Volare è passione e vocazione, che riempie di sè una vita.
Adolf Galland
Scuola / collegamento
Bücker Bu.131 «Jungmann», immagini, scheda e storia
Velivolo da allenamento acrobatico, biplano, monomotore, biposto, a struttura mista.
[ vedi descrizione completa ]Scheda tecnica
CARATTERISTICHE
motore: Hirth HM.504
potenza: cv 105
apertura alare: m 7,40
lunghezza totale: m 6,62
altezza totale: m 2,25
superficie alare: mq 13,50
peso a vuoto: kg 380
peso a carico massimo: kg 670
velocità massima: km/h 183
velocità minima: km/h 82
tempo di salita: 23’ a 3.000 m
tangenza massima: m 4.300
autonomia: km 650
componenti equipaggio: 2
progettisti: Carl Clemens Bücker, Anders Andersson
primo volo prototipo: 27 aprile 1934
località: Johannisthal (Berlino)
Bücker Bu.131 «Jungmann», Tirana, autunno 1941
DESCRIZIONE TECNICA
Velivolo da allenamento acrobatico, biplano, monomotore, biposto, a struttura mista.
Ali in legno controventate con montanti tubolari e tiranti in filo d’acciaio con struttura monolongherone, rivestimento in tela; alettoni sulle semiali superiori e inferiori.
Semiali intercambiabili.
Piani di coda controventati da tiranti in filo d’acciaio con struttura in tubi d’acciaio al cromo-molibdeno e rivestimento in tela.
Carrello fisso a ruote indipendenti, gambe di forza controventate, con ammortizzatori oleo-elastici e freni.
Ruotino di coda orientabile, non retrattile.
Fusoliera con struttura in traliccio di tubi d’acciaio saldati al cromo-molibdeno e rivestimento in tela verniciata ad eccezione della parte anteriore, in corrispondenza del motore, e della parte dorsale (posti di pilotaggio) ricoperte in lamierino di lega leggera.
Posti di pilotaggio in tandem in abitacoli aperti dotati di doppi comandi e strumentazione standard per i parametri di volo e controllo del motore.
Motore con elica bipala In legno a passo fisso; carburante in un serbatoio disposto nella sezione anteriore di fusoliera fra il motore e l’abitacolo.
DOTAZIONE
n. 41 – dal maggio 1941
CREDITO
Autori Vari Dimensione Cielo scuola collegamento vol. 11 Edizioni dell’Ateneo & Bizzarri Roma 1977
Storia aereo
Negli anni Trenta in Germania il biplano Bücker Bu.131 Jungmann conquista identica fama del De Havilland DH.82 Tiger Moth in Gran Bretagna.
Prodotto sino al 1940 in circa quattromila esemplari il Bu.131 sopperisce alle esigenze di addestramento basico della Luftwaffe sino al termine della II guerra mondiale ed è esportato in Jugoslavia, Romania e Bulgaria e costruito su licenza in Svizzera, Spagna, Cecoslovacchia, Giappone.
Esemplari del Bu.131 volano ancor oggi, oggetto di culto degli appassionati di acrobazia aerea.
Questa foto di un Bücker Bu.131 Jungmann con marca civile ben rende le esuberanti doti acrobatiche del velivolo
Venuta meno nel corso dei collaudi militari del Ca.603 la speranza di disporre di un biplano italiano dalle alte caratteristiche acrobatiche, la Regia Aeronautica ha modo, nell’aprile 1941, al termine delle ostilità contro la Jugoslavia, di requisire quarantuno Bu.131 appartenuti all’aviazione di quello Stato.
Nella seconda metà del 1941 questi aerei sono trasferiti sugli aeroporti di Forlì, Ravenna (sede di un Magazzino Territoriale Aeronautico) e Rimini, sede di un’importante Scuola di volo di 2° periodo con circa 150 velivoli in linea.
Al 27 luglio 1941 risultano in carico alla Regia Aeronautica trentanove Bu.131 di cui ventotto a Rimini, cinque a Forlì, due a Ravenna, uno a Guidonia, uno a Tirana per il Comando Aeronautica Albania.
Aeroporto di Mostar (Jugoslavia) un Bücker Bu.131 Jungmann
scagliato contro un albero dalla violenza delle esplosioni
Il Bu.131 è valutato a Guidonia e sono poi impartite disposizioni per la sua distribuzione a vari enti aeronautici. Ma già in questo caso, come poi ancor più pesantemente verificatosi per Le prede belliche francesi nel marzo 1943, la disorganizzazione regna sovrana. Ci sono gli aerei ma non i paracadute «a cuscino» senza i quali non è possibile impiegarli soprattutto nell’acrobazia.
Il cap. Salvatore Teja, presente a Ravenna nell’autunno 1941 per ricevere i primi RE.2001 destinati al 2° gruppo caccia, non ha difficoltà ad ottenere per il suo reparto uno dei Bu.131 accantonati in hangar. Per poter ottenere lo specifico paracadute adatto per il velivolo Teja si reca in volo con il Bu.131 a Rimini ove trova un solo esemplare di tale paracadute, che riesce ad ottenere dopo una difficile trattativa con il Personale locale.
Già il 13 settembre 1941 il Bu.131 n. 1799 è ceduto dal Magazzino Territoriale di Ravenna alla 234a squadriglia del 60° gruppo da caccia notturna: queste assegnazioni sono caratterizzate da un continuo scambio tra i vari enti aeronautici.
Nel gennaio 1942 la Regia Aeronautica ha in carico quarantuno Bu.131: tre al Reparto Volo della 1a Squadra Aerea, sei alla 2a Squadra, undici alla 3a Squadra, uno al Centro Sperimentale di Guidonia, tre al Reparto P di Roma-Centocelle, uno in riparazione presso I’AV.I.S., uno al Comando Aeronautica Albania, sei alla Scuola di 2° periodo di Rimini, due al Comando della Brigata «Leone» (59° e 60° gruppo da caccia notturna), due al I Nucleo Addestramento Intercettori di Treviso, quattro al 43° stormo da bombardamento a Milano-Bresso, uno al Reparto Volo del 3° Magazzino Aeronautico di Parma.
Nel dicembre 1941 la Regia Aeronautica ha studiato la possibilità di cedere a qualche aviazione estera l’intera aliquota di questi aerei, mancando delle scorte di parti di ricambio, ma poi con la speranza di poterle procurare in Germania è sopravvenuta la citata distribuzione ai reparti.
Nell’agosto dei 1942 la Croazia chiede di acquistare trentasei Bu.131 ma il 23 agosto lo Stato Maggiore della Regia Aeronautica dà disposizione di ridistribuire tali aerei tra vari Gruppi Complementari, in ragione di cinque esemplari ciascuno: 1° e 5° a Udine, 4° a Roma-Ciampino, 3° e 2° a Venaria Reale, 6° Grottaglie. Al 16 dicembre 1942 questi Gruppi Complementari hanno in totale ventuno Bu.131, i Reparti di volo della 1a, 2a, 3a Squadra Aerea cinque, il «Reparto P» tre, il 1° N.A.I. di Treviso-S. Giuseppe quattro, uno è in revisione presso la SAIMAN, che garantisce la manutenzione e la revisione dei Bu.131 operanti nell’ambito territoriale della 3a Squadra Aerea. Solo tra aprile e maggio 1943 il capo-pilota della SAIMAN, Luigi Pessione, collauda a Roma-Lido i Bu.l31 n. 1845, 1627, 1802, l797, 1746, 1736, 1740, 1636, 162l, 1633, 1639 quasi tutti provenienti dall’aeroporto di Roma-Centocelle (Reparto Volo della 3a Squadra Aerea e «Reparto P»).
Il rapido deteriorarsi dei Bu.131 consiglia di riesaminare l’ipotesi di cessione alla Croazia di trenta esemplari: l’accordo ê stipulato il 27 marzo 1943. Il 23 giugno 1943 piloti croati partono da Udine con i primi dieci Bu.131 e il 25 giugno sono prelevati altri cinque velivoli. I trasferimenti continuano fino a esaurimento dell’intero stock pattuito.