Volare è passione e vocazione, che riempie di sè una vita.
Adolf Galland
Caccia / Assalto
IMAM Ro.44, immagini, scheda e storia
Velivolo da caccia, idrovolante a scarpone centrale e galleggianti sub alari, biplano, monoposto, monomotore, a struttura mista.
[ vedi descrizione completa ]Scheda tecnica
CARATTERISTICHE
motore: Piaggio PX
potenza: cv 700 a 1000 m
apertura alare: m 11,57
lunghezza totale: m 9,71
altezza totale: m 3,55
superficie alare: mq 33,36
peso a vuoto: kg 1.770
peso a carico massimo: kg 2.220
velocità massima: km/h. 316 a 2.500 m
velocità minima: km/h 98
tempo di salita: 8’40’’ a 4.000 m
tangenza massima: m 6.900
autonomia: km 1.200
armamento: 2 mitragliatrici da 12,7 mm
progettista: Giovanni Galasso
pilota collaudatore: Nicolò Lana
primo volo prototipo: MM. Nell’ ottobre 1936
località: idroscalo di Napoli
IMAM Ro.44
DESCRIZIONE TECNICA
Velivolo da caccia, idrovolante a scarpone centrale e galleggianti sub alari, biplano, monoposto, monomotore, a struttura mista.
Fusoliera in tubi di acciaio saldati all’autogeno e copertura in lamierino di lega leggera (parte anteriore, dorsale, fondo fusoliera) oppure in tela (fianchi fusoliera).
Ali incernierate, ripiegabili, con struttura in longheroni di lega leggera, a sezione rettangolare, centine in legno, bordo d’attacco in compensato e rivestimento in tela: alettoni solo per l’ala superiore.
Galleggiante centrale in legno attaccato alla fusoliera con puntoni profilati in acciaio, controventati da tiranti, munito posteriormente di timone marino; galleggianti laterali in legno, intercambiabili, fissati all’ala inferiore mediante montanti metallici.
Piani di coda con struttura in tubi di acciaio, al cromo-molibdeno, saldati all’autogeno e rivestiti in tela, irrigiditi da montanti in tubo di acciaio e da tiranti; superfici mobili compensate aerodinamicamente..
Posto di pilotaggio in abitacolo aperto.
Serbatoio del carburante in lamierino di duralluminio, piegato a scatola, chiodato e semapizzato: disposto in fusoliera tra l’abitacolo del pilota ed il motore.
Motore con elica tripala, metallica a passo variabile in volo.
DUe mitragliatrici da 12,7 mm, con tiro sincronizzato attraverso il disco dell’elica.
PRODUZIONE
MM. 3691-3725 n.35 (febbraio-giugno 1938, IMAM)
CREDITI
Autori Vari Dimensione Cielo caccia assalto vol. I Edizioni Bizzarri, Roma 1971
Tullio Marcon IMAM Ro 43/44, Torino, La Bancarella Aeronautica 1999
Storia aereo
Il Ro.44 rappresenta l’ultimo modello di idrocaccia, prodotto in serie ed impiegato operativamente dalla Regia Aeronautica. I possibili candidati alla successione, l’IMAM Ro.51 idro ed il FIAT ICR.42, non hanno infatti superato lo stato di prototipi.
La IMAM realizza nel 1934 un ottimo biposto da osservazione, il Ro.37. Questa cellula base subisce un primo sviluppo che la trasforma in idro con l’adozione di uno scarpone centrale e di due galleggianti sub-alari laterali. Nel 1936 viene realizzata la versione idro monoposto da caccia in cui le armi da 7,7 sono sostituite da due da 12,7. Come già il Ro.37, i tipi idro sono molto manovrieri, relativamente leggeri, hanno buone potenze istallate (il piaggio P. X R da 700 cv), anche se la formula biplana conferisce loro un aspetto complesso.
Limitandoci al solo Ro.44, ricordiamo che nel 1938 esso viene prodotto in 35 esemplari (MM. 3691-3725) e consegnato alla Regia Aeronautica che lo impegna presso l’88° gruppo autonomo da Caccia Marittima (162a, 164a, 166a squadriglia) sull’idroscalo di Vigna di Valle e, successivamente, presso una squadriglia autonoma.
Si succedono al comando del gruppo, Capecchi, Giannini, Garretto: quest’ultimo provvede al suo scioglimento, mentre il personale viene trasferito a reparti terrestri da caccia e da bombardamento. È chiaro che la formula dell’idrocaccia, almeno in Mediterraneo, è tramontata per sempre: solo nel Pacifico avrà formule più avanzate ed un impiego abbastanza notevole.
Quando l’Italia entra in guerra, 8 Ro.44 insieme ad alcuni Ro.43, sono assegnati alla 161a squadriglia autonoma da C.M., presso l’idroscalo dell’isola di Lero.
Nel giugno 1941, la 161a diviene da caccia terrestre, e passa ai CR.42, trasferendosi sull’isola di Rodi.
Alcuni Ro.44 rimangono comunque presso vari idroscali della Regia Aeronautica, ove vengono utilizzati per voli di addestramento.
Il velivolo è presente anche presso la Regia Marina, ma solo per compiti secondari, di collegamento ed addestrativi.
Pur essendo meglio armato ed offrendo caratteristiche lievemente superiori al Ro.43, non può essere impegnato operativamente, in quanto la sua configurazione monoposto non consente il trasporto dell’osservatore.
All’8 settembre 1943, la II e la III squadriglia Forze Navali, hanno ancora in carico 6 Ro.44.
Vediamo i limiti di questo velivolo. Il primo è implicito nella vetustà della formula, adeguata per l’anno di uscita, ma decisamente superata negli anni di guerra. Altro inconveniente è nelle qualità nautiche, che consentono ammaraggi non oltre mare forza 2. Il terzo inconveniente è nella struttura delicata, con centinature in compensato, soggette a fenomeni di scollamento.
Di fronte a tutto questo sta una manovrabilità eccezionale, degna degli aerei di miglior razza. Abbiamo colto questa valutazione presso chi lo ha impegnato a Vigna di Valle, nel 1938, come presso i piloti che, nel 1941, sull’idroscalo di Puntisella (Pola), effettuarono la Scuola Idro di secondo periodo. E ce lo ricorda anche un grande Pilota che nel suo primo volo alla guida di un idro, proprio il Ro.44, ha compiuto una memorabile esibizione acrobatica tra le navi del porto di Napoli.