Volare è passione e vocazione, che riempie di sè una vita.
Adolf Galland
Esperienze di appontaggio simulato presso l’aeroporto di Perugia-Sant’Egidio
Esperienze di appontaggio simulato presso l’aeroporto di Perugia-Sant’Egidio
Nonostante il primo progetto di nave portaerei risalisse ai primi anni 20 ed altri fossero apparsi successivamente l’Italia entrò nella seconda guerra mondiale priva di tal genere di nave.
L’approntamento dell’ “Aquila” iniziato nel 1941 non vide mai compimento e la nave, completata all’80%, venne demolita nel dopoguerra.
Il Comandante Giancarlo Garello, nel corso di un approfondito studio relativo all’ «Organizzazione Roma », rintracciò la relazione scritta da un pilota collaudatore della Luftwaffe al termine del ciclo di valutazioni condotte a Perugia - S. Egidio con aerei italiani e tedeschi modificati allo scopo.
Insieme a questo interessante documento presentiamo una serie di schede tecniche sui velivoli imbarcati italo-tedeschi e sulle portaerei Aquila e Graf Zeppellin.
Centro Sperimentale di Travemünde
Rapporto No 937/43 fascicolo E 2/3
Oggetto: Prove di frenatura di velivoli sull'impianto di frenatura da portaerei di Perugia - Italia.
Indice
1. Riassunto.
2. Compito.
3. Prove con velivoli tedeschi.
4. Prove con velivoli italiani.
5. Addestramento per passaggio di piloti italiani.
1. Riassunto
Nel periodo dal 25.2.43 al 3.3.43 è stato messo a punto e provato dal Centro Sperimentale il verricello di frenatura da portaerei fornito alla Marina Italiana dalla ditta Demag di Duisburg. Sull'accettazione dell'impianto vedasi il Protocollo E 8 del 5.3.43. In questa occasione il personale italiano è stato addestrato sul funzionamento del freno da portaerei.
Si raccomanda una stretta collaborazione fra l'Ufficio di Sviluppo tedesco e quello italiano per lo scambio di ulteriori esperienze.
2. Compito
In collegamento con E 8 Tra e la ditta Demag, che dovevano consegnare l'impianto di frenatura da portaerei fornito alla Marina Italiana, bisognava effettuare presentazioni di prove in volo con velivoli tedeschi ed istruire il personale di volo italiano nel funzionamento del freno da portaerei in base alle esperienze fatte in Germania e riaddestrarlo agli atterraggi frenati.
Infine, doveva effettuarsi uno scambio di esperienze fra l'Ufficio di Sviluppo tedesco e quello italiano.
Alle prove parteciparono, da parte dell'aviazione tedesca:
per l'impianto di frenatura
Ing. Pil. dello Stato - E 8 Travemúnde Maggiore Muller
come piloti:
Maggiore Bode - Lehr-Kdo. 18 e Ing. Kbnigs - E 2 Travemunde
Si avevano a disposizione i velivoli:
Ju 87 C-1 W. Nr. 573 SH + DB
Ar 96 B-1, U-2 W. Nr. 4553 CD + OA
3. Prove coi velivoli tedeschi
Vennero eseguite inizialmente prove di rullaggio coi velivoli
Ar 96 Peso totale circa 1760 kg
Ju 87 Peso totale circa 4300 kg
In questa circostanza l'impianto di frenatura venne regolato dall'E 8 Travemunde. Successivamente, si controllò e migliorò la regolazione mediante atterraggi frenati con Ar 96.
Come fattore sfavorevole è sopraggiunta la calma assoluta di vento, una condizione di prova che, quasi generalmente, non si era presentata durante le prove a Travemunde. Si sono perciò raggiunti forti valori nelle decelerazioni dei velivoli.
Col tipo Ar 96 furono eseguite 18 prove di rullaggio e 68 atterraggi frenati. Non vi sono stati scarti né incidenti in queste condizioni assai severe.
Il tipo Ar 96 ha nuovamente dimostrato di essere idoneo all'attività di esercitazione e di addestramento agli atterraggi frenati e l'impianto di atterraggio di bordo può essere d'ora in poi qualificato come perfetto.
Col tipo Ju 87 C sono state effettuate 5 prove di rullaggio, che si sono svolte impeccabilmente. Dopo il 2° atterraggio frenato, al toccar terra del ruotino di coda al termine dello spazio percorso durante la frenata, il supporto del cuscinetto superiore del ruotino di coda si è distaccato dal guscio della fusoliera. È stato dimostrato che per il tipo Ju 87 la sella nel diagramma elettrico di frenatura e la forte caduta della curva al termine della frenata, particolarmente in calma di vento, si fanno sentire in maniera spiacevole. Lo stesso inconveniente si era verificato a Travemunde nel gennaio 1943. Il velivolo danneggiato ha potuto, con mezzi semplici ed alla meglio, esser messo in condizioni di trasferirsi.
4. Prove con velivoli italiani
Erano a disposizione i seguenti velivoli:
Velivolo da addestramento per portaerei SAIMAN 200
Caccia da addestramento per portaerei Fiat G 50 gancio di atterraggio davanti al ruotino di coda
Caccia da addestramento per portaerei Fiat G 50 gancio di atterraggio dietro il ruotino di coda
Velivolo da caccia per portaerei Reggiane Re 2001: gancio di atterraggio davanti al ruotino di coda
Velivolo da caccia per portaerei Reggiane Re 2001: gancio di atterraggio dietro il ruotino di coda
I velivoli sono stati seguiti in volo dal Centro Sperimentale ed è stata valutata la loro idoneità per l'impiego su portaerei.
a. Velivolo da addestramento per portaerei SAIMAN 200
Il velivolo si dimostra inadatto come velivolo per portaerei. La costruzione del gancio di atterraggio fa una buona impressione, ma non è prevista per ricevere il contraccolpo dell'atterraggio.
Il gancio batte contro il fondo in legno della fusoliera, per cui dopo 3 prove di rullaggio vi si è conficcato dentro.
Per quanto tempo continueranno a resistere il carrello relativamente debole e il ruotino di coda alle aumentate sollecitazioni negli atterraggi frenati, appare incerto.
A causa del basso peso totale e della bassa velocità di atterraggio, la corsa di frenata è pessima.
Il velivolo è stato frenato con lo stadio 0, quindi solo col giunto a frizione.
All'atto della frenata, i piloti urtano con gli stinchi ed i ginocchi contro le ordinate di fusoliera.
Il tipo SAIMAN 200 risulta inadatto all'addestramento preliminare agli atterraggi frenati per cacciatori.
L'Arado Ar.96 B-1 e lo Junkers Ju 87 C-1 forniti dalla Luftwaffe per le prove di valutazione condotte sull'aeroporto di Perugia-S. Egidio all'inizio del 1943. L'impianto frenante era stato fornito alla Regia Marina dalla Demag di Duisburg, dopo le esperienze effettuate in Germania.
Il Fiat G.50 bis MM 5988 (V serie FIAT) munito di gancio di arresto.
La forcella era fissata sui lati della fusoliera, all’altezza del ruotino di coda.
Le sei prove effettuate a Perugia fornirono risultati deludenti.
b. Caccia da addestramento per portaerei Fiat G. 50.
Il tipo Fiat G 50 è stato respinto dagli italiani, non soddisfacendo le qualità come velivolo da portaerei. Con questo tipo sono state effettuate solo 6 prove di rullaggio.
c. Velivolo da caccia per portaerei Reggiane Re 2001 con DB 601
Peso totale per le prove da portaerei ridotto a 2800 kg.
Il velivolo si presenta molto idoneo come velivolo da caccia per portaerei. Secondo un giudizio approssimativo, quale solamente è stato possibile dare, forse addirittura migliore del tipo Bf 109 T. Non è possibile fare qui un confronto delle prestazioni. La visibilità, soprattutto durante l'atterraggio, è senz'altro migliore di quella del Bf 109 T a causa dell'alta capottina del pilota.
Le qualità di volo sono buone. Le forze sulle superfici di comando sono ben armonizzate tra loro. La maneggevolezza si presenta anch'essa buona. Il comportamento in rovesciamento può essere definito come tranquillo (particolarmente favorevole per velivoli da portaerei).
A causa del bilanciere nella barra di comando, lo stallo diventa percettibile. Il velivolo entra poi in leggera vibrazione. L'atterraggio è molto semplice, la velocità di atterraggio sembra aggirarsi sui 135 km/h. Nella corsa di atterraggio la macchina ha una grande tendenza al capottamento, è necessario un frenaggio continuo.
Col velivolo in cui il gancio di atterraggio era sistemato dietro il ruotino di coda sono state eseguite le prime prove di rullaggio.
Le prove hanno avuto esito negativo. La pressione di contatto del gancio al suolo non era sufficiente. La forma dell'apertura del gancio era non appropriata. Inoltre, la sistemazione del gancio di atterraggio dietro e vicino al ruotino di coda ha avuto per ciò stesso effetti sfavorevoli, allorché il cavo dopo aver strisciato sopra il ruotino di coda non aveva il tempo sufficiente ad alzarsi di scatto. Le prove sono state interrotte dopo 8 prove di rullaggio. Le prove di rullaggio furono proseguite col secondo velivolo. La sistemazione del gancio di atterraggio davanti al ruotino di coda e il comportamento del velivolo durante la frenata si possono definire buoni. La forma dell'apertura del gancio appare alquanto inappropriata. Il gancio è troppo stretto, per cui il raggio di flessione per il cavo di frenaggio è troppo piccolo. Per l'assorbimento del contraccolpo del gancio di atterraggio non sono stati previsti né rinforzi né smorzamenti. La parte inferiore della fusoliera è rimasta danneggiata nel punto d'impatto. La forcella del ruotino di coda non è stata anch'essa rinforzata, per cui si è inflessa nella ricaduta al termine della frenata.
Con diverse velocità di rullaggio fino a circa 100 km/h sono state effettuate 13 prove di rullaggio. Dopo il danneggiamento di 2 forcelle del ruotino di coda, le prove hanno dovuto essere interrotte.
C'è da aspettarsi che, dopo il miglioramento dell'impianto di atterraggio a bordo, il tipo Re 2001 venga adottato come un buon velivolo da portaerei.
5. Addestramento per passaggio dei piloti italiani
Nell'ambito delle prove sono stati istruiti con l'Ar 96 al doppio comando ufficiali e sottufficiali del comando portaerei per atterraggi frenati. Spesso si è toccato terra a 80-100 m prima del cavo di frenamento. La maggior parte dei piloti sono abituati a toccar terra ad alte velocità di atterraggio, per cui non si è raggiunta la posizione su tre punti. L'addestramento ha dimostrato che, per operare velivoli da portaerei, sono necessari piloti effettivamente buoni e ben maturi.
31 marzo 1943
Il Reggiane RE.2001OR con il ruotino di coda allungato ma ancora privo del gancio di arresto. Nel corso dei collaudi l’aereo si dimostrò idoneo come caccia imbarcato, con una velocità d'atterraggio di circa 135 km/h. Un esemplare montava il gancio posteriormente al ruotino di coda, l'altro anteriormente.
Ponte aviorimesse dell'«Aquila» e disposizione dei RE.2001.
L’ala ripiegabile non era stata prevista neppure in sede progettuale
Junkers Ju. 87C-0 Casar motore: Jumo 211 A-1 - potenza: cv 950 al decollo - apertura alare: m 13,80 - lunghezza: m 11,00 - altezza: m 4,23 - superficie alare: mq 31,90 - peso a vuoto: kg 2.900 - peso a carico massimo: kg 4.510 - velocità massima: km/h 380 a 4.000 m - tempo di salita: / - tangenza massima: m / - autonomia: / - armamento: 2 MG17 alari da 7.92 mm, 1 MG15 dorsale da 7,92 mm - carico bellico: kg 1.800 (massimo).
La versione navale dello Stuka doveva equipaggiare la costruenda portaerei Graf Zeppelin. Due esemplari della versione B furono trasformati nella preserie C-0 nel marzo-aprile ‘39 e venne formulato un ordine di 120 macchine che dovevano essere prodotte tra il luglio '40 e l'agosto '41. Il Casar era dotato di gancio di frenaggio, carrello sganciabile per facilitare il galleggiamento in caso di ammaraggio, attrezzatura di salvataggio, ali ripiegabili. Sulla versione di serie C-1 erano previsti impianto elettrico per il ripiegamento delle ali, attacco ventrale per bomba o siluro, serbatoi supplementari alari. Il cambiamento degli indirizzi della Kriegsmarine portarono prima alla dilazione e quindi all'annullamento, dell’allestimento della portaerei e di conseguenza anche dei Casar. I pochi esemplari prodotti operarono con la Staffel 4 (Stuka) /Tr.Gr186 sul Baltico nel 1939.
Messerschmitt Bf. 109 T.1 (T.2) motore: Daimler Benz 601 A-1(601 N) - potenza: cv 1.175 (1.200) - apertura alare: m 10,32 - lunghezza: m 11,08 - altezza: m 2,80 - superficie alare: mq 22,10 - peso a vuoto: kg 2.000 (1.910) - peso a carico massimo: kg 2.600 (2.540) - velocità massima: km/h 575 (580) - tangenza massima: m 10.500 (12.000) - autonomia: km 660 (850) - armamento: 2 MG17, 2MG/FF
La conversione del Bf.109/E.4N nella versione T.1 (Trager Flugzeuge) venne completata nel 1940 presso la Gerhard Fieseler di Kassel. Le principali modifiche consistevano nelle ali ripiegabili, maggiorate in apertura e superficie, dai ganci d'arresto e relativi rinforzi strutturali per il fissaggio nella parte posteriore della fusoliera, flaps di maggiori dimensioni per ottenere una più bassa velocità di stallo in fase di appontaggio. L’aumento del peso a vuoto era solo parzialmente compensato dalla maggior potenza del nuovo motore installato. Le prove di appontaggio vennero effettuate con buoni risultati a Kiel con un impianto a terra predisposto dalla DEMAG di Duisburg. I Bf.109T vennero assegnati al 186° Gruppo Autonomo Caccia ma l'abbandono dei lavori della Zeppelin comportò lo scioglimento del reparto nel 1941 e l'assegnazione di personale e velivoli al I Gruppo dello JG.77 che li utilizzò sino al trasferimento nel 1942 nel settore Mediterraneo mentre piloti e Bf.109/T.1 costituirono il I Gruppo dello JG.5 dislocato in Danimarca. La Fieseler produsse inoltre 20 esemplari della sottoversione T.2 che presentava alcune modifiche tese al miglioramento della macchina. I T.2 affiancarono i T.1 nel I/5 JG. che nel frattempo era stato trasferito in Norvegia, effettuando numerose missioni a difesa della squadra da battaglia tedesca impiegata nel mare del Nord sino alla sostituzione nel 1942 coi FW.190. Gli esemplari superstiti confluirono in una squadriglia autonoma di difesa aerea dislocata a Helgoland ed operarono sino all'aprile del 1944 quando furono messi a disposizione del comando V Luftflotte per la difesa del Reich e trasferiti a Lubecca.
SAIMAN 200 motore: Alfa Romeo 115 - potenza: cv 185 - apertura alare: m 8,78 - lunghezza: m 7,47 - altezza : m 2,50 - superficie alare: mq 22 - peso a vuoto: kg 761 - a carico massimo: kg 1.056 - velocità massima: km/h 220 - tempo di salita: 13’ 27’’ a 3.000 m - tangenza massima: 6.000 m - autonomia: 475 km
Velivolo da scuola di I periodo a struttura lignea, prodotto in 140 esemplari oltre tre prototipi, era frutto del lavoro di una piccola azienda aeronautica con sede presso il Lido di Ostia. Ebbe limitato impiego presso alcune Scuole di I periodo della Regia Aeronautica e dell’aviazione croata. Certamente, per ciò che concerne l’utilizzo come velivolo scuola per l’aviazione imbarcata, il rivestimento in compensato della pur robusta struttura (coefficiente 15) risultava eccessivamente leggero in relazione alle sollecitazioni subite in fase di frenaggio.
Portaerei Aquila (ex turbonave passeggeri Roma) lunghezza f.t. 231,4 m - larghezza f.t. 35,75 m - ponte di volo: lunghezza 211 m, larghezza 26,65 m - dislocamento (standard/normale/pieno carico): 23.350, 26.700, 27.800 t - velocità massima (stimata) 30 nodi - autonomia 1.580 miglia a 29 nodi - armamento: 8 da 135/45 aa singoli, 12 da 65/64 aa singoli, 132 da 20/65 in complessi a sei canne - unità aeree imbarcate normali 38, massime 51 RE.2001 O.R. - equipaggio 1.532 tra ufficiali, comuni e reparto di volo.
Portaerei Graf Zeppellin lunghezza f.t. 262,3 m – larghezza (ponte di volo) 36,2 m - dislocamento (standard/pieno carico): 23.200/33.550 t - velocità massima (stimata) 33 nodi -autonomia 9.600 miglia a 19 nodi - armamento: 16 da 150/55 aa (12 binati, 4 singoli), 12 da 105/65 aa singoli, 22 da 37/83 in binate, 28 mitragliere da 20 singole - unità aeree imbarcate 42/43 (10 Bf.109T, 13 Ju.87C, 10 Fi.167 oppure 12 Bf.109T e 30 Ju.67C) – equipaggio 2.026 tra ufficiali, comuni e reparto di volo.
Crediti
Giancarlo Garello Esperimenti a Perugia per il caccia navale Aerofan n.4 ottobre - dicembre 1981
G. Borelli, A. Borgiotti, R. Caruana, G. Pini, C. Gori Junkers Ju 87 Stuka Stem Mucchi, Modena 1974
E. Brotzu, M. Caso, G. Garello Dimensione Cielo vol. 10 Scuola collegamento Edizioni dell’Ateneo & Bizzarri, Roma 1977
Nino Arena Bf-109 Storia del caccia Messerschmitt Edizioni dell’Ateneo & Bizzarri, Roma 1980
Erminio Bagnasco Enrico Cernuschi Le navi da guerra italiane 1940-1945 Ermanno Albertelli Editore, Parma 2009
Michele Cosentino Le portaerei italiane Albertelli Edizioni Speciali, Parma 2011