Al successo militare segue quello sportivo, prima al IV Raduno Internazionale Aeronautico di Zurigo del 24/31 luglio 1937 e nel novembre dello stesso anno, quando un Bf.109 dotato di motore in grado di erogare punte di 1650 cv. batte il record mondiale di velocità raggiungendo 610,43 km/h.
Le successive serie C (Christian o Caesar) e D (Darie) vedono una limitata produzione e rappresentano il punto di transizione verso la versione E (Emil) caratterizzata dall’adozione del propulsore Daimler Benz DB.601 che per potenza ed affidabilità rappresenta un ideale completamento della cellula. I primi esemplari della variante E-1 sono completati all’inizio del 1939 e alla fine dell’anno la produzione raggiunge le 1540 unità. Nel settembre 1939 il Bf.109E rappresenta il principale velivolo che equipaggia i reparti da caccia della Luftwaffe.
Nel corso dell’impiego bellico il Bf.109 avrà la capacità di adattarsi a una pluralità d’impieghi e sarà ceduto a tutte le aeronautiche di nazioni alleate della Germania.
Il primo contatto, non ufficiale, di un pilota della Regia Aeronautica con il Bf.109 avviene durante il IV Raduno Aereo Internazionale di Zurigo del luglio 1937. Una mattina all'alba, in grande segretezza, dopo un volo di ambientamento su un Bf.108 Taifun, il capitano Aldo Remondino, componente della squadriglia acrobatica italiana, decolla con un Bf.109 della rappresentanza tedesca. Quanto è ottenuto in virtù della personale amicizia del gen. Giuseppe Valle col collega tedesco Erhard Milch. Infatti, la Luftwaffe è molto gelosa dell’aereo tanto che in Spagna, ove Aviazione Legionaria e Legione Condor operano fianco a fianco, non sarà concesso ai nostri piloti di pilotare il Bf.109.
Il 7 agosto 1939 una missione militare tedesca presenta presso il Centro Sperimentale di Guidonia quattro esemplari del Bf.109E e altrettanti He.111 e Ju.87. I nostri piloti possono compiere diversi voli di prova su questi aerei. In particolare i Bf.109 portati in volo da Mario Bonzano, Carlo Del Prete, Enzo Sant'Andrea, si esibiscono in un completo programma acrobatico in formazione, mai effettuato dai piloti tedeschi, perché espressamente vietato dal manuale del velivolo. La permanenza a Guidonia, che dovrebbe protrarsi sino al 7 ottobre, s’interrompe bruscamente il 1° settembre, quando all'alba aerei ed equipaggi decollano dopo aver ricevuto comunicazione riservata dell'inizio delle operazioni contro la Polonia.
Il terzo incontro avviene nel dicembre 1940, un G.50 del CAI al rientro sulla costa belga trova un nebbione che lo costringe a volare alla cieca per parecchi minuti. In un momento di schiarita, il pilota avvista un campo di aviazione, che saprà essere quello di Menden, e vi si porta all'atterraggio, poco gentilmente accolto dalla contraerea. Poco dopo l'aereo è ispezionato da alcuni ufficiali tra cui il generale Adolf Galland, che sottolinea la sua sorpresa nel notare che l'aereo è privo di radio, battellino, pistola lanciarazzi, tuta elettroriscaldata. Pochi giorni dopo, Galland, in visita ai nostri reparti da caccia, parlando con i piloti, li definisce degni eredi di Garibaldi per il coraggio e la spensieratezza sempre dimostrata nel portare in volo macchine tanto superate quanto i caccia di cui dispongono. E, con un gesto più da amico che da alleato, offre ai nostri piloti di compiere un ciclo di addestramento sui Bf.109E. Nei primi giorni del gennaio 1941, 10-12 piloti italiani, a turno, raggiungono quotidianamente con un Ca.133 da Maldegen Cazaux in Francia, ove iniziano l'attività di volo sui 109. Questa iniziativa non dura più di un paio di settimane perché la grave situazione in Grecia e Libia richiede l'afflusso di tutti i piloti su quei fronti. Se l'addestramento fosse continuato, già nel mese di febbraio i nostri piloti avrebbero operato nel settore della Manica con i Me.109.

Maldegen (Belgio). Il maresciallo Giuseppe Ruzzin seduto sul bordo della cabina di pilotaggio del Messerschmitt Me.109F “11 nero”. La partecipazione alle fasi finali della Battaglia d’Inghilterra offre occasione ai piloti italiani per avvicinare le moderne macchine dell’alleato tedesco
Immissione dei Me.109 nella Regia Aeronautica
L'ingresso del caccia tedesco nei nostri reparti avviene nella primavera del 1943, motivato dall'insufficiente gettito produttivo delle nostre industrie. Dal novembre 1942 al 30 giugno 1943 la Regia Aeronautica perde circa 1.600 velivoli da caccia e bombardamento. Da novembre ad aprile, essa riceve soltanto 160 bombardieri e 758 caccia.
La Luftwaffe assegna una prima trentina di Me.109. Questi velivoli, presto incrementati da altri, sono dati al 150° ed al 3° gruppo. Il primo reparto è operativo con i nuovi velivoli, sin dal mese di aprile: sotto il comando del maggiore Antonio Vizzotto, il gruppo si porta prima a Caltagirone, poi a Sciacca.
Alla vigilia dello sbarco alleato, il 150° gruppo (363a, 364a, 365a squadriglia) ha in carico 25 Me.109; altri diciassette sono con il 5° gruppo (153a, 154a, 155a squadriglia) a Comiso. L’organico di questi reparti costituisce circa un terzo della caccia italiana presente in Sicilia ed è rapidamente distrutto dai bombardamenti alleati. Il 12 luglio i due reparti hanno quasi esaurito la dotazione di velivoli: a metà luglio il 150° gruppo è a Ciampino con tre Bf.109 superstiti. Il 28 luglio il solo Personale è trasferito a Torino-Caselle, sede raggiunta anche dal 3° gruppo, pure rimasto privo di velivoli.
Un terzo reparto riceve il caccia tedesco: il 23° gruppo del 3° stormo (70a, 74a, 75a squadriglia) basato a Cerveteri con undici Me.109G in carico al 9 luglio 1943.
Due mesi dopo in Italia centrale si trovano solo quattro Me.109G del 150° gruppo a Ciampino.

Sciacca, maggio 1943. Messerschmitt Me.109 F-4 della 369a squadriglia (150° gruppo autonomo)
prossimo ad uscire dal decentramento, sullo sfondo due Aer. Macchi C.200 Saetta
L’utilizzo da parte dell’Aviazione Nazionale Repubblicana
Anche per l’ANR il passaggio ai Me. 109 G e K avviene quando risulta impossibile mantenere una linea di volo con aerei di produzione nazionale. Il primo reparto a riceverli è la 4a squadriglia “Gigi tre osei” del 2° gruppo che compie rapidamente il passaggio, avendo molti piloti già volato sul 109, ad Aviano, verso la metà del giugno 1944. All'inizio di luglio, questa squadriglia insieme alle altre due dotate di G.55, si trasferisce dagli aeroporti emiliani di Ghedi (Brescia) e Ganfardine-Villafranca (Verona). In un mese e mezzo, sino alla sospensione dei voli in agosto, i Me.109G partecipano alle 32 vittorie (15 bombardieri e 17 caccia) del reparto. Dopo la crisi dell'agosto, il 2° gruppo torna a combattere il 19 ottobre e a fine mese, l'intero reparto passa sui Me.109G. A quadri completi, il 2° gruppo torna ad una intensissima attività. Gli anglo-americani, dinanzi alle rilevanti perdite, intervengono, dall'11 al 23 novembre, con violentissimi bombardamenti sui campi della regione veneta utilizzati dal 2° gruppo. Dato il decentramento preventivo degli aerei, l'azione riduce ma non annulla l'attività del reparto: nel mese di dicembre si ha solo una lieve diminuzione negli abbattimenti.

Messerschmitt Me.109/G.10, 3a squadriglia (1° gruppo caccia) Asso di Bastoni
Aviazione Nazionale Repubblicana, Italia settentrionale 1945
A metà del mese, il 2° gruppo riceve un primo esemplare di Me.109K. Nel gennaio 1945, l'attività del Gruppo è molto ridotta mentre tra febbraio e marzo si abbattono 21 bombardieri e 9 caccia. Questi risultati sono molto importanti specie se rapportati alla penuria di aerei e carburante, in cui versa l'ANR, a poche settimane dalla fine. Il 19 aprile il 2° gruppo compie la sua ultima intercettazione.
Altro reparto a ricevere i Me.109G e K, è il 3° gruppo-caccia. Dopo la crisi dell'agosto 1944 e il trasferimento sugli aeroporti di Lonate Pozzolo e di Orio al Serio, in novembre il Personale del reparto è inoltrato in Germania ove compie i passaggi sui Messerschmitt. Il rientro in Italia avviene nel febbraio 1945 con la 7a e 8a squadriglia in condizioni di operatività. Il gruppo utilizza gli aeroporti di Orio al Serio e Ganfardine-Villafranca oltre a Cascina-Vaga (Pavia), come campo di appoggio. Il 7 marzo 1945, il Gruppo compie la sua prima uscita operativa abbattendo un bombardiere ed un caccia. Seguono, sino alla sospensione dei voli nella seconda metà di aprile, altre dodici missioni d’intercettazione: una media elevata, se si pensa all'avvenuta cessione di tutti i Me.109K, per integrare l'organico del 1° gruppo. Vediamo quest'ultimo reparto. Alla fine dell'ottobre 1944, anch’esso prende la strada della Germania (aeroporti di Memmingen e Holtzkirchen) per compiere i passaggi sui Messerschmitt. Il rientro in Italia avviene nel gennaio 1945 sul complesso aeroportuale di Lonate Pozzolo, con zone di decentramento che arrivano sino alle Cascine Malpensa e Costa. Nei boschi ai margini dell'aeroporto della Malpensa, è infatti realizzata un'imponente rete di piazzole e piste di raccordo ricavate tra gli alberi d'alto fusto.
Il primo grosso combattimento affrontato dal gruppo di Adriano Visconti avviene sulla Lombardia il 3 marzo 1945. Il 14 dello stesso mese avviene un altro durissimo scontro sulla zona del lago di Garda, tra Me.109 del 1° gruppo e B-17 scortati da P-47. Al termine risultano abbattuti sette aerei americani ed un Me.109. Anche per il l° gruppo, il 19 aprile 1945 è il giorno dell'ultima uscita operativa: da Lonate Pozzolo decollano quattro Me.109K pilotati dai tenenti Oddone Colonna ed Aurelio Morandi e dai sergenti Pedretti e Franciosi: essi si portano alla intercettazione di tre B-24, impiegati nell'aerorifornimento di reparti partigiani e segnalati nel cielo sopra Varese. Mentre due quadrimotori riescono a guadagnare la Svizzera, il terzo dopo essere riuscito ad abbattere l'aereo di Morandi, è centrato dai colpi sparati da Colonna.
Finisce così la vita operativa del 1° gruppo, mentre la sua storia deve annoverare un ultimo, tragico episodio. Poco prima della conclusione del conflitto, il maggiore Visconti pone ogni attenzione per evitare agli appartenenti al suo Gruppo, azioni di rappresaglia. Dopo aver radunato i 700 uomini del reparto (piloti, specialisti, avieri), egli tratta personalmente la resa, richiedendo innanzitutto la loro incolumità. Il 29 aprile, il 1° gruppo cessa di esistere. Adriano Visconti, offertosi in volontaria garanzia, è lì per tutti gli altri. In una caserma di Milano, mentre viene portato a un interrogatorio, è falciato con una raffica di mitra alle spalle, insieme all'Aiutante di Volo, sottotenente Valerio Stefanini.
Contemporaneamente cinque Me.109 già appartenenti al 1° gruppo, sono rilevati, per accertamenti, da una Commissione della Regia Aeronautica proveniente da Roma. Più tardi, un tenente del 1° gruppo è invitato a stendere una relazione sul periodo passato in Germania in preparazione all'impiego dei Me.163 Komet: per una serie di situazioni contingenti (forti nevicate, bombardamenti, avanzata delle truppe sovietiche) i nostri piloti non hanno comunque fatto in tempo a volare su questo aereo, come sul Me.262, egualmente destinato ai reparti italiani.
Complessivamente l’ANR ha ricevuto circa duecento Me.109 causando non poche difficoltà agli avversari. Ma anche questa volta, il nemico ha trovato nella grande abbondanza dei mezzi impiegati, una delle ragioni del suo successo.
Messerschmitt Me.109 G.6, 2° gruppo caccia
Aviazione Nazionale Repubblicana, Aviano 1945
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