Volare è passione e vocazione, che riempie di sè una vita.
Adolf Galland
Trasporto
Savoia Marchetti SM.95, immagini, scheda e storia
Velivolo da trasporto passeggeri, monoplano ad ala bassa a sbalzo, quadrimotore, di costruzione mista.
[ vedi descrizione completa ]Scheda tecnica
CARATTERISTICHE
motori: Alfa Romeo 128 R.C.18
potenza: cv. 860 a 1.800 m.
aperture alare: m. 34,28
lunghezza totale: m. 22,24
altezza totale: m. 5,70
superficie alare: m2 128,30
peso a vuoto: kg. 12.800
peso a carico massimo: kg. 21.000
velocità massima: km/h. 400
velocità minima: km/h. 130
tempo di salita: 26’46’’ a 5.000 m.
tangenza: m. 6.500
autonomia: km. 2.000
decollo: m. 460
atterraggio: m. 480
equipaggio: 5 componenti
passeggeri: 18
progettista: Alessandro Marchetti
pilota collaudatore: Guglielmo Algarotti
primo volo prototipo: n.c. 41001 nel maggio 1943
località: Vergiata (Varese)
Savoia Marchetti SM.95 n.c.1, Guidonia fine agosto 1943
Savoia Marchetti SM.95 n.c.4 240a squadriglia 98° gruppo, Roma Centocelle 1946
Savoia Marchetti SM.95 n.c.5 Vergiate, novembre 1945
DESCRIZIONE TECNICA (riferita ai primi tre esemplari)
Velivolo da trasporto passeggeri, monoplano ad ala bassa a sbalzo, quadrimotore, di costruzione mista.
Ala in un sol pezzo con struttura trilongherone in legno, a pianta trapezoidale; rivestimento in legno; alettoni ed ipersostentatori con struttura in legno.
Piani di coda a sbalzo, le superfici fisse con struttura in legno, quelle mobili in tubi di acciaio ricoperte in tela; servo-aletta sul timone di direzione e trim per l'equilibratore.
Carrello a doppia ruota, retrattile per rotazione all'indietro e scomparsa parziale nelle gondole motori, ad attuazione idraulica, pompa a mano di emergenza; doppi ceppi frenanti per ogni ruota tipo FAST.
Ruotino di coda a richiamo elastico e bloccaggio idraulico, non retrattile.
Fusoliera con struttura in tubi di acciaio saldati e correntini di irrigidimento; rivestimento in lega leggera a prua e sul ventre, in tela verniciata sulle fiancate e sulla zona posteriore ventrale, in compensato sul dorso; poppino in lega leggera.
Motori con eliche tripale metalliche SIAI Hydrovaria S.53 a giri costanti e con messa in bandiera. Carburante in 16 serbatoi alari per una capacità totale di 12.870 litri.
Cabina di pilotaggio con doppi comandi affiancati e cruscotto per i parametri di volo, controllo dei motori e volo strumentale, pilota automatico; alle spalle dei piloti, a destra, è la postazione del marconista con apparati radio rice-trasmittenti e goniometrici; a sinistra è la postazione dei motorista. In voli a grande raggio l'equipaggio si completa con un ufficiale di rotta.
Cabina passeggeri a 18 posti, dotati di illuminazione, ventilazione, riscaldamento, inalatore d'ossigeno individuali. Bagagliaio anteriore nella sezione di muso, bagagliai centrali sotto le cabine dei piloti e dei passeggeri, bagagliaio posteriore a poppa della porta d'imbarco per una capacità totale di m3 9,95. Tra la cabina-passeggeri ed il bagagliaio posteriore è situato un vano-toilette.
PRODUZIONE
data |
numero costruzione |
matricola civile |
matricola militare |
3.8.43 |
41001 |
|
|
.2.44 |
2 |
|
|
30.7.45 |
3 |
I-ABQH |
|
3.4.46 |
4 |
I-DALM |
61635 |
.10.45 |
5 |
|
|
4.7.47 |
6 |
I-SALP |
|
27.8.47 |
7 |
I-DALN |
61811 |
25.7.47 |
8 |
I-DALJ |
61812 |
.8.47 |
9 |
I-DALK |
61813 |
10.47 |
10 |
I-DALO |
|
8.1.48 |
11 |
I-DALL |
61814 |
--- |
12 |
|
|
20.7.50 |
13 |
(I-TANC) SU-AGD |
|
--- |
14 |
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|
12.8.48 |
15 |
SU-AFC |
|
.8.48 |
16 |
SU-AFD |
|
15.2.49 |
17 |
I-LATI |
|
10.5.49 |
18 |
I-LITA |
|
11.7.49 |
19 |
I-LAIT |
|
18.11.49 |
20 |
SU-AGC |
|
CREDITI
Autori Vari Dimensione Cielo volume 9 Trasporto Edizioni Bizzarri, Roma 1976
Storia aereo
Storia pilota, aviatore
Il 6 luglio 1947 sull’aeroporto romano di Ciampino si svolge una breve ma importante cerimonia; il Direttore dell'aeroporto, Colonnello Ugo de Rossi Del Lion Nero, appone la firma sui documenti di bordo del primo aereo nazionale in partenza per l'estero. Solo da pochi giorni le Nazioni Unite hanno tolto il veto e l'Alitalia è già pronta per la ripresa dei collegamenti internazionali.
Dopo i festeggiamenti e gli ultimi controlli del Comandante Valentino Pivetti, il Savoia Marchetti SM.95 I-DALM "Marco Polo" lascia alle 8 l’aeroporto con 38 passeggeri a bordo. Il volo, con sosta a Francoforte, è regolare così come il ritorno da Oslo, 2.100 chilometri coperti in otto ore senza scalo.
Saranno i sei SM.95, che voleranno nel quinquennio 1947-1951 coi colori Alitalia, a sostenere la maggior parte dei collegamenti a medio e grande raggio. Ed in particolare la linea Roma-Londra inaugurata nell'aprile 1948 poco dopo il trasferimento della Compagnia dall’aeroporto dell’Urbe (già Littorio) a Ciampino. Inizialmente bi settimanalmente (uno dei voli prosegue per Manchester) la rotta è caratterizzata dal notevole ostacolo delle difficili condizioni meteorologiche.
Savoia Marchetti SM.95 I-DALL "Marco Polo" (n/c. 11, MM.61814)
Mentre sui grandi scali europei appaiono le macchine frutto dei progressi tecnologici della guerra, l'SM.95 scende timidamente, ma con regolarità, all'aeroporto londinese di Northolt lasciando quello nuovissimo di Heathrow ai più moderni aerei commerciali.
I piloti dell'Alitalia volano nel cuore dell’Europa appena uscita dal conflitto con un solo radio-compass, a bassa quota, quasi sempre nelle nubi, ricorrendo continuamente all'antighiaccio ad alcool. I motori si sincronizzano ad orecchio, il VOR non esiste ed il radar c'è, ma non sempre, solo per l'avvicinamento a Londra.
L'arco alpino è un ostacolo che solo con perfette condizioni meteo viene superato passando sul Monte Bianco con rotta verso Istres, altrimenti deviando su Nizza e la valle del Rodano. Nel primo caso sono necessarie le maschere a ossigeno, una specie di pallone di gomma che si gonfia sotto il mento dei passeggeri come il gozzo di una rana.
L'atterraggio strumentale a Londra si effettua con lo SBA, un ILS acustico, "punti" o "linee" se il velivolo è spostato, suono continuo se centrato. Occorre prendere lo SBA alla sua intersezione col braccio di un radiosentiero. Non sono ancora definiti i "minimi" meteorologici sociali e siccome a Londra non sono mai esistiti quelli d'aeroporto, a volte gli SM.95 atterrano in condizioni di visibilità bassissima, cento, ottanta metri di pista.
Non esistono neppure limiti per il vento traverso e il quadrimotore, a carrello triciclo posteriore, tende fortemente all’imbardata che si evita variando opportunamente la potenza dei motori.
Leggiamo allora il racconto di uno di quei voli, certamente di impostazione propagandistica ma comunque testimonianza di un periodo irto di difficoltà che la Compagnia di Bandiera supera anche grazie al quadrimotore della Ditta di Vergiate.
Savoia Marchetti SM.95 I-DALJ "Cristoforo Colombo" (n/c.8 MM.61812)
All'agenzia facciamo la prima conoscenza dei nostri compagni di viaggio; sono molto eterogenei, soprattutto americani che prenderanno la coincidenza a Londra e inglesi che ritornano a casa. La nota di colore è rappresentata da tre profughi ebrei carichi di fagotti e sciarpe e sulle cui strascicanti palandrane è affisso il cartellino di una organizzazione internazionale; le loro lunghe e incolte barbe tradiscono il recentissimo trasferimento da qualche superstite ghetto nell'Europa centro-orientale.
All'agenzia si comincia ad avere già un'impressione di quella che sarà la maggiore preoccupazione della compagnia durante il viaggio: servirti di ogni cosa e prevenire ogni tuo desiderio.
Controllo e peso bagagli, poi il pullman ci porta velocemente sull'Appia verso Ciampino. Qui troviamo uno stuolo di persone più o meno ingallonate che non desiderano altro che assisterci nelle operazioni di frontiera: verifica biglietti, controllo e visto passaporti, verifica di dogana; faccende queste che pur semplici e sbrigative in se stesse occupano, moltiplicate per il numero dei passeggeri, una discreta manciata di minuti.
Intanto fuori gli operai stanno terminando di stivare una quantità di valigie e pacchi nei grossi bagagliai nel ventre dell'SM.95; sul muso dell'argenteo quadrimotore spiccano la Freccia Alata simbolo della compagnia ed il nome dell'aereo, un nome di navigatore, del più famoso: "Cristoforo Colombo".
L'equipaggio per questo volo è formato dal Comandante Torelli, dal secondo pilota Argenton, dal radiotelegrafista Chieregato, dal motorista Costantini e dallo steward Bravin. Cinque uomini tutti con esperienza bellica, i più adatti per portare in volo il quadrimotore verso l'Inghilterra.
Il nostro SM.95 I-DALJ è ora affidato alle cure del personale, a terra che compie le ultime verifiche e gli innumerevoli delicatissimi organi della macchina per assicurarne la perfetta efficienza; vediamo anche Bravin, il barman di bordo (già, a un uomo l'Alitalia affida l'assistenza dei suoi passeggeri, non alla tradizionale hostess) che sta impacchettando le provviste e sistemando l'equipaggiamento interno, coperte, poltrone, ecc..
Ora tutto è pronto, aeroplano, equipaggio e passeggeri: signori, a bordo, il "Cristoforo Colombo" è a vostra disposizione!
Sono le 9,30 precise: i 4.000 cavalli si mettono in moto, l'SM.95 rulla sulla pista, una sosta, via! La striscia metallica, i campi, i ruderi romani, sfilano e si abbassano sotto di noi. Roma è là, a destra, distesa al sole; le sue cupole in lontananza sembrano darci l'ultimo addio.
Savoia Marchetti SM.95 I-DALN (n/c.7 MM.61811)
Ora possiamo sganciare la cintura di sicurezza ed osservare con calma l'apparato di assistenza che entra in funzione. Giornali e riviste italiane ed estere insieme alla scatoletta di chewing-gums sono distribuiti per primi: i passeggeri aggiustano le proprie poltrone ed ognuno si sprofonda nei fatti suoi, chi a leggere, chi a dormicchiare, chi a masticare.
Ma Bravin è all'opera: eccolo col vassoio della colazione, primo segno delle preoccupazioni verso lo stomaco dei passeggeri. Caffellatte o caffè nero a volontà con abbondante e distinto contorno mangereccio. Si comincia dal fondo e poi, via via, tutti sono serviti.
Incontriamo l'azzurro incantevole del mare un po' a destra di Civitavecchia, un ultimo sguardo alla costa popolata di villette e poi solo il Tirreno. La prua aguzza dell'I-DALJ punta fra Orbetello e Giannutri indi passa esattamente sul Giglio. Ormai siamo alla quota di crociera di 2.600 m. e dopo Pianosa già vediamo Capo Corso che lasciamo sulla sinistra volando verso la Costa Azzurra.
Ma stacchiamo un po' il naso dall'oblò e guardiamoci attorno. Il comandante Torelli ha già trasmesso il primo bollettino di viaggio che ora i passeggeri si passano dall’uno all'altro: tutto bene, filiamo alla media di 300 orari. Anche il radio telegrafista viene adesso in coda, attratto dal desiderio di fare uno spuntino. E' in aviazione dal '37 proveniente dalla marina mercantile prima e dall'Ala Littoria poi. Dall'Alitalia è impiegato sulle rotte internazionali del Nord Europa ove è richiesta una particolare esperienza nel volo strumentale; durante la guerra ha prestato servizio nella Centrale Radio del Servizio Informazioni Segreto della Marina.
Alle 11,15 sorvoliamo Nizza puntando su Lione, ma sono le Alpi ora a magnetizzare il nostro sguardo. L'imponente catena si erge dalle nubi, non distinguiamo le altre vette, ma il Monte Bianco sì, maestoso e imponente laggiù in fondo all'ammasso.
Ecco invece Bravin che ci stacca dalle montagne presentandoci l'elegantissimo menù dell'Alitalia. Leggiamo: prosciutto e melone, filetti di tacchino, funghi trifolati, patate saltate, strudel, formaggio, frutta; il tutto annaffiato con Chianti Ruffino o acqua minerale e completato dal caffè. Mica male, vero? Bisogna proprio fare uno sforzo per non pensare di essere in un ristorante di via Nazionale.
Abbassiamo il tavolinetto incorporato nella spalliera della poltrona precedente e Bravin apparecchia al completo; indi attacchiamo il lauto pasto.
Sotto di noi sfila intanto Lione e sonnecchiando ci avviamo verso Parigi. Tutto va sempre bene, come dicono i bollettini che il Comandante passa ai passeggeri.
Questo volo è veramente sull'olio: non un balzo, una scossa, un'oscillazione, niente. I quattro Bristol "Pegasus" rombano che è un piacere ed il "Cristoforo Colombo" scivola via rapido e sicuro sopra una candida distesa di nubi che solo a tratti lascia intravedere il suolo francese.
Naturalmente per l'equipaggio non c'è molto da fare in queste fortunate circostanze; l'auto-pilota pensa a tenere il velivolo sulla rotta ed i piloti devono solo controllare; Chieregato si mette ogni tanto in comunicazione con le stazioni francesi e chiede o trasmette dati.
Savoia Marchetti SM.95 I-DALO "Ugolino Vivaldi" (n/c. 10)
Il Comandante Torelli annuncia la vicinanza di Parigi ma a causa dello strato di nubi riusciamo a scorgere solo l'aeroporto di Le Bourget e quello nuovissimo di Orly. Adesso chiediamo a Parigi l'autorizzazione a scendere a 1950 m e mentre perdiamo quota Northolt ci comunica buone notizie: nubi a 700 metri 3/8, visibilità 20 chilometri, vento da SW a 32 Km/h.
Alle 14,35 sorvoliamo Abbeville entrando sulla Manica perfettamente calma e luccicante sotto il sole ed alle 15 le bianche scogliere di Dover sono sotto di noi.
Siamo ormai sotto il controllo di Northolt; riceviamo "via libera a vista": evidentemente a quest'ora c'è scarso traffico ed allora possiamo puntare direttamente sull'aeroporto ed atterrare affidandoci ai nostri occhi.
Sono le 15 e 15 e Londra comincia ad allargarsi sotto di noi. Ci passiamo proprio sopra: ecco il Tamigi gremito di battelli, ecco i docks giganteschi e innumerevoli, ecco il "Bridge" con le sue arcate alzate e poi case, case, case, un vespaio immenso che non finisce mai e solo interrotto qua e là da larghe chiazze sassose, tristi ricordi del '40-'41.
Londra però vuole dare un'impronta speciale al nostro pacifico viaggio: un po' di ballo e cielo chiuso sopra di noi: addio bel sole mediterraneo, non ti vedremo mai più su questa terra dal cielo eternamente livido e corrucciato.
Bravin è affaccendato per mettere tutto a posto ed anche i passeggeri sistemano le proprie cose; si riempiono i modulari per il controllo di confine, poi ci si prepara all'atterraggio.
Ecco Northolt sotto l'ala; è basato su di una grande striscia di atterraggio mentre il nuovo grande aeroporto è a Heathrow. Cintura di sicurezza chiusa, ipersostentatori fuori, motori al minimo, ore 15,30, tac! Siamo ospiti di Sua Maestà Britannica.
Si rulla fino all'aerostazione; motori fermi, il Comandante saluta ed augura buona permanenza mentre noi cadiamo tra le braccia dei doganieri inglesi.
Un volo magnifico sotto ogni punto di vista, sei ore per aria su un aereo italiano coi colori di una delle maggiori compagnie nazionali.