'ora che ha preceduto l'occupazione di Neghelli, 26 « Caproni » provenienti dalla distanza di 400 km. hanno bombardato la città, ciò che ha tolto ai suoi difensori ogni velleità di resistenza. Complessivamente le ore di volo sono state 663, durante le quali sono stati scaricate sul nemico oltre 39 tona. di esplosivo.

A Neghelli é stato organizzato un campo di aviazione che si trova a 400 km. in linea retta da Addis Abeba.

 

 

21-25 gennaioFronte settentrionale

I Ras Cassà e Sejum, spostate le loro truppe nel Tembien meridionale, si disponevano ad attaccare la nostra linea di operazione nell'Endertà, fra Macallé e Hausien. A prevenire l'azione nemica, il 19 il III Corpo d'Armata avanzava da Macallé occupando la zona dei villaggi Debrì e Neguidà, ciò che tolse agli abissini la possibilità di spostare altre forze nel Tembien. Il 21 una colonna eritrea, procedendo da Est verso Ovest, attaccava l'avversario sulle alture di Zeban Ker­catà e su monte Lata, costringendolo a ripiegare su quest'ul­tima posizione che è stata conquistata il giorno seguente. Con­temporaneamente la II Divisione Camicie Nere impegnava gli Abissini dal passo di Uarieu, procedendo da Nord verso Sud. Il 22 il grosso nemico tentava di forzare il passo Uarieu, ma era energicamente contenuto; il 23 un'altra colonna eritrea si univa alla II Divisione Camicie Nere e determinava la fuga degli Abissini.

Perdite nostre fra morti e. feriti; ufficiali 43, nazionali 389, eritrei 310. Perdite abissine oltre 5000 uomini.

Durante la battaglia gli apparecchi compirono oltre 200 ore di volo in una sola giornata e cooperarono direttamente colle forze terrestri respingendo colle bombe e colle mitragliatrici diversi attacchi abissini, rifornendo di viveri e munizioni le truppe impegnate. Quando si dovette evitare l'impiego di speciali paracadute, ad evitare che i materiali potessero cadere nelle mani del nemico, le munizioni furono lanciate in sacchi ripieni di paglia e di fieno. Interessante la collaborazione aerea fra i piccoli apparecchi da caccia e i grossi « Caproni » da bombardamento. Questi ultimi erano attesi nel cielo di Macallé e, di qui, condotti dai primi sugli obbiettivi sui quali dovevano lasciar cadere il loro carico di bombe.

Dopo la battaglia gli apparecchi hanno inseguito il nemico senza dargli tre­gua e ne hanno completato lo sbandamento.

 

 

23 gennaioFronte meridionale

Una colonna celere si è spinta fino a Uadarà, a 70 km. NE. di Neghelli, dove ha trovato notevoli quantità di ma­teriali da guerra.

Intensa attività aerea.

 

 

26 gennaioFronte meridionale

Una colonna autocarrata di Camice Nere Forestali, comandata dal generale Agostini, ha risalito il Daua Parma oc­cupando, dopo avere respinto forze nemiche, Malca Murrì, a 250 km. da Dolo. Il nemico ha avuto 1467 morti contati.

Attivissima cooperazione dell'aviazione a tutte le diverse operazioni.

 

 

26-31 gennaioFronte settentrionale

Nulla di notevole.

Ricognizioni aeree e bombardamento di accampamenti e colonne a Sud di Macallé e nella zona di Amba Alagi.

 

 

 FIAT CR.20 bis A.O. MM.2336 111a squadriglia C.T. Asmara, novembre 1935. Velivolo del Capitano Quacchia.

 

FIAT CR.20 bis A.O. MM.2336 111a squadriglia C.T. Asmara, novembre 1935.Velivolo del Capitano Quacchia.

Nel corso della campagna la dotazione delle tre squadriglie da caccia è costi­tuita da Fiat CR.20 di varie versioni: 106a e 111a prestano servizio sul fronte eritreo mentre la 107a su quello somalo. La 111a è protagonista di un sanguinoso episodio avvenuto durante le azioni di ra­strellamento seguite alla occupazione di Axum. Ai primi di novembre, nel corso di una missione a bassa quota, l'aereo del M.Ilo Allavena è danneggiato dal fuoco contraereo e costretto ad atterrare tra gli abissini. Il M.Ilo Vaschi cerca generosamente di prendere terra per raccogliere l'amico, ma viene tradito dal terreno sassoso nascosto dalla bassa vegetazione rimando inchiodato al suolo. Per tutta la giornata i compagni proteggono i due piloti, sorvolando la zona assieme ai Ca.111 appositamente chiamati dall'Asmara, sino al sopraggiungere dell'oscurità. Un reparto di cavalleria indigena giunto sul posto tre giorni più tardi porterà indietro solo pochi miseri resti. La 111a Squadriglia presterà servizio sino al termine delle ostilità; nel mese di maggio 1936 sarà soppressa per il logoramento degli aerei. Nei nove mesi di vita operativa il reparto non ha vita facile causa l'obsolescenza del CR.20 e le condizioni cli­matiche e ambientali. Tra l'altro le depressioni intorno alle ambe sono causa di forti turbolenze che rendono particolarmente arduo il pilotaggio di una macchina di per sé stessa non troppo stabile. Distintivo del reparto è una variazione di un noto disegno pubblicitario dell'epoca che magnificava la bontà di un purgante al cioc­colato.

 

 

FEBBRAIO 1936

 

1-9 febbraioFronte settentrionale

Nulla di notevole.

Intensa attività della ricognizione aerea su tutto il fronte.

Il 9, sette « Caproni » da bombardamento pesante hanno bombardato Dessié per circa un'ora. Sei autocarri carichi di munizioni sono saltati in aria, due batterie contraeree sono state distrutte, e, con esse, due apparecchi che si trovavano sul campo di aviazione. Le truppe etiopiche si sono sbandate dopo avere subito perdite gravissime.

 

 

5 febbraioFronte meridionale

Le truppe hanno ripreso l'avanzata.

Una colonna, partita da Bucurale, ha sbaragliato il presidio abissino di Lamascindi e ha occupato la località.

Una colonna in ricognizione ha incontrato presso Malca Guba, sul Daua Parma, un forte nucleo di abissini e l'ha posto in fuga dopo un vivace combattimento. Sono stati presi pri­gionieri, armi, munizioni, viveri.

Grande attività aerea.

Bombardamenti aerei di concentramenti nemici nella regione di Ellot, fra Uebi Scebeli e Uebi Gestro.

 

 

9 febbraioFronte settentrionale

Il Fitaurari Dade Ghebremedhin, capo di Sechet, cu­gino del Degiac Hailè Selassié, si è presentato agli avamposti e sottomesso con 200 armati.

Una squadriglia di sette « Caproni » da bombardamento ha bombardato, a Dessié, il Quartiere Generale del Negus, e importanti concentramenti di truppe.

 

 

10 febbraioFronte meridionale

Considerevoli forze nemiche hanno attaccato a Curati (NO. di Gherlogubi nell'Ogaden) un nostro posto di osservazione di 60 Dubat, che è stato sopraffatto dopo tenacissima resi­stenza.

 

 

10-21 febbraioFronte settentrionale

Dopo avere costretto Ras Cassà a rinunciare ai suoi piani colla battaglia del Tembien, il Comando Superiore decise di operare a Sud di Macallé, dove, nella zona dell' En­dertà, Ras Mulughietà aveva sistemato a difesa il massiccio dell'Araba Aradam, per coprire lo schieramento della sua ar­mata, forte di 80 mila uomini, e le comunicazioni verso il Tembien. Il 10 il 1 e il III Corpo d'Armata si sono attendati sulla sinistra del torrente Gabat; il giorno 11 il I Corpo avan­zava sulle alture a Sud, sotto la protezione del III. Nella stessa giornata le artiglierie assumevano uno schieramento offensivo. Il 12 i due Corpi d'Armata attanagliavano l'Amba Aradam; il I da Est, il III da Ovest. Nonostante la violentissima resistenza nemica, a sera gli obbiettivi stabiliti per la giornata erano stati raggiunti. Nei giorni 13 e 14, mentre si respingevano i furibondi attacchi in forze tentati dal nemico, si provvedeva a mettere in efficienza le comunicazioni e si portavano avanti le artiglierie. All'alba del 15 si iniziava l'ultima parte dell'azione che si con­cludeva vittoriosamente nella zona di Antalò dove, sul tergo dell'Araba Aradam, le colonne dei due Corpi d'Armata si ricongiungevano. Intanto reparti di Camice Nere della Divisione « 23 Marzo », comandata da S. A. R. il Duca di Pistoia, e della Divisione Alpina, espugnavano l'Amba. L'armata di Ras Mu­lughietà è stata annientata; perdite nostre, fra morti e feriti: 36 ufficiali, 625 nazionali, 145 eritrei; perdite nemiche circa 20.000 uomini fra morti e feriti e prigionieri.

Compiuto il rastrellamento del terreno della battaglia, dove sono state raccolte enormi quantità di armi e munizioni (fucili, fucili mitragliatori, cannoni, ecc.) il 20 il I Corpo d'Armata ha ripreso l'avanzata e il 21 ha occupato Aderàt a Sud di Buia.

Nella fase preparatoria della battaglia l'aviazione ha tenuto a giorno il Co­mando dei movimenti nemici, mentre gli apparecchi da bombardamento si spingevano fino a Dessié, lanciando i loro esplosivi sui numerosi concentramenti nemici che vi si trovavano e sulle colonne in marcia verso Nord. Durante la battaglia i movimenti dei due Corpi d'Armata sono stati preceduti ininterrottamente dall'aviazione stra­tegica, mentre apparecchi da bombardamento rovesciavano i loro esplosivi sulle posizioni occupate dalle truppe, sui magazzini di viveri e di munizioni e sulle man­drie al seguito.

Il 16 é stata la grande giornata dell'aviazione. Un apparecchio, partito in ricognizione alle 7, avvistato il nemico in fuga, radiotelegrafava al Campo base donde partivano immediatamente gli apparecchi da bombardamento. In un primo tempo furono riconosciute e inseguite due colonne principali in ritirata dal campo di battaglia dell'« Endertà »; una verso Alagi, l'altra, di circa 20 mila uomini, verso Socotà. Il 17 ne veniva rintracciata una terza proveniente dal Tembien. Le tre colonne durante i giorni 17, 18 e 19 erano incalzate con effetti così deprimenti, da togliere loro non solo ogni velleità di reazione, ma anche la forza di tentare di sottrarsi all'offesa aerea.

Il 16 durante una di queste operazioni, due motori di un trimotore rimanevano immobilizzati perché, perduto il tappo della benzina, questa, in conseguenza della depressione prodottasi, non affluiva pili ai serbatoi. Il motorista aggrappato alle travature interne della fusoliera, protendendosi con tutto il corpo all'esterno, tam­ponava con la mano l'apertura del serbatoio, permettendo così ai due motori di ri­mettersi in moto. In questa pericolosa posizione egli rimaneva fino a che l'apparecchio non raggiungeva, dopo venti minuti, il campo di base.

 

 

14-24 febbraioFronte meridionale

Azioni di ricognizione nel settore dell'Ogaden.

Con azione brillantissima ad un guado del Uebi Gestro é stata distrutta una carovana nemica di 900 cammelli, scortata da alcune centinaia di armati. La ca­rovana, che aveva marciato di notte per sfuggire alla nostra osservazione aerea, intendeva profittare della giornata di vento e di cielo coperto, per tentare di giorno il passaggio del fiume, che nella oscurità notturna sarebbe stato difficilissimo.

Non sfuggì alla vigile attenzione del generale Ranza, che si trovava in volo fra le nubi. Mentre colla radio chiamava dai campi altre forze aeree, col suo « Ca­proni » da bombardamento si portava a bassa quota e l'attaccava col lancio di spezzoni e di piccole bombe.

Giungevano intanto i « Caproni » da bombardamento pesante e leggero e gli apparecchi da ricognizione che completavano l'opera di distruzione.

 

 

22-26 febbraioFronte settentrionale

Sono sistemate le posizioni occupate. Azioni di pattuglie.

Il 22 febbraio S. E. il Maresciallo Badoglio inviava il seguente telegramma al Comando dell'Aeronautica in A. O.: « L'Aviazione ha concorso alla prepara­zione della battaglia dell'Endertà, vi ha arditamente partecipato durante il suo sviluppo, continua tuttora la sua azione incessantemente inseguendo, disperdendo, annientando le masse nemiche che l'esercito ha battuto. Per quanto essa ha fatto, io rendo lode all'aviazione ed all'ardimento dei suoi equipaggi ».

Ricognizioni aeree lungo il fronte, bombardamenti dell'Amba Alagi e di forze armate nel Tembien.

 

 

26 febbraioFronte meridionale

Una nostra colonna autocarrata partita da Neghelli ha compiuto una ricognizione ai margini del territorio del Sidamo, respingendo gruppi di armati abissini incontrati nella boscaglia fra Uadarà e Socorà.

Bombardamenti aerei delle truppe e delle sistemazioni difensive di Ghigner che sono state distrutte.

Una squadriglia partita dal campo di aviazione di Neghelli si è spinta fino a Irga Alem capoluogo del Sidamo, e ha sorvolato i laghi Ciamo e Margherita.

 

 

27-29 febbraioFronte settentrionale

Il 28 le truppe del I Corpo d'Armata hanno occu­pato Amba Alagi.

Tagliate alla base, colla vittoria dell'Endertà, le comunica­zioni delle armate dei Ras Cassa e Sejum, forti di circa 30.000 uomini e dislocate nel Tembien, queste sono state contemporaneamente attaccate dal Sud dal III Corpo d'Armata e da Nord dal Corpo d'Armata Eritreo. Il movimento, iniziatosi il 27, si e concluso il 1° marzo colla distruzione del nemico, nonostante la sua fierissima resistenza per sfuggire alla stretta irresistibile. Le sue perdite sono state enormi; per la prima volta, interi reparti di abissini si sono arresi.

Perdite nostre, fra morti e feriti: 30 ufficiali, 450 nazionali e 110 eritrei. Perdite nemiche oltre 10.000 uomini.

L'aviazione ha partecipato all'azione con centinaia di apparecchi che hanno fatto scempio del nemico bombardandolo e mitragliandolo da bassa quota. Le sue masse in fuga sono state inseguite senza tregua fino ai guadi del Tacazzé dove sono state annientate.

Due apparecchi non sono rientrati alle basi. Per la prima volta nella storia, due Corpi d'Armata sono stati riforniti per via aerea.

Fra il 22 e il 29 l'aviazione ha lanciato sul nemico 195 tonn. di esplosivo.

Il 29 una squadriglia da bombardamento partita da Asmara, sorvolava Gondar e il lago Tana e quindi, raggiunta Debra Marcos capitale del Goggiam, ne bom­bardava gli obbiettivi militari.

 

 

Regia Aeronautica campagna d'Etiopia

 

Insegne di reparto

1) 8° stormo B.T. (fronte eritreo, Caproni Ca.111 RC)

2) 14a Squadriglia B.T. (4° gruppo, 7° stormo, fronte eritreo, Caproni Ca.101D.2)

3) Unità sconosciuta (ispirata all’emblema della 15a squadriglia B.T.)

4) 15a squadriglia B.T. (4° gruppo, 7° stormo, fronte eritreo, Caproni Ca.101D.2 poi Ca.133)

5) 34a squadriglia R.T. (fronte somalo, Romeo Ro.1)

6) 103a squadriglia R.T. (fronte eritreo, IMAM Ro.37)

 

 

MARZO 1936

 

29 febbraio-3 marzoFronte settentrionale

All'alba del 29 febbraio il II e il IV Corpo d'Armata hanno attaccato nello Scirè l'armata di Ras Immirù forte di circa 25.000 uomini; il II da Est, il IV da Nord. Dopo accanitissima resistenza e subendo perdite no­tevolissime, gli Abissini hanno ceduto all'impeto travolgente delle nostre truppe.

Perdite nostre fra morti e feriti: ufficiali 56, nazionali 639, eritrei 88. Perdite nemiche: oltre 5000 morti. L'intero fronte Nord dello schieramento abissino è stato distrutto.

L'aviazione ha partecipato attivamente alla battaglia bombardando le truppe nemiche e mitragliandole da bassa quota. Particolarmente efficace é stata la sua azione contro una colonna abissina che tentava di aprirsi la strada in direzione di Axum, la quale è stata annientata dal rapido concentramento di forti masse aeree.

Il gravissimo problema dei rifornimenti per il IV Corpo d'Armata é stato risolto dagli apparecchi da bombardamento pesante che hanno trasportato viveri, acqua e munizioni per gli uomini, acqua e foraggi per i quadrupedi.

 

 

3-14 Fronte settentrionale

Prosegue attivissima la organizzazione logistica; mi­gliaia di soldati e lavoratori procedono alla costruzione di strade; le truppe continuano a marciare in avanti.

Il giorno 11 il Tricolore è stato issato a Sardò, sulla resi­denza di Mohamed Jajio, sultano dell'Aussa. Ha così compiuto la sua missione, dopo una marcia di 350 km. attraverso il de­serto, la colonna partita a questo scopo da Assab.

Attivissima la ricognizione aerea. Nella zona di Encetcab e nella regione a Sud di Quoram sono stati bombardati importanti concentramenti nemici.

Il 3 marzo un apparecchio da bombardamento, reduce da un'azione sul Ta­cazzé, prendeva fuoco per surriscaldamento dei motori. Il Comandante Ten.te Colonnello Ivo Oliveti ordinava agli altri membri dell'equipaggio di gettarsi in paracadute; il sergente radio telegrafista Carrano e l'aviere scelto motorista Cecconi, obbedivano subito, mentre il capitano pilota Ercolani insisteva affinché il superiore si gettasse prima di lui. Intanto l'apparecchio era sceso a 200 metri dal suolo. Allora il Ten.te Colonnello Oliveti spingeva l'Ercolani nel vuoto, mentre l'apparecchio, non più governato, precipitava in fiamme col suo eroico comandante. Alla sua memoria é stata decretata la Medaglia d' Oro al valore.

Rientrando alla sua base, un apparecchio da bombardamento é precipitato nelle nostre linee; le cinque persone dell'equipaggio sono decedute.

Fra il 3 e il 6 novanta apparecchi da bombardamento e trenta da ricognizione hanno inseguito i resti in fuga dell'armata di Ras Immirú.

La marcia della colonna partita da Assab é stata seguita da un gruppo di squadriglie, che hanno provveduto anche a parziali rifornimenti. A Sardò é stato apprestato un campo di aviazione.

 

 

6 marzoFronte meridionale

Nulla di notevole.

Il 6 il generale di brigata aerea Ferruccio Ranza, comandante dell'aviazione della Somalia, partito di buon mattino dall'aeroporto di Neghelli con un « Ca­proni 133 » si portava su Addis Abeba sorvolando la regione dei grandi laghi. Dopo essere rimasto per circa mezz'ora nel cielo della capitale nemica, senza com­piere alcun atto ostile nonostante la vivace reazione contraerea, rientrava nel po­meriggio al campo base. Il lungo volo, di oltre 850 km., si è svolto in difficili con­dizioni atmosferiche a causa delle nubi basse, che costringevano a tenere un'altissima quota, e del vento contrario.

 

 

11-25Fronte settentrionale

Prosegue la organizzazione logistica alle spalle delle truppe che avanzano.

Il13 S. E. Badoglio ha concesso la Medaglia d'Argento al valore sul campo a Vittorio e Bruno Mussolini.

Intensa attività aerea della ricognizione e del bombardamento.

Il 19 un apparecchio da bombardamento, colpito da una granata dell'artiglieria contraerea nemica, é rientrato alla base per quanto tutti i cinque componenti l'equipaggio siano rimasti feriti.

Sul campo di Dabat, presso Gondar, i nostri aerei hanno distrutto, successi­vamente il 21 e il 22, due apparecchi nemici e, il 23, i capannoni ed i rimanenti impianti.

Il 22 marzo, a Roma, S. E. il Generale Baistrocchi, Sottosegretario alla Guerra, discutendosi alla Camera dei Deputati il bilancio del suo Dicastero, ha detto: « Di che cosa sia capace la giovane instancabile e potente Arma del Cielo, con quanto spirito si prodighi per l'Esercito, ne abbiamo prove quotidiane in A. O., dove tutte le giornate di guerra sono state per essa tutte operative. Ella si é pale­sata occhio vigile, mezzo formidabile di lotta del combattente, incubo implacabile del nemico ».

Il 23 marzo a Roma, S. E. l'Ammiraglio Cavagnari, Sottosegretario alla Marina, discutendosi alla Camera, il bilancio del suo Dicastero ha detto: « Il mio buon amico Valle vi dirà, fra breve, qual somma di virtù tecniche, di energie spi­rituali, di eroismi e perfezioni di mezzi hanno condotto le intrepide squadriglie dell'Armata Azzurra a sorvolare i campi di battaglia del Continente Nero, recando, ai Capi il poderoso ausilio dell'Arma nuova, inseparabile compagna di ogni vittoria sulla terra e sui mari » .

Il 25 un apparecchio è precipitato alla partenza; i quattro componenti l'equi­paggio sono deceduti.

 

 

13 marzoFronte meridionale

Continuano le operazioni in corso; bande armate delle tribù sottomesse effettuano vittoriose azioni di guerriglia.

L'aviazione è attivissima specialmente nella regione dei Laghi fra Neghelli ed Addis Abeba.

 

 

18-21 marzoFronte meridionale

Nulla di notevole.

Il18 aerei in ricognizione hanno segnalato gruppi dell'armata di Ras Nasibú nelle vicinanze dei pozzi di Bircut nell'Ogaden settentrionale.

Le squadriglie da bombardamento accorse sottoponevano il nemico a intenso fuoco e lo distruggevano.

Il18 sono stati bombardati da un'altra squadriglia i presidi etiopici di El Fud e di Dulzum.

 

 

22 marzoFronte meridionale

Nulla di notevole.

Ventisette « Caproni » da bombardamento, partiti dall'aeroporto di Gorrahei al comando del generale Ranza, divisi in due gruppi hanno sorvolato Harrar senza compiere alcun atto ostile; quindi si sono portati su Giggiga, hanno iniziato un intenso e preciso lancio di bombe costringendo al silenzio l'artiglieria contraerea e sbandando i nuclei di armati. L'azione si e svolta coll'attacco successivo di gruppi di tre apparecchi ciascuno. Sul campo trincerato nemico sono state gettate 20 tonn. di esplosivo.

 

 

24 marzoFronte meridionale

Nulla di notevole.

Trenta « Caproni » al comando del generale Ranza hanno nuovamente bombardato Giggiga con azione di massa e formazioni di volo perfette, completando l'azione del precedente attacco. Sono stati distrutti i seguenti obbiettivi: autoparco militare con numerosi automezzi; il ghebì con altri automezzi e cataste di materiali; la dogana coi suoi depositi; molti magazzini e depositi dell'armata di Ras Nasibù.

In ciascuna delle azioni di bombardamento, ogni apparecchio ha raggiunto le cinque ore di volo sopra una distanza di oltre 400 km. dalla sua base di partenza. Sui bersagli sono stati lanciati circa 12 tonn. di esplosivo. Nessuna perdita da parte nostra nonostante la violentissima reazione contraerea.

 

 

26-29Fronte settentrionale

Durante la difficilissima marcia in avanti, il III Corpo d'Armata ha raggiunto Socotà, capoluogo dell' Uaag e importante nodo carovaniero di incrocio delle comunicazioni verso Dessiè, Addis Abeba, la regione del lago Tana e il Gog­giam. Opponendosi il terreno alla costruzione sufficientemente rapida di una pista camionabile, 4000 soldati hanno trasportato per 36 km. oltre l'armamento e la dotazione individuale, 60 tonn. di viveri.

 

 

29 marzoFronte meridionale

Nulla di notevole.

Trentatré « Caproni » hanno bombardato Harrar con azione di massa, annientando tutti gli obbiettivi militari prestabiliti. Nonostante la violenta reazione nemica nessuna perdita da parte nostra.

 

 

30-31Fronte settentrionale

Nella zona del Lago Ascianghi, in direzione di Quoram, il 31 il Negus ha attaccato le nostre posizioni a Sud di Mai-Ceu con circa 50.000 uomini fra cui i 20.000 soldati, armati ed equipaggiati alla moderna, della guardia Imperiale.

L'azione, che era stata prevista, si è svolta dalle 6 alle 18 con una serie di attacchi frontali ed aggiranti che sono stati respinti. Nel pomeriggio le nostre truppe hanno contrattaccato e hanno messo in fuga il nemico. Perdite nostre fra morti e feriti : ufficiali 56, nazionali 203, eritrei 800. Perdite nemiche: circa 20.000 fra morti e feriti.

Nella giornata del 30 furono concentrati a Macallé e a Gura quasi tutti gli apparecchi dell'aviazione eritrea.

Il 31 essi iniziarono l'azione da Macallé alle ore 7 e da Gura alle 8,30. Quelli da Macallé persistevano negli attacchi fino al tramonto, mentre gli altri, a causa del tempo proibitivo sul percorso da Gura ad Amba Alagi, compivano solo cinque ondate di attacco; quattro nella mattinata e una nel pomeriggio. Questi ul­timi, fra i quali erano trenta « Caproni 133 », navigando tutto il pomeriggio in mezzo al temporale, bombardavano e mitragliavano a ondate il nemico, in concorso. colle forze di terra. Diciassette apparecchi sono stati colpiti, fra i quali é quello pilotato dal Ten.te Colonnello Tessore e da Vittorio Mussolini, raggiunto da due colpi di cannoncino antiaereo che hanno spezzato un montante dell'ala destra e danneggiata la fusoliera. Tre piloti sono rimasti feriti.

Durante la battaglia le informazioni e l'azione degli aerei hanno sventato un movimento aggirante nemico e reso possibile il tempestivo intervento di rinforzi.

 

 

30-31 marzoFronte meridionale

Nulla di notevole.

Il 30 quattro « Caproni » hanno bombardato a Rullale il Quartiere Generale di Wehib Pascià, e hanno mitragliato una carovana scendendo a bassa quota, nonostante la violenta reazione nemica. Tutti gli apparecchi sono stati colpiti, e uno fra essi da ben 26 proiettili, ma sono rientrati alla base.

 

 

Caproni Ca.111 bis

 

Caproni Ca.111 bis

Alle ore 9 del 25 dicembre 1935 una violenta esplosione scuote l'aeroporto di Gura distruggendo i Ca.111 della 17a Squadriglia B.T. e l'hangar che li ospita: è la per­dita più grave della Regia Aeronautica durante la campagna. Il sabotaggio provoca otto morti e numerosi feriti. Anche per motivi di su­perstizione, la 17a non sarà mai più ricostituita e il suo posto sarà occu­pato dalla 52a B.T., che opererà in seno all'8° Stormo fino al 1943.

 

 

APRILE 1936

 

1 aprileFronte settentrionale

È giunta a Gondar, capoluogo degli Ahmara, una colonna di truppe celeri partita il 20 marzo da Omager, al comando del Luogotenente Generale Achille Starace.

Pure verso Gondar si è diretta una seconda colonna coman­data dal Generale Cubeddu, dopo avere occupato Dabat, già sede del Degiac Aileu Burru.

Una terza colonna, procedendo da Noggara, ha occupato Rafi sul fiume Angareb.

L'aviazione ha seguito con vigile attenzione il movimento su Gondar. L'aviazione ha iniziato l'inseguimento delle masse nemiche battute e in fuga dopo la battaglia del Lago Ascianghi.

 

 

2 aprileFronte settentrionale

L'avversario fugge inseguito dalle nostre truppe.

Il 2, segnalati i tentativi che il nemico faceva per ricostituirsi, cinquantadue apparecchi da bombardamento e venti da ricognizione, partiti da Macallè, si sono lanciati sulle masse avversarie bombardando, per l'intera giornata a ondate succes­sive, le colonne, i servizi di sussistenza, le mandrie. La ritirata si è mutata in fuga precipitosa.

 

 

3-4 aprile - Fronte settentrionale

Il I Corpo d'Armata ha ripreso la marcia verso Sud, la divisione Alpina ha travolto gli ultimi resti della Guardia Imperiale del Negus, incalzandoli oltre il passo Agumbertà.Sempre più numerosi i disertori abissini si presentano davanti alle nostre linee.

L'esercito abissino si è sbandato; masse disordinate fuggono disperatamente verso Sud.

Il 3 l'aviazione ha ripreso i suoi attacchi senza un momento di sosta; a sera l'azione è stata diretta sulla stretta di Ciolle Amadir, dove si riuniscono le strade rivierasche del lago, con spaventosi effetti di distruzione sulla folla nemica terrorizzata.

Nella notte dal 3 al 4 la ricognizione ha mantenuto sotto controllo il nemico in fuga; il 4 il bombardamento riprendeva intensissimo; in 155 incursioni sono state lanciate 70 tonn. di esplosivi e sparati 20 mila colpi di mitragliatrice.

 

 

5 aprileFronte settentrionale

Nella rapida marcia d'inseguimento il I Corpo d'Ar­mata e il Corpo d'Armata Eritreo dopo avere occupato Quoram, hanno raggiunto Almatà, a 15 km. più avanti sulla via di Dessié. Nel settore occidentale è stato occupato il posto doganale abis­sino di Gabadi, sulla frontiera del Sudan.

L'aviazione precede le truppe incalzando il nemico.

Un apparecchio ha atterrato sul campo di Quoram.

Nostri apparecchi hanno incendiato due aeroplani nemici sul campo di avia­zione di Addis Abeba.

Un nostro apparecchio non è rientrato alla base.

 

 

6 aprileFronte meridionale

Niente di notevole.

Una squadriglia di « Caproni » ha bombardato efficacemente le posizioni di Sessabaneh.

 

 

6-12 aprileFronte settentrionale

Continua la marcia verso Dessié e l'inseguimento delle masse nemiche in fuga. Le popolazioni Azebò Galla si sono sollevate e concorrono alla distruzione degli Abissini, attaccandone i nuclei e infliggendo loro perdite sanguinose. Numerose sono state le sottomissioni.

Il 12 una nostra colonna ha raggiunto il lago Tana.

È stato occupato il posto doganale abissino di Gallabat sulla frontiera del Sudan, a ovest di Gondar.

Intensa attività dell' aviazione che bombarda e mitraglia le masse abissine in fuga.

Il 9 in un volo di ricognizione si é constatato che la strada è libera fino a Dessiè.

 

 

9 aprileFronte meridionale

Niente di notevole.

Ventidue « Caproni », nonostante le avverse condizioni atmosferiche, hanno bombardato le posizioni nemiche di Bircut, Segag, Dagamedo, Dagabur, Sessabaneh, Bullale. La violenta reazione antiaerea é stata totalmente inefficace.

 

 

12 aprileFronte meridionale

Un piccolo reparto di Lancieri Aosta ha raggiunto e battuto forze nemiche superiori, nei pressi di . Uadarà.

 

 

13 aprileFronte settentrionale

Continua irresistibilmente la nostra marcia in avanti verso Dessié.

Ventidue aeroplani hanno sorvolato Addis Abeba percorrendo in sette ore di volo oltre 1100 km. senza alcun incidente. Erano 13 Caproni da bombardamento pesante e 9 apparecchi da incursione veloce. Giunti sulla capitale nemica, mentre i primi ne percorrevano il cielo in tutti i sensi, i secondi si abbandonavano alle più audaci acrobazie. Furono gettate migliaia di manifestini che elencavano le battaglie vinte, le regioni occupate, i capi etiopici messi in fuga, e concludevano: « Avremmo po­tuto ridurre Addis Abeba a un cumulo di rovine, non lo facciamo, contentandoci per ora che la popolazione conosca la verità ! ».

Durante il volo di ritorno l'apparecchio del capitano Ciano era costretto da un'avaria di motore ad atterrare a Quoram; quello del tenente Farinacci, che l'accompagnava, esaurito il carburante compiva un difficile atterraggio di fortuna sulla piana di Cobbò. L' indomani mattina quest'ultimo era raggiunto in volo dal sottotenente Bruno Mussolini che lo riforniva, e poco dopo entrambi ripartivano e giungevano al campo base.

 

 

14 aprileFronte settentrionale

Con una marcia di 200 km. compiuta in sei giorni, il Corpo d'Armata Eritreo ha occupato Dessiè, a 250 km. da Addis Abeba, dove il Negus aveva il suo Quartier Generale.

L'aviazione ha preceduto, accompagnato e seguito la marcia delle truppe.

Per oltre due settimane l'aviazione ha rifornito le colonne in marcia su Dessiè, costituite da oltre un Corpo d'Armata. Il giorno 11 aprile vennero lanciate nei pressi di Borumeida 17 tonn. di viveri; dal 7 al 19 ne furono lanciate 123, oltre a due complete stazioni radio da campo.

 

Fronte meridionale

La Divisione Libica, al comando, del generale Gu­glielmo Nasi, ha attaccato le posizioni di Gianagabò, sistemate in terreno impervio tutto caverne ed anfrattuosità. Dopo una lotta asperrima le organizzazioni nemiche, aggirate sulle ali, sono cadute. Perdite nostre fra morti e feriti: 10 ufficiali e alcune centinaia di uomini di truppa; perdite nemiche in­gentissime.

L'aviazione si é prodigata oltre ogni misura. Essa ha partecipato direttamente alla battaglia bombardando il nemico e mitragliandolo da bassa quota. Tre uffi­ciali piloti sono rimasti feriti, due apparecchi sono caduti dopo essere rientrati nelle nostre linee.

 

 

15-23 aprileFronte settentrionale

Continua l'avanzata delle truppe; il 23 una colonna eritrea partita da Dessié ha occupato Uorra Ilù senza trovare resistenza.

Il 21 si é trasferito a Dessiè il Quartiere Generale del Maresciallo Pietro Badoglio; il movimento é stato completamente compiuto per via aerea, con dodici « Caproni 133 ».

 

 

19-22 aprileFronte meridionale

L'avanzata continua; le truppe incalzano il ne­mico in fuga e sono giunte a 150 km. dalle basi di partenza, occupando Dacun nella vallata del Dacata.

Attivissima l'aviazione che seconda l'azione delle truppe.

 

 

24 aprileFronte settentrionale

Una colonna partita da Gondar ha completata l'occupazione della regione del Lago Tana, raggiungendo Bahar Dar Ghiorghis, festosamente accolta dalle popolazioni.

Il 24 aprile S. E. Badoglio ha inviato al Comando dell'Aeronautica Africa Orientale, questo telegramma: « Con oggi l'Aeronautica ha completato il riforni­mento viveri del Corpo d'Armata Eritreo. Il servizio è stato estremamente gravoso, rischioso e compiuto, come sempre, con abnegazione pari alla perizia. Il problema logistico è qui di importanza pari al problema operativo; in entrambi l'aviazione si è conquistata la riconoscenza dei camerati combattenti di terra ».

 

 

24-27 aprileFronte meridionale

Continua la vittoriosa azione offensiva. Reparti libici partiti da Dagamedò hanno attaccato e disperso forti gruppi nemici nella vallata del Faf. Al centro la colonna Frusci ha completato il rastrellamento del terreno intorno ad Hamanlei. La colonna Agostini, sulla destra si rafforza nelle posizioni di Gunagado.

È stata ripresa la mitragliatrice dell'apparecchio del sottotenente Minniti, Medaglia d'Oro.

Il 25, di prima mattina, quaranta apparecchi, ciascuno dei quali ha compiuto una media di quattro ore di volo, hanno rovesciato sulle posizioni di Sessabaneh 16 tonn. di bombe. Due piloti sono rimasti feriti per effetto della violenta reazione avversaria.

 

 

27 aprileFronte settentrionale

Colonne autocarrate da Dessié sono avanzate di 140 km. lungo la pista camionabile verso Addis Abeba, senza in­contrare resistenza.

Il sultano dell'Aussa, Mohammed Jahio, si è presentato a Dessié facendo atto di sottomissione.

L'aviazione é stata molto attiva.

Due idrovolanti della base di Massaua si sono recati sul Lago Tana dove sono giunti dopo avere percorso 550 km. su alte montagne, sorvolate alla quota di m. 4500.

 

 

28-30 aprileFronte settentrionale

L'avanzata prosegue rapidamente nonostante le gravissime difficoltà del terreno.

Il capitano Galeazzo Ciano, incaricato di un volo di ricognizione su Addis Abeba, la mattina del 30 decollava dall'aeroporto di Dessiè, pilotando un « Ca­proni 133 » e, sorvolate le colonne in marcia, giungeva sulla capitale nemica.

Abbassatosi a volo radente per « saggiare » il terreno del campo di aviazione, a circa quattro km. dal centro della città, é stato fatto segno a violente raffiche di mitragliatrici contraeree, nel momento in cui le ruote già sfioravano il piano erboso dell'aeroporto. Per quanto l'apparecchio fosse stato colpito da ben 25 proiettili, nessuna delle persone dell'equipaggio rimaneva ferita.

Prontamente risalito in quota il « Caproni » compiva alcune evoluzioni sulla città, trattenendosi sul posto per circa 3/4 d'ora.

Prima di partire l'apparecchio, con una « picchiata » fulminea, si abbassava a meno di 30 m. dalla piazza principale, lasciandovi cadere una copia del nero gagliardetto della « Disperata ».

In questo momento due granate di cannoncino contraereo colpivano la fusoliera ed esplodevano, sfondando i serbatoi da cui cominciava a zampillare la benzina. Nel viaggio di ritorno le falle furono tamponate con cuscini e stracci, dal moto­rista e dal meccanico; per le esalazioni della benzina il primo cadde svenuto. Ma già l'aeroporto di Dessi é era in vista e il Caproni poteva atterrare regolarmente.

Per questa impresa S. E. Badoglio ha conferito al Capitano Ciano una seconda medaglia d'argento « sul campo ».

 

 

29 aprileFronte meridionale

Intensa attività di pattuglie. Reparti libici hanno bat­tuto e disperso nella valle del Sulul nuclei avversari.

L'aviazione é stata attivissima nonostante le condizioni atmosferiche avverse.

 

 

30 aprileFronte meridionale

La potente linea fortificata di Sessabaneh-Bullàle, progettata e costruita da ufficiali belgi e turchi e difesa con strenuo accanimento dagli abissini del degiac Nasibù, è stata presa di assalto. Sessabaneh e Bullàle, dopo una violenta battaglia ini­ziata il 14, sono state occupate nel pomeriggio del 29. Le truppe nazionali e quelle di colore hanno gareggiato in valore durante la difficile battaglia, contro un avversario deciso alla estrema difesa, in un terreno munitissimo e provvisto di larghi mezzi di rifornimenti di ogni genere. Il nemico in rotta è inseguito dalle nostre truppe autocarrate. Perdite nostre fra morti e feriti: 50 ufficiali, 400 nazionali, 1400 fra libici e somali. Perdite ne­miche: oltre 5.000 uomini. Dagabur è stata occupata.

L'aviazione, dopo avere cooperato efficacemente all'azione delle colonne Nasi Frusci e Agostini durante la loro avanzata, operava con esse sulla posizione principale del nemico. Mentre gli apparecchi delle squadriglie da ricognizione indi­viduavano le posizioni avversarie, scendendo anche a volo radente per accertarne la consistenza, gli apparecchi del 31° stormo di « Caproni » da bombardamento battevano la prima e la seconda linea della difesa e i suoi capisaldi. Mentre più infuriava la mischia, una pattuglia da ricognizione calava a volo radente mitra­gliando l'avversario, a diretto sostegno delle truppe che marciavano all'attacco. Di essa un apparecchio cadeva abbattuto dopo avere raggiunto le nostre linee, due altri furono crivellati di colpi; un pilota rimase ferito. Il 5, dopo tenacissima resi­stenza, gli abissini abbandonavano la località dove, poche ore dopo, S. E. Graziani si trasferiva in volo col proprio Posto di Comando.

Successivamente l'aviazione concorreva all'inseguimento del nemico in fuga, per determinarne lo sbandamento finale.

 

 

31 aprileFronte meridionale

L'armata del degiac Nasibù, battuta a Sessabaneh, è in rotta verso Giggiga.

L'aviazione incalza il nemico bombardandolo e mitragliandolo, nonostante le avverse condizioni atmosferiche.

 

 

Caproni Ca.133

 

Nel timore che nell'ovest etiopico non ancora assoggéttato possano riorga­nizzarsi forze nemiche il 26 giugno 1936 il Vicerè Rodolfo Graziani autorizza la partenza di una spedizione per la località di Bonaya, 20 km. da Lekempti. Formata dal gen. pil. Vincenzo Maglioc­co, il col. Regio Esercito Mario Calderini, il magg. pil. Antonio Locatelli, il cap. pil. Mario Galli, il cap. Regio Esercito Antonio De Dram­mis, il ten. pil. Luigi Gabelli, il maresc. pil. Giorgio Bombonati, quattro specialisti, il mis­sionario padre Borello, l'ing. Adolfo Prasso, due indigeni. I 2 Ca.133 ed 1 Ro.1 della spedizione atterrano regolarmente alle h.12,57 e a fine giornata il gen. Magliocco conferma per radio i primi favorevoli incontri con il capo locale. Ma nel corso della notte l'accampamento della missione è improvvisamente attaccato da forze ribelli. I militari e l'ing. Prasso sono trucidati ed i 3 aerei dati alle fiamme. Solo Padre Borrello e uno specialista scampano alla strage. Solo il 2 ottobre la località è nuovamente raggiunta da aerei italiani ed il 24 da una colonna dell’esercito.

 

 

MAGGIO 1936

 

1Fronte settentrionale

Le colonne autocarrate hanno superato il passo di Ter­maber e occupato Debra Brehan, vecchia capitale dello Scioa. Il Negus è fuggito e si trova a Gibuti.

Le truppe vittoriose entrano in Addis Abeba.

L'aviazione accompagna vigilando le colonne che avanzano.

Sulle rive del Lago Tana, dove é stato organizzato un aeroporto, si sta at­trezzando una base per idrovolanti; questi controllano tutto il lago e tengono i collegamenti colle truppe in marcia verso il Goggiam.

Il primo apparecchio italiano che ha atterrato sul campo di Addis Abeba é stato quello del tenente Dott. Vittorio Beonio Brocchieri, seguito poco dopo da quelli del capitano Galeazzo Ciano e dei Tenenti Vittorio e Bruno Mussolini e quindi da elementi del Quarto Gruppo da Bombardamento.

 

 

5 maggioFronte meridionale

Le colonne autocarrate hanno raggiunto Giggiga, se­guite dalla divisione libica, e continuano la marcia verso Harrar.

Dal 14 di aprile le truppe italiane hanno percorso oltre 500 chilometri.

L'aviazione scorta le colonne vittoriose nella loro marcia in avanti.

 

 

8 maggioFronte meridionale

Il generale Graziani, alla testa delle sue truppe, è entrato in Harrar.

Durante l'ingresso in Harrar volteggiavano nel cielo trentacinque apparecchi al comando diretto del generale Ranza.

 

 

9 maggiofronte meridionale

Dire Daua, importante stazione di confine sulla linea ferroviaria Addis Abeba-Gibuti, è stata occupata dalla colonna autocarrata Navarra, delle truppe della Somalia; alcune ore dopo è arrivato da Addis-Abeba un battaglione del 46° Reg­gimento Fanteria.

Col congiungimento dei due fronti, le operazioni militari sono finite.

La colonna Navarra era scortata da un reparto di « Caproni » da bombarda­mento, al comando del Generale Ranza, che hanno atterrato sull'aeroporto di Dire Daua.

 

 

Africa Orientale Italia annuncio dell'entrata ad Addis Abeba  

 

 

Medaglie d'Oro al Valor Militare
concesse nel corso della campagna d'Etiopia

 

 

Alberto AGOSTINI

nato il 10 giugno 1911 a Rosignano Marittimo (Livorno).

Deceduto a Lekempti (A.O.I.) il 27 giugno 1936 in azione di guerra

MEDAGLIA D'ORO (alla memoria)

R.D. 18 gennaio 1937 (B.U. 1937 disp. 7 pag. 141 e disp. 29 pag. 713) in commutazione della Medaglia d'Argento di cui al R.D. 14 agosto 1936 (B.U. 1936 disp. 37 pag. 620)

1° AVIERE A.A.r.spec. MOTORISTA
In commutazione ferma

 

Chiedeva volontariamente di partecipare ad ardita e rischiosa impresa aeronau­tica tendente ad affermare il nostro possesso su lontana regione. Attaccato da sover­chianti forze ribelli, anziché cercare scampo e rifugio, si stringeva attorno ai suoi ufficiali, battendosi strenuamente e valorosamente fino all'estremo sacrificio. Mira­bile esempio di generoso ardimento, di consapevole fermezza e sentimento del dovere.

 

Lekempti, 27 giugno 1936.

 

 

 

 

Dalmazio BIRAGO

nato l'11 aprile 1908 a S. Michele (Alessandria).

Deceduto ad Asmara il 20 novembre 1935 in seguito a ferite riportate in azione di guerra

MEDAGLIA D'ORO (alla memoria)

R.D. 11 maggio 1936 (B.U. 1936 disp. 20 pag. 306 e B.U. 1937 disp. 9 pag. 179)

SERGENTE A.A.r.spec. MOTORISTA
In rafferma

 

Motorista mitragliere a bordo di un trimotore in azione di bombardamento e di mitragliamento a volo rasente su dense orde abissine, aveva la coscia sinistra sfra­cellata da una pallottola esplosiva. Ciò nonostante si rifiutava di abbandonare la mitragliatrice continuando a rovesciare ben aggiustate raffiche sul nemico. Consen­tiva di lasciarsi trasportare in fondo alla fusoliera ed a farsi legare l'arto ferito solo sulla via del ritorno durante il quale continuava la propria opera di motorista scri­vendo le avvertenze da seguire per il funzionamento dei motori e inneggiando alla Patria ed alla missione compiuta. A parole di plauso rispondeva di aver compiuto solamente il proprio dovere. Sottoposto ad amputazione dell'arto conservava sino all'estremo cosciente fermezza e virile coraggio invocando i nomi del Re, del Duce e dell'Italia.

 

Cielo di Amba Alagi, Makallè, 18 novembre 1935.

 

 

 

 

Giorgio BOMBONATI

nato il 25 aprile 1908 a Borgo S. Giorgio (Ferrara).

Deceduto a Lekempti (A.O.I.) il 27 giugno 1936 in azione di guerra

MEDAGLIA D'ORO (alla memoria)

R.D. 18 gennaio 1937 (B.U. 1937 disp. 7 pag. 141 e disp. 29 pag. 713) in commutazione della Medaglia d'Argento di cui al R.D. 14 agosto 1936 (B.U. 1936 disp. 37 pag. 619)

MARESCIALLO di 3a Cl. A.A.r.n.
Pilota in rafferma

 

Chiedeva volontariamente di partecipare ad ardita e rischiosa impresa aeronau­tica tendente ad affermare il nostro possesso su lontana regione. Attaccato da sover­chianti forze ribelli, anziché cercare scampo e rifugio, si stringeva attorno ai suoi ufficiali battendosi strenuamente e valorosamente fino all'estremo sacrificio. Mira­bile esempio di generoso ardimento, di consapevole fermezza e sentimento del dovere.

 

Lekempti, 27 giugno 1936.

 

 

 

 

 

Mario CALDERINI

nato il 14 ottobre 1885 a Reggio Emilia.

Deceduto a Lekempti (A.O.I.) il 27 giugno 1936 in azione di guerra

MEDAGLIA D'ORO (alla memoria)

R.D. 14 agosto 1936 (B.U. 1936 disp. 37 pag. 618 e B.U. 1937 disp. 9 pag. 181)

COLONNELLO DI S. M. R. ESERCITO
in S.P.E.

 

Conscio del pericolo cui andava incontro, ma orgoglioso di essere annoverato tra i pionieri dell'Italia imperiale, chiedeva, con generosa insistenza, di partecipare ad ardita impresa aeronautica intesa ad affermare, col simbolo del tricolore, il domi­nio civile di Roma su lontane contrade non ancora occupate. Minacciato nella notte da orde ribelli, rifiutava la sicura ospitalità di genti amiche e preferiva affrontare con lo scarso manipolo di eroici compagni l'impari combattimento per difendere fino all'estremo sacrificio la bandiera della Patria.

 

Lekempti, 27 giugno 1936.

 

 

 

 

Fortunato CESARI

nato il 17 marzo 1912 a Galatina (Lecce).

Deceduto presso il lago Uassa (A.O.L) 18 novembre 1936 in azione di guerra

MEDAGLIA D'ORO
(alla memoria)

R.D. 24 maggio 1937 (B.U. 1937 disp. 25 pag. 578 e disp. 31 pag. 754)

SOTTOTENENTE A.A.r.n.
Pilota in S P.E.

 

Ardito pilota da ricognizione strategica, costretto ad atterrare fra nuclei ribelli, durante un volo di ricognizione a grande raggio, riusciva, nonostante ferito nel vio­lento rovesciamento dell'apparecchio a rimettersi subito in piedi per correre in difesa dell'osservatore proiettato lontano ed in gravi condizioni. Solo, contro la turba sel­vaggia di ribelli, difendeva strenuamente col fuoco il compagno esanime fino a quando, crivellato dai proiettili, cadeva dividendo con lui la gloria del martirio. Magnifico esponente delle più alte virtù della razza.

 

Cielo di Uassa, 8 novembre 1936.

 

 

 

 

Renato CIPRARI

nato il 21 febbraio 1907 a Roma.

Deceduto a Lekempti (A.O.I.) il 27 giugno 1936 in azione di guerra

MEDAGLIA D'ORO (alla memoria)

R.D. 18 gennaio 1937 (B.U. 1937 disp. 7 pag. 141 e disp. 29 pag. 713) in commutazione della Medaglia d'Argento di cui al R.D. 14 agosto 1936 (B.U. 1936 disp. 37 pag. 619)

SERGENTE A.A.r.spec.
Radiotelegrafista, in Rafferma

 

Chiedeva volontariamente di partecipare ad ardita e rischiosa impresa aeronau­tica tendente ad affermare il nostro possesso su lontana regione. Attaccato da sover­chianti forze ribelli, anziché cercare scampo e rifugio, si stringeva attorno ai suoi ufficiali, battendosi strenuamente e valorosamente fino all'estremo sacrificio. Mira­bile esempio di generoso ardimento, di consapevole fermezza e sentimento del dovere

 

Lekempti, 27 giugno 1936.

 

 

 

 

William D'ALTRI

nato il 4 agosto 1913 a Cesena (Forlì).

Deceduto a Lekempti (A.O.I.) il 27 giugno 1936 in azione di guerra

MEDAGLIA D'ORO (alla memoria)

R.D. 18 gennaio 1937 (B.U. 1937 disp. 7 pag. 141 e disp. 29 pag. 713) in commutazione della Medaglia d'Argento di cui al R.D. 14 agosto 1936 (B.U. 1936 disp. 37 pag. 619)

1° AVIERE A.A.r.spec.
Motorista, in Commutazione ferma

 

Chiedeva volontariamente di partecipare ad ardita e rischiosa impresa aeronau­tica tendente ad affermare il nostro possesso su lontana regione. Attaccato da sover­chianti forze ribelli, anziché cercare scampo e rifugio, si stringeva attorno ai suoi ufficiali, battendosi strenuamente e valorosamente fino all'estremo sacrifico. Mira­bile esempio di generoso ardimento, di consapevole fermezza e sentimento del dovere

 

Lekempti, 27 giugno 1936.

 

 

 

 

Umberto DEGLI ESPOSTI

nato il 5 luglio 1908 a Bologna.

Deceduto nel cielo di Addis Abeba il 29 luglio 1936 in azione di guerra

MEDAGLIA D'ORO (alla memoria)

R.D. 19 aprile 1937 (B.U. 1937 disp. 19 pag. 447 e B.U. 1948 disp. 17 pag. 1126) in commutazione della Medaglia d'Argento di cui al R.D. 26 dicembre 1936 (B.U. 1937 disp. 4 pag. 65)

SOTTOTENENTE A.A.r.n.
Pilota in S.P.E

 

Volontario in Africa Orientale, pilota di singolare abilità,compiva quale capo equipaggio di plurimotore da bombardamento durante le operazioni sul fronte eritreo e somalo 211 ore di volo sul nemico, prodigandosi costantemente e dovunque con grande valore, sempre volontario in ogni impresa rischiosa dedicava al dovere ogni sua energia, ogni sua virtù. In ogni battaglia portava il contributo della sua azione ardimentosa sfidando i maggiori rischi pur di arrecare grave offesa al nemico. Col­pito il suo apparecchio più volte non rientrava che ad azione ultimata e si gettava in ogni combattimento con tale entusiasmo, impeto travolgente e sprezzo del pericolo da suscitare ammirazione tra tutti i camerati. Successivamente gregario di una for­mazione da bombardamento impegnata nel cielo di Addis Abeba per reprimere un tentativo di rivolta, si abbassava arditamente a volo rasente e scovando forze ribelli le mitragliava e le bombardava inesorabilmente incurante della reazione che durante la superba sfida lo colpiva a morte. Esempio fulgido di eccelse virtù militari.

 

Cielo di: Etiopia, gennaio-luglio 1936 - Cielo di Addis Abeba, 29 luglio 1936.

 

 

 

 

Alfredo DE LUCA

nato 18 agosto 1909 a Roma.

Deceduto a Duckan (A.O.I.) il 13 agosto 1936 in azione di guerra

MEDAGLIA D'ORO (alla memoria)

R.D. 25 marzo 1937 (B.U. 1937 disp. 16 pag. 358 e disp. 31 pag. 753)

TENENTE A.A.r.n.
Pilota in S.P.E.

 

Pilota generoso di apparecchio plurimotore volontario per l'A.O., durante un lungo ciclo operativo si prodigò con ardire sempre osando. Fu di esempio e di sprone a tutti, offrendosi ovunque costantemente per compiere le imprese più rischiose e più ardue. Le principali battaglie impegnate per là conquista dell'impero conobbero il suo coraggio, la sua azione precisa e formidabile di bombardiere esperto e coscien­temente ardito. Partecipò ad un ardito volo che portò i colori nazionali nello Scioa presso la capitale nemica. Compì oltre trenta atterraggi nel cuore della Dancalia e nell'Aussa, sfidando impavido i rischi mortali pur di appoggiare una nostra colonna che si trovava in condizioni particolarmente difficili. Nel cielo di altre regioni, nella ansia generosa di validamente proteggere reparti seriamente minacciati, si prodigava senza limiti in reiterati attacchi, noncurante della reazione nemica, immolando la luminosa giovinezza per il trionfo delle nostre armi e per la grandezza della Patria.

 

Cielo dell'Etiopia, dicembre 1935 - agosto 1936 - Duckan 13 agosto 1936.

 

 

 

 

Gaetano DEVITOFRANCESCO

nato il 5 aprile 1900 a Grumo Appula (Bari).
Deceduto presso il lago Uassa (A.O.L) l'8 novembre 1936 in azione di guerra

MEDAGLIA D'ORO (alla memoria)

R.D. 24 maggio 1937 (B.U. 1937 disp. 25 pag. 578 e disp. 31 pag. 754)

TENENTE R.E. FANTERIA
Osservatore, in S.P.E.

 

Bella figura di soldato e di osservatore di guerra, costretto ad atterrare tra nuclei ribelli durante un volo di ricognizione a grande raggio, non si preoccupava della propria integrità personale nell'immancabile rovescio del velivolo a terra, solo inten­to a colpire duramente il nemico, azionando fino all'ultimo barlume di coscienza la mitragliatrice di bordo contro una turba selvaggia già pronta allo scempio. Proiet­tato fuori dell'apparecchio nell'urto contro il terreno, offriva al martirio il corpo inanimato, solo quando lo spirito invitto aveva raggiunto il cielo degli eroi. Lumi­noso esempio di dedizione al dovere.

 

Cielo di Uassa, 8 novembre 1936

 

 

 

 

Antonio DRAMMIS de' DRAMMIS

nato il 12 ottobre 1895 a Brescia.

Deceduto a Lekempti (A.O.I.) il 27 giugno 1936 in azione di guerra

MEDAGLIA D'ORO (alla memoria)

R.D. 14 agosto 1936 (BG. 1936 disp. 37 pag. 619 e B.U. 1937 disp. 9 pag. 182)

CAPITANO R.E. ARTIGLIERIA
Osservatore, in S.P.E.

 

Conscio del pericolo cui andava incontro, ma orgoglioso di essere annoverato tra i pionieri dell'Italia imperiale, chiedeva, con generosa insistenza, di partecipare ad ardita impresa aeronautica intesa ad affermare, col simbolo del tricolore, il dominio civile di Roma su lontane contrade non ancora occupate. Minacciato nella notte da orde di ribelli, rifiutava la sicura ospitalità di genti amiche e preferiva affrontare con lo scarso manipolo di eroici compagni l'impari combattimento per difendere fino all'estremo sacrificio la bandiera della Patria.

 

Lekempti, 27 giugno 1936.

 

 

 

 

GABELLI Luigi

nato il 3 aprile 1906 a Porcia (Pordenone).

Deceduto a Lekempti (A.O.I.) il 27 giugno 1936 in azione di guerra

MEDAGLIA D'ORO (alla memoria)

R.D. 14 agosto 1936 (B.U. 1936 disp. 37 pag. 619 e B.U. 1937 disp. 9 pag. 182)

TENENTE A.A.r.n.
Pilota di Complemento

 

Conscio del pericolo cui andava incontro, ma orgoglioso di essere annoverato tra i pionieri dell'Italia imperiale, chiedeva, con generosa insistenza, di partecipare ad ardita impresa aeronautica intesa ad affermare, col simbolo del tricolore, il dominio civile di Roma su lontane contrade non ancora occupate. Minacciato nella notte da orde ribelli, rifiutava la sicura ospitalità di genti amiche e preferiva affrontare con lo scarso manipolo di eroici compagni l'impari combattimento per difendere fino all'estremo sacrificio la bandiera della Patria.

 

Lekempti, 27 giugno 1936.

 

 

 

 

Mario GALLI

nato il 30 ottobre 1906 a Sesto San Giovanni (Milano).

Deceduto a Lekempti (A.O.I.) il 27 giugno 1936 in azione di guerra

MEDAGLIA D'ORO (alla memoria)

R.D. 14 agosto 1936 (B.U. 1936 disp. 37 pag. 619 e B.U. 1937 disp. 9 pag. 182)

CAPITANO A.A.r.n.
Pilota in S P.E.

 

Conscio del pericolo cui andava incontro, ma orgoglioso di essere annoverato tra i pionieri dell'Italia imperiale, chiedeva, con generosa insistenza, di partecipare ad ardita impresa aeronautica intesa ad affermare, col simbolo del tricolore, il dominio civile di Roma su lontane contrade non ancora occupate. Minacciato nella notte da orde ribelli, rifiutava la sicura ospitalità di genti amiche e preferiva affrontare con lo scarso manipolo di eroici compagni l'impari combattimento per difendere fino all'estremo sacrificio la bandiera della Patria.

 

Lekempti, 27 giugno 1936.

 

 

 

 

Aurelio LIOTTA

nato il 10 novembre 1886 a S. Agata di Militello (Messina).

Deceduto a Messina il 26 marzo 1948 per malattia

MEDAGLIA D'ORO

R.D. 20 novembre 1939 (B.U. 1939 disp. 52 pag. 1715)

GENERALE DI SQUADRA AEREA

 

Quale comandante dell'Aeronautica dell'A.O.I., durante le operazioni per l'occu­pazione integrale del territorio dell'impero, assolveva il grave compito con lo slancio del suo temperamento dinamico e generoso, mettendo in luce eccellenti qualità di capo, di organizzatore e di valoroso tra i valorosi. Pilota d'entusiasmo senza pari, sempre primo fra i primi dove più forte era il rischio, più infido era il terreno e più insidiosa la sorpresa, sprezzante delle difficoltà e dei percolo, portava in ogni azione il contributo della sua grande perizia, del ragionato suo coraggio e la forza dell'esempio più sublime. Per meglio collaborare al successo delle operazioni, non esitava a compere atterraggi di fortuna presso comandi di colonne operanti ed in terreni infestati da ribelli. In occasione dell'attentato del 19 febbraio 1937, visto cadere il Viceré gravemente ferito, con generoso impulso, si slanciava audacemente contro gli attentatori con l'intenzione di fare scudo del suo corpo al Viceré ed impe­dire che fosse ulteriormente colpito; ma, nell'attuazione del nobile gesto, una bomba gli maciullava una gamba e lo feriva gravemente in altre parti del corpo. Prima di abbandonarsi alle cure necessarie, sopportando con vero stoicismo le atroci sofferenze delle mutilazioni subite, impartiva al Capo di Stato Maggiore gli ordini per l'imme­diato intervento degli apparecchi sul cielo della capitale per parare ad eventuali ulteriori sviluppi del'1'attentato.

Esempio luminoso di altissimo senso del dovere, di nobile spirito di sacrificio e di ragionato coraggio.

 

Africa Orientale Italiana, settembre 1936 - febbraio 1937.

 

 

 

 

LOCATELLI Antonio

nato il 19 aprile 1895 a Bergamo.

Deceduto a Lekempti (A.O.I.) il 27 giugno 1936 in azione di guerra

MEDAGLIA DORO

R.D. 15 marzo 1937 (B.U. 1937 disp. 16 pag. 343 e disp. 31 pag. 752)

MAGGIORE A.A.r.n.
Pilota di Complemento

 

Portava nella guerra per la conquista dell'impero etiopico lo spirito leggendario di puro eroismo degli aviatori della grande guerra. Esempio luminoso alle giovani generazioni.

 

Cielo della Somalia, gennaio-maggio 1936.

 

 

MEDAGLIA D'ORO (alla memoria)

R.D. 14 agosto 1936 (B.U. 1936 disp. 37 pag. 618 e B.U. 1937 disp. 9 pag. 181)

MAGGIORE A.A.r.n.
Pilota di Complemento

 

Conscio del pericolo cui andava incontro, ma orgoglioso di essere annoverato tra i pionieri dell'Italia imperiale, chiedeva, con generosa insistenza, di partecipare ad ardita impresa aeronautica intesa ad affermare, coi simbolo del tricolore, il dominio civile di Roma su lontane contrade non ancora occupate. Minacciato nella notte da orde di ribelli, rifiutava la sicura ospitalità di genti amiche e preferiva affrontare con lo scarso manipolo di eroici compagni l'impari combattimento per difendere fino all'estremo sacrificio la bandiera della Patria.

 

Lekempti, 27 giugno 1936.

 

 

 

 

Vincenzo MAGLIOCCO

nato il 1° gennaio 1893 a Palermo.

Deceduto a Lekempti (A.O.I.) il 27 giugno 1936 in azione di guerra

MEDAGLIA D'ORO (alla memoria)

R.D. 14 agosto 1936 (B.U. 1936 disp. 37 pag. 618 e B.U. 1937 disp. 9 pag. 181)

GENERALE DI BRIGATA AEREA

 

Conscio del pericolo cui andava incontro, ma orgoglioso di essere annoverato tra i pionieri dell'Italia imperiale, chiedeva, con generosa insistenza, di partecipare ad ardita impresa aeronautica intesa ad affermare, col simbolo del tricolore, il dominio civile di Roma su lontane contrade non ancora occupate. Minacciato nella notte da orde ribelli, rifiutava la sicura ospitalità di genti amiche e preferiva affrontare con lo scarso manipolo di eroici compagni l'impari combattimento per difendere fino all'estremo sacrificio la bandiera della Patria.

 

Lekempti, 27 ,giugno 1936.

 

 

 

 

Giulio MALENZA

nato il 18 agosto 1915 a Montorso (Vicenza).
Deceduto a Lekempti (A.O.I.) il 27 giugno 1936 in azione di guerra

MEDAGLIA D'ORO (alla memoria)

R.D. 18 gennaio 1937 (B.U. 1937 disp. 7 pag. 142 e disp. 29 pag. 713) in commutazione della Medaglia d'Argento di cui al R.D. 14 agosto 1936 (B.U. 1936 disp. 37 pag. 620)

AVIERE SCELTO A.A.r.spec.
Radiotelegrafista, in breve ferma

 

Chiedeva volontariamente di partecipare ad ardita e rischiosa impresa aeronau­tica tendente ad affermare il nostro possesso su lontana regione. Attaccato da sover­chianti forze ribelli, anziché cercare scampo e rifugio, si stringeva attorno ai suoi ufficiali battendosi strenuamente e valorosamente fino all'estremo sacrificio. Mira­bile esempio di generoso ardimento, di consapevole fermezza e sentimento del dovere.

 

Lekemptì, 27 giugno 1936.

 

 

 

 

Tito MINNITI

nato il 31 luglio 1909 a Placanica (Reggio Calabria).

Deceduto presso Dagabur (Somalia) il 26 dicembre 1935 in azione di guerra

MEDAGLIA D'ORO (alla memoria)

R.D. 11 maggio 1936 (B.U. 1936 disp. 20 pag. 303 e B.U. 1937 disp. 9 pag. 179)

SOTTOTENENTE A.A.r.n.
Pilota di Complemento

 

Ardito e provetto pilota, in lunghi voli, di ricognizione sul territorio avversario, dava costante prova di tenacia fermezza e sprezzo del pericolo. Portava per primo, nei giorni 21 e 26 novembre 1935, l'Ala tricolore nel cielo di Giggiga e Harrar ulti­mando e portando a compimento la sua ardita missione nonostante le proibitive con­dizioni atmosferiche. Il giorno 26 dicembre, partito in volo dal campo di Gorrahei per una ricognizione su Dagabur, veniva colpito all'apparecchio da violento fuoco di reazione antiaerea che lo costringeva ad atterrare nelle linee nemiche. Anziché sottomettersi ad una massa imbaldanzita, accorsa per catturarlo, affiancatosi al suo sottufficiale, preferiva, ingaggiare una titanica ed indomita lotta. Soverchiato dal numero e dalla ferocia del barbaro nemico, perdeva gloriosamente la vita. Fulgido esempio di elevate virtù militari, fiero spirito di sacrificio e di italico indomito valore.

 

Dagabur, 26 dicembre 1935.

 

 

 

 

Ivo OLIVETI

nato il 27 ottobre 1895 a Borghi (Forlì).

Deceduto presso Axum (A.O.I.) il 3 marzo 1936 in azione di guerra

MEDAGLIA D'ORO (alla memoria)

R.D. 11 maggio 1936 (B.U. 1936 d`sp. 20 pag. 306 e B.U. 1937 disp. 9 pag. 179)

TENENTE COLONNELLO A.A.r.n.
Pilota di Complemento

 

Intrepido valorosissimo pilota, tre volte decorato durante la guerra mondiale, riprendeva volontariamente il proprio posto di combattimento, per l'impresa africana. Durante un inseguimento del nemico, verso il Tacazzè, sviluppatosi a bordo dell'appa­recchio da bombardamento, al suo comando, un improvviso incendio, con serena cosciente valutazione del dovere di comandante, disponeva per il salvataggio con il paracadute, idei compagni di volo. Rimasto ultimo a bordo, non più in tempo per salvarsi precipitava con l'apparecchio in fiamme.

Purissimo esempio di sublime sacrificio.

 

Cielo di Scirè, 3 marzo 1936.

 

 

 

 

Gastone PISONI

nato il 29 agosto 1906 a Milano.

Deceduto presso Neghelli (A.O.I.) il 20 gennaio 1936 in azione di guerra

MEDAGLIA D'ORO (alla memoria)

R.D. 15 ottobre 1936 (B.U. 1936 suppl. 7 pag. 22 e B.U. 1937 disp. 9 pag. 182) in commutazione
della Medaglia d'Argento di cui al R.D. 11 maggio 1936 (B.U. 1936 disp. 21 pag. 348)

SOTTOTENENTE A.A.r.n.
Pilota di Complemento

 

Ufficiale pilota, generoso ed ardimentoso, volontario per l'Africa Orientale, chie­deva insistentemente di partecipare a voli di guerra. Durante un bombardamento, ferito l'osservatore dal fuoco contraereo nemico portava a termine il compito affida­togli, mantenendo il posto in formazione. Quando il ferito si abbatteva svenuto sulla leva di comando provocando l'imbardata dell'apparecchio, rinunciava alla sicura salvezza offerta dal paracadute, cercando fino all'ultimo istante di salvare la vita al compagno di volo e trovando splendida morte nell'eroico tentativo. Esempio fulgi­dissimo di cosciente coraggio e di alte virtù militari.

 

Cielo di Neghelli, 20 gennaio 1936.

 

 

 

 

Adolfo PRASSO

nato il 5 marzo 1905 a Addis Abeba (A.O.I.)
Deceduto a Lekempti (A.O.L) il 27 giugno 1935 in azione di guerra

MEDAGLIA D'ORO (alla memoria)

R.D. 14 agosto 1936 (B.U. 1936 disp. 37 pag. 619 e B.U. 1937 disp. 9 pag. 181)

INGEGNERE

 

Conscio del pericolo cui andava incontro, ma orgoglioso di essere annoverato tra i pionieri dell'Italia imperiale, chiedeva, con generosa insistenza, di partecipare ad ardita impresa aeronautica intesa ad affermare, col simbolo del tricolore, il dominio civile di Roma su lontane contrade non ancora occupate. Minacciato nella notte da orde ribelli, rifiutava la sicura ospitalità di genti amache e preferiva affrontare con lo scarso manipolo di eroici compagni l'impari combattimento per difendere fino all'estremo sacrificio la bandiera della Patria.

 

Lekempti, 27 giugno 1936.

 

 

 

 

Salvatore SASSI

nato il 10 gennaio 1910 a Lecco (Como).

Deceduto a Noari (Mored - A.O.I.) il 2 giugno 1937 in azione di guerra

MEDAGLIA D'ORO (alla memoria)

R.D. 2 settembre 1938 (B.U. 1938 disp. 41 pag. 1200)

SOTTOTENENTE A.A.r.n.
Pilota in S.P.E.

 

Pilota abile ed entusiasta, di provato valore, in importante azione contro munite posizioni ribelli, avendo spinto l'offesa oltre ogni audacia era costretto a discendere per avaria prodotta all'apparecchio da reazione contraerea, fra quelle stesse orde che con fuoco e piombo infallibile aveva duramente battute. Portati a terra incolumi equipaggio ed apparecchio, con abile manovra non turbata dalla tragicità del momen­to, organizzava ed attuava l'estrema difesa incitando l'equipaggio alla resistenza ad oltranza, finché sopraffatto dal nemico, cadeva con le armi in pugno immolando eroi­camente la sua giovane esistenza.

 

Endertà, 2 giugno 1937.

 

 

 

 

Mario TADINI

nato il 9 ottobre 1914 a Castano Primo (Milano).
Deceduto a Quoram 11 18 marzo 1936 in seguito a ferite riportate in azione di guerra

MEDAGLIA D'ORO (alla memoria)

R.D. 27 aprile 1943 (B.U. 1937 disp. 18 pag. 412 e B.U. 1943 disp. 26 pag. 1606 e B.U. 1948 disp. 17 pag. 1126) in commutazione della Medaglia d'Argento di cui al R.D. 14 maggio 1936 (B.U. 1936 disp. 21 pag. 349)

AVIERE SCELTO A.A.r.spec.

Aiuto Motorista, in breve ferma

 

Durante un'azione aerea di bombardamento, rimasti feriti il proprio Ufficiale pilota ed altri due uomini dell'equipaggio, raggiunto in pieno da un proiettile di artiglieria avversaria che gli troncava una gamba e .produceva larghi squarci ai ser­batoi del carburante, ricusava ogni amorosa assistenza e sollecitava i propri camerati perché avessero soprattutto cura del loro Ufficiale. Raccolte in estremo sforzo le proprie energie, strappato un lembo della propria tenuta di lavoro, riusciva ad effettuare un tamponamento di fortuna al serbatoio centrale assicurando per tal modo l'alimentazione dei motori e la salvezza dell'equipaggio e del materiale di volo. Nella medicazione a terra sopportava con stoica fermezza il tormento della ferita e, conscio dell'imminente fine, dedicava l'ultimo anelito della propria generosa esistenza all'invocazione dell'Italia vittoriosa, lieto di aver offerto in olocausto la propria vita per la gloria del Re, della Patria, del Duce, dell'Arma.

 

Cielo di Quoram, Ascianghì, 18 marzo 1936.

 

 

 

 

Luigi VASCHI

nato il 22 aprile 1899 a Scorzarolo di Borgoforte (Mantova).

Deceduto ad Enda Selassiè (A.O.I.) il 23 dicembre 1935 in azione di guerra

MEDAGLIA D'ORO (alla memoria)

R.D. 10 giugno 1937 (B.U. 1937 dsp. 27 pccg. 645 e disp. 31 pag. 754)

MARESCIALLO 1a Cl. A.A.r.n.
Pilota, raffermato

 

Pilota di monoposto da caccia, in azione di mitragliamento del nemico in fuga, atterrava volontariamente presso un aereo della propria squadriglia, abbattuto dal­la fuciliera in località percorsa dall'avversario, nell'intento di prendere a bordo il pilota incolume e sottrarlo alle gravi conseguenze della cattura. Impossibilitato a ripartire per le avarie subite nell'atterraggio, tentava, insieme al camerata, di rag­giungere la zona occupata dalle nostre truppe. Per tre giorni riusciva ad aprirsi eroicamente la via del ritorno, eludendo le ricerche di giorno e combattendo di notte, finché premuto e circondato da ogni parte cadeva con il proprio camerata dopo strenua difesa contro il nemico numeroso e ben armato, irritato ed ammirato insieme della manifestazione di tanto eroismo. Esempio di insuperabile dedizione al più elevato e nobile senso di cameratismo.

 

Selaclacà, Beles, 25-28 dicembre 1935

 

 

 

 

Livio ZANNONI

nato 1'11 ottobre 1909 a Faenza (Ravenna).

Trucidato dai ribelli presso Dagabur (Somalia) il 26 dicembre 1935

MEDAGLIA D'ORO (alla memoria)

R.D. 11 maggio 1936 (B.U. 1936 disp. 20 pag. 306 e B.U. 1937 disp. 9 pag. 179)

SERGENTE A.A.r.spec.

Fotografo, in Rafferma

 

Sottufficiale fotografo provetto e di rara capacità, offrivasi in ogni contingenza entusiasticamente per effettuare ardite ricognizioni e voli su territorio nemico. Il giorno 26 dicembre, partito in volo dal campo di Gorrahei per eseguire una ricogni­zione fotografica su Dagabur, essendo stato l'apparecchio colpito da violento fuoco di reazione antiarea, che lo costringeva ad atterrare nelle linee nemiche, anziché sottomettersi a soverchiante massa nemica accorsa baldanzosa per catturarlo, imbrac­ciava la mitragliatrice, e, affiancatosi al suo ufficiale pilota, ingaggiava una titanica lotta. Rimasto isolato dal suo ufficiale, anziché cedere al nemico, preferiva continuare nell'impari lotta, finché, soverchiato, trovava morte gloriosa. Fulgido esempio di elevate virtù militari e di fiero e nobile spirito di abnegazione.

 

Dagabur, 26 dicembre 1935.

 

Crediti
Carlo De Rysky Ali tricolori in Africa Ismaele Barulli & figlio editori, Osimo 1937
Autori Vari Dimensione cielo volume 7 trasporto Edizioni Bizzarri, Roma 1975
Angelo Emiliani Giuseppe F. Ghergo Achille Vigna Regia Aeronautica: i fronti Africani Albertelli, Parma 1979
Ufficio Storico dell’Aeronautica Militare Testo delle motivazioni di concessione delle Medaglie d’Oro al Valor Militare, Roma 1990

 

 

 

 

 

 

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