Volare è passione e vocazione, che riempie di sè una vita.
Adolf Galland
Bombardieri / Ricognitori
Caproni Ca.316, immagini, scheda e storia
Velivolo da scuola-ricognizione, idrovolante a scarponi, monoplano ad ala bassa a sbalzo, triposto a struttura mista.
[ vedi descrizione completa ]Scheda tecnica
CARATTERISTICHE
motori: Piaggio P.V11 C.16 (C.35)
potenza unitaria: cv. 460 a 1.600 m
apertura alare: m 15,90
lunghezza totale: m 13,30
altezza totale: m 4,08
superficie alare: mq 38,40
peso a vuoto: kg 3.410
peso a carico massimo: kg 4.750
velocità massima: km/h 320 a 2.000 m
velocità minima: km/h 114
tempo di salita: 18' a 4.000 m
tangenza massima: 5.550 m
autonomia: km 2.110
decollo: m 250
ammaraggio: m 220
armamento: 1 mitragliatrice da 12,7 mm alare, 1 da 7,7 mm in torretta dorsale
carico bellico: kg 400
componenti equipaggio: 3
progettista: Cesare Pallavicino
pilota collaudatore: Mario De Bernardi
primo volo prototipo: MM. 27193 il 14 agosto 1940
località: Montecollino (Brescia)
Caproni Ca.316
DESCRIZIONE TECNICA
Velivolo da scuola-ricognizione, idrovolante a scarponi, monoplano ad ala bassa a sbalzo, triposto a struttura mista.
Fusoliera in profilati di lamiera di acciaio saldati con rivestimento in lamiera di lega leggera, la parte anteriore, in tubi di acciaio al cromo-molibdeno saldati con rivestimento in tela verniciata, la parte centrale e posteriore. Ala con struttura bilongherone in legno con armature metalliche e rivestimento in compensato telato e verniciato; alettoni in legno con armature metalliche e rivestimento in tela; ipersostentatori ventrali in legno con armature metalliche e rivestimento in tela. Galleggianti metallici collegati alla cellula con strutture a sbalzo.
Piani di coda a sbalzo con struttura in legno con armature metalliche e rivestimento in compensato, tranne le superfici mobili rivestite in tela.
Cabina con posti di pilotaggio affiancati e postazione per l'armiere-radiotelegrafista. Strumentazione standard.
Due serbatoi alari da 470 litri ciascuno tra le fiancate della fusoliera ed i castelli motori.
Motori con eliche bipale a passo variabile. Una mitragliatrice Breda-SAFAT da 12,7 mm con 300 colpi, fissa in caccia alla radice della semi-ala sinistra e tiro al di fuori del disco dell'elica; una mitragliatrice da 7,7 mm. con 500 colpi, in torretta dorsale Lanciani. Carico bellico: un siluro da esercitazione o fino ad un massimo di 400 Kg di bombe.
PRODUZIONE
MM. 27193 - prototipo
MM. 27194 - 27206 - n. 13 (inizio 1941 - gennaio 1942)
CREDITI
Autori Vari Dimensione Cielo volume VI bombardieri ricognitori Edizioni Bizzarri, Roma 1974
Rosario Abate Gli aeroplani della Caproni Aeronautica Bergamasca 1920-1946 volume II Edizioni Bizzarri, Roma 1978
Storia aereo
Nel maggio 1938 vola sul lago d'Iseo la versione idro del Caproni Ca.310. A questa fa seguito il Ca.310 bis idro, progetto di una variante caratterizzata dal muso continuo ed interamente vetrato che viene richiesta dalla Jugoslavia in 6 esemplari. Essi non sono tuttavia consegnati, venendo requisiti dalla Regia Aeronautica che li fa ultimare secondo lo standard del Ca.316, elegante sviluppo del predecessore caratterizzato dal muso molto corto e vetrato, differente sfinestratura per il posto di pilotaggio, torretta difensiva dorsale, dotazioni radioelettriche, montanti tra fusoliera e scarponi racchiusi in carenature, e da una installazione dei motori sulla velatura, aerodinamicamente più curata.
Il Ca. 316 vola il 14 agosto 1940 sull'idroscalo di Montecollino (lago d'Iseo): la Regia Aeronautica ne ha richiesti otto esemplari, in versione catapultabile, a cui debbono aggiungersi i sei requisiti. Vi è l'intento di imbarcarli sulle nostre navi più importanti, ma ciò richiede, dati i due scarponi, radicali modifiche ai carrelli delle catapulte ed offre un velivolo molto più ingombrante dell'IMAM Ro.43.
Due viste del Caproni Ca.316 MM.27192 sul lago d’Iseo
L'8 novembre 1940 il Ca.316 MM.27193 è in carico al Centro Sperimentale di Guidonia e distaccato sul lago di Bracciano, a Vigna di Valle, ove Mario De Bernardi ne cura la presentazione e le prove di omologazione: l'aereo è poi assegnato alla 148a squadriglia.
Il 15 maggio 1941, sull'idroscalo di Montecollino avviene un gravissimo incidente di decollo durante il prelievo del Ca.316 MM.27196 destinato al Nucleo Riserva Aerea di Taranto: l'aereo scivola d'ala, precipitando nel lago.
La produzione termina il 15 gennaio 1942 colla consegna a Marinavia delle MM.27205 e 27206.
Nello stesso mese l’esemplare MM.27202 è assegnato come velivolo personale a Giuseppe Bastianini, Governatore della Dalmazia. Il velivolo ha base a Zara con il seguito di un pilota, un motorista, un montatore, un radiotelegrafista e cinque avieri.
Le prove di valutazione da parte della Regia Marina (marzo 1941) iniziano nel golfo di La Spezia: il 17 marzo il sottotente di vasc. Franco Micali ed il maresc. pil. Carlo Marchetto hanno occasione di collaudarlo in condizioni di tempo pessimo. L'aereo si porta quindi a Taranto, ove Micali con il cap. pil. Lucio Scarpetta o con Marchetto, tra il 24 maggio ed il 28 giugno 1941, ne rilevano tutti i parametri di volo.
Già in questo mese, ma soprattutto in luglio, l'aereo effettua missioni in coordinamento alla base navale di Taranto: ne verifica la totale copertura durante prove di annebbiamento mediante fumogeni, partecipa ad esercitazioni delle nostre navi simulando attacchi di aerosiluranti nemici.
Dopo la presenza dell'aereo presso i Nuclei Riserva Aerea, Marinavia decide di assegnarlo come materiale di base per la 3a squadriglia della Scuola Osservazione Marittima di Orbetello ove sono addestrati, con missioni sul Tirreno centrale, gli ufficiali osservatori della Regia Marina.
Il 13 gennaio 1942 la MM. 27197 è appunto ceduta dal Nucleo di Taranto alla 3a squadriglia di Orbetello. A fine mese essa ha sei Ca.316 (MM.27194-27195, 27197-27200) che salgono ad otto in marzo e undici a metà maggio 1942 (MM.27194 - 27195, 27197 - 27201, 27203 - 27206).
Il velivolo risulta molto manovriero, esuberante, con eccezionali caratteristiche di visibilità che permettono di vedere le punte dei galleggianti: vi si effettuano dei bellissimi flottaggi, ma indubbiamente richiede molta attenzione in decolli e ammaraggi, è molto leggero e inadatto ad un uso operativo di tipo bellico. In virate strette ha tendenza ad imbardare e a cadere in vite rovescia: anche le vistose carenature tra ala e galleggianti risultano pericolose causando improvvisi assetti a cabrare o picchiare. Il 1° gennaio 1943, nel prelievo dalla Ditta di un aereo revisionato, a seguito dell'incendio di un motore il ten. Romolo Manassero è costretto ad un atterraggio di fortuna, che viene compiuto regolarmente vicino Milano - Bresso. Il 19 gennaio 1943 la MM.27200, in ammaraggio ad Orbetello, imbarda sulla destra stroncando entrambi i galleggianti; un altro Ca.316 precipita sulle case della cittadina causando anche la morte di un civile.
Nel giugno 1943, per la difficile situazione venutasi a creare sul medio Tirreno, il magg. Ercole Savi, Comandante della Scuola, provvede a trasferirla in un settore più tranquillo, a Portorose in Istria. I Ca.316 vi si portano con voli diretti dall'idroscalo toscano. Tuttavia nell'agosto 1943 l'inchiesta ministeriale sui precedenti incidenti determina l'ordine di sospendere i voli: l'evento si sarebbe comunque verificato a causa della scarsezza dei ricambi.
L'8 settembre 1943 il Personale del reparto riesce per tempo a manomettere i motori dei Ca.316, asportandone parti vitali. Nella stessa notte gli idro, inutilizzabili, cadono in mano tedesca.
Il Caproni Ca.316 MM.27198 in livrea bellica, notare la fascia bianca in fusoliera molto stretta