Volare è passione e vocazione, che riempie di sè una vita.
Adolf Galland
Trasporto
Savoia Marchetti S.66, immagini, scheda e storia
Scheda tecnica
CARATTERISTICHE
motori: FIAT A.24R
potenza unitaria: cv 700
apertura alare: m 33,00
lunghezza: m 16,63
altezza: m 4,93
superficie alare: mq 126,70
peso a vuoto: kg 7.900
peso a carico massimo: kg 11.500
velocità massima: km/h 265
velocità minima: km/h 95
tempo di salita: 21’ 50“ a 4.000 m
tangenza massima: m 5.100
autonomia: km 1.200
componenti equipaggio: 4
trasportati: 14 - 22
progettista: Alessandro Marchetti
primo volo del prototipo: n.c. 15001 nel 1932
località: Sant’Anna (Varese)
Savoia Marchetti S.66 - 613a Squadriglia Soccorso, Olbia fine giugno 1940
DESCRIZIONE TECNICA
Idrovolante a doppio scafo per il trasporto passeggeri, monoplano ad ala alta a sbalzo, trimotore, a costruzione in legno.
Ala costituita da tre sezioni: piano centrale (con attacco inferiore per gli scafi-galleggianti e superiormente castelli-motori) e due semi ali con leggero diedro per migliorare la stabilità trasversale; struttura tri longherone (uno principale e due secondari) in legno a doppio T, collegata da centine trasversali in legno, con divisione in 54 compartimenti stagni; rivestimento in compensato verniciato; alettoni ed ipersostentatori a struttura in legno.
Piani di coda in legno su sostegni a doppia trave ancorati all'estremità degli scafi ed al piano centrale dell'ala; timone di direzione a tre impennaggi, operante nelle scie delle eliche, compensato aerodinamicamente e controventato con montanti e tiranti.
Galleggianti con struttura e rivestimento in legno, a doppio fasciame sotto la linea di galleggiamento con l'interposizione di strati di tela impregnata di vernice antiputrido.
Motori alla sommità delle incastellature in tubi di acciaio poste sul piano centrale dell'ala, con eliche quadripale in legno a passo regolabile a terra.
Cabina di pilotaggio sulla sezione centrale dell'ala, con doppi comandi affiancati e cruscotto per i parametri di volo e il controllo dei motori; dalla cabina di pilotaggio si accede ai due scafi anche da un corridoio alare posteriore ove prende posto il motorista che, attraverso una botola praticata nella parte superiore dell'ala, può accedere ai motori anche durante il volo.
Nel settore anteriore di ciascun galleggiante è sistemata una cabina passeggeri con 7 posti, seguita da un compartimento con due cuccette, dal vano toilette e dal bagagliaio. Abolendo le cuccette, il numero di posti sale ad un massimo di 11 per scafo.
PRODUZIONE
Numero Costruzione |
Marca civile |
M.M. |
15002 |
I-MARE |
256 |
15018 |
I-PRUA |
60447 |
15019 |
I-LIDO |
60448 |
15020 |
I-LAGO |
60449 |
15021 |
I-MIRA |
60450 |
15022 |
I-MELA |
60451 |
CREDITI
Autori Vari Dimensione Cielo volume 8 Trasporto Edizioni Bizzarri, Roma 1975
Storia aereo
L’SM.66, sviluppo trimotore dell’S.55
Nell'autunno 1931 la Savoia Marchetti sviluppa la versione trimotore dell’S.55. Prima con 1'Aero Espresso e la Società Aerea Mediterranea, poi con l'Ala Littoria, 1'SM. 66 diviene un tipico idrovolante passeggeri in servizio sulle linee mediterranee.
La compagnia attrezza le proprie officine al Lido di Roma in modo da effettuarvi tutte le operazioni di manutenzione senza dover ricorrere alla Ditta costruttrice, gravata da impegni produttivi e di assistenza per la Regia Aeronautica.
La manutenzione è facilitata dai criteri costruttivi del velivolo: uno scafo può essere sostituito in una giornata di lavoro, la semiala in otto ore, coda e timoni di direzione in sei, i tre castelli motore completi di propulsori in sette. I posti possono salire da 14 a 22 con la sostituzione di poltroncine alle 4 cuccette alloggiate a poppa degli scafi.
Da un punto di vista strutturale l'elevatissimo coefficiente di robustezza (6) è tale da sopportare le più violente sollecitazioni; è invece pericolosa la soluzione delle eliche spingenti perché ogni loro minimo incidente coinvolge i piani di coda.
Utilizzo per trasporto di personalità
Il velivolo MM. 256 (I-MARE), di proprietà del Ministero dell'Aeronautica, è l'idrovolante personale di Benito Mussolini fino all'assegnazione di un Cant. Z. 506. Anche Italo Balbo, quale Viceré della Libia, impiega un SM. poi sostituito dal CZ. 506 e dal CZ. 509.
Dei 24 esemplari prodotti, l'Ala Littoria ne ha in linea 13 nel giugno 1935, 9 nel giugno 1936, 16 nel giugno 1937, 18 nel giugno 1938.
Il 30 giugno 1938, nella relazione di chiusura dell'esercizio annuale, l'Ala Littoria annuncia l'avanzata costruzione del Savoia Marchetti SM. 87 e del Macchi C.100, candidati alla successione degli SM. 66 «la maggior parte dei quali in procinto di raggiungere il termine della vita».
Militarizzazione all’entrata in guerra, il trasferimento in Sardegna
Nel giugno 1940 anche gli SM. 66, nonostante la vetustà, sono chiamati a continuare la vita operativa. L'8 giugno 1940, con Personale volontario dell’Ala Littoria, è costituita a Roma Lido la 613a squadriglia su 5 SM. 66, 9 piloti, 24 specialisti.
Il 12 giugno essa si trasferisce al completo sull'idroscalo di Elmas.
Trasferimento della 613a squadriglia da Roma Lido ad Elmas |
||||
marca |
nc |
n individuale |
Primo e secondo pilota |
Personale trasportato |
I-VELA |
15022 |
613-1 |
cap. Fortunato Tessarin, ten. Sebastiano Campanella |
6 |
I-MIRA |
15021 |
613-2 |
ten. Aldo Del Sonno, ten. Alfredo Paternoster |
4 |
I-LAGO |
15020 |
613-3 |
sottotenente Afro Taccari |
5 |
I-LIDO |
15019 |
613-4 |
ten. Raffaele Crucioli, Tomassone |
4 |
I-PRUA |
15018 |
613-5 |
ten. Adolfo Pegan, Cantino Cantini |
5 |
Il 13 giugno, per ordine del Comando Aeronautica della Sardegna, la 613a squadriglia è divisa in due Sezioni, una con tre velivoli basata ad Elmas, l’altra con due ad Olbia.
Alle h. 14,30 del 14 giugno gli SM. 66 del ten. Del. Sonno e del sottoten. Taccari decollano per Olbia ove giungono regolarmente alle h. 16,15.
Il 30 giugno i due idrovolanti della Sezione di Olbia scortano, per il sorvolo del Tirreno, i Breda Ba. 88 del 19° gruppo da combattimento in rientro nella Penisola dopo il breve periodo d'impiego in Sardegna.
il 10 luglio, il cap. Tessarin , della sezione di Elmas, avvista in mare i naufraghi di un Cant. Z. 506 abbattuto, 80 miglia ad ovest di Capo San Marco (Oristano).
Il 15 luglio la 613a squadriglia è sciolta e la Sezione di Olbia, completa di Personale e velivoli, diviene autonoma e si trasferisce a Brindisi.
La permanenza in Puglia è breve ed il 6 agosto 1940 i due velivoli rientrano ad Elmas e vi ricostituiscono, con gli altri tre SM.66, la 613a squadriglia alle dipendenze del cap. Tessarin.
Il12 luglio il 613-1, pilotato da Crucioli, porta ad Ajaccio il Console Generale ed il Cancelliere della nostra Rappresentanza diplomatica in Corsica.
Il 2 agosto i 613-1 e 5 cercano inutilmente un SM. 79 dato per disperso ed invece atterrato in Tunisia: l’idrovolante pilotato da Tessarin, è attaccato per errore da un CR. 42 del 3° gruppo caccia basato a Monserrato e colpito a motore centrale, ala, scafi, timone di coda da16 proiettili, ma è in grado di rientrare ad Elmas.
Il 9 agosto lo stesso velivolo, pilotato dai ten. Del Sonno e Cantini, soccorre 11 persone di un idrovolante civile francese abbattuto dalla nostra caccia ad ovest dell'isola di San Pietro.
Il 23 agosto il ten. Crucioli passa ai Servizi Aerei Speciali, Tomassone diviene capo equipaggio e riceve come secondo pilota il ten. Augusto Frediani.
Il 10 settembre il 613-3 è colpito ad un ala da schegge durante un'incursione notturna di velivoli inglesi su Elmas.
Trasformazione in velivoli sanitari, attività di collegamento con la Penisola
Il 10 settembre 1940 ha inizio la trasformazione sanitaria degli SM.66.
Al 31 dicembre 1940 oltre i due salvataggi citati gli SM. 66 hanno garantito la prosecuzione delle linee civili con l'Italia: in 120 voli sono trasportati 1.920 passeggeri, 2.750 kg. di materiale aeronautico, 350 kg. di posta militare. Col peggioramento dei trasporti marittimi tra Cagliari e Civitavecchia, gravemente esposti all'offesa dei sommergibili inglesi, è evidente quanto diventi preziosa questa attività di collegamento.
Utilizzo e perdita dell’SM.66 I-MARE
Deve essere anche ricordata la presenza, presso il Nucleo Comunicazioni Ala Littoria del Lido di Roma dell'SM.66 I-MARE (MM.256), inizialmente impegnata sulla linea Roma-Alghero-
Barcellona. Nel gennaio 1941 è trasferito a Marsala Stagnone ove garantisce numerosi collegamenti con Tunisi, anche per conto della Commissione Italiana d'Armistizio con la Francia. Sull'idroscalo siciliano l'aereo diviene 608-12 passando così per breve tempo alle dipendenze di un reparto di SM. 82 impegnato nei trasporti per la Libia.
Il 29 aprile 1941 l'SM. 66 I-MARE (comandante Napolino, secondo pilota Parralanti, due specialisti, 7 passeggeri) in decollo alle h. 11,50 da Roma Lido, per una riduzione di giri del motore sinistro sbanda lateralmente ed urta la sponda del fiume: aereo distrutto, occupanti incolumi.
Impiego nel corso del 1941 e 1942
Tornando alla 613a squadriglia, nel gennaio 1941 risultano efficienti 5 SM. 66. Di cui uno con le insegne della Croce Rossa, uno civile (I-LIDO), tre con insegne militari. Tra il 5 ed il 6 febbraio, quattro equipaggi (Del Sonno, Cantini, Campanella, Silvestro) si alternano nella ricerca di naufraghi in mare aperto.
Il 9 febbraio 1941 i ten. Adolfo Pegan ed Augusto Frediani riportano a Elmas gli I-PRUA e I-LAGO dopo la revisione generale effettuata al Lido di Roma.
Il 6 maggio 1941 il 613-2 effettua senza esito una ricerca di naufraghi.
L'11 maggio l'I-PRUA lascia la squadriglia per il Nucleo Comunicazioni Ala Littoria, in sostituzione dell'incidentato I-MARE.
Nell'ultima decade del mese di maggio sono assegnati alla 613a squadriglia anche i ten. pil. Giovanni Paglietti e Sebastiano Ciacci.
Il 23 luglio 1941 l'SM. 66 del cap. Tessarin e del ten. Frediani, insieme ad altro SM.66, recupera l'equipaggio dell’SM.79 del ten. Roberto Cipriani (283a squadriglia aerosiluranti) ammarato nei pressi di Capo Carbonara dopo essere stato colpito da caccia inglesi.
Il 3 agosto1'SM. 66 del ten. Guido Argenton e del maresc. Giuseppe Soci recupera i 6 componenti l'equipaggio del ten. Setti.
Dato lo scarso numero ed i molteplici impieghi dei Cant. Z. 506, i vecchi SM.66 rimangono onorevolmente in servizio.
Il 26 settembre 1941 l'I-VELA preleva a Trapani Stagnone i 5 naufraghi di un Cant. Z. 506 B e li riporta ad Elmas.
Il 29 novembre il maresc. pil. Luigi Cavallari riporta alla 613a squadriglia l'I-LIDO dopo una temporanea cessione al NCAL del Lido di Roma, in sostituzione dell'I-PRUA íncidentato a Marsala Stagnone (settembre 1941).
All'inizio del gennaio 1942 la 613a ha in carico 4 SM. 66 (2 con matricole civili e 2 sanitari).
Alle h. 17,50 del 6 marzo 1942 un esemplare sanitario ammara per recuperare l'equipaggio di un Cant. Z. 506B ma in decollo, per le onde molto violente, urta l'acqua con la rottura della semiala destra e danni agli scafi. L'idro rimane immobilizzato e solo alle h. 1,30 del giorno successivo i naufraghi sono recuperati dalla torpediniera « Nicola Fabrizi ».
Il 14 giugno 1942 l'SM.66 del maresc. Cavallari recupera 7 persone.
Dieci giorni dopo, il cap. Tessarin lascia il commando della 613a squadriglia per assumere quello della 612a basata a Marsala Stagnone e viene sostituito dal ten. pil. Sebastiano Ciacci.
Al 31 agosto 1942 il reparto ha in carico 3 Cant, Z. 506S e 3 SM. 66 (2 civili, 1 sanitario).
Il 10 ottobre rientra in reparto 1'I-PRUA che, sempre nei cantieri del Lido di Roma, è stato attrezzato per il servizio sanitario.
Collegamenti con la Corsica e tragica perdita dell’I-PRUA
Come conseguenza dell'occupazione della Corsica, la 613a ampia anche a questo settore l'attività dei suoi ormai esausti idrovolanti. In genere si tratta del trasporto di truppe o del supporto logistico alle piccole aliquote della Regia Aeronautica trasferite nell'isola.
L'8 gennaio 1943, l'I-PRUA in decollo dall’idroscalo di Ajaccio ha il cedimento di un trave di coda per cui tocca l'acqua con una estremità alare e precipita. Rimangono feriti o contusi l'equipaggio ed i passeggeri, muoiono il serg. pil. Silvio Candellori ed il 1° aviere armiere Michele Festa, appartenenti alla Sezione Autonoma del 24° gruppo caccia, distaccata ad Ajaccio.
Al 31 luglio 1943 sono ancora in carico 3 SM. 66. Grazie al generoso Personale della 613a squadriglia, l'imponente e lentissimo idrovolante è stato fonte di salvezza per non pochi naufraghi e prezioso tramite tra Sardegna e Penisola.