Bollettini di Guerra

1940 - agosto dal n. 53 al n. 85

53 - 1 agosto

Risulta che nell'azione aerea del 28 luglio contro unità navali nel Mediterraneo orientale è stato affondato un cacciatorpediniere in­glese. Durante una ricognizione aerea su Malta, una nostra forma­zione da caccia ha impegnato combattimento con una formazione nemica. Due velivoli nemici sono stati abbattuti, un nostro velivolo non è rientrato. Nell'Africa orientale nostre efficaci azioni aeree a Wajir, dove è stato spezzonato con successo un parco di automezzi, ed al campo di aviazione di Buna dove tre apparecchi sono stati colpiti e seriamente danneggiati al suolo. Il nemico ha effettuato un bombardamento aereo a Cassala, causando lievi danni.

 

54 - 2 agosto

Una squadra navale nemica proveniente da Gibilterra e composta di due navi da battaglia, due navi portaerei e navi minori, è stata rag­giunta da nostre formazioni aeree a sud dell'isola di Formentera (Ba­leari) e sottoposta a violento bombardamento malgrado la intensa reazione contraerea. Risultano sicuramente colpite da bombe di grosso calibro alcune unità tra cui una nave da battaglia, quest'ultima con visibile incendio a bordo. Un nostro velivolo non è rientrato. Questa notte il cacciatorpediniere Vivaldi ha affondato con azione di spero­namento e quindi con siluro, nel centro del Mar Ionio, il sommergi­bile inglese Oswald di 1.500 tonnellate armato di un cannone da 120 mm e di otto lanciasiluri. Dell'equipaggio, composto di 55 uo­mini, il Vivaldi ne ha recuperati e fatti prigionieri 52 tra i quali il comandante capitano di corvetta David Frazer, tutti incolumi. Nell'Africa orientale la nostra aviazione ha bombardato Butanà (Sudan) e nella zona di Cassala ha spezzonato un reparto di autoblindo di­struggendone otto e mitragliando gli equipaggi in fuga. Nostri ele­menti hanno occupato Debel, a 45 chilometri a sud di Moiale, respin­gendo un violento contrattacco del nemico ed infliggendogli gravi perdite. L'aviazione nemica ha bombardato Dire Daua senza conse­guire alcun risultato. Altri bombardamenti a favello, Asmara e Mas­saua hanno recato lievi danni ad una aviorimessa vuota: un nazionale ed un indigeno sono stati uccisi, alcuni feriti. Due velivoli nemici sono stati abbattuti dalla nostra caccia.

 

AOI Regio Esercito colonna motorizzata

 

55 - 3 agosto

Da sicuri accertamenti risulta che l'incendio provocato a Caifa dal nostro recente bombardamento era ancora attivo dopo tre giorni. Nel Sudan, nostri aerei hanno bombardato gli impianti ferroviari di Porto Sudan, incendiando un deposito, ed il campo di aviazione di Gebeit dove sono stati causati gravi danni e colpiti al suolo una diecina di velivoli nemici. Nel Kenia, nei pressi di Buna, sono stati bom­bardati e mitragliati concentramenti di truppe e di automezzi. Nell'Africa settentrionale velivoli nemici hanno effettuato un'incursione a Bardia, senza provocare danni al materiale e causando alcune perdite tra le truppe. Durante un'incursione nemica sul campo di avia­zione di Cagliari, che ha causato un morto e tre feriti e lievissimi danni materiali, sono stati abbattuti due velivoli nemici. L'equipaggio di uno di essi é stato fatto prigioniero.

 

56 - 4 agosto

Nostre squadriglie dell'Africa orientale hanno bombardato, nel Su­dan, Erkowit e gli aeroporti di Summit e di Haiya, dove é stata incendiata una grande aviorimessa. E' stato inoltre colpito il bivio ferroviario di Haiya. Nel Kenia é stato bombardato un parco di automezzi a sud di Wajir. Nel combattimento di Debel, segnalato nel bollettino n. 54, il nemico ha lasciato davanti alle nostre posi­zioni 64 morti, tra i quali tre ufficiali; il gagliardetto del 6° batta­glione K.A.R. è stato catturato. Nella Somalia inglese è stato effica­cemente bombardato il porto di Zeila. Un nostro velivolo non è rientrato. Un'incursione aerea nemica sul porto di Derna, in Africa settentrionale, ha causato lievissimi danni. Un nostro sommergibile non ha fatto ritorno alla sua base.

 

57 - 5 agosto

Nell'Africa settentrionale una nostra formazione di velivoli d'assalto e da caccia, ha impegnato un vivacissimo combattimento contro una numerosa formazione nemica che tentava bombardare nostre truppe libiche in movimento al confine cirenaico. Nella lotta condotta dai nostri con estremo vigore sono stati abbattuti dieci velivoli avversari, dei quali sette Gloster e tre Blenheim. Sono stati inoltre colpiti ed incendiati una diecina di automezzi nemici. Un altro velivolo da caccia inglese è stato abbattuto dai nostri bombardieri che hanno effettuato un efficace bombardamento nei pressi di Marsa Matruh. Tutti i nostri velivoli sono rientrati alle proprie basi. Nell'Africa orientale é stato respinto, col concorso della popolazione, un attacco in forze del nemico a Namaraput, al confine dell'alto Sudan, sul lago Rodolfo. Una nostra formazione aerea ha bombardato il porto di Berbera, colpendo in pieno una nave. Un'incursione aerea nemica su Massaua ha causato lievi danni in porto, quattro morti e una trentina di feriti di cui undici ascari. Due velivoli nemici sono stati abbattuti ed un terzo è stato probabilmente abbattuto. A Cassala un velivolo nemico è stato abbattuto dalla difesa contraerea.

 

58 - 6 agosto

Durante una ricognizione offensiva nel cielo di Malta, la nostra caccia ha impegnato combattimento con la caccia avversaria, abbattendo un velivolo nemico. Tutti i nostri velivoli sono rientrati. Nell'Africa settentrionale, durante uno scontro di elementi avanzati, oltre il confine cirenaico, il nemico è stato posto in fuga ed ha lasciato nelle nostre mani due carri armati; due altri sono stati distrutti. Nell'Afri­ca orientale un nostro velivolo da ricognizione non è rientrato.

 

59 - 7 agosto

Nostre formazioni aeree hanno per la terza volta bombardato il cen­tro petrolifero di Caifa, incendiando altri serbatoi di carburante e colpendo gli impianti del porto. Tutti i nostri velivoli sono rientrati. Secondo notizie da fonte attendibile, l'incendio provocato dal primo bombardamento di Caifa è durato parecchi giorni; la raffineria di­strutta dal secondo bombardamento è quella della " Shell ". Nell'Africa Settentrionale Italiana sono stati bombardati attendamenti nemici a sud di Sollum e la ferrovia Alessandria - Marsa Matruh. Un quadrimotore inglese tipo Sunderland è stato abbattuto dalla no­stra caccia dinanzi a Tobruk. L'equipaggio, composto di otto uomini fra cui tre ufficiali, è stato fatto prigioniero. Nell'Africa orientale sono state efficacemente bombardate le basi aeronavali di Aden e di Berbera ed abbattuto un apparecchio nemico. Nostre colonne hanno varcato in diversi punti la frontiera della Somalia britannica.

 

60 - 8 agosto

Una delle nostre colonne che tre giorni fa aveva varcato la frontiera della Somalia britannica è giunta al mare e ha occupato Zeila. Nell'Africa orientale nostre formazioni da bombardamento hanno at­taccato l'aeroporto di Wajir, distruggendo al suolo tre apparecchi e provocando gravi danni ed incendi negli impianti della base; un aereo da caccia avversario è stato abbattuto in combattimento. Incur­sioni aeree nemiche su Dire Daua e Massaua hanno recato danni non importanti. Nel Mediterraneo orientale un convoglio nemico di cin­que piroscafi, scortato da navi da guerra, è stato bombardato dalla nostra aviazione; due piroscafi sono stati colpiti e seriamente dan­neggiati.

 

61 - 9 agosto

Nell'Africa settentrionale, al confine cirenaico, sedici nostri velivoli da caccia impegnavano un furioso combattimento contro ventisette velivoli inglesi. Nonostante la sproporzione numerica, i nostri va­lorosi piloti riuscivano ad abbattere cinque aerei nemici. Dei nostri, due non hanno fatto ritorno alla base. Nella Somalia britannica le nostre truppe hanno occupato Hargheisa.

 

62 - 10 agosto

Risulta da fonte certa che nell'attacco aereo effettuato da nostre unità da bombardamento il giorno 1° agosto, la nave da battaglia Reso­lution ha riportato gravi avarie, specialmente alla torre di poppa. E' stato inoltre seriamente danneggiato un cacciatorpediniere.

Nell'Africa settentrionale sono stati efficacemente bombardati da nostre formazioni aeree lo scalo ferroviario di Marsa Matruh, con­centramenti di mezzi meccanizzati e posizioni nemiche a Sidi Barrani. Nell'Africa orientale le nostre truppe, con rapida marcia, hanno occupato ed oltrepassato Adueina, nella Somalia britannica. La nostra aviazione ha effettuato un'incursione sul porto e sull'aeroporto Berbera, colpendo una nave ed incendiando due velivoli nemici tipo Gloster a terra. Automezzi nemici sono stati spezzonati a Buna. Inefficaci incursioni aeree sono state effettuate dal nemico su Harar, Massaua e Gura.

 

63 - 11 agosto

E sommergibile inglese Odin, la cui perdita è ora annunciata ufficialmente da un comunicato inglese, è stato affondato durante nostre operazioni già segnalate nei precedenti bollettini. Dislocava 1500 tonnellate in emersione, era armato di otto tubi lanciasiluri da 533 di un cannone da 102, e due mitragliere; il suo equipaggio era di 55 uomini. Nella Somalia britannica abbiamo occupato i passi di Carrin e Godajere. L'avanzata continua. Nostre formazioni aeree hanno bombardato il campo di Erkowit (Sudan) colpendo in pieno velivoli al suolo e respingendo l'attacco della caccia avversaria. Tutti nostri velivoli sono rientrati. Un velivolo nemico che aveva tentato di bombardare el Uasch (confine del Kenia) è stato abbattuto dal fuoco dei nostri reparti; un capitano pilota inglese è stato fatto prigioniero.

 

64 - 12 agosto

Nella Somalia britannica, proseguendo nella loro avanzata, le nostre truppe hanno preso contatto col grosso del nemico.

 

65 - 13 agosto

Il primo urto col grosso delle forze nemiche che difendono la So­malia britannica, ebbe inizio alle ore 13 del giorno 11 coll'attacco delle nostre forze e si è sviluppato nella giornata di ieri con una serie di aspri combattimenti nella zona di Adadleh che è stata oc­cupata. La battaglia continua. Abbiamo nella zona stessa abbattuto un Blenheim e raccolto il cadavere del pilota, capitano. Abbiamo du­rante la battaglia perduto un nostro velivolo. Formazioni di nostri bombardieri hanno colpito depositi di carburante a Malta, provo­cando grandi incendi.

 

66 - 14 agosto

Combattimenti accaniti sono tuttora in corso nella Somalia britan­nica ad est di Adadleh. La nostra manovra, sebbene fortemente con­trastata, si sta svolgendo.

Stamane alle ore una, aerei nemici provenienti dalla Svizzera hanno effettuato una incursione con lancio di bombe e manifestini sull'Italia settentrionale. A Milano sono state lanciate una trentina di bombe esplosive ed incendiarie, tutte nell'abitato. Nessun obiettivo di carat­tere militare è stato colpito. I morti, tutti civili, sono dodici e quaran­taquattro i feriti. A Torino le bombe, circa quindici, non hanno provocato danni nè agli impianti militari nè a quelli industriali. Si segnalano un morto e otto feriti. Anche Alessandria e Tortona sono state bombardate. Ad Alessandria sono segnalati nove morti, di cui tre vigili del fuoco accorsi a prestare la loro opera, ed alcuni feriti. Il bombardamento di Augusta (Siracusa), dove sono state lanciate quattro bombe, non ha provocato ne vittime né danni. Un apparec­chio idrosilurante nemico è stato abbattuto dalle artiglierie con­traeree della R. Marina; l'equipaggio, composto di un ufficiale e di un aviere, è stato catturato.

 

AOI Ansaldo M11/39

 

67 - 15 agosto

Le operazioni nella Somalia britannica sono in pieno sviluppo attra­verso duri combattimenti ai quali concorre efficacemente l'aviazione. Sono stati catturati prigionieri e armi.

 

68 - 16 agosto

Nella Somalia britannica le nostre operazioni offensive sono ancora in pieno sviluppo. Un velivolo nemico è stato abbattuto in fiamme nel cielo di Zeila. Due incursioni aeree nemiche sul campo di avia­zione di Combolcià ed a Massaua hanno prodotto danni limitati. Ci sono quattro morti e dodici feriti fra nazionali e indigeni.

Durante una nostra azione aerea contro Wajir sono stati distrutti due velivoli nemici al suolo. Un caccia inglese è stato abbattuto in combattimento. Nostre formazioni da bombardamento scortate dalla caccia hanno bombardato l'aeroporto di Hal Far (Malta) centrando gli obiettivi e provocando incendi. La caccia nemica, dopo aver ac­cennato ad un attacco alle nostre formazioni, si ritirava. Un aereo nemico è stato abbattuto. Tutti i nostri sono rientrati. Nell'Africa settentrionale nostri velivoli hanno bombardato la ferrovia Fuka -Marsa Matruh. Nelle prime ore di stamani una nuova incursione aerea proveniente dalla Svizzera è stata effettuata dal nemico su lo­calità dell'Italia settentrionale con lancio di bombe, alcune delle quali, cadute sui Comuni rurali di Merate ed Olgiate, hanno causato due morti e cinque feriti. Scarsi danni materiali. Un velivolo nemico é stato colpito dalle batterie antiaeree di Torino ed è precipitato presso Ceresole d'Alba; l'equipaggio di cinque uomini è in parte deceduto e in parte è stato catturato.

 

69 - 17 agosto

La giornata di ieri, quinta della sanguinosa battaglia per la conquista della Somalia britannica, ne ha segnato il punto culminante. Il ne­mico batte in ritirata su tutto il fronte. Abbiamo violentemente bom­bardato per oltre un'ora gli impianti portuali e le navi da guerra ancorate nel porto di Alessandria. Un apparecchio non è rientrato da questa azione; un altro non è rientrato da una ricognizione nel Mar Rosso.

 

70 speciale - 17 agosto

Nella Somalia britannica la battaglia iniziata il giorno 11 contro il grosso delle forze nemiche di passo Jerato, nella zona di Adadleh, è vinta. Dopo cinque giorni di accaniti combattimenti il sistema di­fensivo inglese organizzato a capisaldi, costruito da lunga mano, munito di due ordini di reticolati, con numerose postazioni di arti­glieria e di mitragliatrici in caverna, è caduto per aggiramento da ambo le ali. Molte armi di ogni specie, ingenti quantità di materiale e viveri e numerosi prigionieri sono stati catturati. Centinaia di morti, contati, appartenenti a battaglioni di rodesiani e di indiani di alta montagna, sono stati trovati abbandonati sul terreno. Alla battaglia ha, come sempre, efficacemente concorso la nostra aviazione con azioni di diretta cooperazione, mediante bombardamento, spezzo­namento e mitragliamento di posizioni nemiche e con azioni lon­tane, duramente colpendo le navi da guerra e da trasporto ancorate nel porto di Berbera.

Gli inglesi, nel frattempo, hanno senza alcun risultato bombardato il campo di aviazione di Assab e l'abitato di Giggíga. La manovra che ci porterà a Berbera continua inflessibile per la conquista della seconda linea fortificata sulla quale le truppe nemiche ripiegano in­calzate dalle nostre.

 

71 - 18 agosto

In Somalia, proseguendo l'avanzata, una nostra colonna partita da Zeila ha occupato Bulhar. Altra colonna è giunta a breve distanza da Lafaruk. A Mandera un grosso reparto indiano appena avvistate le nostre pattuglie si è dato a fuga precipitosa. Un nostro velivolo non è ritornato da un'azione contro Berbera. In Africa settentrionale, forze navali nemiche hanno sparato non meno di 300 colpi di grosso e medio calibro contro Bardia e verso l'interno cagionando un morto ed undici feriti fra le truppe. I nostri bombardieri si sono immedia­tamente portati all'attacco, impegnando altresì battaglia contro for­mazioni aeree avversarie accorse in aiuto delle navi nemiche. Risul­tano abbattuti sette aerei nemici tipo Gloster Gladiator, più due altri probabili. Tre nostri velivoli mancano. Un nostro sommergibile ha affondato nell'Atlantico una nave cisterna inglese di circa 9.000 ton­nellate.

 

72 - 19 agosto

Nella Somalia britannica, sfondata la seconda linea difensiva nemi­ca, conquistata ed oltrepassata Lafaruk, le nostre truppe inseguono il nemico che batte in ritirata verso le navi, a loro volta continua­mente bombardate dalla nostra aviazione. Un velivolo inglese è stato abbattuto dalla nostra caccia. Una incursione aerea nemica su Cassala non ha causato né vittime né danni; un'altra incursione, sul campo di aviazione di Addis Abeba, ha causato due morti e cinque feriti e colpite due aviorimesse contenenti vecchi materiali. Nell'Africa set­tentrionale la nostra aviazione ha efficacemente bombardato gli im­pianti aero - portuali di Sidi Barrani, attendamenti ed automezzi nella zona a sud - est di Sollum. Tutti i nostri velivoli sono rientrati. In­cursioni aeree nemiche hanno avuto luogo su Milano;dove tre bom­be hanno colpito un fabbricato civile, ed altre sono cadute in aperta campagna; su Cuneo e Torino, dove sono stati causati danni insi­gnificanti. Nessuna vittima. Sono stati lanciati i soliti volantini.

 

73 - 20 agosto

Travolte le superstiti resistenze delle retroguardie nemiche, nel po­meriggio di ieri, 19, le nostre truppe hanno occupato Berbera, capi­tale della Somalia britannica. Gli inglesi prima di fuggire sulle navi hanno incendiato parte della città. Una intera compagnia del Camel Corps bene armata ed equipaggiata si è presentata al nostro Comando ad Hargheisa, facendo atto di sottomissione e consegnando le armi. A Gallabat un nostro battaglione ha attaccato di sorpresa e sbara­gliato formazioni nemiche, catturando munizioni, quadrupedi e pri­gionieri. Incursioni aeree nemiche a Neghelli, Mogadiscio, Bardia, Merca e Genale non hanno causato vittime, ne danni apprezzabili. Nell'Africa settentrionale il nemico ha bombardato l'ospedale di Derna, causando un morto e ventidue feriti tra i ricoverati. Un som­mergibile di nazionalità sconosciuta ha urtato contro un nostro sbar­ramento di mine nel Dodecanneso; una estesa macchia di nafta, sul luogo dell'esplosione, fa supporre l'affondamento dell'unità.

 

74 - 21 agosto

Nella Somalia che fu britannica le popolazioni accorrono a fare atto di sottomissione; ascari del Camel Corps e bande Hilalos si presentano a versare le armi e chiedono di arruolarsi nelle nostre forma­zioni. A Berbera sono stati trovati tre velivoli Blenheim danneg­giati dai nostri attacchi aerei; un quarto è stato rinvenuto, incen­diato, nel torrente Bareris; un quinto è stato ritrovato sulla spiaggia. Il nemico ha eseguito numerose incursioni aeree su varie località se­condarie dell'Etiopia: è stata uccisa una donna; cinque feriti,danni materiali insignificanti. In un ospedaletto presso Mega sono stati feriti due ricoverati; in un altro a Gelib si sono avuti un morto e cinque feriti. A Dire Daua la nostra caccia ha abbattuto in fiamme un velivolo inglese tipo Blenheim. Nostre formazioni da bombardamento hanno attaccato e colpito con successo le basi aeree di Malta. Tutti i nostri velivoli sono rientrati, malgrado la violenta reazione nemica. La caccia nemica, contrattaccata dalla nostra, è stata posta in fuga. Un velivolo è stato probabilmente abbattuto.

 

75 - 22 agosto

Una nostra formazione aerea ha bombardato gli obiettivi militari di Gibilterra. Un velivolo non è rientrato.

Nel Mediterraneo orientale una nostra torpediniera ha affondato un sommergibile ed un nostro sommergibile ha silurato un cacciator­pediniere. Una formazione navale nemica composta da incrociatori è stata raggiunta nel Mediterraneo orientale da nostre formazioni aeree e sottoposta ad intenso bombardamento: due incrociatori ri­sultano ripetutamente colpiti. Tutti i nostri velivoli sono rientrati alle basi di partenza.

Nell'Africa orientale un aereo inglese è stato abbattuto dai nostri dubat a Cocacia (Kenia).

 

76 - 23 agosto

Il sommergibile inglese, di cui al bollettino n. 75, è stato affondato dalla torpediniera Papa. Detto sommergibile ha lanciato ben tre si­luri senza alcun risultato contro la torpediniera. Con pronta mano­vra questa si è gettata contro il sommergibile per speronarlo, but­tando quindi numerose bombe di profondità. Il sommergibile, irre­parabilmente colpito, è venuto a galla mostrando la chiglia e poco dopo si è inabissato. Il porto di Alessandria d'Egitto è stato nuova­mente bombardato da una nostra formazione aerea. Altra forma­zione aerea, individuato un convoglio nemico scortato da due caccia torpediniere naviganti nel Mediterraneo orientale, lo ha sottoposto ad intenso bombardamento. In entrambe le azioni, tutti i nostri aerei sono rientrati. Incursioni aeree, scarsamente redditizie, sono state compiute dal nemico, in Africa settentrionale, a Bomba ed a Derna ove si sono avuti un morto e cinque feriti. Altre incursioni, nell'Africa orientale, a Mogadiscio, ove si sono avuti cinque feriti tra gli ascari e cinque tra i nativi e sono state colpite due aviorimesse, in cui erano ricoverati quattro autocarri; a Massaua e all'isola di Harmil (Massaua), ove non si sono avuti ne perdite né danni.

 

77 - 24 agosto

Nell'Africa settentrionale durante la notte sul 23 sono stati sottoposti a violenti e prolungati bombardamenti aerei il campo di aviazione di Sidi Barrani, apprestamenti nemici nella zona di Marsa Matruh e la base navale di Alessandria. Ovunque sono stati constatati note­voli effetti con vasti incendi. Tutti i nostri velivoli sono rientrati alle basi. Nel golfo di Bomba il 22 agosto una formazione di aerei silu­ranti inglesi ha attaccato un nostro sommergibile che usciva dalla rada e lo ha colpito con un siluro. La maggior parte dell'equipaggio è stata salvata. Il sommergibile potrà essere ricuperato. Un velivolo nemico é stato abbattuto. Nell'Africa orientale nostre formazioni aeree hanno eseguito un efficacissimo bombardamento notturno sull'aeroporto di Cartum, provocando ingenti distruzioni nelle aviori­messe ed un vastissimo incendio. Tutti i nostri velivoli sono rientrati. Il nemico ha eseguito incursioni aeree su Massaua, Berbera e Debel senza causare vittime né danni.

 

Africa Settentrionale Ridotta Capuzzo Ansaldo L3Ansaldo - FIAT C.V.33 (L3)

Caratteristiche: lunghezza m, larghezza m, altezza m, peso 3,2 t, protezione 12 mm, velocità 43 km/h, autonomia 120 km, armamento 2 da 8 mm , equipaggio 2.

L’L3 vide impiego anche in Africa Settentrionale, quando oramai la vetustà del mezzo ne avrebbe consigliato un ritiro dalla linea operativa. Definito con molti nomignoli quali: “bara semovente”, “cassa da morto”, “barattolo”, “ferrovecchio”. Durante le operazioni negli ordini di spostamento dati via radio, e quindi soggetti a una possibile intercettazione da parte avversaria, gli L3 venivano chiamati “Arrigoni”, nome di una nota ditta produttrice di alimenti in scatola. Nonostante la palese inferiorità i reparti dotati di carri L3 seppero battersi con coraggio a fianco dei reparti di fanteria.

 

78 speciale - 24 agosto

La conquista della Somalia britannica era prevista dal piano strate­gico di guerra. Al giovane Impero Fascista, saldo nella sua struttura interna civile e militare, ne era affidato il compito. Suo strumento era la nostra bene agguerrita armata coloniale, costituita da tutte le genti di tutte le razze dell'Impero, avvinte a noi, saldamente inqua­drate dai nostri, potentemente fiancheggiate dalle unità nazionali dell'Esercito, delle Camicie nere, dell'Aeronautica. Nel quadro ge­nerale dell'Impero inglese la Somalia britannica aveva essenzialmente valore strategico per il dominio delle comunicazioni tra il Mar Rosso e l'Oceano Indiano, formando sistema con Aden e Perim, a sbarramento dello stretto di Bab el Mandeb. Un governatore nominato dal Re di Gran Bretagna, era il comandante e l'amministratore del Protettorato, diviso in sei distretti, con una guarnigione permanente costituita da un corpo cammellato, formato da una compagnia cam­mellata, una compagnia montata, una compagnia motorizzata e da un corpo di polizia.

Durante la guerra tale guarnigione era stata man mano rafforzata con truppe provenienti da altre regioni dell'Impero britannico (bat­taglioni della Rhodesia, battaglioni indiani) e con l'organizzazione di bande locali ripartite in quattro settori: — settore costiero di Zeila: bande ed elementi di polizia; — settore di Dobo: reparti del corpo cammellato di polizia e bande; — settore centrale (Hargheisa, Burao, Berbera): battaglioni rhodesiani ed indiani, reparti del corpo cam­mellato e di polizia, bande, artiglierie; — settori orientali (Erigavo e confine sud - orientale) : bande e reparti di polizia. Il grosso delle forze gravitava nel settore centrale, a protezione di Berbera, cuore del Somaliland. Era noto che solo una pista camionabile portava dal nostro confine ad Hargheisa, per sdoppiarsi qui in due tronchi affluenti a Berbera, uno per Adadleh e l'altro per Sheikh, entrambi sbarrati nella parte più alta da solide opere semipermanenti la cui costruzione era stata iniziata sin dal 1936. Il piano di operazioni ita­liano prevedeva l'impiego di sette brigate coloniali, costituite di vario numero di battaglioni e batterie, rinforzate con unità nazionali di fanteria (battaglioni Camicie nere), unità mitraglieri, compagnie mortai, unità autoblindo, di carri veloci e di carri medi, unità di artiglieria campale e contraerea, reparti della polizia dell'Africa Ita­liana e da gruppi di bande indigene. Tali forze, agli ordini del ge­nerale di corpo d'armata Guglielmo Nasi, erano ripartite in tre gruppi: — di sinistra, agli ordini del generale di corpo d'armata Sisto Bertoldi; — del centro, agli ordini del generale di divisione Carlo de Simone; — di destra, agli ordini del generale di brigata Arturo Ber­tello. Concetto generale di azione: spingere avanti i gruppi di sini­stra e di destra, per fissare le ali nemiche, lanciare quindi la colonna centrale contro il grosso nemico per impegnarlo frontalmente ed avvolgerlo. Lo sviluppo dell'azione era previsto in tre fasi: prelimi­nare, attacco della linea fortificata, sfruttamento del successo. A fine luglio le forze destinate all'operazione, provenienti in parte da loca­lità lontane oltre mille chilometri, per strade rese difficili dalla sta­gione delle piogge, avevano raggiunto le loro posizioni di partenza: — la colonna Bertoldi, fra Gialelo, al confine con la Costa francese dei Somali, Aiscia e Arouena; — la colonna de Simone, fra Giggiga, Au-barre e Garbahedri; — la colonna Bertello, fra Dagabur, Ual - Ual e Galladi. Nella notte sul 3 agosto tutte le colonne passavano il confine che molti reparti, specie quelli della colonna Bertello, avevano rag­giunto dopo lunghe e faticose marce durate, per talune unità, ininter­rottamente otto giorni, in terreno arido, difficile, assolutamente privo di acqua. Prima fase: dal 3 al 6 agosto. L'aviazione precedeva l'azione delle nostre truppe riconoscendo piste, segnalando il nemico, colle­gando le nostre colonne e bombardando efficacemente nei porti di Zeila e Berbera navi nemiche, che presumibilmente erano giunte per portare rinforzi di uomini e di mezzi. Il gruppo Bertoldi, travolgendo rapidamente le resistenze avversarie, il 3 agosto occupava con il grosso Dabat e con distaccamento Madda, mentre una colonna fiancheg­giante raggiungeva Girreh. Proseguendo rapidamente l'azione, il giorno 5 raggiungeva ed occupava Zeila, mentre avviava su Dobo la colonna fiancheggiante. Il gruppo de Simone tra il 3 ed il 5 rag­giungeva ed occupava l'importante centro di Hargheisa, respingen­done le forze nemiche che ripiegavano sulle posizioni retrostanti, in­calzate dalle nostre avanguardie. La colonna Bertello, superando gravi difficoltà di terreno e di clima, raggiungeva Adueina respingendo il presidio inglese, inseguito e mitragliato dalla nostra aviazione. Alla sera del giorno 6 le operazioni della prima fase, che fu di avvicinamento e dovette essenzialmente superare gravi difficoltà logistiche, erano terminate. A sinistra Bertoldi, rassodata l'occupazione di Zeila ed occupato Dobo, provvedeva all'occupazione di Loy Ada, al con­fine con la Costa francese dei Somali (brigata Agosti) e ritirava sulle basi di partenza le truppe esuberanti al presidio della zona occupata; a destra Bertello, in sosta a Adueina, coi fedelissimi dubat, dopo otto giorni di marcia senza trovare una goccia d'acqua, vi si faceva raggiungere dai rifornimenti; al centro de Simone mantenendo con­tatto col nemico, organizzava la base di Hargheisa, malgrado le dif­ficoltà opposte dalle eccezionali bufere di acqua in tutto l'Hararino, che avevano ridotto in pantano la pista Giggiga - Hargheisa. Il ne­mico incalzato dalle avanguardie di de Simone aveva ripiegato su posizioni preventivamente sistemate a difesa presso i valichi che ad­ducono a Berbera. La sua aviazione, proveniente dai campi del Somaliland e dalle basi di Aden, tentava contro le nostre colonne in­fruttuose azioni ed era respinta dalla nostra caccia e rintuzzata con ardite incursioni a bassa quota sui campi del nemico. Seconda fase: dal 7 al 15 agosto. Il 10 agosto il nostro comando aveva ormai ac­certato che il nemico concentrava il grosso delle sue forze su posi­zioni poco a nord della congiungente Adadleh - Argan: posizioni forti per natura di terreno ed apprestamenti difensivi. Le nostre avan­guardie erano riuscite a serrare contro lo schieramento del grosso nemico, superando le resistenze opposte da forze avversarie su posi­zioni più avanzate, segnatamente al Passo Carrin ed al Passo Go­dajere; potevano così precisare che il sistema difensivo nemico si estendeva per oltre 20 chilometri attraverso monti intransitabili, or­ganizzato in una serie di fortini reciprocamente appoggiantisi con incroci di fuochi, formidabili per conformazione topografica, per doppio ordine di reticolati, per moltissime postazioni in caverna. Il generale Nasi completava lo schieramento dell'attacco, facendo af­fluire la LXX brigata del gruppo Bertoldi. Il gruppo de Simone veniva così a disporre per l'attacco di sei brigate, oltre le truppe di rinforzo.

L'attacco ebbe inizio nel pomeriggio del giorno 11, preceduto ed ac­compagnato dall'azione dell'aviazione che, agli ordini del generale di brigata aerea Collalti, agiva con ondate successive di bombardieri sugli apprestamenti difensivi nemici e con incursioni di cacciatori mitraglianti sui campi dell'aviazione nemica. L'avversario sfruttando gli apprestamenti difensivi opponeva però tenace e valida resistenza con il fuoco, con il contrattacco, con bene organizzate azioni di artiglieria.

La nostra azione riprendeva il giorno 12 e continuava accanita nei giorni 13 e 14. Malgrado le difficoltà opposte dal clima e dal terreno manovrando sagacemente, concentrando gli sforzi alle ali, le nostre truppe valorose, con il valido appoggio dell'artiglieria e i ripetuti bombardamenti aerei, progredivano metodicamente travolgendo suc­cessivi e muniti ordini di difesa avversaria. Il giorno 15, previo vio­lento bombardamento aereo seguito da precisa preparazione di arti­glieria, la XV brigata alla nostra ala destra conquistava di slancio gli ultimi capisaldi nemici a cavallo della rotabile per Lafaruk: nel solo caposaldo n. 1 venivano fatti prigionieri 13 ufficiali ed altri mi­litari inglesi e nel suo interno si contavano oltre 200 morti di un battaglione rhodesiano. Contemporaneamente, alla sinistra la II bri­gata, travolti gli ultimi centri di resistenza del nemico, ne avvolgeva l'ala destra. A notte gli inglesi ripiegavano lasciando sul terreno centinaia di morti e nelle nostre mani numerosi prigionieri ed ingente quantità di materiale, fra cui artiglierie. Dopo quattro giorni di lotta accanita il sistema difensivo inglese era così completamente travolto. Terza fase: dal 16 al 19 agosto. Superata in tal modo la principale posizione difensiva del nemico, le nostre truppe prosegui­vano nella loro avanzata: XV brigata su Lafaruk, fiancheggiata a sinistra dalla XIII e a destra dal gruppo delle bande Bertello, con il compito di avvolgere le difese da esse investite; in riserva le bri­gate LXX e XIV. L'aviazione continuava a conservare il predominio del cielo proteggendo le sottostanti colonne, bombardava e volgeva in fuga rinforzi nemici accorrenti, infliggendo loro sensibilissime perdite ed iniziava un sistematico bombardamento delle navi da ca­rico e da guerra che il nemico faceva affluire nel porto di Berbera. Una nostra colonna autocarrata, costituita con elementi di volontari tratti da tutte le forze armate, da un battaglione di Camicie nere e da uno indigeno, agli ordini del luogotenente generale Passerone, partita da Zeila raggiungeva nel frattempo Bulhar, lungo la strada costiera che da Zeila conduce a Berbera. Il gruppo de Simone presto urtava presso Lafaruk con il secondo sistema difensivo anch'esso mu­nitissimo di reticolati, trincee e caverne, sul quale avevano ripiegato le truppe sconfitte e dove erano affluiti gli ultimi rinforzi disponi­bili nel territorio della colonia. Il 18 agosto anche tale ultimo ba­luardo inglese, investito frontalmente ed avvolto alle ali, veniva sfon­dato. Battaglioni indiani con accaniti contrattacchi, cercavano invano di liberarsi della pressione dei nostri, per poi fuggire in direzione di Berbera. Il generale Nasi lanciava allora verso Berbera la colonna motorizzata già predisposta per lo sfruttamento del successo e costi­tuita con unità della polizia A. I., mentre gli inglesi, in disordinata fuga, dopo l'inutile prodezza di incendiare la parte europea di Ber­bera, si sforzavano di mettersi in salvo sull'ultima nave da guerra rimasta in porto, ripetutamente bombardata dalla nostra aviazione. Il 19 le nostre truppe entravano in Berbera. Durante le operazioni abbiamo catturato alcune centinaia di automezzi e di armi automa­tiche, numerose artiglierie e carri armati, ingenti quantità di munizioni, di viveri e di materiale del genio e di sanità. Nelle nostre mani sono inoltre rimasti qualche centinaio di prigionieri delle trup­pe regolari e tutte le truppe somale, ammontanti a circa un migliaio di uomini. Tali truppe erano state impiegate per proteggere l'im­barco degli inglesi e abbandonate poi alloro destino. Il loro rastrellamento continua. Per virtù dei capi e il valore delle truppe, in appena diciassette giorni la Somalia britannica era così definitiva­mente conquistata con la decisione e la rapidità con la quale è ormai costume dell'Italia fascista ed imperiale di condurre le sue imprese coloniali. Merita di essere segnalato il magnifico comportamento delle truppe nazionali: artiglieri, carristi, Camicie nere, motociclisti mi­traglieri, polizia A. I., autieri e personale sanitario. E così il valido contributo dato dall'aviazione, con le sue azioni di ricognizione e di bombardamento, con le crociere e le incursioni a bassa quota, sugli aeroporti del nemico, delle formazioni da caccia.

Alla impresa hanno partecipato tutte le genti dell'Impero, remota­mente o solo recentemente assoggettate, ma tutte saldamente inquadrate nei nostri battaglioni coloniali e sinceramente fedeli alla nostra bandiera. La conquista della Somalia, oltre ad essere una grande vittoria, costituisce anche la più schiacciante smentita della propa­ganda con la quale l'Inghilterra pretendeva creare nell'A.O.I. una situazione politica precaria ed insostenibile; essa realizza quella unità delle genti somale sotto la bandiera dell'Italia fascista, che era da tempo una ardente aspirazione di quelle popolazioni, come hanno ampiamente dimostrato le numerose sottomissioni effettuate durante il corso stesso dell'azione. Man mano che l'occupazione si estendeva nei centri più importanti, già sedi di distretti inglesi, i funzionari di governo dell'Amministrazione dell'Africa Italiana hanno iniziato la loro attività politico - amministrativa, con grande soddisfazione delle popolazioni che continuano ad accorrere per dichiarare la loro sottomissione e fare atto di omaggio al Governo d'Italia.

 

79 - 25 agosto

Una nostra formazione aerea ha bombardato la base di Hal Far a Malta. Dieci caccia inglesi già in volo hanno tentato di impedire l'azione ma sono stati immediatamente attaccati dalla nostra caccia di protezione. Ne seguì un accanito combattimento durante il quale sono stati abbattuti quattro velivoli inglesi ed uno nostro. Nell'Africa settentrionale due cacciatorpediniere inglesi che avevano iniziato una azione di fuoco notturna contro Porto Bardia sono stati attaccati e messi in fuga dai nostri bombardieri prontamente intervenuti. Altri attacchi aerei sono stati effettuati da nostre formazioni contro mezzi motorizzati nemici tra Sidi Barrani ed il confine cirenaico; tre autoblindo sono state distrutte, tutti i nostri velivoli sono rientrati. Una incursione nemica a Tobruk ha causato cinque feriti e lievissimi danni materiali. Da successivi accertamenti risulta che durante l'azione nemica a Tobruk di cui al bollettino del 20 agosto, due velivoli ne­mici sono stati abbattuti dalle batterie contraeree della R. Marina. Nell'Africa orientale nostre formazioni aeree hanno bombardato gli aeroporti di Garissa e di Wajir (Kenia) e posizioni nemiche a Daga River Post (basso Sudan). Incursioni aeree nemiche hanno avuto luo­go la notte scorsa sul Piemonte e sulla Lombardia; i velivoli nemici, provenienti sempre dalla Svizzera, sono stati posti in fuga dalla no­stra caccia lasciando cadere tre bombe nei pressi di Anione (Borgo­sesia) e tre nei pressi di Alessandria, causando un principio di incen­dio ad una cascina. A Mariano Comense sono stati causati due morti tra la popolazione e lievi danni alle abitazioni private. Insieme alle bombe sono stati lanciati i soliti manifestini.

 

80 - 26 agosto

La base navale di Alessandria è stata nuovamente bombardata, a ondate successive, da nostre formazioni aeree. Tutti i velivoli sono rientrati. Un aereo da bombardamento inglese, costretto a scendere in mare presso Lampedusa, è affondato; l'equipaggio, composto di un ufficiale e due sottufficiali, è stato salvato e fatto prigioniero. Un nostro sommergibile operante nell'Atlantico, ha silurato e grave­mente danneggiato una grossa petroliera nemica. Nell'Africa orien­tale incursioni aeree nemiche a Mogadiscio hanno causato quattro feriti, a Gallabat otto coloniali uccisi ed una quarantina di feriti, a Combolcià un bambino ucciso e quindici ascari feriti. Danni mate­riali non rilevanti.

 

81 - 27 agosto

Nell'Africa settentrionale sono stati bombardati dalla nostra aviazione mezzi meccanizzati a Bir Sceferzen e baraccamenti a Sidi Barrani. Un convoglio nemico scortato da navi da guerra è stato ripetuta­mente bombardato da nostre formazioni aeree nel Mediterraneo orientale. Nell'Africa orientale un tentativo di incursione aerea su Asmara è fallito per la pronta reazione della nostra difesa: gli aerei nemici hanno scaricato le loro bombe sulla campagna senza recare danni. La nostra caccia ha abbattuto un aereo. Il nemico, ancora una volta proveniente dalla Svizzera, ha effettuato incursioni aeree su varie province dell'Italia settentrionale. Fatto segno a violenta reazio­ne aerea e contraerea, non ha potuto lanciare che alcune bombe su Torino, dove sono stati colpiti un padiglione della "Fiat" e il sa­natorio di S. Luigi; e in provincia di Pavia, dove sono stati danneg­giati due cascinali in aperta campagna, ucciso un contadino e ferito gravemente un altro. Un aereo nemico, colpito dal fuoco della 27.a batteria della Dicat di Milano, è precipitato in fiamme nei pressi di Valera, frazione del comune di Arese. I cinque uomini componenti l'equipaggio sono deceduti.

 

82 - 28 agosto

Il centro petroliero di Caifa è stato ieri in pieno giorno violente­mente bombardato da nostre formazioni aeree. Sono state colpite la stazione ferroviaria e la nuova raffineria, provocando ovunque vasti incendi. Tutti i nostri velivoli sono rientrati. Nell'Africa settentrio­nale il nemico ha effettuato un attacco aereo in forze su Derna. È stato colpito un piccolo piroscafo che trasportava legname; danni lievi altrove; due morti e cinque feriti. Nell'Africa orientale incur­sioni aeree nemiche hanno avuto luogo ad Harar, dove è stato col­pito l'ospedale militare indigeno, ed a Dessiè dove è stata colpita l'infermeria presidiaria; complessivamente sono stati causati otto morti ed una ventina di feriti. Un velivolo nemico è stato abbattuto. A Massaua è stata colpita, con lievi danni, una casa di pena; vi sono nove morti tra i detenuti. Aerei nemici, sempre provenienti dalla frontiera svizzera, hanno eseguito incursioni sul Piemonte e sulla Lombardia; in seguito all'efficace intervento della difesa aerea e con­traerea si sono limitati a lanciare qualche spezzone incendiario presso Nichelino, in provincia di Torino, incendiando un cascinale.

 

83 - 29 agosto

Nostre formazioni aeree hanno bombardato la base navale di Ales­sandria d'Egitto ed hanno lungamente sorvolato, nonostante il tem­po avverso, sul Canale di Suez tra Porto Said ed Ismailia gettando bombe sull'imbocco nord del Canale e sul traghetto di Al Kantara sul quale la ferrovia che unisce l'Egitto alla Palestina passa attraverso il Canale. Nell'Africa orientale bande dubat hanno occupato il forte inglese di Todignac nei pressi del lago Rodolfo. Formazioni aeree hanno bombardato la stazione ferroviaria di Khashm el - Ghirba (Su­dan) ed i campi di aviazione di Wajir e di Garissa (Kenia). Ai con­fini del Sudan con l'Eritrea un reparto inglese con alcune autoblin­date ha tentato una incursione nel nostro territorio. Affrontato presso i pozzi di Adardè da una nostra banda rinforzata con ascari di po­lizia è stato fermato e, dopo aspro combattimento, respinto. Il ne­mico ha potuto caricare sugli automezzi numerosi feriti, lasciando tuttavia sul terreno oltre una diecina di morti (australiani), mitra­gliatrici ed armi varie. Noi abbiamo avuto lievi perdite. Altro ten­tativo di forti pattuglie nemiche contro il nostro posto di Gallabat e stato facilmente respinto dalle truppe coloniali di quel presidio.

 

Regio Esercito Caporale dei Granatieri

 

84 - 30 agosto

La base navale di Micabba (Malta) è stata sottoposta a precisa azione di bombardamento da nostre formazioni aeree. La caccia nemica che era in volo non volle impegnare combattimento con la nostra caccia di scorta e tentò di sfuggire all'azione. Riuscì però ai nostri caccia­tori di mitragliare, danneggiandoli, tre apparecchi avversari. Nell'Africa settentrionale i magazzini e baraccamenti militari e lo scalo ferroviario di Marsa Matruh sono stati ripetutamente ed intensamente bombardati, a ondate successive, da nostre formazioni aeree. Alcune centinaia di bombe vennero lanciate sugli obiettivi con tiro preciso e controllato. Nell'Africa orientale sono stati bombardati dai nostri velivoli concentramenti di truppe e autocolonne ad Arbo, ad el Bhai e presso Garissa (Kenia); è stato inoltre bombardato il campo di aviazione di Buna distruggendo al suolo un velivolo e danneggian­done altri due. I velivoli che hanno preso parte alle suaccennate ope­razioni, sebbene in parte colpiti, sono rientrati tutti con gli equi­paggi incolumi alle loro basi. Una nostra banda di dubat ha effet­tuato un riuscito colpo di mano verso Buna distruggendo un auto­carro inglese ed infliggendo gravi perdite all'avversario. Il nemico ha bombardato a tre riprese Mogadiscio causando due morti e sei feriti; danni materiali insignificanti.

 

85 - 31 agosto

Mezzi meccanizzati nemici sono stati bombardati da nostri aerei nella zona di Dar el Hambra, oltre il confine cirenaico. Nel Mar Rosso un incrociatore nemico è stato bombardato e colpito da una nostra formazione aerea. Il nemico ha effettuato un’incursione aerea sul campo di Agordàt causando otto morti e nove feriti tra gli indigeni e lievi danni materiali.

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