Uomini

Logistica aeronautica in AOI

Spesso si pensa all’attività aeronautica solo sotto il profilo del materiale di volo e non anche al complesso di infrastrutture a terra che permettono il rifornimento e la manutenzione dei velivoli.
Il seguente articolo permette quindi di acquisire una cognizione, almeno basilare, su tale poco considerato ma basilare aspetto.

Tra i possibili rilievi vi può essere quello di quanto la carenza dei servizi logistici abbia pesato sull’efficienza delle macchine e sulle possibilità operative. E, nel contempo, al merito dei nostri specialisti a terra, che in condizioni climatiche estreme hanno assicurato la manutenzione dei velivoli loro affidati. Un impegno oscuro ma per questo meritevole di considerazione e memoria.

Auspicabile, infine, che i più abili modellisti prendendo cognizioni dei mezzi descritti nell’articolo colgano l’occasione per realizzazioni d’ambiente.

 

 

PROBLEMI DI LOGISTICA AERONAUTICA
I TRASPORTI E LA MOBILITA DEI SERVIZI IN AFRICA ORIENTALE

 

VULTUR

 

Rivista Aeronautica anno XII – n.7 luglio 1936

 

L’impiego delle unità dell'Armata Aerea in Africa Orientale ha richiesto una organizzazione logistica concepita con particolari criteri ed attuata con mezzi appositamente predisposti.

La logistica aeronautica si è trovata, per ristrettezza di tempi, per condi­zioni di clima, per situazioni di terreno, per mancanza di risorse locali e per l'enorme distanza della zona d'operazione dalle fonti di produzione e riforni­mento, a dover risolvere problemi completamente nuovi, difficili, complessi.

L'elemento tecnico di ogni servizio è stato fattore determinante delle possibilità di funzionamento e quindi studiato con particolari criteri ed attuato con realizzazioni adatte allo speciale ambiente di lavoro.

La perfetta risoluzione tecnica dei diversi problemi logistici ha permesso l'esplicarsi, in ogni contingenza di guerra, di una tattica dei servizi aderente alle necessità, rispondente nei tempi, nei mezzi e nei modi, alle esigenze dell' im­piego bellico della unità di volo.

Il criterio seguito dal Ministero, nella preparazione dei mezzi logistici, fu quello di predisporre sia impianti stabili per le basi permanenti, sia attrez­zature mobili per l'armamento di nuove basi temporanee, la cui occupazione si fosse resa necessaria, come di fatto accadde, con l'avanzarsi del fronte terrestre.

In questo breve articolo ci limiteremo a dare una idea del come l'Aero­nautica ha risolto il proble- ma della mobilità di alcuni suoi servizi.

Il concetto seguito dal Ministero fu quello di non immobilizzare autocarri per i vari mezzi mobili ma di destinarvi i rimorchi, lasciando libero l'autocarro per il traino ed il trasporto di personale e materiale vario.

Durante tutto il periodo di tempo in cui i servizi funzionano presso un dato campo di manovra, gli autocarri compiono tutti i trasporti necessari alla vita dei reparti; all'atto del trasferimento ciascuno autocarro traina un rimorchio e tutta l'attrezzatura si sposta.

Quale rimorchio si è adottato, per tutti i servizi mobili, il tipo che per le sue caratteristiche (altezza dei longheroni dal filo terra, baricentro basso, volta progressivamente corretta, marcia reversibile, dispositivo autofrenante) si rendeva particolarmente idoneo per le speciali installazioni dei servizi mobili della R. Aeronautica e presentava i vantaggi della normaliz- zazione con gli analoghi tipi adottati per il servizio territoriale.

Per l'uso coloniale furono apportate ai suddetti rimorchi le oppor­tune modifiche (mozzi, leve e ruote) per consentire il montaggio, con ruote accoppiate, di pneumatici 34 x 7; misura normalizzata anche negli autocarri, consentendo un appoggio sul terreno di cm. 42 per ruota.

Furono installati su tale rimorchio i seguenti mezzi:

 

officina di aeroporto;

laboratorio fotografico;

laboratorio cinematografico;

centrale per le comunicazioni radio-elettriche;

botte benzina ed acqua;

miscelatore;

sezione luce;

celle frigorifere.

 

OFFICINA DI AEROPORTO

 

È costituita da tre carri rimorchi ed una biga (fig. 1). Sul primo rimor­chio è installato il reparto per la lavorazione dei metalli (figure 2 e 3). Sul secondo quello per la lavorazione del legno. Entrambi gli elementi sono prov­visti di fiancate mobili costituenti un ampio locale di accoppiamento (fig. 4).

Sul terzo rimorchio trovasi il magazzino per l'utensileria e per il materiale di consumo. Sulla biga è installato un motocompressore atto a comprimere l'aria fino a 200 atmosfere.

Sul carro per la lavorazione dei metalli si trovano:

 

1 centrale elettrica che comprende:

1 gruppo elettrogeno di 10 KVA a corrente alternata trifase;

1 autotrasformatore con il primario a prese multiple che permette l'alimentazione elettrica dell'officina con corrente stradale variabile nei valori da 110 a 550 Volta;

1 raddrizzatore ad ossidi metallici per la ricarica delle batterie accumulatori;

1 ventilatore per la cabina elettrica;

1 quadro di manovra e relativo impianto;

e le seguenti macchine:

1 tornio da mm. 1000;

1 fresatrice per metalli;

1 trapano a colonna per fori fino a mm. 25;

1 seghetto per metalli per segare fino a mm. 150;

1 banco prova per apparecchi elettrici (dinamo, magneti, spintero­geni, condensatori motori di avviamento candele, ecc.);

2 trapani elettrici a petto per fori fino a mm. 15;

1 banco fisso con morsa;

2 banchi mobili con morsa.

 

Sul carro per la lavorazione del legno si trovano, oltre alla suddetta centrale elettrica, anche le seguenti macchine:

1 affilatrice per coltelli da pialla ed utensili;

1 pialla combinata a filo e spessore da mm. 300;

1 fresatrice verticale per legnami;

1 sega a nastro;

1 compressore per stazioni di servizio;

1 saldatrice elettrica per lame da sega;

1 bilanciere a mano;

1 bordatrice a mano;

1 cesoia a leva.

Sul carro magazzino, oltre all'utensileria che trova sede in appositi cassetti ed armadi, vi è una scorta di materiale di consumo come: profilati di ferro, di ottone, di rame, di alluminio, ecc., lamiere di ferro, di rame, di ottone, di alluminio, ecc., nonché le seguenti macchine asportabili:

1 saldatrice elettrica a corrente continua (ad arco);

1 saldatrice autogena (impianto) ;

1 forgia con ventilatore;

1 incudine con ceppo;

1 banco da falegname.

Le carrozzerie dei primi due carri sono fatte in modo che, accostate le pareti laterali, che sono doppie, costituiscono l'una pianale e l'altra tetto. I frontoni sono chiusi da tendoni.

La superficie coperta dall'officina montata è di circa mq. 65 dei quali 40 completamente liberi per lavori di montaggio.

Il tempo necessario per il montaggio ed il funzionamento dell'officina autotrainata è di dieci minuti primi.

Tempo necessario per la sistemazione del tendaggio laterale: 30 minuti primi.

L'officina così realizzata è stata inviata in numero di vari esemplari sui campi dell' Eritrea e della Somalia, ove ha lavorato senza interruzioni, con intensità febbrile, per mesi e mesi, senza che mai si dovessero lamen­tare inconvenienti di macchinario o di installazioni.

 

 Officina autotrainata Regia Aeronautica 1936

FIG. 1 – L’OFFICINA AUTOTRAINATA IN FUNZIONAMENTO SU UN AEROPORTO

 

Officina autotrainata interno Regia Aeronautica 1936 

FIG.2 – OFFICINA AUTOTRAINATA: INTERNO DEL REPARTO PEDR LA LAVORAZIONE DEI METALLI

CON IL QUADRO DI COMANDO DELLA CENTRALE ELTTRICA, IL TORNIO E LA MOLA

 

 Officina autotrainata interno Regia Aeronautica 1936

FIG.3 – OFFICINA AUTOTRAINATA: INTERNO DEL REPARTO

PER LA LAVORAZIONE DEI METALLI CON IL BANCO PROVA DINAMO, MAGNETI E CANDELE

 

 Officina autotrainata interno Regia Aeronautica 1936

FIG. 4 – OFFICINA AUTOTRAINATA: CORRIDOIO DI ACCOPPIAMENTO CON IL REPARTO LAVORAZIONE METALLI. MONTAGGIO E RIPARAZIONE MOTORI. – IN VISTA: IL GRUPPO PER LA SALDATURA OSSIACETILENE ED ELETTRICO

 

 

 

LABORATORIO FOTOGRAFICO

 

Consta di due o tre rimorchi a secondo della loro importanza e categoria d' impiego.

Quello a due elementi (fig. 5) è composto di carro camera scura e carro camera chiara, congiunti da galleria d'unione.

Il carro camera scura, comprende quanto serve al trattamento negativo e positivo del materiale fotografico, in tre locali ingegnosamente distinti ed a perfetta tenuta di luce, per caricamento macchine, sviluppi, stampe (fig. 6).

È fornito di impianto elettrico per illuminazione a luci varie (per il trat­tamento negativo ordinario, pancromatico e all'infrarosso), per funziona­mento sviluppatrici automatiche, stampatrici ed apparati ingranditori, per rifornimento automatico di acqua attinta a serbatoi speciali della capacità di 800 litri, per condizionamento d'aria, ecc.

Il carro camera chiara, comprende:

a) una cabina elettrica completa di apparato elettrogeneratore per erogazione di 9 KW di energia alternata o continua, di convertitore rotante, di trasformatore per tutte le tensioni commerciali, di regolatore automatico di tensione, oltre a batterie al ferronichel di 60 ampère - ora;

b) sala magazzino e montaggio con mobili ed attrezzature complete per montaggio, osservazione e interpretazione dei documenti aerofotografici positivi e negativi, nonchè per controllo e riparazioni macchine da presa;

c) sala lavaggio ed essiccazione, ricavata con l'abbattimento di una parete del carro e dotata di smaltatrici ed essiccatrici ad aria cada.

I carri sono interamente rivestiti di materiale isolante con doppia parete per circolazione d'aria e impianto di refrigerazione e riscaldamento per l'am­biente, per i bagni di sviluppo e di lavaggio.

La potenzialità del laboratorio è di circa 400 copie normali, smaltate, all'ora e di 100 ingrandimenti 50 x 60. Tale potenzialità sarà quanto prima raddoppiata.

 

 Laboratorio fotografico mobile Regia Aeronautica 1936

FIG. 5 – LABORATORIO FOTOGRAFICO AUTOTRAINATO SU DUE ELEMENTI:

VISTA ESTERNA D’ASSIEME

 

 Laboratorio fotografico mobile interno camera oscura Regia Aeronautica 1936

FIG. 6 – LABORATORIO FOTOGRAFICO AUTOTRAINATO:

INTERNO CAMERA SCURA PER STAMPA E INGRANDIMENTI

 

 

 

LABORATORIO CINEMATOGRAFICO

 

Consta di un solo rimorchio (fig. 7) sul quale è stato sistemato tutto il macchinario occorrente per lo sviluppo orario di 150 metri di negativo e posi­tivo e stampa di 600 metri di positivo.

Le operazioni di sviluppo e stampa sono interdipendenti e possono avve­nire contemporaneamente.

L’attrezzatura del carro è completa, dall'impianto elettrico a quello idrico, dal refrigerante al decalcificatore, con condizionamento automatico di aria ambiente e di temperatura ai bagni, senza contare quanto occorre per esame, montaggio e conservazione delle pellicole (fig. 8).

 

 Laboratorio cinematografico mobile Regia Aeronautica 1936

 FIG. 7 – CARRO CINEMATOGRAFICO AUTOTRAINATO CHIUSO

 

 Laboratorio cinematografico mobile interno Regia Aeronautica 1936

FIG. 8 – CARRO CINEMATOGRAFICO AUTOTRAINATO: PARTICOLARE DELLA STAMPATRICE

 

 

CENTRO PER LE COMUNICAZIONI RADIO ELETTRICHE

 

È sistemato su due rimorchi e precisamente su uno sono installati gli apparati trasmittenti (fig. 9) e sull'altro gli apparati riceventi (fig. 10), il telegrafo, il centralino telefonico ed i comandi dei trasmettitori.

Il telaio e le carrozzerie dei rimorchi sono stati modificati in base alle particolari esigenze delle installazioni radio.

L'energia per il funzionamento, tanto del rimorchio con gli apparati riceventi come di quello per gli apparati trasmittenti, viene prodotta mediante gruppi elettrogeni che sono del tipo normalizzato ed impiegati anche per i carri officina ed i laboratori fotografici. L’energia può essere anche presa direttamente dalla rete stradale.

Normalmente i due carri rimorchio vengono impiegati alla distanza di 1 - 2 chilometri l'uno dall'altro ed il loro collegamento è ottenuto mediante cavi flessibili di gomma.

Ragioni di riservatezza militare non ci permettono di dare particolari sui trasmettitori R. T. 800 e sui ricevitori, che realizzano oggi quanto di meglio si può avere per effettuare, con le moderne possibilità tecniche, una tattica delle comunicazioni radiotelegrafiche.

Diciamo solo che le stazioni così realizzate permettono comunicazioni mediante onde lunghe, medie e corte, sia in telegrafia che in telefonia.

 

 Stazione radiotelegrafica trasmittente Regia Aeronautica 1936

FIG. 9 – STAZIONE RADIOTELEGRAFICA TRASMITTENTE AUTOTRAINATA:

PARTICOLARE DEL GRUPPO ELETTROGENO

 

 Stazione radiotelegrafica trasmittente Regia Aeronautica 1936

FIG. 10 – STAZIONE RADIOTELEGRAFICA TRASMITTENTE AUTOTRAINATA

 

 

BOTTI BENZINA ED ACQUA

 

Oltre alle autobotti, date le previste enormi necessità del rifornimento di essenza e di acqua in A. O., il Ministero d'Aeronautica ha attrezzato su rimorchio, botti della capacità di 4000 litri, in due serbatoi ellittici di 2000 litri, ciascuno dei quali è provvisto di parete stagna, munita di saracinesca nella parte inferiore che consente, con manovra esterna, la comunicazione degli scomparti (fig. 11).

I serbatoi sono protetti dalle alte temperature esterne mediante un'inter­capedine di cm. 12. Le operazioni di travaso vengono effettuate a mezzo di due pompe rotative. Naturalmente le botti sono munite del sistema a ciclo chiuso per il travaso della benzina.

Hanno una capacità di erogazione di 220 litri al minuto primo, qualora vengano azionate le due pompe della portata di 110 litri ciascuna.

 

 Botte da 4000 litri Regia Aeronautica 1936

FIG. 11 – BOTTE RIMORCHIATA PER BENZINA DA LITRI 4000: PARTICOLARE POMPE ROTATIVE E COMANDO SARACINESCHE DI COMPARTIMENTAZIONE

 

 

MISCELATORE

 

L'uso come carburante delle miscele alcooliche etilizzate, ha imposto la necessità, per semplificare i rifornimenti e renderli possibili su tutti i campi, di dotare le basi aeree di miscelatori fissi e mobili (figure 12 e 13).

Quelli inviati in A. O. hanno risolto brillantemente il problema lavorando giorno e notte senza soste per far fronte agli enormi consumi di carburanti, conseguenza della intensissima attività di volo delle nostre squadriglie. Il miscelatore trainato consente la preparazione e la distribuzione di

miscele binarie e ternarie oltre al piombo tetraetile. La sua capacità di produzione è di litri 10 di miscela al minuto primo.

 

 Miscelatore mobile Regia Aeronautica 1936

FIG. 12 – MISCELATORE MOBILE AUTOTRAINATO

 

 Miscelatore mobile Regia Aeronautica 1936

FIG. 13 – MISCELATORE MOBILE AUTOTRAINATO:
PARTICOLARE DI UNA FIANCATA CON MISURATORI VOLUMETRICI

 

 

SEZIONE LUCE

 

Questa installazione su rimorchio, riunisce in sé, con razionale concezione, tutti i mezzi necessari per la vita ed il lavoro sulle basi e per l'attività aerea notturna (fig. 14).

Essa è una vera piccola centrale elettrica disponendo di gruppo gene­ratore di quadri di manovra delle macchine elettriche e di comando dei cir­cuiti di batterie accumulatori e relativi quadretti di carica, di interruttori, prese di corrente, di attrezzi, di pezzi di ricambio.

Il rimorchio è dotato di quattro proiettori per l’illuminazione intensiva del campo di atterraggio, di un aerofaro a rotazione, di un faro per le partenze in volo, di venti lampade per la delimitazione del campo, di una manica a vento con illuminazione sia a manica stesa che a manica afflosciata, di due T mobili di atterraggio, di venti bobine portanti i cavi e di lampade portatili.

Con tali mezzi la sezione luce dà la possibilità, a squadriglie dislocate su campi sprovvisti di energia e di impianti di illuminazione, di poter svolgere piena attività di volo e di lavoro durante le ore notturne.

 

 Sezione luce Regia Aeronautica 1936

FIG. 14 – SEZIONE LUCE

 

 

CELLE FRIGORIFERE

 

Il furgone, situato su rimorchio, è internamente rivestito ed isolato ter­micamente a mezzo di una parete coibente ed è diviso in due celle indipendenti. L’isolamento delle celle è realizzato col sistema a camera anticonvettiva ad autocompensazione.

Il refrigerante è costituito da 16 colonne di ghiaccio (32 mila frigorie). Le celle contengono complessivamente 3000 chilogrammi di carne in 54 quarti.

 

* * *

 

Per i rimorchi di minore ingombro e peso, l'Aeronautica ha costruito un tipo di biga normalizzata sulla quale sono state installate:

botti benzina da litri zoo con intercapedine e pompa;

botti isotermiche per acqua potabile da litri 1000;

cassoncini trasporto materiale fino a 1500 chilogrammi; motopompe;

compressori.

 

La biga, espressamente studiata per le esigenze aeronautiche, è idonea ad essere trainata da autocarri medi e leggeri anche su terreni difficili, senza infirmare menomamente sui carichi utili degli autocarri stessi (fig. 15) ; su terreni impraticabili da ordinari mezzi automobilistici, può essere trainata dalla trattrice veloce a cingolo molleggiato.

I mozzi, le ruote, i cuscinetti ed i pneumatici delle bighe, sono intercam­biabili e normalizzati con quelli degli autocarri Ceirano 47 C, facilitando in tal modo rifornimenti e ricambi.

Le botti bighe, oltre che per i rifornimenti sui campi, si sono rese utilissime, specie in Somalia, in uno speciale impiego.

Per l'autonomia delle autocolonne, in precedenza, veniva usato il sistema di detrarre dal carico utile trasportato, il quantitativo di carburante ed acqua necessario per l'autocolonna stessa.

Detto sistema, in seguito, venne perfezionato nel modo seguente: ogni sezione di autocolonna viene dotata delle bighe necessarie ai propri bisogni facendole trainare dagli autocarri.

I vantaggi realizzati sono i seguenti: per quanto concerne i carburanti, massima economia di tempo nei rifornimenti, dato che le botti sono fornite di rapido e comodo mezzo di erogazione; per i rifornimenti idrici: si è potuto assicurare un'ottima acqua potabile, anche dopo una settimana di marcia, grazie allo speciale isolamento termico delle botti costruite in alluminio puro, ed il rapido rifornimento dei radiatori.

In tal modo si è riusciti ad ovviare a gravi inconvenienti quali quello della rottura dei recipienti, dell'alta temperatura dell'acqua e delle deficienti qualità igieniche.

Inoltre, ad ogni tappa del lungo percorso, vengono lasciate le botti vuote che sono poi riprese dall'autocolonna nel viaggio di ritorno in sede. Le botti biga sono dei veri e propri thermos. Al collaudo compiuto in ambiente alla temperatura costante di 6o gradi per 72 ore, l'acqua interna subì un aumento di soli 5 gradi.

Questi i mezzi trainati.

Vediamo ora le realizzazioni effettuate per i servizi in A. O. di mezzi semoventi.

 

 Autocarro Ceirano 47C Regia Aeronautica 1936

FIG. 15 AUTOCARRO CEIRANO 47 C COLONIALE CON TRAINO DI BIGHE.
SU TERRENI DIFFICILI E’ PREVISTO IL TRAINO DI UNA SOLA BIGA

 

 

 

CARRI SOCCORSO

 

Il Ministero si è preoccupato di dare ai campi, per il servizio sulla linea di volo, ed agli autoreparti, per il servizio delle autocolonne, due speciali carri soccorso che rispondessero in pieno al loro nome, ossia alle esigenze dell'attività aerea degli aeroplani e delle marce di numerosi automezzi su percorsi difficili e lunghi.

Furono così costruiti il carro soccorso velivoli ed il carro soccorso auto­veicoli.

Il primo sostituisce, con ben più completa e perfezionata attrezzatura, l'autoavviatore delle vecchie squadriglie da caccia, quello che, installato su chassis Ford, era noto in tutta l'aviazione col nome di “ Ridolini “.

Il moderno carro soccorso velivoli, posto su chassis Ceirano 47 C, è dotato di un gruppo motocompressore che produce l'aria necessaria per l'avviamento dei motori. La sua portata in aria è di circa 1000 litri al minuto (misurata alla pressione atmosferica) e la pressione è variabile, secondo i bisogni, da 1 a 75 atmosfere. Tale quantità d'aria permette la messa in moto di un motore A 25 ogni 40". Le speciali tubazioni sono provviste di raccordi a tre diramazioni che permettono l'avviamento contemporaneo di tre motori.

L’ impianto d'aria compressa viene inoltre utilizzato sia per la produzione della schiuma meccanica occorrente all'apparecchiatura contro incendi, sia per il funzionamento della utensileria pneumatica.

Il carro ha una grue rientrante della portata di 1500 chilogrammi, con altezza di gancio di metri 5 e sbalzo di metri 1,50 (fig. 16). La grue è destinata specialmente al montaggio e smontaggio dei motori dagli appa­recchi. Un apposito dispositivo permette lo spostamento trasversale del gancio sotto carico.

L’ impianto estinzione incendi è costituito da due dispositivi di produ­zione schiuma meccanica, da dieci estintori portatili da litri 13 ciascuno e da un indumento completo di amianto per salvataggi.

Gli attrezzi pneumatici di cui è dotato il carro sono: trapani, scalpelli, mola smeriglio, dispositivo per lavaggio, ingrassaggio e aspirazione polvere, dispositivo per gonfiamento pneumatici.

Per permettere i soccorsi ed il lavoro notturno, si è dotato il carro di un faro elettrico su colonna allungabile, girevole ed inclinabile in tutti i sensi.

Per il soccorso dei velivoli il veicolo ha un carrello porta pattino o ruota di coda. La copertura del carro soccorso è ottenuta a mezzo di un telone imper­meabile sostenuto da una centinatura scorrevole. L’esperienza d impiego ha dimostrato che la prestazione di questo automezzo si può considerare perfetta.

 

 Autocarro soccorso velivoli Regia Aeronautica 193

FIG. 16 – CARRO SOCCORSO VELIVOLI CON GRUE SVILUPPATA

E CARRELLO PORTAPATTINO O RUOTA DI CODA

 

 

 

CARRO SOCCORSO AUTOVEICOLI

 

Esso risponde allo scopo di dare al seguito delle autocolonne una organiz­zazione che consenta, sia la manutenzione degli autoveicoli durante la marcia, sia le operazioni di sollevamento e' traino di automezzi incidentati, sia la loro rapida riparazione.

Il carro (fig. 17), pertanto è dotato di: una grue, paranchi, tavoloni, cricchi, leve, cavi e di un tirante e carrello per traino autocarri incidentati. Un impianto produzione luce permette i lavori notturni sul carro. Per la manu­tenzione vi è un compressore e vi sono apparecchi per gonfiamento pneuma­tici, per lavaggio motori con petrolio atomizzato, per asciugatura, per lubri­ficazione balestre, per grassaggio ad alta pressione, per verniciatura a spruzzo e per la carica accumulatori.

Per il servizio riparazioni sono installati sul carro i seguenti apparecchi:

banco con morsa;

mola a smeriglio da banco;

trapano da banco a due velocità;

incudine in acciaio;

fucina portatile;

lampada a benzina:

gruppo elettrogeno per carica batterie con dinamo in derivazione, azionato da motore a benzina di tre cavalli che consente anche il funziona­mento del compressore per la stazione di servizio.

Le autocolonne dell'aviazione della Somalia, che da Mogadiscio a Neghelli, in 25 giorni di marcia fra andata e ritorno, su piste di sabbia e fango, hanno compiuto con regolarità esemplare il difficile percorso, furono sempre provviste del provvidenziale carro soccorso, che assicurò in ogni circostanza la manutenzione, il salvataggio dei mezzi incidentati, le rapide sostituzioni di parti e le piccole riparazioni.

 

 Autocarro soccorso veicoli Regia Aeronautica 1936

FIG. 17 – CARRO SOCCORSO AUTOVEICOLI: PARTICOLARE DELL’OFFICINA PER LE PICCOLE RIPARAZIONI, DELLE ATTREZZATURE E DEL BANCO DI LAVORO OTTENUTO CON IL RIBALTAMENTO DELLA PARETE

 

L’autocarro coloniale adottato dalla Regia Aeronautica, che è stato il mezzo di trasporto di tutti i materiali su tutti i campi dell'Africa Orientale è il Ceirano 47 C (fig. 15), con passo 3800, velocità massima 45 km/ora.

La cabina per il conducente è dotata di tetto isotermico e di protezione termica nella parte inferiore del posto di guida, dal motore e di lettuccio per il conducente stesso.

Il carburatore è provvisto di filtro depuratore d'aria. Il carro è anche dotato di due casse d'acqua potabile (25 litri circa) e di speciali adatta­menti sulle pedane per il trasporto di latte di benzina.

L’autocarro ha risposto in modo meraviglioso dando prestazioni e risul­tati molto superiori a quelli resi dalle Chevrolet e dalle Ford di cui, per necessità urgenti, il Ministero d'Aeronautica dovette forzatamente ed a malin­cuore autorizzare l'acquisto sul posto, nei primi tempi delle operazioni belliche.

Per i servizi contro incendi è stata adottata una autopompa (fig. 18) che consta di una botte per acqua attrezzata per uso pompieristico, montata su chassis Ceirano 47 C, con pompa a mano; la motopompa è installata su rimorchietto biga.

I due tipi di trattori adottati dalla R. A. sono il Fiat 700 C ed il Fiat 708 CM, l'uno particolarmente idoneo per il traino di treni stradali con forti carichi per i trasporti di materiali pesanti ed ingombranti, dalle banchine dei porti alle basi aeree, l'altro adatto per la manovra di traino degli aeroplani sui campi, per il salvataggio di automezzi affondati e per il traino di bighe su strade impraticabili.

Per il trasporto del personale son stati dotati i comandi di Aeronautica, di aeroporti e delle autocolonne, di vetturette e vetture coloniali.

La vetturetta è la 508 del tipo rinforzato militare con opportuni adatta­menti; speciali supporti al cambio ed al ponte consentono la sicura marcia del veicolo anche su pendenze notevoli.

Il radiatore è di opportuna capacità per i climi tropicali, le ruote, a sezione e diametro aumentato, consentono notevoli altezze degli organi inferiori del telaio dal filo di terra.

Furono inoltre predisposti autobus ed autoambulanze con protezione isotermica e con molti particolari nelle installazioni rispondenti alla speciale situazione di clima e di strade.

Per dare mobilità alla sezione cinematografica la si è dotata di una vet­tura (fig. 19) appositamente attrezzata che permette riprese in piedi sul tetto del furgoncino o seduti in posizioni comode ed agevoli per il lavoro, sia in stazione che in moto.

La vettura coloniale è stata realizzata sullo chassis Fiat 618 industriale espressamente modificato dalla R. A. e provvisto di robusta frizione, snodo cardanico con cuscinetti ad ago, semialberi rinforzati, ruote accoppiate soppor­tate da cuscinetti a rulli.

La carrozzeria dispone di sedili per otto persone ancorati al pavimento della vettura con appositi galletti che rendono possibile il rapido smontaggio di essi nel caso si dovessero percorrere lunghi itinerari su terreni difficili, dando la possibilità di eventuale piazzamento di armi e trasporti di viveri.

Si è così ottenuto un mezzo robusto, perfettamente idoneo per un intenso impiego in condizioni di grande difficoltà. La presenza di lunghe molle a balestre, di ammortizzatori idraulici alle quattro ruote e di ruote a disco posteriormente doppio, con pneumatici a bassa pressione, favorisce la sta­bilità e l'aderenza della macchina. La vettura è dotata di un serbatoio supple­mentare per benzina ed uno per acqua, contenuti in apposito baule isotermico. Ha freni idraulici sulle quattro ruote ed ausiliario sulla trasmissione.

L'esperienza di funzionamento delle autocolonne ha dimostrato pratica­mente la superiorità della vettura coloniale italiana sulla autovettura Ford. Ad esempio: sul percorso di una nostra autocolonna da Mogadiscio a Gorrahei, nel mese di febbraio, percorrendo l'identica pista, una vettura Ford affondava in un sol giorno venti volte, mentre la vettura italiana proseguiva senza insabbiarsi mai e quindi senza arresti e senza conseguenti lunghe manovre di soccorso.

Allo scopo di assicurare l’intensissimo impiego degli automezzi, il Mini­stero dell'Aeronautica, provvide a fornire gli autoreparti di squadre di operai, di ricca dotazione di gruppi di ricambio, di impianti saldatura, di vulcaniz­zatori, ecc.

Tutta una razionale organizzazione, fu realizzata con il criterio del rendi­mento a carattere industriale, ossia di permettere massima rapidità di ripara­zione e la migliore e più economica utilizzazione, col sistematico ricupero dei materiali riparabili e fuori uso.

Così il servizio automobilistico aeronautico, con la disciplina delle sue colonne, con la febbrile intensità dei trasporti, con la razionalità delle instal­lazioni e del loro impiego, ha risposto al suo compito che, se pur modesto e silenzioso, è valso a render possibile l'afflusso regolare dei materiali di rifor­nimento, necessari per l'esecuzione di quei lunghi, numerosissimi voli bellici che hanno destato l'ammirazione del Mondo e resa alata la Vittoria.

 

 Autobotte e autopompa Regia Aeronautica 1936

FIG. 18 - AUTOPOMPA SU BIGA RIMORCHIATA DA AUTOBOTTE

 

 Autovettura per riprese cinematografiche Regia Aeronautica 1936

FIG. 19 - AUTOVETTURA PER RIPRESE CINEMATOGRAFICHE E FOTOGRAFICHE CON PARTICOLARE POSTAZIONE, SEDILE GIREVOLE E SUPPORTO ANTIVIBRANTE PER INSTALLAZIONE MACCHINA CINEMATOGRAFICA

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