Volare è passione e vocazione, che riempie di sè una vita.
Adolf Galland
Caccia / Assalto
IMAM Ro.51, immagini, scheda e storia
Velivolo da caccia, monoplano ad ala bassa, monomotore, monoposto a struttura mista.
[ vedi descrizione completa ]Scheda tecnica
CARATTERISTICHE
Fra parentesi sono resi i dati della versione idro, ove differenti da quella terrestre)
motore: Fiat A.74 RC.38
potenza: cv 840 a m. 3.800
apertura alare: m 9,78 (9,70)
lunghezza totale: m 7,46
altezza totale: m 2,71 (3,25)
superficie alare: mq 18,20
peso a vuoto: kg 1.663 (1.840)
peso a carico massimo: kg 2.092 (2.160)
velocità massima: km/h 489 (430)
velocità minima: km/h 125
tempo di salita: 7' a 6.000 m
tangenza massima: m 8.850 (7.500)
autonomia: km 1.100 (1.200)
armamento: 2 mitragliatrici da 12,7 mm nel muso
progettista: Giovanni Galasso
pilota collaudatore: Nicolò Lana
primo volo del prototipo: MM. 338 nel 1937
località: Capodichino (Napoli)
IMAM Ro.51
DESCRIZIONE TECNICA
(riferita al prototipo terrestre con carrello retrattile)
Velivolo da caccia, monoplano ad ala bassa, monomotore, monoposto a struttura mista.
Fusoliera in tubi di acciaio al cromo-molibdeno, saldati, con rivestimento in lamierino di lega leggera.
Ala con struttura in legno, monolongherone con solette in spruce, centinatura e copertura in compensato: superfici mobili ricoperte in tela; ipersostentatori ad apertura ventrale.
Carrello retrattile per rotazione verso l'indietro, con parziale scomparsa in apposito alloggiamento carenato (impianto di retrazione ed ammortizzatori della Magnaghi): l'azionamento del carrello avviene con pompa idraulica, oppure, a mano, mediante la pompa supplementare di emergenza (egualmente della Magnaghi). Ruotino dl coda, retrattile, a scomparsa totale.
Piani di ceda con struttura in tubi di acciaio, saldati, ricoperti in tela ed irrigiditi da tiranti;
superfici mobili (stessa struttura) compensate aerodinamicamente.
Posto di pilotaggio ricoperto da cappottina in plexiglas, apribile con movimento di scorrimento verso il retro; il seggiolino del pilota, corazzato, fa da pilone di protezione in caso di ribaltamento.
Strumentazione, quella standard per i caccia del Concorso Ministeriale.
Serbatoio per il carburante, realizzato in lega leggera, con lamierino piegato e chiodato, semapizzato esternamente; posizione baricentrica, tra l'abitacolo del pilota e la paratia tagliafiamma del motore.
Motore con elica tripala metallica, a passo variabile in volo.
Due mitragliatrici da 12,7 mm con tiro sincronizzato attraverso il disco dell'elica, 310 colpi per arma.
PRODUZIONE
MM. 338 prototipo (con successive modifiche)
MM. 339 secondo prototipo (versione idro)
CREDITI
Autori Vari Dimensione Cielo caccia assalto vol. 1 Edizioni Bizzarri, Roma 1971
Storia aereo
Con il motore Fiat A. 74 da 840 cv, oltre al G. 50 ed al C. 200, si allestisce una terza cellula, quella dell'IMAM Ro. 51. Ne è progettista l'ing. Giovanni Galasso.
Il velivolo è un monoplano a fusoliera metallica ed ala in legno, ricoperta in compensato. Il carrello è fisso. Il prototipo (MM. 338) è caratterizzato da una deriva verticale molto ridotta. Questo primo esemplare viene successivamente modificato con l'adozione del carrello retrattile, per rotazione all'indietro, e superficie della deriva verticale, sensibilmente aumentata.
IMAM Ro.51 nella prima configurazione a carrello fisso
Su questa macchina viene condotto il ciclo di prove, sia a Capodichino, aeroporto della Ditta Costruttrice, sia al Centro Sperimentale di Guidonia. Tra i primi a collaudarlo, sono Remondino e Mantelli. Le prove rivelano inconvenienti ancora più accentuati di quelli accertati sui precedenti velivoli, G. 50 e C. 200, in valutazione al Centro. È così per la prova effettuata da Remondino. Egli decolla, prova un tonneau lento: autorotazione immediata. Esce da questa, prova un tonneau veloce: seconda autorotazione. Il velivolo è molto instabile: all'atterraggio Remondino dichiara di aver avuto l'impressione, non di volare, ma di camminare sul ghiaccio. L'ala, oltre che essere responsabile degli inconvenienti riscontrati in volo, è soggetta a svergolamenti, se si lascia il velivolo parcheggiato all'aperto. Viene quindi affrontato un lavoro di riprogettazione, che porta ad una pianta alare notevolmente diversa. Al ritorno presso il Centro di Guidonia, le caratteristiche di volo sono nettamente migliorate, pur rimanendo quei fenomeni di autorotazione, tipici della prima generazione di caccia monoplani, troveranno soluzione solo con l'adozione di ali a profilo variabile.
Altrettanto sfortunata è la versione idro. Questa è concepita a scarpone centrale con galleggianti laterali sub-alari. Dopo Lana, la valutazione è condotta dal pilota Ligabò. Presso il Centro Sperimentale di Vigna di Valle, sul lago di Bracciano, durante una prova di flottaggio, un galleggiante laterale si immerge eccessivamente e « tira sotto » l'aereo. Il collaudatore fa appena in tempo ad abbandonare l'abitacolo ed il prototipo viene così perduto. Entrambe le versioni, idro e terrestre, vengono abbandonate.
IMAM Ro.51 idro