Russia tra guerra e rivoluzione - 1

Delle complesse vicende militari, politiche, sociali della Russia nella prima guerra mondiale presentiamo: nella prima sezione alcuni brevi estratti tratti dal libro di memorie Guerra Diplomatica (1936) dell’ambasciatore Luigi Aldrovandi Marescotti (1867 – 1945) e un suo rapporto al Ministro degli Esteri, Sonnino; nella seconda il rapporto sulla situazione militare presentato al VI Congresso dei so­viet a Mosca, il 9 novembre 1918. (g)


 

 Esercito russo 1914

 

DAL DIARIO DELCAPO DI GABINETTO

DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, ALDROVANDI

 

Mosca, venerdì 9 febbraio

[…]

Circolano ovunque voci della incredibile corruzione in tutti gli strati sociali. Si afferma che le forniture militari si effettuano attraverso intermediari numerosi ed avidi, che si giovano correntemente anche di ballerine o amiche di granduchi.

Ricevimento in Municipio.

Discorsi. Discorsi.

 

 

Mercoledì, 14 febbraio

 

Visita allo stabilimento Putiloff ove dovrebbero lavorare 32 mila operai.

Impressione di disordine. Molto materiale sepolto sotto la neve. Biechi sguardi degli operai, fra cui molte donne.

Ci danno informazioni contradditore circa la produzione giornaliera.

 

 

Giovedì, 22 febbraio

 

Siamo sul solito treno che fa 10 km/h.

Le condizioni della ferrovia sono tali che, dopo il disgelo, molti tratti di essa dovranno essere ricostruiti.

 

 

 Officine Putilov Russia prima guerra mondiale

 

 

IL CAPO DI GABINETTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, ALDROVANDI,

AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO

 

R. RR. S.N.   

Londra, 3 marzo 1917.

 

V. E. è a conoscenza, dai telegrammi direttile da Pietrogrado, dell'anda­mento generale della Conferenza, che si è ripartita in politica, militare ed economica.

 

La Conferenza economica tenne una sola seduta, nella quale, il Ministro Bark fece una cruda esposizione della dura situazione attuale della finanza russa, sia per la enorme emissione cartacea (Dieci miliardi di rubli) sia per la svalorizzazione del rublo e che s'incammina ad essere più depresso del marco sia per lo scarsissimo rendimento dei prestiti interni. In questa seduta i delegati inglesi e francesi si limitarono a promettere il maggiore interessamento dei rispet­tivi Governi per venire in soccorso alla Russia, che, a dire del Ministro Bark, si trova in una situazione finanziaria presso che catastrofica. Le conversazioni su questo oggetto continuano in forma privata tra Bark ed i capi delle singole delegazioni, che reiterarono le loro promesse. Ma non pare si sia raggiunto alcun accordo specifico su alcun punto.

 

La richiesta di concorso del Governo Italiano per le operazioni concernenti gli acquisti fatti dal Governo Russo in Italia, non fu definita, non essendo giunta in tempo alcuna risposta da Roma.

 

La Conferenza Militare fu ripartita in strategica e per le munizioni. Quella strategica esaurì il suo compito in un giorno, salvo successivi ritocchi per la redazione delle conclusioni, emettendo il parere che non vi sia alcun fronte speciale cui convenga preferibilmente intensificare l'azione degli alleati, e confermando le conclusioni di Chantilly [Si riferisce alla Conferenza svoltasi a Chantilly il 15 e 16 novembre 1916.] per una azione concorde in determi­nate eventualità di attacco nemico o di offensiva generale degli alleati. Questa si prevede per il prossimo aprile.

La prima proposizione fu ripresa in considera­zione nella Conferenza politica per opera di Lord Milner, dietro suggerimento del Ministro Scialoja. Egli domandò se, nel preordinare azioni militari, si fosse tenuto conto della convenienza di attivare preferibilmente quelle che avrebbero sottratto al nemico maggior territorio produttivo di cereali, raggiungendo così il doppio fine di stremare il nemico sia materialmente sia nelle sue necessità di consumi. E si riferì alla rioccupazione delle pianure romene. Ma la sua osser­vazione fu scartata sotto brevi affermazioni del Generale di Castelnau e del Generale Gurko, i quali dichiararono che le considerazioni strategiche, da essi non specificate, debbono primeggiare su tutte le altre.

 

La Conferenza per le munizioni fu forse la più laboriosa. Tenne numerose sedute nelle quali i russi avanzarono richieste di grande stile (10.000 cannoni, 14.000 tonnellate di zolfo ecc. ecc.) per un totale di circa 10 milioni di ton­nellate. Di questo fabbisogno gli alleati promisero di assumersi un totale di 4 milioni e mezzo di tonnellate. Nel verbale a ciò relativo era stata inserita una frase contemplante la necessità che la Russia, per parte sua, migliorasse i suoi trasporti, in modo da potere utilizzare sul fronte il materiale inviatole dagli alleati. Come è noto a V. E. ciò rispondeva ad uno dei concetti fondamentali per cui gli inglesi avevano desiderato il viaggio in Russia: rendersi cioè conto de visu delle condizioni locali, e giudicare se convenisse utilizzare meglio colà che altrove, quel tanto della produzione britannica che potevano sottrarre al proprio fronte. Il Generale Gurko si levò violentemente contro questa frase, che egli interpretò come una indebita interferenza, un monito, una condizione alla Russia, e Lord Milner, con grande debolezza, ancor più evidente a chi conosceva il suo pensiero da lui ripetutamente manifestato in proposito, consentì ad un affievolimento della frase, che la rendeva quasi nulla. Resta da sapersi, se ed in quanto, inglesi e francesi, sui quali ricade il maggior peso delle forniture militari, indipendentemente da qualsiasi formula scritta, terranno conto del con­cetto che si sono fatti della situazione generale della Russia, per dirigervi ulte­riormente i loro materiali, visto che tanta parte di esso giace da mesi inoperoso senza giungere al fronte. Il Ministro della Guerra Belaieff confessò che il mate­riale spedito dall'Inghilterra nell'inverno 1915-1916 per la via di Vladivostok, essendo chiuso Arkangelo, non è ancora stato utilizzato. Attualmente di fronte ad una richiesta di 10 milioni di tonnellate fino al Luglio 1918, pare la Russia non abbia possibilità di sbarco o di trasporti superiore a due milioni.

 

I temi che furono proposti all'esame della Conferenza politica non rivesti­rono alcun speciale significato. Essi contemplarono tutte le principali questioni internazionali di interesse attuale, ma dettero l'impressione di essere stati posti non per risolvere alcun problema urgente, ma per dare comunque materia di lavoro alla Conferenza.

 

Circa la Grecia, di fronte ad un tentativo franco-russo di provocare il con­ferimento di più larghi poteri al generale Sarrail, prevalsero poi, in seguito al fermo atteggiamento del Ministro Scialoja, i concetti che guidarono le decisioni di Roma. Ma anche qui come a Roma si palesarono le divergenze d'apprezzamento delle Potenze, che si riferirono alle condizioni delle rispettive rappre­sentanze in Grecia, per le quali si accennò ad una sostituzione contemporanea dei quattro Ministri. Circa gli Stati Uniti si riconobbe la questione non essere ancora matura per un utile esame. Circa il Giappone fu riconosciuta bensì la opportunità di un suo intervento bellico, specificandosi anzi la efficacia di un suo concorso di 50 mila uomini dal Golfo Persico, ma la Conferenza, che, quan­tunque costituita da uomini di Governo, anche qui, come in altre questioni, si mostrò assai dubbiosa dei suoi poteri, si limitò a concludere con una raccoman­dazione generica ai Governi. Oggetto di lunghe discussioni, e di una risoluzione, fu ciò che impropriamente si disse la creazione di un organo politico interalleato per l'alta direttiva della guerra, ma anche qui si tratta di una raccomandazione ai Governi acciocché tengano più frequenti riunioni. Nella discussione, in cui furono chiarite le difficoltà esistenti perché questo istituto risulti effettivamente un rapido organo deliberativo, apparirono altresì le speciali difficoltà che in­contra, per la sua rappresentanza, la Russia; difficoltà cui non sembrò estraneo il fatto che il Signor Sazonoff non desidera essere diminuito, nella sua qualità di Ambasciatore a Londra, da un maggiore plenipotenziario russo che si stabi­lisca in Occidente. Il Ministro Scialoja espose le difficoltà costituzionali che si hanno per il funzionamento di questo Istituto. Tali difficoltà furono riconosciute da tutti. Ma tutti convennero che l'Intesa dovrebbe rimediare, per quanto è pos­sibile, a questa inferiorità che essa ha, nella rapidità delle decisioni e nelle direttive del Comando, di fronte al blocco delle Potenze Centrali.

 

Alla soluzione della questione sembra notevolmente interessata l'Italia, che è necessario si conquisti tra gli alleati una parte maggiore di quella che non abbia oggi. In questo lungo viaggio infatti si ebbe l'impressione costante che Francia ed Inghilterra abbiano voce e direttive ben superiori all'Italia, che non sempre pari tra pari. Ciò accade nonostante la indubbia simpatia che inspirò il Ministro Scialoja, e quella che dimostrarono, per il nostro Paese, Lord Milner, il Signor Pokrowsky, ed anche, ed anzi specialmente, il Signor Doumergue. Siano deficienze od assenze da parte nostra, o sia maggiore attività da parte altrui, è indubbio che lo sforzo ed i sacrifizi enormi che fa l'Italia non sembra ricevano il giusto apprezzamento che loro spetta. Noi risultammo in troppe questioni isolati: situazione molto pericolosa quanto più si avvicinino i giorni risolutivi della guerra, ed in quanto si tenga conto che nè Francia nè Inghil­terra hanno speciali motivi di inimicizia e di abbassamento del nostro principale nemico, l'Austria.

 

Fu grave jattura che l'offerta, portata da Lloyd George alla Conferenza di Roma, di un concorso militare inglese sul fronte italiano, non sia stata da noi accolta. Ciò avrebbe importato una più stretta cordialità di rapporti tra Italia ed Inghilterra, che dalla cooperazione militare si sarebbe indubbiamente estesa ad una maggiore cooperazione politica. Il rifiuto di Roma, escludendo il con­corso italo-britannico, ebbe come conseguenza l'intensificazione di quello franco-inglese, forse consacrato dalla immediata visita del Generale Nivelle a Londra. Probabilmente anche tutta la questione dell'Asia Minore ha sofferto di questa situazione in cui si trova l'Italia.

 

È possibile che questa nuova e maggiore intimità franco-inglese abbia le sue conseguenze anche per quanto concerne la Russia. Il Generale Castelnau, passando per Londra, avrà certamente conosciuto il risultato dei colloqui di Roma e Nivelle-Lloyd George. A me i secondi non sono noti, ma è certo che il Generale Castelnau sostenne sempre apertamente il principio che il maggiore sforzo bellico deve farsi sul fronte franco-inglese. In tal modo si veniva anche a compromettere il sereno esame sulla potenzialità militare della Russia, esame che fu, come è noto, uno dei più forti obiettivi per cui fu indetta la Conferenza di Pietrogrado.

 

È stato asserito che la presenza delle missioni alleate in Russia sia stata assai opportuna per rafforzare i vincoli della alleanza in quel paese ed evitarne possibili defezioni. Si è asserito altresì che essa ha avuto una benefica influenza sulla situazione politica interna della Russia. Circa la quale ci pervennero le notizie più contraddittorie. Si accenna frequentemente in Russia ad imminenti tragici avvenimenti al Palazzo Imperiale, a rivoluzioni nelle strade, e l'oppo­sizione al Governo si manifesta apertamente in ogni luogo nelle conversazioni private e in una libertà di parola in pubblico, che ci sorprese. D'altra parte si assicura che il grande scontento contro l'Imperatrice, nel quale è ora coinvolto anche lo Czar, non si manifesterà se non al termine della guerra, che popolo ed esercito vogliono proseguita sino alla vittoria.

 

Ovunque però stia la verità è impressione prevalente che, data la disorganizzazione dell'Amministrazione russa, difficilmente si possono sperare colà avve­nimenti decisivi per la guerra, almeno a breve scadenza, ed a meno di gran­dissimo invio di materiale dall'estero; e che la Russia, se non intervengono fatti straordinari, potrà servire a ben poco più che alla immobilizzazione delle forze nemiche sul suo lunghissimo fronte. Il Generale Ruggeri Laderchi pensa invece che la Russia potrà fare prossimamente, in accordo con gli alleati, una offensiva migliore di quella che fece nel passato giugno. Ma, come ho già accennato, la potenzialità militare russa, che si basa in tanta parte sul concorso franco-inglese, è probabilmente subordinata ai piani concertati tra Francia e Inghilterra in seguito alla Conferenza di Roma ed ai colloqui Lloyd George-Nivelle.

 

Altra impressione raccolta si è che il Generale Gurko, il quale indubbia­mente tenne una parte eminente tra i russi della Conferenza, ma non fece alle missioni estere buona impressione, non sembra zelante di una azione bellica accelerata, senza preoccuparsi, in ciò dei problemi finanziari e della questione interna, non esclusa quella dei consumi, che in Russia, a causa del disservizio dei trasporti, pare stia assumendo una grave importanza. Circolava però la voce che il Gurko sarebbe stato fra breve sostituito dal Generale Alexeieff oramai ristabilito. Circa il Comando Militare avemmo vari accenni dai quali risulte­rebbe una notevole mancanza di unità di azione fra i comandanti i vari gruppi di esercito.

 

Il Ministro Pokrowsky, al quale però non si attribuiva una lunga perma­nenza al potere, è sembrato, nella sua pur modesta apparenza, uomo equilibrato, conciliante, non sprovvisto di notevole finezza, ed, in massima, simpatizzante per l'Italia.

 

 

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