Volare è passione e vocazione, che riempie di sè una vita.
Adolf Galland
Caccia / Assalto
Savoia Marchetti SM.91/92, immagini, scheda e storia
Velivolo da caccia pesante, monoplano ad ala medio-bassa a sbalzo, bimotore a travi di coda, biposto a struttura interamente metallica
[ vedi descrizione completa ]Scheda tecnica
CARATTERISTICHE
(Fra parentesi, ove differenti quelle del Savoia Marchetti SM.92)
motori: FIAT R.A.1050 R.C.58 Tifone
potenza unitaria: cv 1.475 al decollo
apertura alare: m 19,70 (18,55)
lunghezza totale: m 13,25
altezza totale: m 3,85
superficie alare: mq 41,67 (38,52)
peso a vuoto: kg 6.400 (6.250)
peso a carico massimo: kg 8.890
velocità massima: km/h 575 a 6.700 m (615)
tempo di salita: 7' 40" a 6.000 m. (7' 10" a 6.000 m)
tangenza massima: m 10.800 (12.000)
autonomia: km 1.600 (2.000)
armamento: 5 da 20 mm: 3 nel muso, 2 alari (tre da 20 mm: due nel pacco ventrale, uno sul motore destro. Cinque mitragliatrici da 12,7 mm: due motore sinistro, due destro una telecontrollata sul piano di coda)
progettista: Alessandro Marchetti
pilota collaudatore: Aldo Moggi
primo volo prototipo: MM.530 l'11 marzo 1943 (MM. 531 il 12 novembre 1943)
località: Vergiate, Varese
Savoia Marchetti SM.91
Savoia Marchetti SM.92
DESCRIZIONE TECNICA (Riferita all'SM.91)
Velivolo da caccia pesante, monoplano ad ala medio-bassa a sbalzo, bimotore a travi di coda, biposto a struttura interamente metallica.
Fusoliera a gondola di sezione ovoidale con struttura metallica e rivestimento in lega leggera.
Ala bilongherone metallica con rivestimento in lega leggera; alettoni ed ipersostentatori a struttura metallica e rivestimento in tela; alette Handley-Page, sul bordo d'entrata.
Carrello retrattile per rotazione verso l'indietro a scomparsa parziale nei travi di coda. Ruotino di coda orientabile, non retrattile, carenato.
Piani di coda a deriva doppia a sbalzo completamente metallici tranne le superfici mobili rivestite in tela.
Cabina di pilotaggio a due posti in tandem con cappottine vetrate ribaltabili lateralmente; abitacolo corazzato.
Strumentazione standard.
Sei serbatoi alari per il carburante.
Motori con eliche tripale metalliche a passo variabile in volo.
Cinque cannoni Mauser da 20 mm: tre fissi in caccia nel muso, due alla radice delle semi-ali, 300 colpi per arma (non montato un ulteriore cannone nella parte inferiore del muso).
PRODUZIONE
MM.530 - primo prototipo dell'SM.91
MM. - secondo prototipo dell'SM.91
MM.531 - prototipo dell'SM.92
Storia aereo
Il Savoia Marchetti SM.91
Dotato di due motori Daimler Benz DB.605A, l'SM.91 è munito di cinque cannoncini da 20 mm., tutti sparanti al di fuori delle eliche: Il pilota coadiuvato dal marconista navigatore. Destinato a compiti di attacco e di caccia pesante a lungo raggio, pone problemi circa la crisi del Personale di volo verso la fine della guerra.
Portato per la prima volta in volo il 12 marzo 1943, l'SM.91 (MM.530) compie il ciclo di collaudi presso la Ditta: non viene tuttavia inoltrato ,al Centro Sperimentale di Guidonia data la particolare situazione contingente.
Sino al settembre 1943, l'aereo compie 27 ore e 25' di volo. Il 12 ottobre viene prelevato da un pilota tedesco e trasferito in Germania. Dopo tale avvenimento non si hanno notizie sulla sorte toccata al prototipo.
Un secondo esemplare è collaudato dal maggiore Aldo Moggi e dal motorista Giuseppe Ceratti, il 10 luglio 1944. Seguono pochi altri voli (per un totale di 3 ore e 26') fino al 27 dicembre 1944, giorno in cui l'aereo è distrutto durante un pesante bombardamento americano sull'aeroporto di Vergiate.
Il Savoia Marchetti SM.92
L’SM.92 si ispira ad una formula ancora più avanzata. In esso viene eliminata la navicella centrale, portando l'abitacolo biposto sulla fusoliera di sinistra. Questo si traduce in una riduzione di apertura e superficie alare, del peso a vuoto e soprattutto la sezione frontale che si traduce nell’ incremento di tutte le caratteristiche di volo. L'armamento può considerarsi equivalente al predecessore, pur variando il numero e la disposizione delle armi costituite da due cannoni da 20 mm. (pacco ventrale), un cannone da 20 e due mitragliatrici da 12,7 (motore destro), due mitragliatrici da 12,7 (motore sinistro), una 12,7 telecontrollata disposta sotto al piano di coda, per il tiro posteriore. La presenza di quest'ultima arma indica il ricorso ad una difesa passiva per l'evidente impossibilità di sostenere il combattimento manovrato contro i monomotori monoposti.
Il primo volo avviene il 12 novembre 1943 ad opera di Moggi e del motorista Carlo Balzarini. Il 17 marzo 1944, nel corso di un normale volo di prova, l'SM. 92 viene improvvisamente attaccato da un C. 205 dell'Aviazione Nazionale Repubblica che lo ha scambiato per un P. 38 Lightning. Nonostante i gravi danni riportati, l'SM. 92 riesce a disimpegnarsi dall'avversario ed atterrare sul campo di Lonate Pozzolo. Le riparazioni lo bloccheranno sino al giugno 1944. Dal novembre 1943 seguono diversi altri voli per un totale di 21 ore e 3' fino al bombardamento del 27 dicembre 1944 dell'aeroporto di Vergiate che coinvolge anche questo aereo nelle sue distruzioni.
Parallelamente alla Savoia Marchetti, anche Reggiane e Caproni-Bergamasche hanno affrontato questo tema progettuale. Dopo la rinuncia a sviluppare il Re.2005 bi-fusoliera proposto dall'ing. Maraschini, il lavoro del gruppo Caproni si concentra sul solo Ca.380 « Corsaro » dell'ing. Cesare Pallavicino. All'8 settembre 1943, il Ca.380 costruito al 30% viene comunque abbandonato.
L'interesse della Luftwaffe per questi velivoli è limitato dai concetti particolarmente avanzati che questa forza aerea ha ormai sviluppato per cui le forme tradizionali di propulsione, considerate come qualcosa appartenente al passato.
Nell'ambito della Regia Aeronautica, questi aerei rimangono invece come una delle proposte più impegnative che la nostra industria è riuscita ad elaborare.
La vista posteriore del Savoia Marchetti SM.92 evidenzia la peculiare architettura
del velivolo e l’arma tele controllata per la difesa del settore poppiero