Volare è passione e vocazione, che riempie di sè una vita.
Adolf Galland
Caccia / Assalto
FIAT CR.25, immagini, scheda e storia
Velivolo da caccia-combattimento, monoplano ad ala medio bassa a « gabbiano », bimotore triposto a struttura interamente metallica.
[ vedi descrizione completa ]Scheda tecnica
CARATTERISTICHE
motore: FIAT A.74 RC.38
potenza: cv. 840 a 3.800 m
dimensioni: apertura alare: m. 16,00
lunghezza totale: m. 13,56
altezza totale: m. 3,30
superficie alare: mq. 40,00
peso a vuoto: kg. 4.475
a carico massimo: kg. 6.625
Velocità: velocità massima: km/h. 450 a 4.000 m.
velocità minima: km/h. 130
tempo di salita: 14’00’’ a 6.000 m.
tangenza massima: m. 7.950
autonomia: km. 1.500
armamento: 3 mitragliatrici da 12,7 mm. (2 fisse in caccia, 1 dorsale)
progettista: Celestino Rosatelli
pilota collaudatore: Valentino Cus
primo volo prototipo: MM. 332 il 22 luglio 1937
località: Torino
DESCRIZIONE TECNICA
Velivolo da caccia-combattimento, monoplano ad ala medio bassa a « gabbiano », bimotore triposto a struttura interamente metallica.
Fusoliera a sezione rettangolare con struttura in tubi di acciaio saldati ed ordinate in lega leggera: rivestimento in duralluminio fino al bordo d’uscita alare, in tela la parte rimanente, ad eccezione del cono di coda, nuovamente in duralluminio.
Ala con struttura in duralluminio, costruita da due longheroni e centinatura rivestita in duralluminio nella sezione centrale ed in tela nella sezione esterna ai motori; alettoni con struttura in duralluminio e rivestimento in tela; ipersostentatori ad apertura ventrale.
Carrello retrattile per rotazione verso l’indietro a parziale scomparsa nelle gondole dei motori dotato di freni ad aria compressa ed ammortizzatori oleo-pneumatici.
Ruotino di coda fisso, orientabile, carenato, munito di ammortizzatore oeleo-pneumatico.
Piani di coda a sbalzo, con struttura in duralluminio e rivestimento in tela.
Posto di pilotaggio e postazione peril puntatore-osservatore; posteriormente, in corrispondenza della torretta dorsale è la postazione dell’armiere-radiotelegrafista; apparato radio ricetrasmittente.
Strumentazione di bordo, pannello sinistro: 2 contagiri, 2 manometri, 2 teletermometri olio, 2 avvisatori incendio. Pannello centrale: 1 bussola magnetica, 1 anemometro da 460 km/h, 1 altimetro da 1.000 m, 1 indicatore di salita e discesa, 1 orizzonte artificiale, 1 giroscopio direzionale, 1 indicatore posizione del carrello, 1 deviatore estintore. Pannello destro: 1 anemometro da 460 km/h, 1 altimetro da 8.000 m, 1 quadretto FIMAG, 2 manometri aria.
Impianto fotografico per una macchina aerofotografica planimetrica per pellicola 13X18 tipo AGR 90 e AGR 1.
Sei serbatoi del combustibile in lamiera chiodata di duralluminio: due istallati in fusoliera, nel tratto compreso tra i due traversoni di unione delle ali della capacità di 250 l ciascuno; quattro sui pianetti laterali, due per parte, posti anch’essi nel vano compreso fra i due traversoni, della capacità singola di 280 l gli anteriori e 270 l per i posteriori. Un serbatoio del lubrificante in lamiera chiodata, della capacità totale di 65 kg, per ciascun motore posto nella parte superiore della travatura di sostegno del castello motore.
Motori con eliche tripale metalliche FIAT-Hamilton a passo variabile in volo.
Due mitragliatrici Breda SAFAT da 12,7 mm. fisse in caccia sul muso; una mitragliatrice da 12,7 mm. in torretta dorsale Breda M2, 350 colpi per ciascuna arma. Lanciabombe, per un carico massimo di 300 kg (3 da 100 o 50 kg, 12 da 20 kg) disposto orizzontalmente all’interno della fusoliera e rivestito interamente di lamiera in duralluminio che lo isola da essa.
PRODUZIONE
MM. 332 Primo prototipo
MM. 333 Secondo prototipo
MM. 03651-03660 serie zero
CREDITI
Autori Vari Dimensione Cielo volume II Caccia assalto Edizioni Bizzarri, Roma 1972
Giancarlo Garello La 173a squadriglia RST nella seconda guerra mondiale gli uomini e le macchine Giorgio Apostolo Editore, Milano 1981
FIAT CR.25 La Bancarella Aeronautica, Torino 1997
Storia aereo
Impostato dall’Ingegner Rosatelli nel 1937 il CR.25 è destinato ad impieghi multipli: caccia pesante, bombardiere leggero, ricognitore a lungo raggio. L’equipaggio è formato da pilota, puntatore osservatore, radiotelegrafista anche addetto alla 12,7 dorsale.
Nella impostazione, ricorrono elementi di altri velivoli di Rosatelli: pianta alare, fusoliera, impennaggio verticale, carenatura del ruotino di coda, rimandano alle soluzioni adottate per BR. 20. BR. 20 L, CR. 42.
Valentino Cus porta in volo Il primo dei due prototipi il 22 luglio 1937. Nel 1940 fa seguito la produzione di una piccola serie di 10 esemplari, lievemente modificati. La valutazione effettuata a Guidonia, dà ottimi risultati rivelando una macchina perfetta nel comportamento di volo molto veloce, dalla ragguardevole autonomia, da considerarsi nettamente superiore ai modelli adottati dalla Regia Aeronautica.
Con gli esemplari della “serie zero”, si decide di equipaggiare una squadriglia, da impiegare nel settore operativo mediterraneo.
Durante i passaggi sull’aereo, a Torino Caselle il primo prototipo si incidenta in atterraggio, incendiandosi: aereo distrutto, piloti incolumi.
Il secondo prototipo ed i velivoli di “serie zero”, tranne l’MM. 3651, sono assegnati, a partire dal luglio 1941, alla 173a squadriglia da ricognizione strategica, basata sull’aeroporto di Palermo Boccadifalco. È destinato a comandarla, un ottimo pilota di BR. 20, il cap. Edoardo Agnello; mentre il personale proviene dai Cant. Z. 506. Il reparto compie numerose missioni di scorta ai convogli diretti in Libia, utilizzando i voli di rientro per ricognizioni sul mare e Malta.
Pur essendo velivoli di “serie zero” i CR. 25 sono caratterizzati da una efficienza altissima, da considerarsi eccezionale, in quanto è basata su una ridotta dotazione di parti di ricambio.
Dal luglio al dicembre 1941, l’efficienza media giornaliera varia dai 3 ai 6 velivoli e vengono compiute 393 ore di volo. Durante il 1942, l’efficienza è analoga, pur raddoppiando le ore di volo. Dato l’ambiente operativo e la durata delle missioni, gli equipaggi sono obbligati ad avere buone cognizioni di navigazione; viene anche svolta attività di addestramento al volo notturno. Durante le ricognizioni, i CR. 25 sono sempre riusciti a disimpegnarsi dall’offesa aerea nemica ed anche i piloti operativi sono concordi, con quelli dello Sperimentale, nell’elogio dell’aereo. Nell’ottobre 1942 la il reparto riceve i primi Caproni Ca. 314: nel gennaio 1943 sono ancora presenti due CR. 25, mentre dal febbraio rimangono esclusivamente i Ca. 314 con i quali il reparto svolge una ridotta attività operativa, prima di trasferirsi a Tarquinia in attesa dei CANSA FC. 20.
Due momenti della vita operativa del FIAT CR.25 presso la 173a squadriglia
Tutta a parte, è la storia del CR. 25 MM. 3651. All'inizio del 1941 esso viene trasformato in doppio comando, dotato di più abbondante strumentazione ed assegnato, insieme ad un SAIMAN 202, alla missione aeronautica a Berlino, comandata dal col. pil. Giuseppe Teucci, coadiuvato dal maggiore del Genio Aeronautico, Mario Gasperi e dall’aiutante di volo, tenente pilota Luigi Andolfi.
Il CR. 25 è impiegato essenzialmente per voli di collegamento tra gli aeroporti di Berlino Gatow e di Roma Ciampino. È tale l'autonomia del velivolo che spesso, in assenza di vento contrario o avverse condizioni atmosferiche, il volo è compiuto senza scali intermedi.
L’aereo è anche utilizzato per spostamenti in territorio tedesco e nell’autunno 1942 si porta sul fronte russo. Il CR. 25, da Berlino raggiunge Bucarest, quindi Saporoshje e infine Voroscilovgrad. Scopo del viaggio è quello di visitare i nostri aviatori impegnati su quel fronte, in questo si inserisce la dolorosa ricerca del col. Giuseppe Teucci, nei luoghi ove poco tempo prima è caduto il fratello, comandante di una squadriglia da caccia.
Il Fiat CR. 25 ed il SAIMAN 202 sono utilizzati sino all’8 settembre 1943, quando i componenti della missione vengono internati ed i due aerei sequestrati.
Il CR. 25 quater, proposto nel 1940 con unità motrici più potenti, superficie alare leggermente maggiore, più pesante armamento in caccia, non ha dato seguito a sviluppi.
Dal CR.25 una consociata della FIAT, la CANSA elabora il ricognitore FC. 20. Nel 1943, elementi strutturali dei CR. 25, di cui la Ditta produce le parti di ricambio, sono impiegati per la costruzione della “serie zero” degli FC. 20 bis.